Carità di Dio


Dio è carità

Monastero

La verità che Dio è Amore

Tale verità illumina tutto il contenuto della Rivelazione divina, e in particolare la realtà rivelata della creazione e quella dell’Alleanza.
Dio ha creato perché poteva, perché è onnipotente; ma la sua onnipotenza era guidata dalla Sapienza e mossa dall’Amore.
Solo l’amore onnipotente sa trarre il bene dal male e la vita nuova dal peccato, dalla morte”.
(Giovanni Paolo II - discorso del 2.10.1985)

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L'amore di Dio

L’amore di Dio è rappresentato sovente come energia o come fuoco che arde. Di tale ardore ne parla San Filippo Neri che a contatto con quella vivissima fiamma, il suo cuore si dilatò improvvisamente inarcando due costole del torace. Ecco il suo racconto: «mi apparve un globo di fuoco che per la bocca mi entrò nel petto e mi sentii preso da un forte fuoco d’amore che non potendo tollerarlo caddi a terra cercando refrigerio. Mi rimase una palpitazione che produceva un grande calore in tutto il corpo tale che anche in inverno ero costretto a refrigerarmi con sciogliermi le vesti e aprire le finestre, ed anche quando camminavo per le vie tenevo sempre la veste aperta dalla cintura fino al collo».

Anche la beata Angela da Foligno descrisse come l’abbraccio di Dio sprigioni un fuoco, grazie al quale l’anima arde tutta in Cristo e genera una luce tanto viva, attraverso cui si comprende la grande pienezza della bontà di Dio. Nei suoi rapimenti mistici intese come la profonda unione con Dio non sia un’utopia, ma una possibilità impedita solo dal peccato.

Geremia arriva ad asserire: «Se dico “Io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome”, c'è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso».
(Ger 20,9).

«Egli dall'alto ha scagliato un fuoco, l'ha fatto discendere nelle mie ossa; ha teso una rete ai miei piedi, mi ha rovesciata a terra; mi ha gettata nella desolazione, in un languore senza fine»
(Lam 1,13).

«D’improvviso vi fu dal cielo un rumore, come all’irrompere di un vento impetuoso che riempì tutta la casa in cui si trovavano. Apparvero ad essi delle lingue come di fuoco che si dividevano e che andavano a posarsi su ciascuno di essi»
(At 2,2-3).

In questi passi biblici il fuoco appare come un elemento di manifestazione di Dio. Dio si serve di questa immagine per manifestare la sua gloria, la sua presenza, e la forza immensa del Suo Amore, forza misteriosa e inavvicinabile che esprime l’Onnipotenza di Dio stesso. È questa la forza che guida i nostri passi nel cammino di fede. L’esperienza dei discepoli di Emmaus si ripete ancora nel nostro quotidiano incontro con Dio, il quale si fa compagno nel cammino e fa ardere il cuore di ogni credente per una rinnovata speranza in quella felicità promessa.

L’Amore di Dio è simile a una fiamma alla quale chiunque si avvicina produce ardore; per noi esseri umani, se non protetti, questo Amore potrebbe rivelarsi insostenibile. La capacità di sostenere tale forza è direttamente proporzionale alla spiritualità raggiunta nella nostra umanità, ossia dopo aver sconfitto il peccato nella carne. Se così è, possiamo dunque immaginare cosa può accadere quando si chiuderà il nostro tempo terreno e la nostra anima sarà scagliata nel mondo dell’eterno, dove ogni cosa è in Dio.

Coloro che hanno percorso le vie indicate da Dio e si sono spiritualizzati saranno come il metallo, non temeranno la potenza dell’Amore di Dio e, come il metallo sottoposto all’incremento di temperatura cambia il colore della luce emessa (dall’arancione, al giallo, al bianco sfolgorante), anche costoro pur immersi in questa fiamma saranno come l’oro fuso nel crogiolo, si purificheranno e saranno risplendenti in Dio.

Coloro, invece, che si sono lasciati travolgere dai peccati e dalle passioni, saranno simili alla carta che a contatto con il fuoco brucia e si deteriora. Il loro spirito sarà arso, ma non potrà morire: sarà attanagliato da sofferenze atroci perché non potrà trovare, nell’intero universo, un luogo dove proteggersi o nascondersi alla forza ardente dell’Amore di Dio. Anche nei sacri testi è descritto l’inferno come una fiamma che brucia e non si estingue mai.

Come possiamo salvarci? Attraverso la Parola del Vangelo, dov’è indicata la strada da percorre, dov’è data come condizione indispensabile il mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Vangelo, senza ignorare quelli a noi meno graditi. Solo così possiamo dimostrare il nostro amore verso Dio. Lo stesso Gesù dice: «Chi mi ama veramente, conosce i miei comandamenti e li mette in pratica» (Gv 14,21). E ci incoraggia nella ricerca per poterlo incontrare, dicendo: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto» (Mt 7,7-12). Solamente se riusciremo a mettere in pratica i Suoi insegnamenti, avremo la possibilità di sperimentare il Suo ardente Amore e attendere fiduciosi il compimento dell’eterna felicità promessa.