Ex colonia francese fino al 1962,
l'Algeria ha conosciuto le prime
elezioni multipartitiche solo nel
1992, stravinte dal Fronte Islamico
di Salvezza (FIS). Ne è seguito un
golpe dei militari che hanno
anullato il risultato elettorale e
messo fuori legge il FIS. Questo,
organizzatosi militarmente
nell'Armata Islamica di Salvezza (AIS)
e affiancato dal Gruppo Islamico
Armato (GIA), ha iniziato una
violenta lotta contro il regime,
presto degenerata in cruenti atti
terroristici contro la popolazione
civile, costretta a soffrire anche
le violenze dell'Esercito di Algeri.
Nel 1999, dopo 7 anni di guerra e
100mila morti, il primo presidente
civile, Boutefilka, ha lanciato il
processo di pace, offrendo
l'amnistia in cambio del disarmo dei
gruppi islamici. Molti hanno
accettato lo scambio, ma non le
fazioni integraliste come il GIA,
che ha continuato a seminare terrore
e morte nei villaggi del Paese.
Ma non sempre le cose sono come
sembrano: a febbraio, il governo
algerino ha fatto di tutto per
impedire la pubblicazione in Francia
del libro "La sporca
guerra" dell'ex ufficiale
algerino Habib Souaidia, che
racconta, per esperienza diretta,
come la gran parte dei massacri di
civili che hanno insanguinato
l'Algeria negli ultimi anni non sono
attribuibili al "terrorismo
islamico", bensì alla
"strategia della tensione"
usata dal regime militare di Algeri
per giustificare agli occhi della
comuità internazionale la sua
permaneza al potere.