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diario della crisi: 2010 - Ventottesimo mese di SESSANTA (aggiungerò un anno)
P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico
Il 2010 sarà un anno difficile e duro (anche l'inizio del 2011)
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Lo spettro della crisi sull'Europa: le novità di questi giorni!
Considerazioni finali sulla finanza internazionale
27/06/2010
Di F. Allegri
Scrivo una nuova riflessione sulla crisi e questa volta mi concentrerò sul
malato europeo a partire dalle novità internazionali (e non) delle ultime
settimane: la finanziaria di Tremonti, la svalutazione dell'Euro al 20%,
la Tobin tax riesumata e ridimensionata al G 20 e la crisi sociale ed
economica di una Cina che rivaluta la sua moneta del 20% e alza anche gli
stipendi per un pari importo. C'è molto da dire.
Parto da un soggetto che è debole a livello politico in Europa: l'Italia di
Tremonti e soci; non facciamo parte del mondo della cattiva finanza, ma
abbiamo ereditato così tanti debiti che anche a noi tocca il salasso. Avevo
scritto che la proposta Tremonti conteneva molte trappole e giochi di
prestigio: troppe entrate sono presunte e tanti tagli non erano stati
discussi con i diretti interessati!
Avevo anche aggiunto che se la crisi fosse stata ritenuta seria avrebbero
aggiunto anche la riforma delle pensioni pubbliche per le impiegate statali:
l'hanno fatto, uno scalone di 3 anni! Il motivo è semplice, si prevede che i
mesi neri della crisi partiranno a settembre 2010 e proseguiranno all'inizio
dell'anno prossimo.
La difficoltà di questa manovra è tutta nella debolezza politica del nostro
governo: questa è evidente anche davanti alla morbidezza delle opposizioni
politiche e soprattutto sociali e culturali.
Non voglio essere provinciale e per questo passo alle questioni principali.
La prima è la SVALUTAZIONE DELL'EURO.
Per fortuna l'hanno fatta con l'urgenza della crisi greca: "Perché nessuno dice che l'hanno fatta in ritardo? Andava fatta ad inizio 2009, si è perso un anno e questo ha accentuato i danni! La causa? In poche parole l'eurocrazia era nuda, era un soggetto debole e forse impreparato per certe questioni. Il grande problema è stato il dissidio franco - tedesco, la Merkel è stata l'ultima a capire e abbiamo visto le conseguenze.
Mi confortano gli altri aspetti che ho detto all'inizio: nel piccolo ho
piacere che si parli di tassare le transazioni finanziarie, ma non si deve
andare a vedere quello che il professor Tobin disse nel 1972: erano altri
tempi, la preistoria della finanza speculativa. Si deve guardare a quello
che sostennero Nader ed altri, servono vari saggi percentuali per la nuova
patrimoniale, quelli più alti per i derivati, quelli minimi per le
obbligazioni. Per i derivati si può superare anche l'uno per cento!
L'altra novità arriva dalla
Cina: da un lato si rivaluta la moneta, di un 20% (non è molto, anzi è
poco), dall'altro si aumentano gli stipendi, sempre del 20%.
La Cina è un continente e ha salari decisi dallo stato, ma diversi da zona:
vogliamo chiamarle gabbie salariali, no? Chiamiamole gabbie di sviluppo!
Nelle zone povere lo stipendio di un operaio è pari a 90 dollari al mese,
nella regione ricca (io la chiamo Manciuria) si arriva a 250. Con l'aumento
avremo un differenziale che varierà dai 108 ai 300 (indicativamente).
Tutto questo mi fa sperare e dire che i prossimi mesi saranno meno duri, ma i tempi di questa crisi si allungano e d'altra parte so che queste sono le misure per cercare di salvare quasi tutti, senza disturbare gli intoccabili!
La salvezza non è certa,
l'Italia avrà dell'ossigeno, ma gli altri malati sono sempre i soliti e sono
le vittime anche della forza economica tedesca, la regina delle esportazioni
nel vecchio continente. Con l'euro a 1,20 sul dollaro anche il Veneto e la
Lombardia riprenderanno ad esportare qualcosa! Per le altre regioni ci
vorrebbero altre riforme! Non credo che nel 2010 si riuscirà a creare nuovo
lavoro e rammento che abbiamo già perso altri 200.000 posti. Spero che tutto
questo blocchi l'emorragia, ma non sono del tutto sicuro.
La coperta è corta, queste soluzioni non sono ideali per tutti: l'America
guadagnerà in Cina quello che perde in Europa?
E poi: quali conseguenze avrà in Germania il ritorno di competitività
dell'industria italiana e francese?
Di certo i paesi europei subiscono dal 2002 il dominio monetario tedesco che in contemporanea ridusse la spesa sociale, scaricandola sulle tasche dei suoi operai, spesso stranieri! Il secondo effetto importante di queste scelte fu la contrazione della domanda interna! Gli altri paesi europei seguirono il gigante .....
Non sono il primo a
denunciare la concorrenza al ribasso che ha caratterizzato l'Europa, in
passato io ho sempre dato per scontate queste constatazioni ed ero passato
alle contromosse, sempre quelle. Non credo che si debba arrivare a dire che
l'Euro è un nuovo marco, casomai mi chiedo come mai dei piccoli paesi sono
voluti entrare in un sistema monetario che era così forte: stupidita/miopia
politica, arroganza?
Il fatto importante l'ho già scritto è stato la svalutazione dell'euro! Ora
pare avviata anche qualche piccola politica industriale. Non si può
apprezzare una FIAT che deve scegliere uno stabilimento fra quello polacco o
quello campano; si deve chiedere una politica industriale, i soliti dazi e
poi domandiamoci: "ma la FIAT di che nazionalità è? Aliena o venusiana! Ci
vuole il compra europeo e anche il compra locale, a prezzi concorrenziali
con quelli di chi pratica forme di sfruttamento iniziali del capitalismo in
paesi comunisti o dittatoriali o misti.
Europa proteggiti! Sarebbe l'ora di cominciare, visto che hai pagato il
prezzo più alto della deindustrializzazione e della globalizzazione
conseguenza dei cavillosi regolamenti del WTO.
Nella parte finale
di questo scritto voglio parlare di derivati e di finanza internazionale.
da qualche mese si sente parlare di regolamentazioni, ma nessuno
specifica i contenuti; si tratta di un braccio di ferro tra poteri forti e
anche tra nazioni dominanti che sono europeiste, ma non a prescindere dai
loro interessi materiali! Si dovrebbe decidere in questi mesi, da una parte
c'è Londra, dall'altra l'Europa. La borsa di Milano è nel mezzo e potrebbe
essere il punto di incontro.
Regolare i titoli vuol dire discutere con Londra, oggi il grande impero di
un tempo produce soprattutto finanza, troppa e in tutto il mondo. La City of
London è la grande cartiera della finanza e il grande malato di questa
crisi. Si parla di percentuali del PIL inglese impensabili, a 2 cifre e come
si sa siamo nel terziario avanzato, nel voluttuario, fra le cicale. Cicale
che operano in tutto il mondo, dal grande mercato finanziario europeo a
quelli emergenti e a quelli secondari.
Diffidate sempre dei capitali inglesi, considerateli come il doping
dell'economia. L'Italia non può speculare deve pensare a creare un suo
mercato delle esportazioni, lo cerchi bene forse scoprirà che è oltre
l'Adriatico e il Mediterraneo. Serve un'Italia cosciente del suo alto
compito, non politici bassi.
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