6 incontro - Ascensione

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6 incontro

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5/4/2014 – 6° INCONTRO MINISTRI DELLA COMUNIONE – DIACONO G. BRUNO


Il Ministero straordinario della Comunione scaturisce dalla carità apostolica della Chiesa verso gli anziani e i malati e dalla consapevolezza che la Chiesa è in Cristo tutta ministeriale e manifesta la sua diaconia attraverso la varietà dei ministeri ordinati, istituiti, riconosciuti e di fatto. A questo ministero riconosciuto possono accedere uomini e donne, perché partecipi del ‘sacerdozio comune dei fedeli’, che è partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo.

Il Ministro straordinario (= MS) esercita il suo ministero solo quando:
a. manchino il sacerdote, o il diacono, o l’accolito;
b. questi siano impediti a motivo di un altro ministero pastorale, per malattia e per età avanzata;
c. ci sia un grande numero di fedeli che debbano ricevere la Comunione.

Il mandato  può essere dato:
+ per una singola circostanza;
+ per un periodo di tempo definito.


Il mandato può essere revocato:
a. quando il MS si trovasse a vivere situazioni familiari e personali di grave disagio;
b. quando non partecipa agli incontri di formazione permanente o di aggiornamento;
c. per motivi che Vescovo e Parroco ritengano incompatibili con l’esercizio del ministero;
d. per trasferimento in altra diocesi.


Idoneità: il MS della Comunione deve distinguersi per la vita cristiana, fede, condotta, dovrà coltivare la pietà verso la SS. Eucaristia, essere di esempio agli altri fedeli con la sua devozione e rispetto verso il SS. Sacramento, partecipare fruttuosamente all’Eucaristia, godere della stima della comunità e non avere situazioni familiari di grave disagio.


Il MS presta il suo servizio o durante la S. Messa o fuori di essa.
+ Durante la S. Messa - Dopo lo scambio della pace, il MS si reca al tabernacolo, lo apre e, fatta la debita genuflessione, porta la pisside all’altare, ponendola sul corporale. Riceve poi la Comunione dal celebrante e lo aiuta nella distribuzione della Eucaristia. Al termine ripone la pisside nel tabernacolo, premettendo la genuflessione.  
+ In casa del malato, negli ospedali o nelle casa di cura. Preferibilmente la Domenica, il MS, al termine della S. Messa, porta la S. Comunione ai fratelli/sorelle infermi. Il MS é mandato dall’intera comunità, quasi a prolungare nelle case, ospedali ecc.. l’Eucaristia celebrata in parrocchia. Il MS ricordi che, a casa del malato o altrove, egli presta il servizio della Parola e del Sacramento e, quando occorra, anche il ministero della Carità.


Suggerimenti pratici:
a. Il MS porta il Corpo di Cristo in una teca decorosa o il Suo Sangue in un vaso ben chiuso (se l’infermo non è in grado di ricevere l’ostia) e custodisca le SS specie in una borsa, evitando ogni irriverenza, profanazione o pericolo.
b. Per strada abbia la mente ed il cuore in adorazione verso Cristo Eucaristico; mantenga un contegno semplice e raccolto; eviti di attaccare discorso con chiunque e limiti all’essenziale le risposte.
c. Se prevede che nella stanza dell’infermo non ci sia un tavolo preparato con una piccola tovaglia bianca dove poggiare la teca con il Santissimo, un crocifisso, due ceri accesi in segno di venerazione e di convito festivo e dei fiori, il MS porti con sé, per quanto è possibile, l’occorrente. Deponga sul tavolo il Santissimo e lo adori con i presenti.
d. Nel distribuire la Santa Comunione il MS osservi i riti prescritti, descritti più avanti.
e. La S. Comunione col preziosissimo Sangue sia data all’infermo con un cucchiaino.
f. I frammenti, dopo la S. Comunione, vengano raccolti con rispetto e deposti in un vasetto di acqua che si troverà sul tavolo preparato nella stanza dell’infermo. Se la S. Comunione è amministrata sotto la specie del Vino, il vaso usato allo scopo sia lavato con acqua, che  potrà essere bevuta da chiunque o versata in un luogo conveniente (vaso di fiori ecc.)
g. Il MS senta sempre il bisogno di procurare la crescita spirituale degli infermi, dei parenti o di coloro che li curano. Si consideri inviato dalla Chiesa per recar loro con l’Eucaristia, il più efficace sollievo spirituale e morale, e la forza di partecipare, con sempre più amore, alla passione redentrice di Cristo
h. Il digiuno eucaristico è ridotto ad un quarto d’ora circa per gli infermi e le persone addette alla loro cura.
i. Il MS, quando per mesi gli ammalati restano senza confessione, deve sospendere il ministero ed avvisare il Parroco o altro sacerdote, perché li visiti e confessi.

L’Istruzione Immensae caritatis concede la facoltà al MS di “cibarsi direttamente del pane del cielo” ma il MS, non deve mai autocomunicarsi durante la messa..


L’esposizione del SS. Sacramento: Il ministro ordinario è il presbitero o il diacono. In mancanza, l’accolito o il MS può esporre all’adorazione dei fedeli la SS Eucaristia e poi riporla nel tabernacolo senza dare la benedizione e senza usare l’incenso. Chi compie questo servizio  preparari  l’adorazione in modo che risulti una vera esperienza di preghiera e incontro con il Signore, tenendo conto anche dei tempi liturgici e lasciando il tempo al silenzio e all’adorazione individuale (cf. Il Culto eucaristico nn° 87-100).

RITO ORDINARIO DELLA S. COMUNIONE NELLA CASA DEL MALATO
a. Riti iniziali: Il MS avvisi la famiglia del malato  della sua venuta e inviti a preparare un luogo adeguato nella stanza dell’infermo dove deporre la teca del SS. Sacramento. Osservi attentamente che su di un tavolo si disponga una piccola tovaglia bianca sulla quale porre la teca con 2 candele accese accanto e dei fiori. Diversamente il MS porti con sé tutto l’occorrente. Dove tutto ciò non è possibile, il MS tenga la teca nelle proprie mani o riposta nell’astuccio appeso al collo.
Il saluto del MS è: Pace a questa casa.. senza l’aspersione con l’acqua. L’adorazione prevista, quando è possibile, va fatta in ginocchio. La formula da usare è a scelta tra le 3 proposte dal rito: La 1° è un’antichissima antifona che sintetizza l’Eucaristia come perpetuazione del Mistero Pasquale;  la 2° è tratta dalla S. Messa nella Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo ed è una sorta di supplica;  la 3° è un’antifona che, nell’adorazione del Corpo di Cristo, ricorda l’evento salvifico dall’Incarnazione (sono le stesse che si ritrovano nella S. Messa). Si preferisca la 1° che è più conosciuta.
Stando in piedi, il MS invita all’atto penitenziale con le parole del rito o altre parole simili. Il rispetto del silenzio è fondamentale per il riconoscimento dei peccati e anche negli altri momenti previsti non si trascuri questa realtà che dà spazio all’ascolto della voce di Dio. Solo in caso di urgenza, non dovuta a fretta del MS, si potrà tralasciare.


b. Liturgia della Parola:  Uno dei presenti o il MS legge uno dei brani proposti nel rito: 8 tratti da Gv., 1 da 1°Cor. e 1 da 1°Gv. Solo i primi 3 e 1°Cor  sono specificamente eucaristici, gli altri ripropongono il tema della intima comunione tra Cristo e i suoi fedeli. Nessuno tralasci mai la lettura della Parola di Dio, neanche per casi urgenti, tranne quando si adotti il Rito Breve previsto. Se le circostanze lo favoriscono, si può fare una vera e propria liturgia della Parola: 1 lettura, 1 salmo e 1 Vangelo, secondo i testi proposti nel Lezionario del "Sacramento dell’Unzione e cura degli infermi" o della liturgia del giorno. Segue sempre la preghiera dei fedeli, nella quale si preghi soprattutto per gli ammalati.


c. Riti di Comunione: Il MS invita con la formula proposta dal Rito ( o del Messale Romano o altre simili) a pregare con il Padre nostro, senza le braccia allargate, invitando invece al raccoglimento con le mani giunte.
Dopo il Padre nostro, il MS faccia la genuflessione, se ha deposto la teca sulla tovaglia, e poi ostenda il SS. Sacramento, recitando la formula. Si raccomanda profonda adorazione nel compiere questo gesto evitando qualsiasi movimento che non permetta la concentrazione e adorazione da parte dei presenti. Deposto nuovamente nella teca il SS. Sacramento, il MS si avvicina all’infermo per la S. Comunione. Non si sposti mai con il SS. Sacramento tra le dita. Nel caso della Comunione sotto la specie del vino usi un’apposita cannuccia o faccia assumere il Sangue di Cristo da un piccolo calice che va poi subito purificato dal MS. E’ bene che il MS faccia le abluzioni raccogliendo  eventuali frammenti del SS. Sacramento sulla tovaglia, deponendoli nella teca o consumandoli. Il MS porterà sempre con sé un manutergio, si pulirà le dita e eventualmente si laverà le mani in un apposito recipiente. Non tralasci mai la pausa del sacro silenzio dopo la S. Comunione, per dare l’opportunità all’infermo di un salvifico colloquio con il Signore.
Delle 14 orazioni proposte per dopo la Comunione il MS scelga la più adatta: Il n° elevato di possibilità ci invita ad uno studio per poterle scegliere a seconda delle esigenze e non del momentaneo gusto di variare. La 1°è da utilizzare quando si amministra la Comunione ad un infermo in grave sofferenza; la 2° quando la condizione e la fede dell’infermo permettono la comprensione che la S. Comunione è intima partecipazione al Mistero Pasquale di Cristo; la 3°, richiama all’unità della famiglia dei credenti ed è da utilizzare in rari casi; la 4°, richiama il vincolo della carità, a cui è chiamata la famiglia umana; la 5° e 6°, hanno prospettiva escatologica: mentre chiedono l’aiuto di Dio, invitano a sentirsi pellegrini sulla terra nella continua ricerca dei beni eterni. La sofferenza diventa così una preparazione alla vita eterna. La 7°,8° e 9° sono più appropriate per chi assiste i malati, dal momento che invocano i frutti della carità per imparare a servire i fratelli. La 10° e 11° invocano la novità della vita in una prospettiva pasquale. Le ultime tre sono proposte per il Tempo Pasquale e chiedono che gli effetti del Mistero Pasquale si compiano in coloro che si sono nutriti del Corpo del Redentore: libertà dal peccato, rinnovamento della vita, salvezza eterna.


RITO BREVE
si usa quando si deve distribuire la S. Comunione a più infermi degenti in vari ambienti e impossibilitati a partecipare al Rito Ordinario. In ospedali dove esiste la filodiffusione si può recitare il Rito Ordinario al microfono centrale, in Cappella o altro luogo, e poi usare il Rito Breve in ogni stanza dove sostano gli infermi, prima di amministrare il Sacramento. Non è consentito privare l’infermo del Rito Ordinario, quando le circostanze di vera urgenza e gravità non lo impongano. Nella stanza del malato va sempre detta l’antifona prevista dal Rito Breve, seguita dall’espressione Beati gli invitati ..., possibilmente detta una volta per tutti i presenti. E’ preferibile dire l’orazione conclusiva, scelta tra quelle proposte nel Rito Ordinario, in ogni stanza. Se ciò non è possibile, si può recitare in Cappella attraverso la filodiffusione o nell’ultima stanza a voce chiara ed elevata.


IL VIATICO
“In mancanza di un sacerdote, può recare il Viatico anche un diacono o altro fedele, qualora abbia ricevuto dal Vescovo,  l’autorizzazione a distribuire ai fedeli l’Eucaristia. In questo caso il diacono usi il rito stesso descritto nel Rituale, gli altri ricorrano al Rito di cui si servono abitualmente nel distribuire la Comunione, ma pronunzino la formula propria per l’amministrazione del Viatico, come la riporta il Rituale”(Praenotanda n° 29 del "Sacramento dell’Unzione degli infermi")

l. Riti Iniziali : Il MS tenga presente che sta recando il SS. Sacramento ad un infermo che si sta preparando al transito verso la Patria Celeste. Usi dunque tutta la carità possibile e le migliori parole per apportare speranza e serenità. La monizione, prevista dopo l’antifona iniziale, distingue questi riti iniziali da quelli del Rito Ordinario. Essa sottolinea soprattutto il significato della S. Comunione a chi vive il passaggio da questa vita al Padre.

2. Il Rito per amministrare il Viatico prevede sempre la Professione di fede e la Preghiera litanica.
La Professione di fede è posta in forma di triplice domanda, alla quale l’infermo e tutti i presenti rispondono Credo. Non venga mai tralasciato il gesto della professione di fede, nella quale vi è la salvezza eterna e con il quale si insegna ai i presenti che, grazie alla fede ricevuta al momento del Battesimo, siamo accolti tra le braccia del Padre.  
La Preghiera litanica si può tralasciare, quando l’infermo non abbia la forza di continuare. Ha comunque un grande valore per le invocazioni che innalza a Dio, affinché assista l’infermo e tutti coloro che gli sono vicino.

3. La formula del Viatico è molto semplice; va aggiunta, subito dopo aver amministrato il SS. Sacramento, l’espressione: E ti custodisca per la vita eterna. La formula non va ripetuta per la S. Comunione agli altri presenti accanto all’infermo.  L’orazione conclusiva può essere scelta solo tra le 3 proposte dal Rituale e va fatta dopo il raccomandato silenzio e le necessarie abluzioni. La 1° sottolinea la salvezza che deriva dalla fede in Cristo  e supplica la pace del Regno di Dio per l’infermo in esodo da questo mondo. La 2° presenta la salvezza eterna come affidata al sacramento che è il viatico alla vita eterna e liberazione da ogni timore. E’ molto indicata per la chiarezza e semplicità. La 3° è attinta dal Rito Ordinario per la Comunione agli infermi ed è di tipo generale. Da usare solo in casi particolari.
Il saluto di congedo va fatto come è prescritto, essendo specifico del Rito del Viatico.

LA COMUNIONE DEI CELIACI IN ITALIA - Comunicato dell'Uff.o Liturgico Nazionale della CEI del 18 ottobre 2001
1. Celiachia = intolleranza assoluta al glutine (sostanza contenuta nel frumento e in alcuni altri cereali). Il celiaco deve  astenersi dal mangiare alimenti che contengono del glutine, non esistendo farmaci curativi. Dunque il celiaco non può accostarsi alla Comunione in quanto le ostie sono prodotte con frumento e di conseguenza contengono glutine.
2. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha stabilito:

a) Condizioni di validità della materia:
- le ostie speciali nelle quali il glutine è completamente assente sono materia invalida per l'Eucaristia;
- sono invece materia valida le ostie nelle quali è presente la quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di materie estranee e purché il procedimento usato per la loro confezione non sia tale da snaturare la sostanza del pane.

b) Modalità di accostarsi alla comunione:
- l'Ordinario, accertata la presenza della patologia attraverso certificazione medica e verificato che il prodotto usato è conforme alla esigenze di cui sopra, può concedere ai celiaci di ricevere la Comunione con ostie a contenuto minimo di glutine, tale in ogni caso da non nuocere alla salute.


c) Nella celebrazione eucaristica si tengano presenti in particolare le seguenti precauzioni:
- per la preparazione delle ostie si raccomanda vivamente a chi predispone quanto è neces-sario per la ce- lebrazione di prendere in mano le ostie speciali per celiaci prima di prepa-rare le ostie normali; in caso contrario abbia cura di lavarsi precedentemente le mani;
- per la consacrazione le ostie siano poste in una pisside collocata tra i doni da portare all'al-tare, distinta dalle altre, chiusa, facilmente riconoscibile in modo tale da evitare ogni forma di contatto con le ostie comuni;
- per la distribuzione della comunione il ministro (sacerdote, diacono, ministro straordina-rio), prima di dare la comunione ai celiaci, abbia cura di lavarsi le mani se precedente-mente ha preso le altre ostie;
- si conservi nel tabernacolo una pisside chiusa e facilmente distinguibile contenente ostie speciali consacrate e destinate alla comunione fuori della Messa per celiaci ammalati e an-ziani.

d) Quando i fedeli, sono ammessi alla comunione sotto le due specie e nei casi in cui i celiaci accedono alla comunione al calice, il sacerdote celebrante o gli altri ministri osservino con diligenza le seguenti precauzioni:
- evitare di far comunicare il celiaco al calice nel quale è stata fatta la "immixtio" con un frammento del pane;
- consacrare il vino per la comunione dei celiaci in un calice distinto, coperto, nel quale non si farà la immixtio

e) In considerazione dei rilevanti risvolti teologici e pastorali del problema (validità della consacrazione e precauzioni da osservare nei confronti dei celiaci).


Nota informativa: Attualmente l'unico prodotto che rispetta i requisiti canonici e può perciò essere utilizzato per la comunione eucaristica dei celiaci risulta essere costituito da ostie confezionate con amido di frumento di tipo CEREST AR dalla Ditta Franz Hoch GmbH - Hostien und Oblatenfabrik, Postfach 1465 -D 63884 MILTENBERG AM MAIN (Germania). Tale prodotto consta essere importato in Italia dalle seguenti ditte:
Ditta "Arte Sacra" di Claudio Candotti, Via Treppo 10 - 33100 UDINE - Tel. 0432 502065
Ars Nova s.a.s. - Arte Sacra di Giacomo Gnutti, Via Tosio 1 - 25121 BRESCIA Tel. 030 3755124

LA SANTA COMUNIONE AGLI INFERMI DATA DAL MINISTRO STRAORDINARIO

l. RITO ORDINARIO

RITI INIZIALI
Il ministro, entrando dal malato, rivolge a lui e a tutti i presenti un fraterno saluto. Lo può fare con queste parole o altre simili:
Pace a questa casa e a quanti vi abitano.
Oppure:
La pace del Signore sia con voi.

Poi, deposto il Santissimo sulla mensa, lo adora insieme con i presenti. Lo può fare con la seguente antifona o con un'altra indicata in appendice, osservando però sempre un breve silenzio.
Grande e santo è il mistero che ci nutre di Cristo! La sua passione è annunziata, all'anima è data la vita di grazia e il pegno della gloria futura. (Alleluia).

Il ministro invita l'infermo e i presenti a fare l'ATTO PENITENZIALE:
Fratelli, riconosciamo i nostri peccati per esser degni di partecipare a questo santo rito insieme al nostro fratello infermo.

Si fa una breve pausa di silenzio.
1ª formula. Poi il ministro o uno dei presenti dice le invocazioni seguenti o altre simili:
Tu, che nel tuo mistero pasquale ci hai meritato la salvezza, Abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà.
Tu, che nelle nostre sofferenze rinnovi sempre le meraviglie della tua passione. Abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà.
Tu, che con la comunione al tuo Corpo ci rendi partecipi del tuo sacrificio, Abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà.
2ª formula. Poi tutti insieme fanno la confessione:
Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli che ho molto peccato in pensieri parole, opere e omissioni,
e, battendosi il petto, dicono:
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
E proseguono:
E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi, e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.
3ª formula. Poi il ministro dice:
V. Pietà di noi, Signore.
R. Contro di te abbiamo peccato.
V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
Il ministro conclude:
Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati, e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.

LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
A questo punto, secondo l'opportunità, uno dei presenti o lo stesso ministro può leggere un brano della sacra Scrittura, per esempio:
Gv 6, 54-55 Dice il Signore: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Si può leggere anche un altro testo (cfr. appendice). Secondo l'opportunità, si può fare una breve spiegazione del brano letto.


RITI DI COMUNIONE
Il ministro invita i presenti a recitare la preghiera del Signore, introducendola con queste parole o con altre simili:
E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera, che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.
E tutti insieme dicono:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti: come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Il ministro fa l'ostensione del santissimo Sacramento dicendo:
Beati gli invitati alla cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
L'infermo e gli altri che desiderano comunicarsi, dicono:
O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato.
Il ministro si accosta all'infermo e gli presenta il Sacramento, dicendo:
Il Corpo di Cristo.
L'infermo risponde:
Amen.
E riceve la Comunione.
Gli altri comunicandi ricevono il Sacramento nel modo solito. Terminata la distribuzione della Comunione, il ministro fa le necessarie
abluzioni.
Secondo l'opportunità si può sostare alquanto in sacro silenzio.
Poi il ministro dice l'orazione conclusiva:
Preghiamo.
O Dio, provvido rifugio dei sofferenti, manifesta nel nostro fratello (sorella) infermo/a la forza risanatrice del tuo Spirito
perché torni presto nella comunità ecclesiale a cantare le tue lodi. Per Cristo nostro Signore.
Altri testi di orazione sono riportati in appendice.
Quindi il ministro, invocando la benedizione di Dio e facendo su se stesso il segno di croce, dice:
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.
Oppure:
Ci benedica e ci custodisca il Signore onnipotente e misericordioso, Padre e Figlio e Spirito santo.
R. Amen.


2. RITO BREVE
Questo rito breve si può usare quando si deve distribuire la santa Comunione a più infermi degenti in diversi ambienti di una stessa casa,
come avviene, per esempio, in un ospedale o in una clinica. Il rito breve può essere eventualmente ampliato con l'aggiunta di elementi tratti
dal rito ordinario. Se ci, sono dei malati che vogliono confessarsi, il sacerdote, li ascolti e li assolva a tempo debito, prima di incominciare la distribuzione della Comunione. Il rito può aver inizio in chiesa o in una cappella o nella prima stanza.
Il ministro dice l'antifona seguente o un'altra, come, per esempio, è indicato in Appendice.
Grande e santo è il mistero che ci nutre di Cristo! La sua passione è annunziata, all'anima è data la vita di grazia e il pegno della gloria futura. (Alleluia).
Poi il ministro accompagnato, secondo l'opportunità, da qualcuno con un cero in mano, si avvicina agli infermi e dice una volta sola per tutti
gli infermi che si trovano nella stessa stanza o presso i singoli comunicandi:
Beati gli invitati alla cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
Ogni comunicando dice:
O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
E riceve la Comunione nel modo solito.
L'orazione conclusiva si può dire in chiesa o nella cappella o nell'ultima stanza.
Si tralascia la benedizione.
APPENDICE

ANTIFONE EUCARISTICHE

Ti lodiamo, Signore onnipotente, glorioso re di tutto l'universo. Ti benedicono gli angeli e gli arcangeli, ti lodano i profeti con gli Apostoli. Noi ti lodiamo, o Cristo, a te prostrati, che venisti a redimere i peccati. Noi ti invochiamo, o grande Redentore, che il Padre ci mandò come pastore. Tu sei il Figlio di Dio, tu il Messia che nacque dalla vergine Maria. Dal tuo prezioso sangue inebriati,
fa' che siam da ogni colpa liberati.
Oppure:
Adoriamo, o Cristo, il tuo Corpo glorioso, nato dalla vergine Maria; per noi hai voluto soffrire; per noi ti sei offerto vittima sulla croce e dal tuo fianco squarciato hai versato l'acqua e il sangue dei nostro riscatto. Sii nostro conforto nell'ultimo passaggio
e accoglici benigno nella casa del Padre: o Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù, Figlio di Maria
Oppure:
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola dei cielo nella gioia dei tuoi santi.
Oppure:
O Sacro convito, in cui Cristo è nostro cibo, si perpetua il memoriale della sua Pasqua, l’anima nostra è colmata di grazia, e ci è dato il pegno della gloria futura.

LETTURE DELLA PAROLA DI DIO

Gv 6, 54-55  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Oppure:
Gv 6, 54-58  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane, vivrà in eterno.
Oppure:
Gv 14, 6 Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Oppure:
Gv 14, 23 Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Oppure:
Gv 14, 27 Vi lascio la pace, vi dò la mia pace, non come la dà il mondo, io la dò a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Oppure:
Gv 15, 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Oppure:
Gv 15, 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Oppure:
I Cor 11, 26 Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
Oppure:
I Gv 4, 16 Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

ORAZIONI
Signore, Padre santo, la comunione la corpo del tuo Figlio protegga e conforti questo nostro fratello (sorella), gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito e sia per lui (lei) pegno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Oppure
La grazia del divino banchetto, certezza e germe di risurrezione e di gloria, possa alleviare, o Padre, le sofferenze di questo nostro fratello, e quando il tuo disegno d'amore sarà in lui compiuto fa' che ottenga la gioia della tua rivelazione dopo questo tempo di pena. Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
O Dio, concedi il conforto della speranza ai sofferenti che Cristo proclamò beati nel loro dolore e fa' che godano la gloria della felicità eterna con Gesù, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure:
O Dio misericordioso, salvezza eterna dei credenti, ascolta le preghiere che ti rivolgiamo per il nostro fratello infermo
perché possa con noi renderti grazie nella tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
Oppure (per il Tempo di Avvento):
Ci dia nuovo vigore, o Dio, la grazia di questo sacramento e ci aiuti a muovere incontro al Salvatore sulla via della giustizia
perché possiamo ricevere in premio alla fine la beatitudine eterna da Cristo, tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure (per il Tempo di Natale):
O Dio di misericordia, la celebrazione della nascita del Figlio tuo, che rinnoviamo con gioia, ci sia medicina prodigiosa di eterna salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Oppure (per il Tempo di Quaresima):
O Dio, Padre nostro, per la fede e l'amore che ci hanno portato a ricevere questi sacramenti, effondi sempre più largamente in noi
i benefici della tua redenzione e donaci di condividere la passione di Cristo per avere parte un giorno alla sua gloria di vincitore risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure (per il Tempo di Pasqua):
Dio Onnipotente, che ci hai rinnovato nella partecipazione ai misteri pasquali e hai cancellato in noi la somiglianza con l'antico Adamo, rendici ora più conformi all'immagine di colui che ci dona la vita. Per Cristo nostro Signore.

INTERCESSIONI

Cristo nella Cena pasquale ha donato il suo Corpo e il suo Sangue per la vita del mondo. Riuniti nella preghiera di lode, invochiamo il suo nome:
Cristo, pane del cielo, dà a noi la vita eterna.
Cristo, Figlio del Dio vivo, che ci hai comandato di celebrare l'eucaristia in tua memoria, fa' che vi partecipiamo sempre con fede e amore a beneficio di tutta la Chiesa.
Cristo, unico e sommo sacerdote, che hai affidato ai tuoi ministri i santi misteri, fa' che essi esprimano nella vita ciò che celebrano nel sacramento.
Cristo, che unisci in un sol corpo quanti si nutrono di uno stesso pane, accresci nella nostra comunità la concordia e la pace.
Cristo, che ci dai il farmaco dell'immortalità e il pegno della risurrezione, dona la salute agli infermi e il perdono ai peccatori.
Cristo, che ci dai la grazia di annunziare la tua morte e risurrezione fino al giorno della tua venuta, rendi partecipi della tua gloria i nostri fratelli defunti.

 
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