Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Emilio Pantanali

1893-1952

Nasce ad Udine il 15 novembre 1893. Chiamato alle armi nel 1914, viene  ammesso ai corsi allievi Ufficiali da cui esce prima aspirante poi sottotenente con destinazione 7° reggimento. Destinato in un primo momento al battaglione complementi, ottiene di andare al fronte col 14° sugli Altopiani. Nel maggio 1917 con la promozione al grado superiore entra nella 1353a compagnia mitraglieri. Al ponte di Sacile, nel ripiegamento da Caporetto, il 7 novembre ottiene la sua prima Medaglia d'Argento per ferita. Dopo pochi giorni rientra dalla convalescenza sul Sisemol dove il reparto è impegnato. La sera del 30 novembre sulle nostre posizioni si scatena l'inferno e pur gravemente ferito resistette per 4 giorni agli attacchi nemici. Per l'azione gli venne conferita nel gennaio 1922 la Medaglia d'Oro. Collocato in congedo per le gravi ferite, riprese servizio col grado di capitano alla direzione del Genio Miliatre dove rimase per molti anni. Promosso successivamente fino al grado di Colonnello della riserva (1943) venne definitivamente collocato in congedo nel 1947. Mori a Roma il 31 gennaio 1952.

Gradi da aspirante con stelletta brunita anziche argentata come i sottot.Motivo del conferimento: Comandante di una sezione mitragliatrici, incaricato della difesa ad oltranza di importantissima posizione, assolveva il compito affidatogli con rara abnegazione. Sconvolta la posizione, portava le sue armi fra i reticolati infranti. Contuso e pesto da scoppi di bombarde, con le mitragliatrici inservibili, continuava a combattere col fucile alla mano. Notato un nucleo nemico entro la posizione, lo contrattaccava con pochi animosi, annientandolo. Ferito gravemente al viso da bomba a mano, con un occhio asportato, rifiutava di abbandonare il suo posto, finchè, sopraffatto dal nemico, si liberava con lotta sovrumana, lasciando ultimo la posizione, difesa per dodici ore consecutive. Monte Sisemol, 4 - 6 dicembre 1917.

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