Colonia inglese fino al 1960, la
Nigeria - paese ricchissimo di
perolio - è sempre stata
attraversata da fortissime tensioni
tra le etnie Ibo, cristiano-animisti
concentrati nel sudest del paese,
Hausa-Fulani, musulmani che abitano
il nord, e Yoruba del sudovest, metà
cristiani, metà musulmani.
Guerre civili, colpi di stato,
governi autoritari e corrotti,
secessioni (come quella del Biafra
nel '67 ad opera degli Ibo
meridionali) sono stati la norma per
questo paese, che dall'inizio degli
anni '90 è anche prostrato da una
grave crisi economica, che acuisce
ulteriormente gli odi etnici e
tribali. Una guerra tra poveri che
ogni tanto esplode con massacri come
quello di Kaduna, nel febbraio del
2000, quando almeno 2mila persone
persero la vita in violenti scontri
tra cristiani e musulmani.
Questi ultimi, accomunati all'etnia
Hausa-Fulani, dominano il paese
ormai da tempo, ma l'odio dei
cristiani animisti nei loro
confronti è aumentato soprattutto
da quando il governo del presidente
Olusegun Obasanjo ha autorizzato
l'applicazione della sharìa - la
legge islamica - in alcuni stati
abitati anche da non musulmani, in
flagrante violazione della
costituzione e della laicità delle
istituzioni, inclusa la giustizia.