Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Fedele Caretti

1892/1918

Nasce a Arbizzo (va) il 19 luglio 1892. Nel 1912 viene arruolato nel 9° reggimento e partecipa alla campagna di Libia in forza all'11°. Trattenuto in servizio si distingue al soccorso del terremoto di Avezzano. Allo scoppio della guerra viene destinato nell'alto Isonzo dove nell'inverno resta congelato agli arti inferiori. Rientrato dalla convalescenza, passa al 7° e poi al 13°. Il 20 maggio 1918 sul Piave, nell'azione di contenimento del nemico a Capo Sile resta gravemente ferito a una gamba. La gamba è quasi recisa e non resta che legare un laccio sopra la ferita. Provvede lui stesso con un coltello a recidere il resto dell'arto. La morte sopraggiunta in seguito all'emorragia e lo stoicismo nel contegno lo rendono proponibile per una decorazione. Alla memoria gli viene conferita la Medaglia d'Oro.

Motivo del conferimento: Durante violento bombardamento avversario, avuta troncata una gamba da una scheggia di bombarda, mirabilmente calmo, chiedeva all’aiutante di sanità di essere medicato dopo di altri feriti, e da solo si recideva con un coltello l’arto, e si arrestava l’emorragia con la cinghia dei pantaloni. Incurante di sè e del dolore, rincorava quindi ed incitava ancora i compagni ed al proprio comandante di compagnia, accorso per confortarlo, diceva che non era nulla. Poco dopo spirava. Testa di ponte di Capo Sile, 20 maggio 1918.

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