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Sanità e finanza in USA
22/02/2010
Di F. Allegri
Ogni giorno ricevo tante mail dagli USA; questo è il prezzo che ho dovuto pagare
per ricevere quelle buone che invece arrivano una sola volta alla settimana.
Scarto con facilità quelle pessime, ma devo leggere tutte quelle sulla sanità. I
repubblicani si sono scatenati, sembra che non governino da 30 anni e purtroppo
nessuno dice loro che le macerie della riforma Obama sono tutte sotto il marchio
delle idee della destra americana. Niente sanità pubblica, avranno ancora quella
privata con vari peggioramenti.
Altre mail riguardano la finanza, queste (insieme a quelle di Nader) spiegano
meglio la questione del mega prestito statale (leggi contribuente) alle banche e
soprattutto ci ricordano che la crisi in USA non è passata, proprio no!
Da qualche giorno è arrivata la notizia che la FED rialza i tassi, che
l’economia è in ripresa e così via.
Ma dove? Prima di luglio si potrà dire poco, questa è la verità!
Ho già scritto che della riforma sanitaria se ne riparla tra 3 anni sia che Obama trovi i 60 voti o no! Certamente i limiti alle pratiche di parte delle assicurazioni sono sempre più deboli e i parlamentari del syngle payer non sono riusciti ad incidere. Che faranno? Ad oggi non sono in grado di dirvelo. Ricordo che la spesa sanitaria in USA resta molto alta nonostante i servizi offerti siano minimi e complessivamente il sistema sanitaria USA non è classificato fra quelli delle super potenze mondiali: anche per queste ragioni M. Moore girò una parte del documentario Sicko a Cuba. Ad oggi si può sostenere che le lobbies stanno vincendo e questo va detto chiaro e senza stupore, magari con la consapevolezza della forza di queste realtà.
Tra 3 anni gli americani avranno ben poco. Credo che Obama baserà su questo la sua prossima campagna presidenziale, ma forse sto facendo un ragionamento prematuro.
A livello economico e finanziario le cose sembrano
leggermente migliorate: le banche e le assicurazioni hanno restituito una
piccola parte dei soldi presi in prestito e le decisioni prese al G 8 hanno
causato i piccoli miglioramenti nel breve periodo. Del resto servivano a quello,
ora è iniziata la nuova fase; l’incontro tra Obama e il Dalai Lama segna l’avvio
della nuova fase. Non si può e non si deve dire che il peggio è passato,
purtroppo lo fa il sistema mediatico americano, le sue televisioni e i suoi
giornali! Nel frattempo è partita l’annuale offensiva americana contro le tribù
afgane. Sul tema ci si può fidare solo di Emergency e di pochi altri.
HO TROVATO UN NOME PER QUESTA FASE DELLA CRISI: È QUELLA DELLA FALSA GUARIGIONE!
Il massimo rischio è nelle tasche dei piccoli investitori e in alcuni fondi
pensione. Fossi in loro non mi fiderei delle rassicurazioni frettolose.
Venerdì scorso ho ricevuto anche una mail da Nader: il titolo era No Nukes. L’ho
letta subito e ho capito la novità, Obama torna al nucleare. Ho avuto 4 giorni
di vantaggio rispetto alla RAI e alla Fininvest. Non male, ma ho fatto di
meglio! Molti si chiedevano su cosa potesse basarsi la grande scelta verde di
Obama, ora lo sanno. Non sarà il solare, non poteva essere l’eolico, sarà il
ritorno al nucleare. Tradurrò quella mail a suo tempo, ma leggete sempre Nader,
anche quelle vecchie magari dove spiega che la migliore fonte alternativa è il
risparmio energetico.
Spero che qualcuno non si illuda ancora su Obama …. Aggiungo solo che non basta
un uomo per cambiare il mondo, grande o piccolo che sia!
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Continua la raccolta di firme
la petizione sull'uranio impoverito
(vedasi la pagina principale - colonna di destra).
Al 15 febbraio le firme sono 93. Abbiamo avuto il sostegno dei verdi di Firenze e di un medico di Milano che sul tema tiene conferenze in tutta Italia. Alcuni volontari hanno mandato una news letter a varie associazione e blog on line che hanno risposto positivamente. Cresce l'interessamento in Sardegna.
C'E' BISOGNO DI TUTTI E' ANCHE UN MODO PER RIBADIRE L'OPZIONE PACIFISTA.
PER AVERE ALTRE INFORMAZIONI CLICCA SUL NUMERO 41 e poi FIRMA LA PETIZIONE trovando l'apposito spazio nella pagina principale.
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