Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Francesco Rolando

1889-1917

Nasce a Susa il 27 febbraio 1889. Diplomato, viene arruolato come allievo ufficiale al 4°. Passato al servizio efefttivo viene assegnato in prima nomina al 9°. Dopo un breve periodo in Libia, durante il quale viene promosso capitano, rientra a guerra iniziata al 18°. Nel luglio 1917 assume il comando del 69° Btg. e partecipa agli scontri di retroguardia al Ponte di Madrisio in ottobre. Sugli argini del Piave le nostre posizioni sembrarono vacillare diverse volte, ma la riscossa fu tempestiva e strenua, grazie soprattutto al suo 18ø,che dopo due giorni di aspra lotta, ricacciò il nemico sulla sinistra, facendo oltre 500 prigionieri. Nell'azione, come in altri scontri avvenuti nei pressi, ebbero il battesimo del fuoco i primi "Ragazzi del '99"; in particolare, al Molino Sega. Già volontario in Libia e sul Carso, era al capezzale del fratello morente per una scheggia di granata, quando apprese di Caporetto. Rientrato al reggimento, finiva qui eroicamente i suoi giorni il 16 novembre, meritando la medaglia d'oro al valore. Sette anni dopo, esumata dal cimitero di guerra, la sua salma tornerà nella città natìa di Susa. Oggi, nell'isolotto in cui sorgeva il mulino, un semplice monumento ricorda che vi si combattè una delle più aspre battaglie del Piave. La quiete del luogo contrasta con l'evocazione dei fatti cruenti e terribili, e induce a pietà e mestizia.

Alla memoria viene insignito di Medaglia d'Oro con decreto 13 giugno 1918. 

Motivo del conferimento: Comandante di un battaglione, seppe con l’esempio e con la parola preparare le sue truppe all’azione. Avuto l’ordine di attaccare, con intelligente perizia disponeva le sue truppe, guidandole di persona. Avvertito che in un punto il nemico ostacolava violentemente l’avanzata, vi accorreva, e, da solo, sotto fuoco intenso, sprezzante di ogni pericolo, si spingeva audacemente verso l’avversario per riconoscere l’efficienza delle sue difese, finchè investito da raffiche di mitragliatrici, rimaneva ferito. Trasportato al posto di medicazione, dopo ricevute le cure, volle ad ogni costo tornare al suo battaglione, recandosi ove più violento era il combattimento. Per vincere l’ultima disperata resistenza del nemico, gridando parole vibranti di entusiasmo, con balzo leonino si slanciò in avanti, primo fra tutti, trascinando i suoi bersaglieri all’urto violento contro l’avversario che veniva travolto. Colpito in fronte, cadeva da eroe, col grido di Savoia! sulle labbra. Fulgido esempio di eroismo e di alta virtù militare. Molino della Sega, Piave, 16 novembre 1917

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