Esperienza


Dio esiste

Monastero

Esperienza di Dio e libertà spirituale
Le prove dell'esistenza di Dio aiutano a credere in maniera illuminata, a credere con una fede che supera la ragione ma che non la contraddice, a credere con una fede che non sa tutto, ma che però sa a chi si rivolge.
(2 Tim 1,12).

Ma io, o Eterno, confido in te; ho detto: "Tu sei il mio DIO". 15 I miei giorni sono nelle tue mani; liberami dalla mano dei miei nemici e da quelli che mi perseguitano. 16 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo; salvami per la tua benignità.
(Salmo 31:14).

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Esperienza di Dio

Se hai fatto esperienza di Dio, sicuramente la tua vita ne è rimasta segnata. Sono stati giorni intensi, in cui hai scoperto l’amore, ma anche l’afflizione. È un’esperienza simile a quando incominci ad amare una persona: ti sembra che la vita si colori e i tuoi occhi si aprono su una realtà mai sperimentata; l’amore produce frutti positivi dentro di te, ma ti porta anche a scoprire la sofferenza, a prendere coscienza che dovrai prendere delle decisioni anche radicali, che dovrai modificare te stesso e il tuo modo di agire.

Se hai conosciuto Dio, avrai scoperto che lo puoi effettivamente incontrare, puoi ascoltare la sua voce che ti guida, ti apre gli occhi, ti manifesta il Suo Amore, e ti fa sentire finalmente amato. Nel tempo, tuttavia, ti accorgerai che Lui agisce seriamente, desidera approfondire l’amicizia con te e vuole entrare nelle tue relazioni, nel tuo lavoro, in ogni tempo della tua giornata per amarti, curarti e liberarti. Scoprirai che il Suo desiderio è di consegnarti completamente a Lui. Subito ti sembrerà facile ma scoprirai ben presto che dovrai prima fare i conti con te stesso, con l’attaccamento ai tuoi vizi e con l’affetto che nutri per i tuoi peccati; allora istintivamente innalzerai una barriera per non farlo entrare nella tua vita.

Ti sembra paradossale, ma i peccati e i difetti fanno parte delle certezze sulle quali ti appoggi. Hai agito sempre nello stesso modo, con le identiche dinamiche e con gli stessi peccati nelle medesime situazioni. Sei tu che li produci perché vuoi che accadano, e li architetti, anche inconsciamente, a causa delle tue ferite, della tua mentalità, del tuo carattere. Tutto questo continuerà finché non ti consegnerai totalmente a Lui.

Rifletti attentamente, dunque, a come consegnarti a Dio, perché consegnarti significa affidarti, ossia avere una fiducia totale per lasciarti guidare rinunciando al tuo volere, significa diventare vulnerabile dal punto di vista umano, significa morire a te stesso per lasciare a Dio la guida del tuo futuro.

Bisogna dichiarare a Dio: “fai di me quello che hai in mente e, quando vedi in me degli ostacoli o delle resistenze al tuo progetto, provvedi, taglia, annienta i miei difetti”. A parole è facile, ma quando il Signore agirà in te proverai paura, perché vorrai avere tutto sotto controllo e non vorrai privarti della tua libertà o, meglio, di quella che credi sia libertà ma che invece è la schiavitù dei tuoi vizi e dei tuoi difetti. Occorre dunque perseverare: “non ascoltarmi quando ti chiederò o Signore di fermarti, continua a lavorare in me: sono certo che quello che farai sarà per il mio bene”.

Gesù stesso ti rassicura: “Chi rimane unito in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla”. I tralci, ossia i fedeli discepoli di Gesù, porteranno molto frutto imitando le sue qualità. Cosa accadrà invece a chi non rimarrà unito a Gesù e non porterà frutto? Gesù dice: “Chi non rimane in me viene gettato via, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano”. D’altra parte assicura: “Se rimanete uniti a me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato”.

L’esempio giunge dai Santi: tutto quello che hanno fatto era umanamente impossibile perché al di sopra delle loro forze, ma hanno superato la loro stessa umanità perché sono rimasti in Dio. Guarda il loro esempio e capirai cosa devi fare: tutto quello che hanno fatto loro puoi farlo anche tu, nella tua semplicità.

Chi conosce Dio cambia la sua vita perché fa un’esperienza di Amore; è questo l’amore che ti fa aprire gli occhi e ti permette di vedere i tuoi peccati, di chiamarli con il proprio nome e percepire l’urgenza di eliminarli, spezzando ogni catena che ti lega alle concupiscenze e chiedendo aiuto a Dio.

La nostra è una vita mediocre quando non sappiamo amare: a che serve guadagnare il mondo intero, ma perdere la propria anima? Se fai esperienza di Dio, cambi il modo di pensare la vita, perché segui il pensiero di Dio che proviene dalla sua parola. Ma sei pronto a essere docile strumento nelle sue mani, anche se attanagliato dalla sofferenza? Sei pronto a rimetterti in piedi e camminare nella fede?

Possiamo avere tutto, ma se non abbiamo Dio non riusciamo a essere felici: Dio è realmente la nostra speranza e questa è una certezza che possiamo portare nel mondo intero. Dio può curare le nostre ferite anche le più profonde, ci farà sentire ancora più forte – proprio nella sofferenza – il suo amore che farà nascere dentro di noi la spinta ad amare a nostra volta. Colpisce leggere negli Atti degli apostoli quale era l’unione, la fede e l’amore delle prime comunità cristiane: “Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.

Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo”.
(Att. 2, 42-47).

Uniti, nel Suo nome, ci lasceremo travolgere e condurre dal Suo Amore e nulla, per quanto difficile o sofferto, sarà impossibile.