IL LISCIO E LE SUE CANZONI
Il liscio, "quel ballo eseguito a contatto permanente col pavimento e quasi sempre in corsa o semi-corsa quasi a scivolarvi sopra" era il ballo delle generazioni dei nostri nonni e bisnonni prima e dopo la guerra.
Ogni festa non poteva considerarsi tale senza la musica melodica popolare di
valzer
, mazurche
, polke
o di tango
e beguine
abbinata a canzoni dai testi semplici e dai ritornelli ripetitivi di facile
assimilazione.
I testi delle canzoni parlano di esperienze incentrate principalmente sull’amore, sulla passione, ma anche sulla nostalgia del luogo natio o sul lavoro.
Ad un’attenta lettura si possono cogliere tante informazioni circa la società patriarcale, che ora non c’è più, dove predominava la figura del marito padrone, dove forti erano ancora le divergenze sociali e dove severa era
l’educazione dei figli
all’interno della famiglia.
Per comprendere meglio le canzoni di liscio che piacevano ai nostri nonni, abbiamo provato a dividerle per tematiche e analogia di contenuto e ne è risultata la seguente classificazione:
“Terre lontane e lavoro”; “Amore”; “Rapporti sociali e personaggi
particolari”.
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In “Terre lontane e lavoro” abbiamo inserito ed esaminato quelle canzoni che fanno riferimento al lavoro, anche in zone diverse e distanti dalle nostre, ma conosciute e ballate da
noi. In alcune dominano quei temi cari legati alla figura dell'emigrante : il desiderio di far fortuna, il ricordo nostalgico della terra lasciata, l'incontro sul luogo dell'Amore. In altre l'immagine del duro lavoro della campagna viene alleggerito da figure poetiche di contadinelle o da passionali incontri amorosi. |
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In “Amore” vi sono delineati i temi della pulsione, dell’istinto del cuore, che fa soffrire o gioire, che può lasciare rimpianti, quando le circostanze della vita non lo hanno potuto far crescere, che rende insicuri e che addirittura può indurre all’odio. |
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In “Rapporti sociali e personaggi particolari”, le canzoni mettono in luce una società rigida e severa dove i ruoli tra maschi e femmine sono ben definiti e rigidi, come evidenziano i testi circa il rapporto del genitore verso il figlio, dell’operaia verso il suo datore di lavoro. Nella stessa società non manca l’ironia sarcastica verso quei personaggi, che, allora come oggi, uscivano dagli schemi morali convenzionali, come “La bella Gigogin”. |
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