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SAGGIO BREVE

Elogio del moralismo: Dall'affare Marrazzo alle ingiustizie quotidiane

27/12/2009

Di F. Allegri

Come faccio spesso, torno a riflettere su uno scritto di Marco Travaglio e oggi rifletterò su un pezzo apparso anche su "Il Fatto Quotidiano" del 31 ottobre 2009 e titolato "Un trans chiamato desiderio". Avevo già preannunciato che intendevo trattare questo argomento, lo farò come premessa e introduzione ad un tema che mi interessa di più: l'ingiustizia quotidiana!

In apparenza lo scritto di travaglio tratta della questione del caso Marrazzo, ma il testo tralascia la vicenda per sottolineare il potere economico, politico e di condizionamento di Berlusconi.

Io avrei aggiunto qualche riflessione sulla crisi della sinistra e della politica nel Lazio, una regione che nemmeno dopo il 1992 affrontò al meglio la questione di "Tangentopoli" e che non riesce a coniugare la morale religiosa, con quella sociale e/o politica. Sbalorditivo e disarmante! Non mi sarei mai aspettato un presidente che non era in grado di condurre una normale esistenza quotidiana e non so quanto questo abbia inciso sul pessimo bilancio sanitario di quella regione.

In quel pezzo Travaglio ci offrì una cronologia dettagliata che a mio avviso mette troppo in secondo piano le questioni politiche regionali. Dico questo pensando anche ad alcuni dichiarazioni della direttrice del giornale "L'Unità" sui comportamenti "noti" di questo presidente laziale. Questa questione ha una gravità maggiore rispetto a quello delle escort e dei premier nudo o presunti tali!

Travaglio mi offre una cronologia dettagliata, dal 3 luglio in poi, ma io ho bisogno di certezze sulle qualità morali dei miei rappresentanti! Soprattutto ora che Marrazzo appartiene alla storia politica passata.

ECCOVI UNO STRALCIO DELL'ARTICOLO:

"3 luglio

Irruzione di tre carabinieri deviati e del loro confidente Gianguarino Cafasso, spacciatore salernitano, nell'appartamento di Natalì che ospita il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, in via Gradoli 96. Ne esce almeno un video di 13 minuti compromettente per il governatore associato a trans e coca, non si sa se girato dal pusher o da un militare (nel caso che il video fossero due, il primo sarebbe opera di un trans e l'altro da un carabiniere). Marrazzo implora i carabinieri di non rovinarlo, teme che abbiano avvertito la stampa, quelli gli portano via qualche migliaio di euro e lo costringono a firmare tre assegni, ma poi non li incassano. Non sono loro che faranno il ricatto: sarà qualcun altro, al quale passeranno il video, o la notizia, o il video e la notizia, in cambio di denaro. Fin da subito è chiaro a tutti che il video è un corpo di reato, frutto di una perquisizione abusiva e violenta, in violazione della privacy di Marrazzo e del domicilio di Natalì, dunque chi lo sa e lo "acquista, riceve, od occulta" ugualmente commette il delitto di ricettazione.

11 luglio

Cafasso, tramite il suo avvocato, contatta Libero ancora diretto da Vittorio Feltri per vendere il video.

15 luglio

Due croniste di Libero incontrano Cafasso, che mostra loro due minuti del video (il resto, dice, riprende volti che "non si devono vedere". Le croniste informano il loro direttore Feltri che decide di non acquistarlo. Ma da allora sa. Negli stessi giorni sta trattando con Berlusconi per tornare al Giornale (ha raccontato in agosto a Cortina: "Il 30 giugno scorso ho incontrato Silvio Berlusconi. Ogni volta che lo vedevo mi chiedeva: 'Ma quand'è che torna al Giornale?'. E io: 'Sto bene dove sono'. Ma quel giorno entrò subito nei dettagli, fece proposte concrete e alla fine mi ha convinto"). Possibile che Feltri non dica niente a Berlusconi di quel che sa su Marrazzo?

Agosto

Morto improvvisamente Cafasso, il video tentano di venderlo i carabinieri deviati, tramite il paparazzo Max Scarfone (già protagonista delle foto a Silvio Sircana alle prese con un altro viado). Scarfone attiva Carmen Masi, titolare dell'agenzia milanese "Photomasi". Che contatta il settimanale "Oggi" (gruppo Rcs, la stessa rivista che tre anni fa acquistò le foto di Sircana per 100 mila euro, ma non le pubblicò)".

LO SCRITTO PROSEGUE RACCONTANDO L'ARRIVO DI FELTRI AL GIORNALE E IL CASO BOFFO che oggi è superato, anche se egli ha definitivamente perso la direzione del giornale dei vescovi. Le vicende del "Giornale" non mi interessano da quando se ne andò Montanelli, da allora l'ho letto una volta!

La ricostruzione è breve, en passant e in alcuni passaggi poco meditati (vedi frasi sulla speleologia)!

Travaglio come molti laici non pare interessato alla morale tradizionale. In tempi di crisi come questi invece andrebbe fatto! Chi non arriva a fine mese, non prova piacere quando apprende che certi politici si divertono in modo immorale! La nuova povertà trova conforto nel moralismo! E' una mia convinzione che ritengo suffragata e diffusa! In tempi di crisi i politici non devono tenere comportamenti dissoluti (non dovrebbero tenerli mai)! Servono comportamenti esemplari e specchiati, anche il moralismo aiuta.

Dopo le brevi riflessioni che ho riassunto e criticato prosegue la successione degli eventi che considererò come fatti noti, anche perché alcuni particolari sono secondari, come le trattative con il gruppo Angelucci. In questa ricostruzione trovo un unico elemento positivo ed interessante, quello che mostra al lettore i lavori di inchiesta e gli intrecci che stanno dietro ad ogni dossier politico. Forse è per questo che io mi tengo lontano da simili pantani e resto sul piano delle idee, delle teorie e dei progetti.

La parte più delicata dello scritto di Travaglio è quella che ricostruisce gli accadimenti del 19 ottobre e qui Travaglio tratteggia un Berlusconi potente e maneggione che non so riconoscere e che non condivido (parlo del potente).

In questa parte finale dell'articolo manca veramente troppo Marrazzo e manca anche un secondo aspetto per me fondamentale, ovvero QUELLO DELLA CONTINUITA' DEI RAPPORTI E DEI DIALOGHI FRA PD E PDL.

Qui compare ancora quel Berlusconi/parafulmine che costringe il popolo della sinistra a turarsi il naso da 15 anni!

Lo sviluppo degli accadimenti ha mandato in secondo piano questi sospetti, ma per me, Travaglio non ha capito la vera natura del bipolarismo che è la forma politica migliore per realizzare il consociativismo.

In tutti i sistemi dove si confrontano due forze politiche si realizza una realtà di governo congiunto e ad oggi permanente.

Questo bipolarismo è figlio della seconda guerra mondiale e delle tensioni del dopo guerra. E' il modello politico americano che fu proposto all'Italia nel 1994 dopo anni di multipartitismo degenerato e caotico. E' il modello politico criticato e denunciato da Ralph Nader, da anni!

Forse è il momento di chiederci perché Berlusconi vince sempre le elezioni dopo essere stato condannato tante volte in tribunale? Qual è il motivo?

Lui vince perché riesce a far credere di battersi contro le ingiustizie quotidiane!

La domanda è impegnativa, ma voglio fare varie riflessioni e per una volta non parlerò del monopolio delle televisioni!

Anzi questo elemento molto importante va ritenuto come un sottinteso in questo scritto. La disinformazione c'è ed ha una sua importanza, ma ci sono anche altri fattori.

La stessa vicenda del digitale dimostra e avvalora la gravità del consociativismo che si nasconde dietro tanti velleitarismi degli anni passati!

In questo scritto voglio confrontare i reati di Berlusconi con la loro percezione culturale/sociale.

Non mi chiederò se la gente conosce certi fatti ma come li valuta sulla base della sua esperienza quotidiana.

Prima di tutto viene la questione del falso in bilancio!

Solo una parte della nostra società quella di sinistra ha considerato questo come un reato gravissimo; rammento qui che a me insegnarono questi comportamenti a scuola negli anni ottanta quando nei corsi di ragioneria si parlava di bilanci fiscali, bilanci pubblici, bilanci per gli azionisti, per le banche e via discorrendo. Il confine fra il lecito e l'illecito è labile, anche in questi giorni di crisi durante i quali troppe imprese dichiareranno perdite e non profitti. Da popolano compresi che avevo sbagliato scuola e non mi resi conto che qualche compagno di scuola era stato avviato al mondo "dell'elusione fiscale". I ceti medi non hanno mai avuto molto da obiettare in materia di fisco! Il Berlusconi del falso in bilancio è l'eroe di tanti imprenditori, speriamo di una minoranza, ma con un imposizione oltre il 50% forse si deve criticare prima lo stato che spreca!

La seconda questione che voglio porre è il tema del rapporto tra liberismo e pubblica amministrazione.

Il capolavoro di disinformazione di Berlusconi è stato quello di dire che non l'hanno fatto governare quando in realtà ha sempre pensato solo ad affrontare i problemi personali o delle sue attività.

Ma perché questo fatto è accaduto?

E la risposta è la seguente: tutti i ceti italiani vivono con distacco o in modo illusorio le loro relazioni con il mondo della politica.

Non abbiamo delle moltitudini di cittadini, ma troppi sprovveduti o delusi legati ad ideologie pre/proto democratiche!

Siamo in un bel pasticcio che permette a tanti pseudo intellettuali di considerare una transizione politica un periodo storico di 15 anni. Da non credere! E' all'interno di questo contesto che si sviluppa l'idea che considera Berlusconi il campione dei liberali e dei riformatori.

Un'allucinazione o delirio di menti isolate? No Berlusconi realizza un contatto artificiale fra paese reale e una sorta di istituzione virtuale.

Oggi Berlusconi diffonde una riforma virtuale e domani solo i cittadini interessati possono fare i conti con gli influssi reali se ce ne sono, perché ad esempio il famoso federalismo di Calderoli e soci si è rivelata una riforma senza contenuti! Il federalismo è divenuto un sinonimo del nulla.

Per me esiste fra l'elettorato un enorme difficoltà politica di tipo organizzativo sia a livello di concetti e riflessioni che della pratica quotidiana.

C'è un mondo chiuso fatto di famiglia, bar lavoro che lega tanti italiani ai suoi campioni dell'infanzia o della televisione. La politica in televisione non trova riscontri nella realtà. Con Berlusconi la pubblicità trova nuovi spazi nella politica e diviene più difficile capire che si reclamizza un prodotto scadente!

Quando si parla di pubblica amministrazione si può parlare di prodotti scadenti o spesso di prodotti adulterati e qui mi riferisco al triste mondo degli appalti e dei concorsi.

Per ogni appalto pubblico c'è un vincitore, tanti perdenti e un nucleo cospicuo di defraudati! Quante volte vi siete resi conto che un concorso che avete fatto aveva un vincitore certo e deciso prima? Quanti fra questi hanno allargato le file del centro destra e della lega, negli anni novanta, durante i quali tutti gli enti locali erano guidati da giunte di centro sinistra? Molti perché a ben vedere queste persone appartengono ad una categoria più ampia: quelli che odiano i modi di fare politica tradizionale.

Berlusconi e i suoi eroi erano circondati da una miriade di passacarte, burocrati o sabotatori. Il motto era: "Lasciatelo lavorare!" Falso quanto efficace.

C'è nel centro destra un denominatore comune: l'ambizione per un modo nuovo diverso e mondano di fare politica.

Questo è stato un punto di forza del Berlusconismo e Silvio sa che deve far sopravvivere questa convinzione anche in anni di crisi e degrado come questi. Sarà la sua grande battaglia che io considero perdente e tragica, per lui! Posso sbagliarmi.

I Berlusconiani hanno davanti agli occhi la corruzione politica generalizzata, ma non arrivano a pensare che questa include l'intero sistema politico. E' sempre una corruzione dovuta ai nemici del loro eroe!

Per paradosso, Berlusconi è il nemico delle ingiustizie quotidiane mentre i suoi avversari vecchi e nuovi sono casta politica noiosa e cattiva. E qui si capisce perché ho inserito la questione nel tema delle condanne di Berlusconi.

La pubblicità politica fa di Berlusconi un cacciatore di indulgenze.

Quando i collaboratori parlamentari di Berlusconi hanno parlato del partito dei giudici hanno trovato un'udienza indiretta fra numerose categorie e ceti sociali che vivono ingiustizie quotidiane o disagi e puntando su Silvio credono di ricevere una soluzione efficace e veloce. Siamo sempre nel campo della richiesta di indulgenze.

Nel lungo periodo il Berlusconismo sarà una delusione vasta e diffusa, ma non c'è tempo per attendere il risveglio di troppi sognatori.

L'effetto più grande di questa propaganda è la delegittimazione del sistema giuridico italiano.

E' vero che abbiamo una giustizia lenta, ma il nostro sistema è migliore di molti altri e lo dimostra anche la tragedia afgana. Non è vero che hanno affidato a noi la riorganizzazione della giustizia di quel paese perché volevano infierire. Al contrario hanno riconosciuto il valore dei nostri principi giuridici. L'avete sentito dire a qualcuno? Io ho sentito parlare solo di esportazione di problemi giuridici.

Ho detto del falso in Bilancio e potevo parlare dell'edilizia. Esse vengono considerate persecuzioni ad personam e lo confermo. Da un lato c'è chi vuole evadere come lui, dall'altro ci sono quelli che non vedono la lotta all'evasione. I primi sono solidali con Berlusconi i secondi erano contrari anche in precedenza. In Italia, noi moralisti siamo sempre in minoranza!

Le condanne non fanno perdere voti a Berlusconi perché lui ha ereditato l'impunità della Democrazia Cristiana: a quel tempo si tolleravano certi reati perché c'era il pericolo del Patto di Varsavia. E anche questo era un bell'esempio di indulgenza.

Del resto, in Italia le indulgenze e il perdono dei peccati hanno una lunga tradizione nel mondo conservatore e centrista.

Il giustizialismo ha tanta strada da percorrere e ogni viaggio comincia con un passo e bisognerà aggirare il fatto che Berlusconi è solo il parafulmine per un sistema di privilegi che si è nascosto dietro di lui e quel sistema non ha interesse a far funzionare meglio la giustizia in Italia. Ma questo è un altro tema che tratterò un'altra volta, visto che mi hanno chiesto di commentare anche certi piccoli documenti falsi di partitelli senza avvenire!

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68 - Dove è finita la storia del Belpaese? (di I. Nappini)

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61 - La resurrezione del Belpaese prossima ventura (di I. Nappini)

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59 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il mondo della politica al tempo della grande crisi

58 - IL FUTURO DEL PANORAMA POLITICO ITALIANO: QUALCHE PREVISIONE

57 - Nelle case popolari, poveri, brutti e cattivi? (di V. Simoni)

56 - Beppe Grillo tra scudo fiscale, lotta alla mafia e rapporti con le altre opposizioni

55 - Non vedo più il Belpaese (di I. Nappini)

54 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il Partito Del Penultimo Nome

53 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Lo chiamavano Bipolarismo

52 - Tante battaglie per l'acqua

51 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Le cronache di "Doppio Meridione"

50 - Saggio breve sulla corruzione e le sue forme

49 - Lotta alla criminalità organizzata: varie riflessioni

48 - Appunti viennesi: Il potere e il vuoto (di I. Nappini)

47 - Fare politica al tempo della crisi: sulla nuova sinistra e sul MLN

46 - Crisi politica in tempi di crisi economica

45 - Italia se ci sei batti un colpo (di I. Nappini)

44 - Berlusconi visto come una vecchia star

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