Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Francesco Rismondo

1885-1915

Nasce "irredento" a Spalato in Dalmazia il 15 aprile 1885. Figlio di armatore gestisce per un certo periodo l'agenzia di navigazione Dalmazia e compie diversi viaggi in Italia. Organizza le società e i circoli italiani in Spalato con la segreta speranza che il territorio prima o poi ritorni all'Italia. I colpi che uccisero a Sarajevo l'Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Contessa Sofia Chotek, risuonarono anche in Dalmazia. La notizia giunta il giorno dopo (29/6), al pomeriggio, trovò Francesco sulla linea di partenza della gara regionale del Campionato di Dalmazia organizzata dal Veloce Club di Spalato di cui era Presidente e corridore. Stava iniziando per lui il cammino verso la gloria. Nell'aprile del 1915 passa in Italia e chiede insistentemente di essere arruolato. In giugno viene accettato al VIII Btg ciclisti ma destinato al servizio di retrovia come interprete. Il mese dopo ottiene di andare in prima linea sul S. Michele. Qui con l'altro battaglione ciclisti, l'XI di Papà Ceccherini sono protagonisti di due giorni di scontri violenti con il 4° Rgt. ungherese Honved. Dato per disperso da parte italiana, viene fatto prigioniero e probabilmente non riconosciuto. Le ferite lievi subite in combattimento si risolvono in pochi giorni e Franz come ora lo chiamano gli ungheresi viene adibito a lavori di sterro stradali. Il 10 agosto quando un attacco Italiano si palesa nelle vicinanze Rismondo si mette alla testa della rivolta ma viene con altri compagni ucciso dalle guardie. Gabriele Dannunzio sulla scorta di testimonianze frammentarie lo diede per impiccato e nel quarto anniversario della morte alla vigilia dei fatti di Fiume lo definì "L'Assunto di Dalmazia". La medaglia d'oro concessa nel 1952 reca la stessa versione "Catturato e riconosciuto affrontava serenamente il patibolo confermando il suo sublime amore di Patria. Gorizia 10 agosto 1915"

Motivo del conferimento: Volontario di guerra, irredento, animato dal più alto patriottismo, nelle aspre lotte sul Monte San Michele, combatteva accanitamente dando prova di mirabile slancio e d’indomito ardimento, finchè cadeva gravemente ferito. Catturato, riconosciuto dal nemico, affrontava serenamente il patibolo confermando col martirio il suo sublime amore di Patria. Monte San Michele, 21 luglio 1915 Gorizia, 10 agosto 1915.

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Per il contributo storico I BERSAGLIERI       Origini Epopea e Gloria di Garofalo Langella Miele