|
SRI-LANKA:
Scheda conflitto
|
|
|
La Repubblica democratica socialista
dello Sri Lanka (ex-Ceylon) è
devastata da un conflitto
inter-etnico, tra maggioranza
cingalese (buddista) e tamil(indù)
da almeno vent'anni. Ma l'origine
della guerra civile è antica quasi
quanto la storia dell'isola: indiani
e cingalesi si sono contesi la
"perla dell'oceano
indiano" per secoli fino
all'epoca delle colonie, quando il
Portogallo ne fece porto strategico
e magazzino per il commercio di
spezie (1505). Poi fu la volta degli
olandesi e a seguire degli inglesi,
che piantarono la Union Jack nel
1815, dominando Serendipity, come la
chiamavano i viaggiatori arabi, per
più di un secolo.
E proprio sotto il drappo britannico
arrivarono frotte di tamil,
provenienti dal sud dell'India
(Stato Tamil Nadu), come lavoratori
stagionali nelle piantagioni di caffè,
appena esportate e subito
rosicchiate da voraci insettti
locali.
Quindi i tamil si trasformarono, per
volere della corona britannica, in
coltivatori di tè e rimasero in
pianta stabile nel nord est del
paese. Una minoranza scomoda,
prediletta dal divide et impera
di Londra, che faceva orrore ai
cingalesi memori delle longa
manus dell'India nel corso della
secolare storia dell'isola.
Oggi i tamil rappresentano il 17 per
cento della popolazione; il 75 per
cento è cingalese; il 7 per cento
mora (musulmana) e il restante
diviso tra burghers olandesi e
veddah, i primi abitanti dell'isola,
già presenti nel III secoolo a.C.
Quando l'isola di Ceylon diventa
indipendente ( 1948 ) la polveriera
è pronta ad esplodere: ai tamil
vengono subito tolti i diritti
civili.
Il governo di Solomon Bandaranaike
prosegue sulla scia nazionalista e
nel 1956 il cingalese diviene per
decreto unica lingua ufficiale, come
il buddismo unica religione. Alle
prime aperture per la minoranza
tamil, Bandaranaike è ucciso da un
monaco buddista (1959); Srimavo, la
vedova ne prende il posto,
diventando la prima donna primo
ministro del mondo.
Alterne vicende politiche, tra cui
la vittoria dell'United National
Party (favorevole a una certa
apertura ai tamil) traghettano il
paese fino agli anni settanta quando
le tensioni etniche incendiano
definitivamente l'isola. Esplode
anche la contestazione marxista con
la creazione del gruppo terrorita
del Jvp (Fronte di liberazione
popolare) di Rohana Wijewera, detto
"il Che Guevara
d'oriente".
Nel 1972 Ceylon si autoproclama Sri
Lanka nel solco della tradizione
nazionalista e promuove leggi per la
diffusione dell'unica religione di
stato : il buddismo. Nascono i primi
gruppi clandestini (Nuove tigri
Tamil) per la liberazione dell'Eelam
(patria in tamil); nel 1976 prende
piede il movimento armato (Ltte,
Liberation Tigers of Tamil EElam)
sotto la guida di Vellupilai
Prabahkaran.
Anche sul versante politico i tamil
fanno sentire la loro voce: nel 1977
il partito separatista tamil vince
tutti i seggi nell'area di Jaffna,
la penisola a nord ovest dove sono
concentrati i separatisti. Gli anni
ottanta diventano teatro di una
dolorosa guerra aperta, che ha la
sue scintille nell'uccisione
di tredici soldati cingalesi e nel
pogrom di 600 tamil. Il governo di
Colombo attua una durissima
repressione che ha il volto nero
della pulizia etnica: 65mila tamil
abbandonano l'isola per trovare
riparo in India, dove sono accolti
in 113 campi profughi.
Si acuisce anche il conflitto con la
minoranza musulmana che patirà
l'esodo di 100mila persone.
Le strategie dei separatisti tamil
sono altrettanto efferate: una
violenta guerriglia stronca
ogni tentativo dei governativi di
controllare il nord est dello Sri
Lanka; numerosi attentati, anche
suicidi, seminano il panico
anche nella capitale Colombo.
Le trattative di pace messe in piede
nel 1985 non portano ad alcun
risultato, si continua a combattere.
Dopo la creazione di alcune aree a
controllo tamil, entra in scena
anche l'India, fortemente
contrastata da entrambe le fazioni,
con l'invio di una
forza di peacekeeping che rimarrà
sul terreno fino al 1990. Forse, per
questo motivo il premier Rajiv
Gandhi è stato assassinato nel
1991, con la complicità del Ltte.
Paramilitari nazionalisti cingalesi
e i comunisti del Jvp combattono e
compiono attentati contro l'accordo
indo-lankese.
Gli attentati tamil si susseguono,
sponsorizzati dai sostenitori
fuoriusciti ai quattro angoli del
mondo: forti dei contributi
economici degli esuli all'estero,
che vengono utlizzati per armi e
approvvigionamenti, i tamil si
scatenano contro aeroporti, testate
giornalistiche, centri religiosi e
politici. Il governo continua la
repressione, durissima, ma
inefficace nel piegare i ribelli,
che invece tengono posizione,
nonostante vengano schedati nella
lista nera delle organizzazioni
terroristiche da Gran Bretagna e
Stati Uniti.
Nel 1995 falliscono i nuovi colloqui
di pace, una bomba esplode e ferisce
gravemente il presidente Chandrika
Kamaratunga, figlia di Bandaranaike.
Dal 2000 la Norvegia si prende
carico di far da mediatrice alla
guerra infinita tra cingalesi e
tamil: nel 2002 Oslo ottiene il
risultato di uno storico cessate
il fuoco, che, per quanto poco
rispettato, regge, almeno sulla
carta.
La diplomazia internazionale parla
già di ricostruzione: World Bank,
Fondo Monetario Internazione,
Giappone, Stati Uniti e Ue staccano
i assegni, ma gli incidenti si
moltiplicano. Navi tamil e della
marina militare lankese calano a
picco, il disarmo è lontano, sul
piano politico solo la ventilata
autonomia della regione del nord est
tiene in vita la speranza di pace.
La recente (aprile 2003) esclusione
della dirigenza del Ltte alla
riunione dei donatori di Washington
ha fatto saltare le trattative
giunte alla settima tornata,
programmata in Thailandia.
Il protrarsi degli scontri
indebolisce un'economia già in
contrazione dal 2001, fiaccando una
delle grandi risorse che è il
turismo.
L'assistenza di Stati Uniti e
Giappone, grazie alla posizione
strategica dell'isola, fa sì che il
paese non precipiti nella miseria,
ma il dramma della guerra ha
spezzato intere generazioni. A
partire dai bambini, traumatizzati
dal conflitto, come parte passiva
degli orrori, e attiva quando
arruolati da milizie senza scrupolo.
La guerra ventennale dello Sri Lanka
ha provocato 64mila morti e almeno
un milione di sfollati.
|
|
|
|
|
| |
|