Libertà, Servitù
Al servo pazienza, e al padrone prudenza.
Asino di molti, i lupi lo mangiano.
Anche lui era di quella <<gente che non hanno nemmeno un padrone.>>
Bel servire, bel partire.
Meglio è licenziarsi dal padrone mentre s'è in grazia, che aspettare d'esser mandato via.
Bue sciolto lecca per tutto.
Chi ben serve, bene è provvisto--ma
Chi ben serve non sarà mai ricco.
È bene provvisto, se il padrone fa il suo dovere: ma il servo galantuomo non arricchisce.
Chi dell'altrui prende, sua libertà vende.
E anche solamente:
Chi prende, si vende.
Chi di libertà è privo, ha in odio d'esser vivo.
Chi è in altrui balìa, bisogna che ci stia.
Chi ha da esser servito, ha da esser sofferito.
Chi non è in grazia, serve per nulla.
Chi non ha libertà, non ha ilarità.
Chi non vuol essere in libertà, possa essere schiavo in Barberìa.
Chi si lascia mettere in spalla la capra, indi a poco è sforzato a portar la vacca.
Chi vive in libertà, non tenti il fato.
Dove non è re, non lo cercare.
È meglio essere uccel di bosco che uccel di gabbia.
È meglio esser padrone di un testone, che servo di un milione.
Testone, vecchia moneta del valore di tre paoli.
È meglio sentir cantare il rusignolo, che rodere il topo.
È meglio stare al bosco strutto, che stare in carcere ben ridutto.
Ed anche dicevano:
È meglio stare al bosco e mangiar pignoli, che stare in Castello con gli Spagnoli.
Felice colui che non passa porta altrui
Il pane degli altri ha sette croste
Il pane degli altri è troppo salato.
Tu proverai sì come sa di sale
Lo pane altrui, e com'è duro calle
Lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. (DANTE.)
Più pro fa il pane asciutto a casa sua, che l'arrosto a casa d'altri.
In casa mia mi sa meglio una rapa
Ch'io cuoco, e cotta su uno stecco inforco.
E mondo, e spargo poi d'aceto e sapa,
Che all'altrui mensa tordo, starna, o porco
Selvaggio; e così sotto una vil coltre,
Come di seta o d'oro, ben mi corco. (ARIOSTO, Satire.)
Gatto rinchiuso doventa leone.
I fastidi dei padroni sono i conviti dei servitori.
Ingratitudine ne' signori, invidia tra i servitori.
I servitori non sono altro che ventre.
I servitori sono come il tamburo, che suona ad altri, ed esso ha le battiture.
La carne dell'asino è avvezza al bastone.
L'asino porta il basto e non lo sente;
se non lo sente, egli è assai valente.
La troppa libertà scavezza il collo.
Dicesi della sfrenatezza e della licenza colle quali la vera libertà non ha niente che fare.
Mal senza libertà si gusta il bene.
Meglio un'oncia di libertà che dieci libbre d'oro.
Non è scappato chi si strascina dietro la catena.
Così dalla tirannia degli uomini, come da quella delle passioni.
Non portar basto.
Non portar groppa, o non tener groppa.
Non si lasciar sopraffare.
O servi come servo, o fuggi come cervo.
Salario non arricchì mai giovane.
Salario è mercede di chi serve, non di chi lavora.
Sanità e libertà vaglion più d'una città.
Servi a principe e a signore, e saprai cos'è dolore.
Servi il nobile ancorché sia povero.
Aggiungono:
Perché verrà tempo che ti pagherà.
Se tu vuoi ubbidire, non fare più di quello che ti vien comandato .
Tristo quel cane che si lascia prendere la coda in mano. |