Il battesimo - Ascensione

Vai ai contenuti

Menu principale:

Il battesimo

Cammini di fede > Parola e Vita > Catechesi fatte

A che cosa serve il Battesimo?
     
        1. E’ il segno visibile della nostra incorporazione alla chiesa. Uno fa parte della Chiesa e diventa cristiano attraverso il Battesimo. Non nasci cristiano, ma lo diventi attraverso un atto personale. Quando si tratta di bambini, l’atto personale lo fanno i genitori al loro posto (come del resto fanno in molti altri casi). I mussulmani, invece, non hanno un atto attraverso il quale diventano appartenenti all’islam. Si è mussulmani per il solo fatto che si nasce da genitori mussulmani.
     L’adesione a Cristo, invece, è sempre una risposta personale, un atto libero.


     2. Il rito con cui si celebra il battesimo (l’acqua versata sulla testa mentre si pronunciano le parole: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo) ricorda altri significati più profondi:       
     a) il Battesimo libera dal peccato (dal peccato originale se chi è battezzato è bambino; da tutti i peccati se è un adulto) e libera anche dal dominio dell’istigatore al peccato (diavolo). È una 1°forma di esorcismo.
     Il C.C.C. 1250 dice: “Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati”
     b) Inoltre il Battesimo rigenera come figli di Dio. Figli di Dio non lo si nasce, ma lo si diventa. Diventare figli significa ricevere dentro di sé un germe di quella vita divina che è propria del Figlio Gesù. Diventando Figli di Dio si ricevono tutti i diritti che ha un figlio nei confronti del genitore, compreso quello dell’eredità. In tal modo abbiamo il diritto di essere assistiti dal Padre celeste e il diritto di ereditare il Paradiso. A questi diritti corrispondo i doveri del figlio: perché a motivo della nostra condotta possiamo demeritare tutto.
     Proprio perché libera dal peccato e rende partecipi della vita divina, il Battesimo viene chiamato nella Sacra Scrittura “lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo” (Tt 3,5).  
     c) Il Battesimo fa diventare membra di Cristo: ricordate Gesù in Gv 15,1 dice: “Io sono la vite, voi i tralci”. Col Battesimo il cristiano viene innestato a Cristo come il tralcio alla vite. Ciò significa che si impegna ad attingere la linfa vivificatrice per i suoi pensieri, per i suoi sentimenti e per le sue azioni da Cristo. Cioè col Battesimo uno accetta che Gesù Cristo espanda dentro di lui la sua vita divina.
     d) Il Battesimo, come già visto, incorpora alla Chiesa e rende partecipi della sua missione.
     e) Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile (carattere) della sua appartenenza a Cristo. Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza. Conferito una volta per sempre esso non può essere ripetuto.
     Il Signore stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza (Gv 3,5). Per questo ha comandato ai suoi discepoli di annunziare il Vangelo e di battezzare tutte le nazioni (Mt 28,19-20).
     Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato il Vangelo e che hanno avuto la possibilità di chiedere questo sacramento (Mc 16,16). La Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella vita eterna; perciò è protesa verso la missione ricevuta da Cristo di far rinascere «dall’acqua e dallo Spirito» tutti coloro che possono essere battezzati.
     Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.

     
Il Battesimo come veniva celebrato nei primi cinque secoli e come viene celebrato oggi?
1. Il rito comportava come prima cosa la rinuncia al demonio. San Basilio dice che l’usanza di questa rinuncia precedente il battesimo risale ai tempi apostolici. Essa si faceva, sia sotto forma di una rinuncia unica, pronunciata da colui che stava per essere battezzato: «Io rinuncio a Satana, alle sue opere, alle sue vanità ecc. sia sotto forma di domande e risposte.

2. Dopo questa cerimonia della rinuncia, seguiva quella dell’unzione. Il catecumeno veniva unto con l’olio esorcizzato (olio dei catecumeni). In Oriente, l’unzione la si fece dapprima soltanto sulla testa, e più tardi fra le scapole e sul petto. Il significato era assai chiaro: si riferiva infatti all’unzione praticata agli atleti prima del combattimento.


3. Da ultimo si compiva la grande professione di fede, detta anche redditio symboli. Anche qui, ordinariamente si procedeva con domande e risposte, tra il sacerdote (o il vescovo) ed il battezzando.
4. Poi si procedeva alla benedizione dell’acqua. Essa è molto antica. Ne parla già Tertulliano, morto all’inizio del 3° secolo. Questa benedizione attuava un esorcismo sull’acqua, destinato ad eliminare l’influenza del demonio (Nell’opinione degli antichi le sorgenti e le acque erano particolarmente esposte ad influssi diabolici). Il rito della benedizione che significava la discesa dello Spirito buono e l’allontanamento di quello cattivo. Nei primi secoli i riti della benedizione del fonte erano assai semplici: alcune preghiere, l’invocazione dei nome di Dio, di Gesù Cristo, della Trinità, alcuni segni di croce per attirare su quell’acqua le grazie divine.
5. Il battesimo propriamente detto. Quando tutto era pronto, coloro che attendevano la rigenerazione battesimale potevano avvicinarsi e calarsi nelle acque santificatrici. Il modo abituale di conferire il battesimo durante i primi secoli era l’immersione, unica o ripetuta tre volte . Il catecumeno, accompagnato dal padrino, se era un uomo, o dalla madrina, se era una donna, veniva interamente immerso, nella piscina battesimale o per lo meno vi scendeva immergendo almeno i piedi quasi fino ai ginocchi, e il sacerdote, prendendo dell’acqua dalla stessa vasca, la versava sulla sua testa, e la faceva scendere su tutto il corpo, recitando la formula indicata da Nostro Signore, quando aveva detto di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello S.S. Gli Atti degli Apostoli ci dicono che inizialmente si battezzava anche solo “nel nome di Gesù” (At 2,38; 8,16). Del funzionario di Candace si legge che discese con Filippo “nell’acqua” e che “uscì dall’acqua” (At 8,38ss). Nell’immersione e nell’emersione dall’acqua si vedeva il simbolo della morte e della risurrezione di Cristo.
Tuttavia uno scritto della fine del primo secolo, la Didaké, richiede che l’acqua sia versata tre volte sulla testa. E dice anche che se c’è poca acqua, è sufficiente la triplice infusione. L’infusione dell’acqua veniva accompagnata dalle parole, si battezzava dunque nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
6. I riti post-battesimali. All’uscita dal fonte battesimale, i padrini o le madrine accoglievano i loro figliocci e presentavano dei panni per coprire il corpo ed asciugarsi. Subito dopo venivano condotti dal vescovo, il quale faceva loro un’unzione con il sacro crisma. I neo-battezzati venivano rivestiti di bianco in segno di gioia e come simbolo dell’innocenza, che il sacramento aveva loro dato, e dovevano portare questi vestiti candidi durante tutta l’ottava di Pasqua, fino alla domenica in bianco, (in albis), che chiude la grande settimana pasquale. Poi si metteva in mano al neofita un cero acceso, simbolo della luce divina che rischiara la sua anima. Quindi, al canto delle litanie e processionalmente, i neo-battezzati entravano in chiesa con il clero. Era già l’aurora della festa di Pasqua. Per la prima volta essi partecipavano alla liturgia eucaristica sino alla fine e si comunicavano, completando in tal modo la loro unione a Cristo e alla sua Chiesa. In Occidente s’usava dare ai nuovi cristiani, dopo la comunione, un pò di latte e di miele, per far loro comprendere che i sacramenti della iniziazione cristiana li avevano introdotti nella vera terra promessa. Durante tutta la settimana dopo Pasqua i neofiti ogni giorno si radunavano per ascoltare la catechesi, con la quale venivano spiegati più compiutamente i sacramenti che avevano ricevuto, e così pure i misteri di cui non si poteva parlare che ai fedeli; ed è per questo che i greci le chiamavano catechesi mistagogiche.
7. Il tempo del battesimo Nei primi secoli della Chiesa il tempo in cui si celebrava il Battesimo era la festa di Pasqua. A questo evento ci si preparava per tutta la quaresima. Un altro tempo normale, per conferire il battesimo, era la festa di Pentecoste. Veniva celebrato di notte, nel corso delle lunghe vigilie di queste feste, ed i neofiti assistevano poi all’azione liturgica insieme con gli altri fedeli. Era considerato un abuso conferire il Battesimo in altri tempi, salvo che si trattasse di casi eccezionali e di necessità (grave malattia, persecuzione, ecc…). Tuttavia poco per volta si diffonde l’usanza di dare il Battesimo in altre festività, specie all’Epifania, in memoria del Battesimo di Nostro Signore, a Natale, ed anche alla festa di San Giovanni Battista. A poco a poco queste usanze prevalsero e si estesero, fino a conferire il Battesimo in qualunque festa ed anche nei giorni feriali.
8. Il luogo del battesimo. Al principio e nei primissimi secoli si può dire che il battesimo veniva conferito ovunque capitasse. L’esempio di Filippo, che battezza il funzionario della regina Candace, e numerose ragioni di forza maggiore, a cominciare dalle persecuzioni, autorizzavano tale libertà.
Con la pace costantiniana si introdussero nuove usanze. Molti, per devozione, desideravano farsi battezzare nel Giordano; tale è il caso dell’imperatore Costantino.
Tuttavia, come regola, il battesimo veniva amministrato nell’interno delle chiese o meglio nei battisteri.
Il battistero era un edificio speciale, di forma circolare od ottagonale, generalmente distinto dalla basilica, da cui dipendeva. Spesso era dedicato a San Giovanni Battista. II battistero consisteva soprattutto in una piscina situata al centro dell’edificio. Alcuni gradini permettevano di discendervi.
A volte il battistero si trovava nella chiesa stessa, vicino alla porta d’entrata, e il fonte, invece di essere una piscina, consisteva in una o in diverse bacinelle, da cui si attingeva l’acqua per spanderla sul capo del catecumeno. Questa disposizione poco a poco prevalse, ed ancor oggi si riscontra nella maggior parte delle chiese.
9. I padrini erano coloro che presentavano i catecumeni al battesimo e li accoglievano all’uscita dalla piscina battesimale. Venivano chiamati, secondo queste diverse loro funzioni, patrini o susceptores, od anche sponsores, perchè dovevano rendersi garanti dei loro figliocci. Allorché in seguito s’affermò l’abitudine di battezzare i bambini, la Chiesa ci tenne ancor più che avessero dei padrini, per assicurare la loro educazione cristiana.  Per quanto riguarda il nome gli adulti conservavano il loro.

(Accanto al battesimo di acqua la Chiesa riconobbe pure la validità del battesimo di sangue , vale a dire del martirio vero e proprio, unico surrogato del battesimo per la Chiesa greca. La Chiesa latina vi aggiunse anche il battesimo di desiderio).
(La scolastica, con Tommaso d'Aquino, ritenne valido il battesimo di desiderio. Tale dottrina fu sancita anche dal Concilio di Trento, dal quale risulta che la rigenerazione si attua « con il lavacro di rigenerazione o con il suo desiderio ».)

Domanda: Battesimo Cresima e Comunione oramai sono per tante famiglie delle semplici tradizioni, dei passi da svolgere perché “altrimenti non ti puoi sposare in chiesa!”. Ci chiedevamo se, quando un giorno avremo dei figli, dobbiamo battezzarli. Ciò non esclude ovviamente un'educazione cristiana, ed alla cristianità. Sarebbe un modo per far conoscere ad i nostri figli ciò cui vanno incontro, perchè possano scegliere liberamente, come il Signore vuole, la loro strada. Sbaglio, o un tempo il battesimo era riservato a persone adulte? Mi rattrista ricordare di quando andavo a messa e partecipavo all'eucarestia, senza davvero crederci. Ma ero un bambino, non del tutto cosciente.. Perchè i miei figli dovrebbero ripetere lo stesso errore? Oppure, ancora, perchè dovrei indirizzare così la loro vita, sin dalla nascita? Ed ancora, perchè non dovrebbero poter avere il diritto di SCEGLIERE quando è il momento di dire il loro 'sì'? Vorremmo che i nostri figli pronunciassero il loro 'sì' con libertà e consapevolezza.

Risposte:
1. Come si può educare alla vita cristiana senza iniziare alla vita di grazia, al gusto della Parola di Dio e delle meraviglie della vita futura. Non si tratta soltanto di sapere tante cose, ma si tratta di far vivere la comunione con il Signore, l’incontro con lui nei sacramenti, l’esperienza della grazia. Il cristianesimo ridotto a pura conoscenza, quasi si trattasse di aderire ad una ideologia, è la corruzione del cristianesimo.

2. “Lo sceglieranno loro”? Ma la santità, prima che una scelta da parte nostra, è un dono ricevuto. E poi è sicuro che lo domanderanno? Se cadessero in punto di morte, non potrebbero neanche ricevere l’assoluzione.

3. Il CCC riporta una bella affermazione di San Gregorio Nazianzeno: “Il Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio… Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso. Dono, poiché è dato a coloro che non portano nulla; grazia, perché viene elargito anche ai colpevoli; Battesimo, perché il peccato viene seppellito nell’acqua; unzione, perché è sacro e regale (tali sono coloro che vengono unti); illuminazione, perché è luce sfolgorante; veste, perché copre la nostra vergogna; lavacro, perché ci lava; sigillo, perché ci custodisce ed è il segno della signoria di Dio” (Orationes, 40).
Allora perchè privare i nostri figli di queste realtà soprannaturali, sacre e meravigliose?

4. Ma ecco che cosa dice il CCC sul battesimo dei bambini:“Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita” (CCC 1250).


Risposte alle domande più frequenti
- I genitori devono essere battezzati per domandare il battesimo del loro figlio?
No, in quanto il battesimo riguarda la persona che lo riceve. I genitori non battezzati possono domandare il battesimo per i loro figli, ma essi si impegnano ad accompagnarlo a scoprire la fede cristiana e a iscriverlo alla catechesi. In questi casi la figura del padrino-madrina che affianca quella del genitori assume un’importanza significativa.

- I genitori che non sono sposati in chiesa possono far battezzare il loro figlio?
Si. II battesimo è un dono gratuito che Dio fa al bambino. Tocca al parroco verificare, se necessario, la serietà delle motivazioni del genitori.

- I genitori, di cui uno non è credente oppure appartiene ad una religione non cristiana, possono far battezzare il loro figlio?
Si, a condizione che il coniuge non cristiano, accetti che il bambino venga cresciuto nella fede cattolica.

- Genitori divorziati risposati possono far battezzare il loro figlio?
Si. La difficoltà che si può incontrare in questo caso riguarda un eventuale disaccordo tra loro sul progetto di avviare il bambino alla fede cristiana. Comunque sempre, la Chiesa afferma il diritto di ogni uomo, di ogni figlio, di ricevere il battesimo.

- Genitori conviventi o sposati solo civilmente possono far battezzare il loro figlio?
Si: tuttavia è importante che i genitori prendano consapevolezza della contraddizione tra la domanda del battesimo per il figlio e la loro situazione: questo stato di vita infatti rifiuta di vivere da battezzati l’amore coniugale.

- II bambino può essere battezzato con qualsiasi nome?
La chiesa chiede che il nome non sia estraneo alla fede cristiana poiché il bambino attraverso il battesimo acquisisce la sua identità di cristiano, identità espressa dal nome che rimanda alle generazioni di credenti che ci hanno preceduto nella fede.

- Si può scegliere un padrino o una madrina non battezzati?
No, poiché il ruolo del padrino e della madrina non riguarda semplicemente un’amicizia o una parentela affettiva. II loro ruolo principale è di rappresentare la comunità cristiana e di testimoniare la fede della Chiesa davanti al bambino e ai suoi genitori.

- Chiunque può essere padrino o madrina del bambino?
Non esattamente: la chiesa domanda che abbiano almeno 16 anni, che siano battezzati, cresimati e abbiano ricevuto l’Eucaristia. E dovendo svolgere il compito di educare alla fede, non possono vivere in maniera contraria e difforme dalla vita cristiana (ad es. essere divorziati, risposati, conviventi).

- Si può scegliere un fratello o una sorella del bambino come padrino e madrina?
Si, ma è meglio non scegliere il padrino e la madrina all’interno della famiglia. In effetti, essendo uno dei significati di questo compito quello di aprire alla comunità cristiana più ampia della famiglia, in questo caso verrebbe meno!

- E' obbligatoria la preparazione dei genitori?
La parrocchia prevede una preparazione che si rivolge primariamente ai genitori, ma eventualmente anche ai padrini e alle madrine. E' un’occasione per tutti di riscoprire la fede cristiana e la vita della Chiesa.

- Un bambino battezzato in un’altra confessione cristiana dovrà essere ribattezzato secondo il rito cattolico?
No, ma è necessario verificare che si sia trattato di un battesimo cristiano (cattolico, protestante, ortodosso) e non di un rito d’iniziazione praticato in una setta o in un’altra religione.

- II battesimo si deve fare sempre nella parrocchia?
Normalmente il battesimo si svolge nella parrocchia dei genitori. Tuttavia per motivi validi (trasferimento momentaneo, partecipazione attiva in altra parrocchia...) può essere celebrato in un’altra chiesa parrocchiale. Il parroco che ha ricevuto Ia richiesta dei genitori ha la possibilità di accogliere la domanda informando il parroco di competenza.

- La data del battesimo: chi la decide?
Il Parroco. E' importante che i genitori contattino il parroco alcuni mesi prima del periodo previsto.
Anche perché la celebrazione del battesimo deve essere in sintonia con i tempi della comunità cristiana, infatti ad esempio: le domeniche di quaresima, il giorno di Natale non sono tempi adatti alla celebrazione del battesimo.

- Perché bisogna firmare il registro dopo il battesimo?
Perché la Chiesa deve custodire la memoria di coloro ai quali ha donato il sacramento del battesimo.

- Si può battezzare un bambino adottato?
Senza dubbio, perché l’importante è ciò che c’è oggi tra lui e i suoi genitori adottivi, tra lui e il suo nuovo luogo di vita. Il battesimo è un sacramento per l’oggi. Sarà importante essere attenti alla situazione culturale e religiosa precedenti del bambino.

- Si può annullare il proprio battesimo?
No. Dio e fedele per sempre. Si impegna una volta per tutte: non si riprende mai il suo amore.

- Quali compiti da adempiere per la domanda del battesimo?
Bisogna rivolgersi al parroco. II parroco e i laici responsabili della preparazione al battesimo potranno concordare con voi le modalità della preparazione, la data della celebrazione, generalmente comunitaria. La Chiesa privilegia il battesimo di più bambini insieme.

- Può un sacerdote amico di famiglia, o parente celebrare il battesimo?
Si, sarà importante parlarne con il parroco: il sacerdote potrà partecipare con lui alla celebrazione comunitaria e amministrare lui stesso il battesimo al bambino interessato.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu