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...in giro c'è grossa crisi...

 

De Reditu Suo

La scuola del Belpaese, ultima parte della comune identità

08/12/2009

Del Prof. I. Nappini

La scuola italiana, forse una delle realtà più infamate nella Penisola, rimane ad oggi l’unico ente che crea un minimo di uniformità culturale e civile nel Belpaese.

Senza quest’istituzione il Belpaese si sfascerebbe in tante isolette culturali e di quartiere e a questo dato s’aggiunge il peso delle recenti comunità di nuova immigrazione che portano i loro valori e le loro ragioni.

PERCHÉ UNA SIMILE REALTÀ DEVE FAR I CONTI CON FONDI LIMITATI E I TAGLI?

Credo perché le minoranze al potere nel Belpaese sono diventate estranee alla loro gente, ormai si tratta di apolidi culturali che possono vivere a Milano come a New York.

La loro patria è solo il Dio - denaro, il metodo che preferiscono è delegare alle forze dell’ordine, magari militarizzate, i problemi sociali e se questo non è possibile ecco che si ricorre alla propaganda televisiva, pubblicitaria, ai politici di professione che ricevono fondi da gruppi di pressione e da privati per fare interessi particolari contrabbandandoli alle loro plebi elettorali per soluzioni miracolose.

Ora è evidente che con una POLITICA DI PROFESSIONISTI perlopiù al soldo o con problemi di cassa di natura personale, con CLASSI DIRIGENTI DI APOLIDI che pensano il Belpaese come se fosse un supermercato e un possibile valore aggiunto per certi prodotti di nicchia in nome del Made in Italy, con i POPOLI DELLO STIVALE che hanno smarrito la loro storia e le loro ragioni di stare insieme allora proprio LA SCUOLA diventa il primo degli strumenti per creare dei legami comuni.

Scrivo questo in un giorno di sconforto nel quale sulle pagine di “Repubblica” uno dei tanti “Superdirettori” del Belpaese firma un articolo dal titolo “Figlio mio, lascia questo paese”.

L’EVIDENZA DEL FALLIMENTO INTEGRALE DELLE NOSTRANE SEDICENTI CLASSI DIRIGENTI È BOLLATO PERFINO DAI PRIVILEGIATI E DALLA STAMPA INTEGRATA NEL SISTEMA.

Allora occorre a mio avviso rovesciare i termini del problema e porsi la domanda perché le nostre sedicenti classi dirigenti puntano alla frammentazione del Belpaese?

IO TEMO CHE SIA PRESENTE UNA FASCINAZIONE PER IL MODELLO SOCIALE INGLESE O STATUNITENSE NEL QUALE CONVIVONO COMUNITÀ DIVERSE CON VALORI DIVERSI.

Evidentemente l’ammirazione per i vincitori della Seconda Guerra Mondiale porta le nostre senescenti classi dirigenti a concepire una superiorità manifesta dei metodi e la civiltà degli stranieri; mi consta comunque che si tratta di un modello di società di gran lunga più duro e materialista del nostro.

Questo modello germanico e calvinista di società crea la possibilità per i ricchi di vivere in un mondo ideale dove sono ammirati e idolatrati, i rapporti sociali sono disgregati, i sindacati indeboliti dalle differenze etniche e culturali, e la guerra è una ovvia opzione del potere politico.

Nel Belpaese sono presenti, anche se mutilate, le tracce di una cultura cattolica di fondo e di antiche solidarietà operaie e contadine; la durezza calvinista e luterana in materia di rapporto con il povero, con l’infelice o con il sofferente è estranea alla maggior parte degli italiani che conservano tracce delle loro culture d’origine.

CREARE A FIRENZE O A ROMA UNA RIPETIZIONE DELLA DIVISIONE ETNICA E CULTURALE PER QUARTIERI E ZONE VUOL DIRE DISGREGARE NON IL LORO MA IL NOSTRO MODELLO DI VITA CITTADINA.

La scuola italiana nelle sue diverse articolazioni va finanziata e rafforzata e non messa in crisi da tagli e affini; si tratta del Belpaese, della sua storia, del suo futuro.

Inoltre mentre scrivo il paradiso dei ricchi WASP non se la passa bene: emergono critiche feroci, perplessità di ordine morale, integralismi religiosi e miseria diffusa che trasformano in senso conflittuale quella forma di civiltà Statunitense che pretendeva di essere egemone nel mondo e perfino le guerre che hanno fatto di recente vanno male.

A chi raccomanda la fuga chiedo: DOVE, COME E CON CHI?

Difendiamo noi stessi e difenderemo tutta la civiltà.

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82 - Nuove riflessioni sul rapporto fra Beppe Grillo e la politica

81 - De Reditu Suo - Antiche Rovine (di I. Nappini)

80 - Sulla riforma della giustizia a giorni alterni e il progetto di M. Travaglio

79 - La durata del governo del cerotto

78 - De Reditu Suo - L'inverno nel Belpaese (di I. Nappini)

77 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Sul commercio del "sale speziato" a Doppio Meridione

76 - De Reditu Suo - La realtà comincia a cedere, un mondo nuovo si forma (di I. Nappini)

75 - Quel viaggio in Sardegna dei fratelli Graviano (di P. Gomez) + nuovo pensiero del De Reditu Suo

74 - SAGGIO BREVE - La fede in Italia, i crocifissi nelle scuole e il cristianesimo in Europa

73 - Quale immigrazione in tempi di crisi?

72 - Analisi limpida, soluzioni immediate nessuna (di I. Nappini)

71 - SAGGIO BREVE - Elogio del moralismo: Dall'affare Marrazzo alle ingiustizie quotidiane

70 - Ma quanto manca ancora? (di I. Nappini)

69 - Una riflessione su Pier Luigi Bersani e sul PD di oggi.

68 - Dove è finita la storia del Belpaese? (di I. Nappini)

67 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il discorso di Prometeo Diogene detto Il Solitario

66 - Il possibile formarsi di una civilta italiana (di I. Nappini)

65 - INGIUSTIZIE grandi, medie e piccole: Dalla CINA a un TRIBUNALE per EMPOLI!

64 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: L'economia in crisi di Doppio Meridione

63 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il governo dell'uomo più ricco del paese

62 - L'Italia malata di trapassato remoto (di I. Nappini)

61 - La resurrezione del Belpaese prossima ventura (di I. Nappini)

60 - SCUOLA: Modelli a confronto (sotto la crisi)

59 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il mondo della politica al tempo della grande crisi

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