Da
Federico Valerio, Italia Nostra, Genova
L´Eco
Istituto di Darmstadt (Germania) ha stimato il costo di diversi
sistemi di produzione di energia elettrica, dando un peso economico alle
diverse fasi del loro intero ciclo di vita. Dal
confronto le centrali nucleari non escono bene. Un chilowattore prodotto con
l´uranio costa complessivamente da 4,5 (costo minimo) a 6,5 centesimi
(costo massimo).
Costa
decisamente meno (circa 3 centesimi ) il chilowattore prodotto da impianti
a gas a ciclo combinato e cogenerazione ed è più conveniente del
nucleare (per qualche centesimo) investire nell´aumentare l´efficienza
dei consumi energetici.
Anche
l´uso di biogas in impianti di cogenerazione con motori a combustione
interna permette di produrre elettricità a costi confrontabili con
quelli del nucleare, ma con impatti ambientali nettamente inferiori
(quelli creati dallo stoccaggio delle scorie radioattive). Molto
più economico dell´uranio è anche il carbone che, abbinato alla
cogenerazione di calore, produce elettricità ad un costo stimato intorno
a 2 centesimi a chilowattore.
Se
vi fanno credere che il costo del nucleare è nettamente inferiore a
quelli di altre fonti, e quindi abbiamo fatto un errore, sull´onda emotiva
di Chernobil, a chiudere con il nucleare, non preoccupatevi: quei
conti sono sbagliati. Il
nucleare diventa vantaggioso solo grazie ad una non casuale dimenticanza:
i costi della dismissione degli impianti e dello stoccaggio perpetuo delle
scorie radioattive.
A
riguardo, sarebbe interessante verificare con un sondaggio, quanti
Italiani sono al corrente che con la bolletta della luce stiamo pagando le
"attività nucleari residue", pur non producendo neppure un
chilowattore da questa fonte. Si
tratta di circa lo 0,1 % di quanto pagato con la bolletta. Questa tassa
serve a mettere in sicurezza quei pochi reattori nucleari che
abbiamo realizzato negli anni del boom economico (Trino Vercellese,
Latina, Garigliano, Caorso, ...) e che, anche senza referendum,
avremmo dovuto chiudere per vetustà e per gli alti costi di esercizio.
Questa
ennesima tassa occulta è´ una piccola cifra, ma vista la durata di vita
attiva delle scorie nucleari è una tassa a vita: quella nostra e
quella delle future generazioni, quelle che si succederanno per i prossimi
diecimila anni e passa, e a cui toccherà, per tutto questo tempo, gestire
questa scomoda eredità senza che essi abbiano utilizzato una briciola di
energia prodotta da questi reattori.