Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Giuseppe Carli

1896/1915

Nasce a Barletta il 16 febbraio 1896. Al terzo anno della scuola di ragioneria interrompe gli studi per arruolarsi nel 11° Rgt come allievo sergente. L'anno successivo (1915) viene trasferito nel grado al 12° (4a cp. XXIII Btg.). 1giugno 1915 " Un manipolo di una quindicina di giovani s'avvia, primo fra tutti il sergente...e va avanti.. una scarica di fucileria e poi un'altra, fuoco intermittente, continuato, insistente. Un proiettile gli raggiunge il braccio sinistro, poi la spalla. "Coraggio coraggio a momenti saranno qui i nostri" il manipolo si assottiglia mentre da lontano spuntano i soccorritori. I suoi movimenti sono pesanti e pur accasciato continua a far fuoco fino a quando altri due proiettili lo colpiscono al petto. "non vi curate di me.. andate, andate..." I soccorsi erano arrivati e il nemico era ricacciato. Il comandante si chinò sulla salma " Eccolo il vostro sergente che ha dato la vita alla Patria. Inginocchiatevi bersaglieri e ispiratevi a lui per essere degni figli di questa Italia"

Azzida, 14 maggio 1915
Carissimo padre
…… Non ho potuto scrivere prima perché sin dalla settimana scorsa siamo stati a lavorare sui monti a fare le trince e le strade di comunicazione perché questa povera regione era ed è ancora priva di strade. Essendo stati in montagna, alla mensa non abbiamo più potuto convivere e perciò abbiamo dovuto mangiare con quelle 2 lire che ci danno di paga. Figurati, non avanzava nemmeno un soldo e non si era mai soddisfatti perché i viveri vanno molto cari. Basti dire che il pane costa ad 80 centesimi al chilo, e poi è pane nero, poco cotto come la pasta. Un piatto di riso fatto così alla buona ci costa L. 0.40, una bistecca L. 0,50. Figurati se le 2 lire bastano al giorno a voler mangiare, limitatamente 2 volte al giorno. Di conseguenza poi, benché avrei potuto fare una scappatina a Cividale per farmi le fotografie, non ci son potuto andare perché senza un soldo. Non dico che io volessi richiedere questa grossa somma di denaro, per andare a Cividale, mi basterebbe anche 5 lire per farmi le fotografie. Mi potrai dire che non si sa di dove prenderle. Si ma quella gran buona mamma potrebbe dare una cinquantina di soldi, la nonna potrebbe dare una liretta, tu volendo, sacrificandoti potresti metterci qualche altro soldo e anche a non voler spendere, 0.40 per spedirle a mezzo raccomandata, potresti metterle in una lettera regolare, ben chiusa, con un indirizzo chiaro, e la busta della lettera piuttosto di carta opaca, perché mi arrivino lo stesso con la semplice spesa di cent. 10. Volendo potresti mandarmeli facendo un sacrificio enorme.
Forse ed è probabile che il giorno 20 andiamo via da Azzida e andremo sopra un monte coperto di neve, il più alto e si chiama Matajur sopra il quale passa il confine. Là poi non ne parliamo di poter andare a Cividale perché c’è la distanza di 34 Km. perciò allora sarà impossibile farmi le fotografie. Noi qui abbiamo saputo che l’onorevole Salandra sta facendo le sue dimissioni dal potere, e si dice che verrà quella testa matta di Giolitti. Sarà certo un bello sconvolgimento al Senato, ma per conto mio e a parere di tutti quanti ne siam qui, la guerra si deve fare se non per volontà della nazione poiché l’Austria sarebbe disposta a cedere un bel tratto del Trentino, della Gorizia sino all’Isonzo e due isole della Dalmazia che non sono propriamente quelle richieste dall’Italia, ma la guerra la deve fare per poter affermare i suoi diritti ed anche perché è obbligata dall’Inghilterra che sin ora ci ha fornito tutti i mezzi. Poi lo scopo di questa guerra non sarebbe limitato alla semplice richiesta di quel territorio, ma essa ha l’obbiettivo pure di disfare, di annientare, di distruggere la Germania e l’Austria.
... Questa mattina mi è arrivata una lettera di mio fratello la quale mi annunzia che sei ammalato. Che cosa hai? Nientemeno che non mi fai sapere niente, e poi da casa non me lo potevano scrivere? Fammi sapere qualche cosa. È da un anno e tre mesi che sto fuori casa, e quant’anche ci siamo scritti, non son riuscito a sapere niente della particolarità di famiglia. Perché questo? Perché non dirmelo? Così anche di mio fratello, non ne ho saputo mai di quel che ha combinato. Tutti i giorni, qui da parecchi bersaglieri richiamati vengo a conoscenza di tante piccole cose a me veramente ignorate e che nemmeno da me solo potevo immaginare. La mia famiglia è quella stessa di prima? Mio fratello Vincenzo non è come prima, un lazzarone? E Giovanni non sarà peggio di Vincenzo? Scommetto che quegli non saprà nemmeno scrivere il suo nome e cognome perché si vedeva che era il più svogliato, e anche perché non gli saranno stati dati tutte le cose necessarie per un bambino. Che fa? Si ricorda di me, scommetto che no. Forse non saprà nemmeno che oltre a Gaetano, a Vincenzo, abbia un altro fratello quale sono io. Questo poi non solo si estende su Giovanni, ma a tutto il resto della famiglia che non sa che anch’io ci sono tra i viventi su questa terra. Non continuo più perché come si vede mi viene a mancare anche la carta. Non faccio altro che salutare tutti e tu abbi i miei abbracci.
Tuo figlio Giuseppe
Fammi sapere tutto ciò che ho domandato e scrivimi presto. Se puoi spedirmi un cinque lire, mandamele subito se no nemmeno le fotografie mi posso fare». Non farla leggere a estranei

Giuseppe Carli scriveva questa lettera 10 giorni prima che scoppiasse la guerra, non sapendo che la destinazione Matajur non era altro che lo scoppio del conflitto a pochi giorni dalla sua morte.
Da l'ultima lettera a casa
http://www.mondimedievali.net/Microstorie/fronte.htm 

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