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RISICULTURA

 

 

La geografia del riso 

Il riso è un cereale che si produce in tutto il mondo ed è anche l’alimento più coltivato sulla Terra: infatti la sua produzione è di 450 milioni di tonnellate di riso greggio, che equivalgono a 50 kg di riso lavorato pro capite.
L’area di coltivazione del riso occupa 150 milioni di ettari e per 80% si trova nel emisfero settentrionale.
La produzione media mondiale è di 3 tonnellate per ettaro mentre in Italia, nonostante latitudini difficili per la coltivazione, se ne producono più di sei tonnellate.
Tra tutti i paesi produttori di questo cereale, il più importante è la Cina con 174 milioni di tonnellate di riso all’anno (un terzo della produzione mondiale), essa lo utilizza solo per i propri abitanti e non lo esporta. Le Filippine ed i Pakistan producono una varietà apprezzata in Europa. Nella classifica dei Paesi produttori occorre ricordare anche il Brasile con 9 milioni di tonnellate e gli Stati Uniti (6 milioni di tonnellate). 

 

 

Le origini del riso

Nessuno è mai riuscito a stabilire le origini del riso.
Si ritiene che le varietà più antiche siano comparse oltre 12.000 anni fa lungo le pendici dell’ Himalaya; vi erano diversi tipi di riso nella valle dello Yangtze, nell’Asia orientale tra il fiume Rosso e il Golfo del Tonchino, tra il fiume Mecong, il Manacei e il golfo del Sion, dove il riso cresce ancora oggi. Le prime fonti che ci parlano del riso sono state scritte nel VI secolo a.C., da storici come Teofrasto o Aristibulo. Anche se le descrizioni non sono delle migliori si possono trarre alcune ipotesi sul riso in quel periodo. Per esempio: ”la sua forma è simile a quella della spelta, stelo sottile e lungo che si ripiega al peso della pannocchia carica di chicchi”. Un luogo molto fertile, che consentiva la coltivazione del riso, era la pianura circondata dei fiumi Tigri ed Eufrate che, durante le piene si allagava. Anche il Nilo, straripando, lasciava humus sulla terra in modo da renderla fertile e adatta per la coltivazione di questo cereale. Vi è però un dubbio su come l’Egitto conobbe il riso, se importandolo o producendolo da locali coltivazioni. Nei tempi antichi, anche se oggi ci sembrerà strano, l’Italia, oggi la coltivatrice delle migliori qualità, non conosceva ancora il riso. Il fatto strano è che gli agricoltori romani non conoscevano questa coltura ma molti scrittori ne parlavano; secondo fonti non documentate, i romani conobbero il riso dopo che la Spagna divenne provincia romana; infatti, in Spagna questo cereale sarebbe giunto con gli scambi che avvenivano tra i paesi che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, in particolare l’Egitto.

 

 

Le risaie

La prima risaia “moderna” che sia stata realizzata nella pianura padana risale al 1468 ad opera di Colto de’ Colti. Documenti datati 1475 attestano d’opere d’adduzione d’acque per grandi risaie in Lombardia. Nel 1475 il duca Gian Galeazzo Sforza dona al duca di Ferrara un sacco di riso che viene da lui definito “alimento estremamente interessante e meritevole d’essere coltivato”.
La presenza di notevoli estensioni paludose nelle zone est della pianura piemontese ha favorito la diffusione della coltivazione che in due secoli ha raggiunto l’estensione di 200.000 ettari. La genialità di Camillo di Cavour spinse gli agricoltori del vercellese ad istruire un efficiente ed esteso sistema d’irrigazione potenziato dalla costruzione nel 1866 del canale Cavour, successivamente si costituisce anche a Novara un organismo per la gestione delle acque.
Nel passato spesso la risicoltura è stata messa sotto accusa quale fonte inquinante dell’aria e della diffusione della malaria. Ancora oggi i Piani Regolatori delle città risicole prevedono le “zone di rispetto” per limitare la diffusione delle zanzare in città.

 

 



Storie delle mondine

Testimonianze:
due interviste

I film sulle risaie

 

 



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