3cat - Ascensione

Vai ai contenuti

Menu principale:

3cat

Ministri Ordinati > Diacono Giuseppe > Catechesi mie > In Parola e Vita

Lunedì 3 marzo 2014 - 3° catechesi:       LE TENTAZIONI DI GESU’
Matteo 4,1- 11
“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di
Dio, dì che questi sassi diventino pane". Ma Egli rispose: "Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio ".
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perchè non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo".
Di nuovo il diavolo lo condusse con sè sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. “

Mercoledì prossimo è mercoledì delle ceneri, comincia la Quaresima che viene ancora una volta a metterci nella realtà (tu non sei Dio ma “polvere sei e polvere ritornerai”)  e a chiamarci a conversione. La chiesa ci dice che la Quaresima è un tempo di grazia, un tempo che ci prepara ad un evento prezioso:” la Pasqua”. La Pasqua, il passaggio di Dio, Dio che passa e fa nuove tutte le cose. Ancora oggi Dio passa come è passato per gli ebrei per liberarli dal giogo del Faraone e trarli dalla schiavitù dell’Egitto per portarli verso la libertà della terra promessa. Ancora oggi Gesù passa come è passato 2000 anni fa per liberarci dalla schiavitù del peccato (per la paura della morte) e consegnarci, se ci aggrappiamo con fiducia a Lui, la vittoria sulla morte e la libertà dei figli di Dio.
Tutte queste sono cose che sappiamo, ma c’è un rischio che corriamo tutti: il rischio dell’imborghesimento, di esserci fatti una nicchia, un posticino, anche nella chiesa e di non voler essere scomodati! Cerchiamo le comodità, il riempirci la pancia, ci sediamo nelle ultime file, stiamo volentieri davanti alla TV: che nessuno ci disturbi! E quanti di noi è tanto tempo che viviamo “facendo le cose”, senza chiederci dove va la nostra vita, fuggendo il più possibile la scomodità: “viviamo e basta”!
In questo senso la Quaresima viene ad aiutarci, cercando di svegliarci, chiamandoci a scomodarci un po’ col digiuno, la preghiera e l’elemosina. Perché c’è la possibilità che Dio passi in questa Pasqua per farti fare Pasqua con Lui, per farti passare con Lui dalla morte alla vita e non succede nulla perché tu non sei pronto a sfruttare il Kayros (l’attimo) uscendo dal tuo Egitto dietro a Lui. Diversi Ebrei non uscirono dall’Egitto dietro a Mosè verso la terra promessa perché non gli credettero e considerarono troppo scomodo tingere gli stipiti delle porte col sangue dell’agnello, restare la notte svegli e vestiti, col pane non lievitato in attesa che passasse l’Angelo del Signore (Pasqua) per fuggire attraverso il deserto dalla schiavitù verso la libertà. San Paolo ci dice: «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» ( Ef 5,14).  Per questo questa Quaresima viene a chiamarci a svegliarci, a rialzarci, viene a combattere il nostro stare seduti.
La Quaresima, dice S. Agostino, è un prototipo della vita cristiana. Perché questa è la vita cristiana: un combattimento contro la storia, contro i fatti, contro le tentazioni che ognuno di noi ha!
Ecco quindi che la chiesa ci pone subito innanzi il vangelo delle le tre tentazioni di Gesù per aiutarci in questa Quaresima a cominciare di nuovo il combattimento per amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutta l’anima (testa) e con tutte le nostre forze! Cioè a compiere lo shemà: nello Shema‘, la preghiera fondamentale del credente ebreo, sta scritto: «Ascolta, Israele … Tu amerai il Signore tuo Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua vita, con tutte le tue forze» (Dt 6,4-5).
Il racconto delle tentazioni di Gesù si pone tra il battesimo e l'inizio del suo ministero pubblico. Nel Battesimo lo Spirito Santo, si posa su di Lui e una voce dal cielo proclama: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». I Vangeli puntualizzano, poi, che è lo stesso Spirito che conduce Gesù nel deserto “ per essere tentato dal diavolo”. Lo Spirito muove Gesù verso il raccoglimento che è anche lotta interiore per l’incarico: salvare l’umanità! Per questo deve entrare nel dramma dell’esistenza umana e vincere le tentazioni che minacciano gli uomini di tutti i tempi, sin da Adamo ed Eva. La Sua solidarietà con tutti noi, prefigurata nel battesimo e realizzata in pienezza sulla croce, comporta che Lui, da subito, prenda su di se le situazioni di peccato e di limite, e ,trasformandole in obbedienza, riapra la strada verso Dio (chiusa dal peccato originale)!
Matteo e Luca narrano di tre tentazioni in cui si rispecchia la lotta interiore di Gesù per la sua missione: le stesse tentazioni che ha avuto Israele nel cammino nel deserto e che tu ed io abbiamo camminando nel deserto della nostra vita. Tentazioni che ci vedono spesso soccombere e che Lui ha vinto per noi!
Ripeto che dietro le tentazioni di Gesù nel deserto c’è lo Shemà: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima (testa) e con tutte le forze! Amiamo noi Dio con tutto il cuore? Quanto vorrei amare Gesù con tutto il mio cuore, senza mormorare contro di Lui quando mi sento triste o quando soffro le scomodità, le incomprensioni o i problemi propri della mia condizione di marito, docente, diacono ecc….
VEDIAMO LA PRIMA TENTAZIONE: ISRAELE mormora contro Dio perché‚ secondo loro mangiano un pane miserabile nel deserto (sempre manna… e camminare nella scomodità) e si ricordano delle cipolle, della carne, dei meloni e dei pesci d’Egitto. Mormora, cammina e mormora ed alla fine va da Mosè e dice: o Dio ci da la carne o non camminiamo più. E Dio, nella sua misericordia, manda una migrazione di quaglie per loro, affinchè mangino carne finchè gli esca dagli occhi!
Questa è la TENTAZIONE DEL PANE, cioè della comodità, dei soldi, della sessualità, della TV, del mangiare e bere: dello star bene! Dobbiamo appagare noi stessi, i desideri della carne che ciascuno di noi ha, continuamente: e viviamo così! Anch’io mi ricordo della mia vita in Egitto e sono tentato, dalla concupiscenza degli occhi dalla sessualità, dal desiderio d’affetto, dalla voglia di riposare, insomma di cercare il mio piacere in tutto e di fronte alla scomodità, alla precarietà sento una voce che dice: “ma tu non sei figlio di Dio”? Gesù sta quaranta giorni nel deserto; è scomodo, è duro sentire fame; fame d’amore, fame d’affetto, di comodità: di pane! “Se sei figlio di Dio” perché‚ dovrai soffrire? Se Dio è tuo padre ti dovrebbe amare, dovrebbe desiderare il meglio‚ per te. Perché devi soffrire la fame? “Dì che queste pietre si trasformino in pane”…
E il demonio dice anche a te (tentandoti nella tua vita) assicurati il pane prima di tutto. E tu dici a tuo figlio: studia, assicurati un avvenire. La cosa più importante è mangiare, avere denaro, vivere nella comodità. E per il denaro facciamo carte false e non abbiamo tempo per altro. Gesù, facci rispondere con te oggi e domani:”Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio”. E Dio ci parla anche nella storia, nella mia e tua storia concreta di ciascun giorno, nella tua e mia croce di oggi: IL MIO PANE! “Maestro, mangia“, dicono i discepoli a Gesù, e Lui risponde ”il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha inviato”. La Chiesa sa che abbiamo questa tentazione e ci difende e ci aiuta contro noi stessi, viene a darci la grazia perché da soli non possiamo fare nulla. E in questa Quaresima ti dice: digiuna, digiuna seriamente (dal cibo, dalla tv, dal fumo, quello che vuoi… ma in segreto, fra te e Dio) e il demonio si allontanerà da te, vedendo la tua volontà decisa ad accettare il PANE della volontà di Dio.
VEDIAMO LA SECONDA TENTAZIONE: Shemà Israel. Amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima. Con tutta l’anima, (testa), con tutto il tuo essere, con tutta la tua vita, cioè rischiando te stesso. “Chi non perde perfino la propria vita, non la trova”. E’ LA TENTAZIONE DELLA STORIA, DI NON ACCETTARE LA PROPRIA REALTA’, DEI MIRACOLI! Perdersi, umiliarsi, morire: fallire. Perché fallire? Perché‚ camminare per strade oscure senza sapere dove si va? Non sei il “Figlio di Dio”?  Dai retta a me, la parola di Dio sempre si compie. Non dice il salmo che gli angeli ti raccoglieranno perché il tuo piede non inciampi contro la pietra allora: “Buttati dal pinnacolo del tempio e gli angeli ti raccoglieranno perché il tuo piede non inciampi contro la pietra” e vedendo questo prodigio tutti crederanno in te… Perché‚ passare per la croce? Perché tanta sofferenza? Non capisci? Perché camminare senza capire? Non ti ascolteranno, la casta sacerdotale non ti accetterà. Tu sei un operaio, un laico senza cultura; dalla Galilea può venire qualcosa di buono? Fallirai, ti uccideranno. Tenta Dio Perché no? Obbligalo con la tua fede a cambiare la tua storia: sono tante te sofferenze, le malattie, i bambini subnormali, la miseria, la croce, il fallimento. Perché? Forse Dio non esiste? O non ha fatto bene le cose? Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo".
ANCHE ISRAELE non accetta di camminare per dove non capisce, nel deserto, dove nessuno vive. Non accettano la realtà che Dio gli da,  chiedono miracoli. Vanno da Mosè e gli dicono: vogliamo l’acqua e subito, se no non camminiamo, se no ti ammazziamo. ANCHE TU ED IO siamo tentati su questo e ci scandalizziamo della croce, della morte e del fallimento e non accettiamo l’umiliazione di essere sotto gli altri, di perdere la vita, di non trionfare, di non essere il primo, che le cose non siano e non si facciano come vogliamo noi. E chiediamo miracoli a Dio: come è possibile che Dio mi faccia avere questa storia? Non essere sposata? Non avere figli? Avere un figlio con la leucemia? Che mi faccia un miracolo, mi cambi la storia, se no non vado più a messa! Vogliamo dominare tutto, che tutto ci sia spiegato: Io sono Dio, questo è presente nel subconscio di ogni uomo! E la chiesa, di fronte a questa tentazione ci invita alla preghiera, a umiliarci davanti a Dio, a riconoscere che tu sei una sua creatura, non sei Dio, che Dio è l’Altro. Ma come posso pregare se io non so farlo? Tenta come meglio sai, ogni forma è valida.
Gesù sulla croce aveva la fronte – segno dell’anima, della ragione e della vita – coronata di spine, in un’umiliazione totale fino allo scherno. “Scendi dalla croce, se sei il Figlio di Dio”.
VEDIAMO LA TERZA TENTAZIONE: «Ascolta Israele, amerai il Signore tuo Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la anima, con tutte le tue forze» (Dt 6,4-5). Con tutte le tue forze, con tutto il tuo lavoro, con tutti i tuoi soldi. E’ LA TENTAZIONE DEGLI IDOLI, DEL DENARO, DEL SUCCESSO, DEL DOMINARE. Il denaro, simbolo del potere; con il denaro – sentiamo dire – si ottiene tutto. “Il diavolo lo condusse con sè sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
Mosè va sul monte 40 gg e  ISRAELE nel deserto e lui si fece un vitello d’oro e lo portò in processione, per chiedere le cose delle quali aveva bisogno: tu sei il nostro Dio, l’altro nessuno l’ha visto! I soldi risolvono tante cose… Soldi, potere, IDOLATRIA. Colui che ha potere si teme, si rispetta. Il lavoro mi realizza, mi costruisce, mi permette di guadagnare soldi e possedere delle cose. Avere potere: dominare. Quante discussioni per denaro, quante sofferenze. “Tutto questo ti darò” –  dice il demonio anche a te – “se tu mi adori”. Ecco la tentazione più profonda. Guadagnare il mondo, essere famoso, che tutti ti ammirino, ti vogliano bene. Fama e denaro. Ma Gesù ti dice: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?”. Lavorare, lavorare, con tutte le forze: il lavoro, il denaro, la politica, il potere. “Di chi è quell’immagine?” dice Gesù Cristo quando gli mostrano la moneta. “Di Cesare”, gli rispondono. “Allora date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”… Gesù sopra la croce, con le mani (forze) di lavoratore trafitte dai chiodi, mani e piedi con cui faceva forza nel lavoro ama Dio e compie lo shemà. Amerai Dio con tutte le tue forze, con tutto il tuo lavoro, con tutti i tuoi soldi.
La Chiesa ci invita a combattere contro l’alienazione che ci procura il denaro e l’affanno di esso, con l‘arma dell’elemosina. Ci parla di elemosina, fate elemosina, “fatevi tesori nel cielo”. Siamo schiavi del denaro, giorno e notte con il cuore secco di avarizia e di idolatria. Convertiamoci a Dio tu ed io.
Anch’io sono tentato tutti i giorni: senza denaro non si può far niente… è necessario viaggiare, mangiare, vestirsi, avere una riserva per gli imprevisti. Usciamo dall’idolatria doniamo ai poveri. Il cuore, il pane, il digiuno, l’anima, l’orgoglio, la preghiera, le forze, il denaro, l’elemosina.
LA CHIESA CI INVITA NELLA QUARESIMA A RIPRODURRE IN NOI IL COMBATTIMENTO DI GESÙ. A VIVERE CON LUI IL TEMPO DEL DESERTO. Esso ci risveglia e ci mostra quale è il combattimento da sostenere nella vita come cristiani.
NELLE TENTAZIONI SI TROVANO QUATTRO LINEE SOVRAPPOSTE:
” La 1° lo Shemà: amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze;
” La 2° il cammino d’Israele nel deserto, dove Dio lo porta perché capisca cosa c’è nel suo cuore, perché veda come nel cuore dubita di Dio e lo tenta e come cerca un altro dio più visibile che faccia la sua volontà.
” La 3° Gesù, nuovo Israele, viene a seguire le orme che Dio, suo Padre, gli ha tracciato adempiendo lo Shemà nella sua carne. Dice il vangelo di Luca“Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. “Sul Golgota dove Gesù amò Dio con tutto il cuore (trafitto da una lancia), con tutta la sua testa (coronata di spine), con tutte le sue forze (mani e piedi inchiodati).

” E la 4° Cristo Risorto e vivo oggi nella Chiesa che ci dona il suo stesso Spirito che ci permette di obbedire a Dio secondo il cammino dell’Esodo, realizzando lo Shemà e aiutati della Chiesa che, come una Madre, ci insegna a digiunare, a pregare e a fare elemosina.
La Chiesa, facendo crescere il tuo Battesimo, ti insegna a combattere ed a vivere questo Shemà: cioè, ad amare Dio con tutto il tuo cuore, senza mormorare per le sofferenze di tutti i giorni; con tutta la tua anima, accettando tante volte di non capire e rischiando la tua vita; e con tutte le tue forze, ossia col tuo denaro e col tuo lavoro.
Cristo, ha steso le sue braccia sulla croce è morto per i miei e per i tuoi peccati ed ha fatto testamento in mio e tuo favore della vita che donava: ecco che, risorto dalla morte, io e te con Lui siamo risorti dalla morte; ecco che la sua Resurrezione ci giustifica ed è una luce, una tromba che annunzia che tu hai accesso gratuito a ricevere lo Spirito Santo. Per questo Cristo è morto ed è risorto. Per questo è salito nel cielo ed intercede per noi. Affinché nella Chiesa possiamo ricevere uno Spirito nuovo, uno Spirito che non è più soggetto alla morte, perché l’ ha vinta, perché è Risorto dalla morte, uno Spirito che ci rasserena, ci dona la pace, ci consola, ci testimonia che Dio è nostro Padre e di fronte alla Croce ci dice “non aver paura!”; insomma uno Spirito che ci fa vivere, oggi, più felici.
Quanta gente vive piena di sofferenze terribili, quanta gente vicina a noi soffre per la più piccola cosa! diventa isterica perché la vita non è come vorrebbe. Va dallo psichiatra per chiedere aiuto, perché le insegni ad accettare la propria vita e amare gli altri, perché si rende conto che dentro di sé non c’è amore. Tutta questa gente potrebbe essere più felice se sapesse che nella Chiesa l’attende un’eredità che le appartiene, uno Spirito che Cristo ha guadagnato per tutti, uno Spirito che è l’amore e con il quale farebbe meno fatica nella vita, amerebbe meglio la moglie, i figli, i compagni di lavoro, accetterebbe meglio se stessa. Ma non lo sanno! Dobbiamo annunciare a tutti gli uomini che esiste un’acqua dove chi si lava è risanato nel profondo! E quest’acqua non la possiamo separare dalla Pasqua da cui scaturisce come una fontana di vita nuova.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu