PROVACI ANCORA ZDENEK!
Pensieri in libertà sull'ultimo utopista del calcio moderno
Di Luigino Rosati
Per molti è un perdente e basta, per altri è il migliore. C'è chi
lo considera il profeta del bel calcio, c'è chi lo giudica solo un
narciso e c'è chi, come me, lo considera per quello che è, un
allenatore di calcio. Il suo nome è Zdenek Zeman.
Il "suo" modulo è il 4-3-3, le sue squadre hanno sempre
giocato così, dal Licata in C2 al Palermo, fino al Foggia in serie A.
Giocate di prima, sovrapposizioni, tagli, triangoli,
verticalizzazioni, pressing, gioco sulle fasce, fuorigioco costante,
tattica esasperata: questo è Zeman. Squadra sempre portata all'attacco,
vuole vincere sempre, senza calcoli, senza compromessi, l'avversario non
deve essere solo battuto, deve essere calcisticamente annullato, senza
tregua, senza respiro.
Ho visto molte partite delle squadre di Zeman: non era calcio quello,
era qualcosa in più, era la ricerca della perfezione. Lui nel suo gioco
vede un teorema: il calcio diventa matematica, simile ad una reazione
chimica.
Il suo calcio non è né giusto né sbagliato, è un calcio che fugge
dalla vita, dalla realtà, per approdare in un sistema in cui tutto deve
essere esatto, preciso e programmato.
Fare di una partita l'esecuzione della musica perfetta, quella pura,
senza accidenti, senza imperfezioni, senza umanità, quella che non
esiste.
Quando le sue squadre attaccano, il tifoso attacca con loro, è preso
dall'entusiasmo che trasmettono i giocatori, che, anche dopo un goal,
lasciano sul viso di Zeman l'espressione inquieta dell'artista
insoddisfatto, sempre alla ricerca di migliorarsi, sempre e
costantemente proteso verso la perfezione, novello Siddharta del calcio.
Lui è un esteta del calcio; gli avversari sono comparse di uno
spettacolo in cui i veri protagonisti sono lui, le sue idee e i
giocatori che cercano di realizzarle. Allenare una squadra per lui non
è solo puntare allo scudetto, è giocare bene, sentire il consenso del
pubblico, migliorare i giocatori che ha a disposizione e lasciarli più
forti di come li ha trovati, lui deve vincere giocando alla grande,
sempre.
Ma Zeman, si dice, "non vince" ed io lo capii una domenica
sera perché lui non vinceva.
Durante una partita, vidi un giocatore della sua squadra da solo
davanti alla porta avversaria sbagliare un goal facilissimo.
Lì mi sono reso conto del limite di Zeman: il suo non considerare
quella percentuale di errore insita nella natura umana. Puoi prepararti
benissimo per un esame all'università, aver letto quella pagina dieci
volte, e poi, lì, davanti al professore, sbagliare e non riuscire a
capire il perché. L'errore annulla tutto quello che è preparazione, in
quell'istante, in quell'attimo fatale sbagli.
La vita non è una formula di matematica, è vero, ma si costruisce
giorno per giorno, si può seminare, aspettando di raccogliere i frutti,
ma si deve anche preventivare l'errore e, soprattutto, ci si deve munire
di una forza mostruosa per andare avanti e, comunque, si deve provare.
A. Venditti gli ha dedicato una canzone, "perché non cambi
mai?" si chiede. Questa è la sua grandezza e nel contempo il suo
tragico limite, che lo rendono unico.
Provaci ancora Zeman, continua per la tua strada, in un mondo pieno
di opportunisti, ben venga uno che va avanti a testa bassa, con le sue
idee in mente ed un solo obiettivo: la tensione per la purezza dello
sport e dello spettacolo per un calcio pulito che "deve uscire
dalle farmacie".
Il calcio e lo sport in generale hanno bisogno di uomini come lui.
Il 13 novembre di quest'anno Z. Zeman è stato esonerato dal Napoli,
dopo un inizio di campionato disastroso. Non sappiamo che fine farà
questo maestro del calcio. Ecco, lui sa insegnare il calcio, gli piace
farlo, è la sua vita. Forse lo ritroveremo in qualche campo di
periferia alla ricerca della sua partita perfetta.
Dal Corriere della sera del 6/11/2000
CHI E'
Zdenek Zeman è nato a Praga nella Repubblica Ceca il
12 maggio 1947.
PALERMO
Dall'81 all'83 allena il settore giovanile del
Palermo.
LICATA
Dall'83 all'86 allena il Licata in C2. Ottiene un
12° posto, una promozione in C1 e un altro 12° posto.
FOGGIA 1
Nell'86-87 la prima esperienza a Foggia, in C1, si
chiude con un esonero.
PARMA
Nell'87-88 allena il Parma in serie B, è esonerato
appena dopo sette partite.
MESSINA
Nell'88-89 approda al Messina in B. Chiude all'8°
posto.
FOGGIA 2
Nell'estate 89 comincia l'avventura a Foggia in B. E'
8° alla fine del campionato, conquista la promozione e infila tre
ottime stagioni in serie A, un 12° e due noni posti. La favola di
Zemanlandia fa il giro d'Italia.
LAZIO
Nella stagione 94-95 allena la Lazio di Cragnotti.
Tre campionati, un 2°, un 3° posto e poi l'esonero.
ROMA
Il colpo di scena nel 98: Zeman passa sulla panchina
della Roma. Ottiene un 4° ed un 5° posto.
FENERBAHCE
Chiusa la parentesi nella capitale sceglie la
Turchia. L'esperienza a Fenerbahce dura poco, è esonerato.
NAPOLI
Stagione 2000-01 è esonerato il 13 novembre del
2000, dopo aver ottenuto 4 sconfitte e due pareggi su sei gare
disputate.