1 incontro - Ascensione

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1 incontro

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Dom 1/3/2014 ASCENSIONE AL PINO  - CORSO PER MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE

PREGHIERA INIZIALE

1. IL MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE
Il ministero straordinario della Comunione affidato a laici, uomini e donne, a molti è apparso una novità senza precedenti.  Ma non è così: già al tempo di S. Giustino si registrano casi di laici incaricati a portare la Comunione.  Fino al secolo quinto e oltre, i fedeli uomini e donne ebbero la facoltà di portare a casa il Corpo del Signore e di comunicarsi. Anche questa facoltà scomparve.  Ad alcuni laici veniva affidato il compito di recare il viatico ai moribondi. Tale ministero viene riscoperto e riproposto dalla Istruzione "Immensae caritatis" del 29 gennaio 1973.
* Affine all’Accolitato, questo servizio se ne differenzia però per il campo più ristretto per le circostanze eccezionali in cui può essere esercitato.
* E’ un incarico straordinario, non permanente, concesso in relazione a particolari e reali necessità di situazioni, di tempi e di persone.
* Ministro Straordinario della Comunione può essere tanto l’uomo quanto la donna. La possibilità di questo servizio è un gesto di squisita carità della Chiesa "perché non restino privi della luce e del conforto di questo Sacramento i fedeli che desiderano partecipare al banchetto eucaristico " e ai frutti del sacrificio di Cristo.
* Il bene spirituale e pastorale che proviene da questo ministero è considerevole sia per i singoli fedeli che per le case religiose, per gli ospedali,  per le case di cura e per gli ammalati nelle loro case.
* In circostanze straordinarie, dovute ad una particolare affluenza dei fedeli alla celebrazione eucaristica, in assenza di ministri ordinati (Presbiteri e Diaconi) o di ministri istituiti (Lettori ed Accoliti), è prevista la deputazione ad actum (Messale pag. 1046 ), cioè per quella sola circostanza di alcuni fedeli.
* In via ordinaria , invece, il mandato viene conferito dal Vescovo a fedeli presentati mediante domanda rivolta all’Ufficio Liturgico dal Parroco della propria parrocchia di residenza;
° ha durata triennale o massimo quinquennale;
° il rinnovo del mandato non è automatico, ma si richiede che il Ministro Straordinario abbia realmente vissuto il proprio ministero secondo le regole enunciate ed abbia frequentato i corsi di formazione;
° deve essere esercitato solo ed esclusivamente nell’ambito della Parrocchia di appartenenza ;
° si richiede che abbia ricevuto il Sacramento della Confermazione;
° che abbia compiuto i 25 anni e non superato i 60 anni;
° si richiede la frequenza ai Corsi di Formazione a livello diocesano e agli incontri programmati, onde consentire una particolare preparazione nel campo della  evangelizzazione, nei gruppi liturgici parrocchiali e nel settore della carità.

2. COMPITI AFFIDATI AL MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE
a) Distribuzione della Comunione durante la S. Messa, solo nell’ambito della Parrocchia in cui esercita il mandato, in occasione di una grande affluenza di fedeli alla Comunione  e in assenza di Presbiteri, Diaconi,  Accoliti.
b) Distribuzione della Comunione fuori della S. Messa:
° nelle case degli ammalati e degli anziani impediti di partecipare alla S. Messa (si raccomanda di non  "servire " un numero eccessivo di ammalati).

3. LA COMUNIONE AGLI AMMALATI
Il Ministro Straordinario prima di portare la Comunione agli ammalati si adopererà di portare gli ammalati all’Eucarestia, attenendosi a quanto stabilito dal Rito Liturgico e non ometta mai il riferimento alla Parola e al Vangelo del giorno.     
Quindi :
° far si che quanti sono costretti a letto - anziani e diversamente abili - di tanto in tanto partecipino alla S. Messa in Parrocchia, incontrando la comunità e divenendo parte integrante dell’assemblea domenicale;
° quando ciò non è possibile il Ministro Straordinario porterà la Comunione in casa degli ammalati. In questa seconda ipotesi il rapporto della Comunione con il Sacrificio Eucaristico e con la comunità risalta in tutta la sua evidenza se si è attenti a portare la Comunione ai malati soprattutto nei giorni festivi in continuità con la S. Messa, a prolungamento della celebrazione che vede riunita la comunità parrocchiale. Infatti come ricordano i nostri Vescovi, la Comunione ai malati in relazione con la S. Messa domenicale è un’espressione della presa di coscienza da parte della comunità che anche i fratelli costretti per ragioni di salute ad essere assenti sono incorporati in Cristo e una profonda esigenza di solidarietà li unisce alla Chiesa che celebra l’Eucarestia.
Il servizio del Ministro Straordinario che reca il duplice dono della Parola e della Comunione Eucaristica, se preparato e continuato nel dialogo di amicizia e di fraternità, diventa chiara testimonianza della delicata attenzione di Cristo che ha preso su di se le nostre infermità e i nostri dolori. Il ministero non si esaurisce nel portare la Comunione continua nella carità, visitando durante la settimana gli ammalati e gli anziani, sostenendoli nella sofferenza ed invitandoli a pregare sia da soli che con i familiari e le persone addette alla loro cura.

4. DISPOSIZIONI SPIRITUALI DEL MINISTRO STRAORDINARIO
° Continua la stessa missione di Cristo, Buon Samaritano;
° abbia la consapevolezza di essere inviato dalla Comunità e non agisce  a livello  personale;
° abbia uno spirito di sacrificio (tempo, dedizione, affezione, disponibilità specie nei giorni festivi );
° abbia amore per gli infermi e gli anziani;
° abbia amore verso l’Eucarestia;
° abbia un’attenzione pastorale che vada oltre il fatto di portare la Comunione (visite, attenzioni, assistenza sanitaria e qualche volta anche economica).

5. NORME DI CORRETTEZZA E GALATEO
° La teca contenente Gesù Eucarestia, negli spostamenti, venga portata con venerazione, non infilata in tasca tra chiavi ed altro ciarpame;
° negli spostamenti il Ministro sia raccolto in preghiera, non si fermi a parlare con nessuno,  vada direttamente dagli ammalati e non faccia tappe intermedie (la spesa od altro…);
° l’Eucarestia , se non consumata tutta , non venga assolutamente portata a casa ma al Tabernacolo , dove è stata presa;
° quando il ministro porta l’Eucarestia agli ammalati, vada vestito decorosamente, per rispetto a Gesù nell’Eucarestia e all’ammalato;
° il ministro abbia cura di lavarsi le mani e di non essere eccessivamente "agghindato ", da smalti, anelli o altro.  Una bella semplicità non guasta mai!
° Durante la Celebrazione Eucaristica è permesso ai soli uomini indossare la "tarcisiana " in quanto ministri adulti, poiché l’abito proprio del Ministro  Straordinario è quello " laicale ";
° si evitino assolutamente screzi e dissapori tra i ministri, relativi al proprio servizio, perchè, ciò squalifica il ministro e reca grave offesa a GESÙ COMUNIONE.  La spiritualità del Ministro Straordinario, quindi non può che essere eucaristica.  
Si sottolinea ancora la preziosità di questo ministero che fa da ponte tra la Comunità parrocchiale, gli ammalati e la famiglia, per cui si richiede che il Ministro Straordinario della Comunione partecipi ai ritiri, agli incontri, ai corsi di formazione che  l’Ufficio Liturgico e la Pastorale della Salute propongono annualmente.
PREHIERA FINALE – PADRE NOSTRO – PACE – BENEDIZIONE     
 (DIACONO GIUSEPPE BRUNO

1/3/2014  CAMMINO MINISTRI DELLA COMUNIONE – ALLEGATO DA MEDITARE - IL SERVO DI JAHVÈ! Is 53,3ss
Dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio Vaticano II (N 22)
   Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni e di subire la morte. Ma associato al mistero pasquale e assimilato alla morte di Cristo, andrà incontro alla risurrezione, confortato dalla speranza. Ciò non vale solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale.
  Per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte, che senza il suo vangelo sarebbe insopportabile. Cristo è risorto, distruggendo la morte con la sua morte, e ci ha donato la vita, perché, figli nel Figlio, esclamiamo nello Spirito: Abbà, Padre!

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IL CRISTIANESIMO È FONDAMENTALMENTE UNA “BUONA  NOTIZIA”, UN EVENTO STORICO CHE IRROMPE NELLA NOSTRA ESISTENZA, CAMBIANDOLA RADICALMENTE, E’ LA NOTIZIA CHE TUTTI GLI UOMINI STANNO ASPETTANDO E CHE TRASFORMERA’ COMPLETAMENTE LA VITA DI CHI L’ACCOGLIE.
QUESTA È LA “BUONA NOTIZIA”: Gesù, un uomo morto in croce, è ritornato alla vita e oggi è vivo, vivo per sempre in tutto il suo essere . Egli ha sconfitto la morte (“signora”, implacabile dominatrice di tutti); perciò adesso il “Signore” è lui. Ed essendo il Signore di tutti può salvare e portare con lui nel Regno eterno tutti quelli che con la fede si aggrappano a lui.
QUESTO “KERIGMA” e la catechesi hanno il potere di risvegliare la fede!  Nella Chiesa primitiva, quando un adulto voleva farsi cristiano, percorreva 3 fasi. La 1° era l’introduzione alla fede, nella quale si proclamava il Kerigma (Kerigma significa proclamazione, annuncio del mistero della salvezza); Il catechista in questa prima fase fa risuonare soprattutto la buona notizia del vangelo; Dopo la fase kerigmatica, che suscitava la fede, mettendo l’uomo di fronte all’evento della morte e risurrezione di Gesù, veniva la 2° fase, Didascalica o Catechetica, più profonda e lunga. Infine si aveva la 3° fase che è quella Omiletica. Oggi si fanno molte omelie ma manca molto la fase kerigmatica e la dimensione catechetica.
NELLA SCRITTURA CI SONO DUE FIGURE MISTERIOSE: IL SERVO DI JAHVÈ E IL FIGLIO DELL’UOMO. Gesù, nei Vangeli, quando gli domandavano chi era, diceva che era il Figlio dell’Uomo. Ma nei vangeli si dice anche che Lui è il Servo di Jahvè.  Servo che appare in Isaia 53, dove si parla di un Servo che soffre, disprezzato, rifiuto degli uomini, uomo dei dolori, davanti al quale ci si copre il volto. Il Servo sofferente: figura misteriosa, che i rabbini dell’epoca non capivano a chi si riferiva. Chi era questo servo? Era il popolo di Israele? Era un profeta? Il profeta Daniele ci parla invece di un Figlio d’Uomo che appare sulle nubi del cielo, su un carro tra i Cherubini, alla presenza di Dio. Appare una figura come Figlio dell’uomo, una figura escatologica. Queste due figure racchiudono il mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo.
Parlare del Servo di Jahvè significa parlare della misericordia del Padre mostrata nella Croce di Cristo. La gente spesso crede che se si comporta bene Dio li ama, se si comporta male Dio non li ama. Allora, siccome non ce la fa a lasciare il peccato con le sue sole forze, chiude il discorso con Dio perché pensa: se sono così cattivo Dio non mi può amare. Ma dice S. Paolo: Dio ci ha amato quando eravamo cattivi. E dice anche: A stento si trova uno che dia la vita per uno buono, forse si trova, ma dare la vita per un malvagio, per un assassino, per un lussurioso, un codardo, un mentitore, un malvagio, chi lo fa? Dice S. Paolo che Cristo, Servo di Jahvé, ha dato la vita per noi quando eravamo malvagi e peccatori.
Chi ti ha mai amato così? Nessuno! È un amore che non esiste in questo mondo. A colui che non si comporta bene, nessuno gli vuol bene. Se l’amico riceve uno sgarbo da te non ti guarda più. Normalmente noi scegliamo gli amici perché sono belli, intelligenti, simpatici o pieni di soldi. Invece se è antipatico, o brutto, o noioso e petulante, non gli vogliamo bene. Ecco perché tutti noi portiamo una maschera, dietro la quale nascondiamo la realtà, perché temiamo di essere rifiutati. Senza l’amore degli altri non possiamo vivere e perciò durante la nostra vita non facciamo altro che costruirci dei certificati di buona condotta.  Ad es. se a un non credente dici che è un superbo egli sicuramente si arrabbierà, si sentirà giudicato ecc. Se lo dicessimo a un cristiano, a Papa Francesco o a S Francesco d’Assisi: "Tu sei un superbo!" ci risponderebbero "Hai visto benissimo anzi, di più ecc…". Ma, allora, come fa San Francesco ad essere santo? Ha scoperto una cosa immensa: Dio è capace d’amare un superbo come lui e questo gli basta per ritornare a Dio e restare nel Suo amore misericordioso, infinito, crocifisso, che lo rigenera.
QUESTA È LA FEDE: credere fino in fondo che Dio è capace di amarti così! Se tu commetti un peccato, il demonio tenterà di mostrarti che nessuno può amarti, neppure Dio perché sei uno schifo. In quei momenti guarda la croce che mostra Cristo morto per te, che ha voluto prendere su di sé tutti i peccati per avere di tutti misericordia. Sulla Croce Gesù ha detto a Dio, Padre perdona Giuseppe, Cristiano ecc… perché non sanno quello che fanno! La croce ci ricorda che c’è un ponte, un sacerdozio che Cristo sta facendo costantemente per noi. Essa ti dice, che Cristo ti ama, sta dando la vita per te! Cristo ha preso su di sé i tuoi peccati, non ha resistito alla tua malvagità. Ha preso su di se il male di tutti, il rifiuto del popolo, l’orgoglio dei farisei, il menefreghismo di Pilato… I peccati di tutti sono caduti su di Lui, l’hanno crocifisso. Lui ha offerto la vita entrando nella sofferenza e nella morte, per te e per me, non resistendo al nostro male.
Tutti siamo peccatori. Santa Teresa d’Avila comincia il racconto della sua vita dicendo: "Io sono una grande peccatrice". Santa Caterina da Siena diceva: "Dio è, io non sono. Io sono niente più che il peccato". S. Teresa di Gesù diceva: "Quando una stanza è buia non si vede lo sporco. Ma se entra una luce fortissima si vede perfino la polvere del tavolo". Se lo Spirito di Cristo è in te, vedi chiaramente il tuo niente e l’amore grandissimo di Dio. Questo amore, che ha mostrato Dio in Cristo, è una novità enorme, mai si era visto sulla terra, è una Buona notizia. Cristo per averci amato così, Dio l’ha risuscitato e lo ha costituito Kirios. Lo ha elevato al di sopra di ogni potere. Kirios significa il Signore. Gli ha dato il nome più alto che esista sulla terra. La parola più alta che esiste sulla terra è Dio, e questo Cristo è Dio. Allora questo amore è la verità.
Guarda la croce: questa forma d’amore è la verità tu ami così? Oggi tu ami il malvagio? Perché amare i buoni, lo fanno tutti: ma "voi amate i vostri nemici"dice Gesù. E chi sono i "nemici"? Il nemico è chi ti vuole uccidere, ma il nemico ti può uccidere in molte forme. Tu la pensi in un modo, l’altro pensa esattamente il contrario, ti sta uccidendo, togliendo lo spazio alle tue idee. Tante volte il nemico è il tuo prossimo. Perfino tua moglie è tuo nemico, quando non ti permette di fare quello che tu vuoi e ti obbliga a morire a te stesso. O tuo marito, ti impone una cosa, ti fa una violenza, ti sta uccidendo, diventa  tuo nemico. Ebbene di fronte all’ingiustizia, al nemico, ci sono 2 atteggiamenti: quello di Barabba e quello di Gesù Cristo. La gente sceglie Barabba (uno Zelota, uno che con la violenza voleva fare giustizia e togliere di mezzo l’Impero Romano che opprimeva Israele). Di fronte a una ingiustizia rispondiamo come Barabba, cioè con la violenza. Tuo marito ti ha ferito, ti ha trattata male? gli metti il muso per giorni per dimostrargli che ti ha ferito. Non gli parli più quando mangi, sai che lo fa soffrire. Forse sai che a tuo marito gli è passata, ma a te no! Di notte a letto non ti tocchi! Anzi non dormi con lui. E domani anche: lo devi castigare, lo devi correggere, insegnarli che a te non ti si parla così. Perché a te non ti si può crocifiggere, perché tu non ti lasci crocifiggere da nessuno! Ma il cristiano è chiamato a scegliere Gesù: prendere su di se il peccato del marito e/o della moglie, distruggendolo nell’amore. Questa violenza ti mette in croce. E tu ami, in questa dimensione, nella dimensione della croce. Chi fa questo? Ci lasciamo crocifiggere offrendoci in un sacrifico, come ostia viva, il cui altare è la croce gradita a Dio, portando nel nostro corpo quello che manca alla passione di Cristo (come dice S Paolo)? Questo è l’a b c del cristianesimo. Questo ti scandalizza? Ti scandalizza il sermone della montagna, che è La nuova legge portata da Gesù? (Mosè al quadrato). Gesù dice: "Beati quelli che non si scandalizzano di me". Non capiamo? Ci sembra esagerato, impossibile da realizzare? E invece è come se il vangelo attendesse una generazione capace di attuarlo.
Quando nel Vangelo una cosa non si capisce, c’è una spiegazione, perché si possa capire e attuare.
Per es. dice Gesù: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente, ma io vi dico di non opporvi al malvagio". Tu dirai: ma come, devo lasciare che mi si faccia del male? Non capisco, è  assurdo! Ecco che allora c’è un chiarimento, con degli esempi concreti. E dice: "Se qualcuno ti percuote sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra".  Cristo dunque chiarisce: "Il male più grande che possono fare a te è l’offesa nell’onore". Jeremías, un esegeta, dice che per i semiti offendere nell’onore era chiamato colpire la guancia destra. Perché se ti voglio dare un pugno, o uno schiaffo normalmente colpisco con la mano destra e ti colpisco nella guancia sinistra. Per colpirlo con la mano destra nella guancia destra devo fare un altro gesto, un manrovescio. In tutte le culture semitiche questo è un gesto di disprezzo. Anche nel medioevo per sfidare a duello si faceva la stessa cosa. Anzi, per dimostrare che c’era un’offesa nell’onore da lavare con il sangue, si dava un manrovescio col guanto, per dire: "Mi fai così tanto schifo che non mi voglio macchiare" e col guanto si schiaffeggiava la guancia destra.  Allora Gesù dice: "Non opponete resistenza al male, al malvagio; se qualcuno ti percuote sulla guancia destra tu offrigli anche l’altra". Cioè proibisce ai suoi discepoli di lavare il proprio onore rispondendo al male col male. In una società come la nostra, che è basata sulla contestazione, non difendersi è assurdo, è uno scandalo.
La 2° forma di male è anche gravissima. Dice Gesù: "Se qualcuno ti chiama in giudizio per toglierti la tunica, dagli anche il mantello". Il mantello era l’unica cosa che avevano i poveri per dormire (proverbi: "Se tu hai preso il mantello a qualcuno come pegno, tu glielo darai per la notte"). È come se dicesse che se qualcuno ti vuol togliere la casa che hai al mare, tramite le leggi civili, non gli farai causa, gli darai questa e anche quella di città.
La 3° forma di male è quando ti derubano, vai a casa tua e trovi che ti hanno rubato tutto. "A chi prende del tuo, non lo reclamare". Sai chi è stato, ma "No richiederla, non la reclamare". E ancora: "E se qualcuno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui, due". La legge di allora, proibiva di far andare uno schiavo carico, più di un miglio perché lo potevi uccidere. Se qualcuno vi facesse un’ingiustizia sul lavoro, vi opprimesse, lasciatelo fare, anzi "fa due miglia con lui". "Da a chi domanda", a chiunque ti chieda. Anche se sono quelli che ti fanno del male, anche se è quello che viene a chiederti… ecc.
TUTTO CIÒ È ASSURDO? Questo è il servo di Jahvè, è l’amore misericordioso mostrato in Gesù Cristo. Perché siamo stati noi, che abbiamo fatto questo con Dio. Perché tu ed io abbiamo tolto a Dio l’onore, non Gli abbiamo dato l’onore che si meritava come Dio. A Dio si deve l’onore, l’amore e l’obbedienza e noi lo abbiamo percosso nella guancia destra, e anche nella sinistra, le spalle, la fronte, messo in Croce. E come Dio in Cristo mi ha risposto? Mi ha offerto l’altra guancia, si è lasciato uccidere. Noi abbiamo fatto causa a Dio di fronte alla morte di un bambino o alla croce della nostra vita e abbiamo detto: "Dio permette questo? O non è Dio o è un mostro!". Ci facciamo la nostra storia cercando il successo, la stima, l’appagamento. Questo ho fatto anche io, ma Dio ha risposto al male che gli ho fatto col bene, col perdono, resuscitando suo Figlio per me. E’ l’esperienza di questo amore di Dio verso di me peccatore che mi vince e mi converte a Lui. Hai sperimentato questo amore? Hai visto che questo amore è la vita? Va’ e fa’ tu lo stesso ti dice Gesù. Ecco il comandamento nuovo: Amatevi come io ho amato voi", in questo conosceranno tutti che siete miei discepoli. Perché non può amare così chi non ha Cristo in se. Qui sta il punto: chi ama così è discepolo di Cristo; in questo amore conosceranno che siete mie discepoli.
Ma manca una cosa importante. Perché se adesso io stasera vi dicessi solo questo "Ama il tuo nemico",  sarebbe una legge morale altissima, ma irraggiungibile. Lo può fare Cristo perché è Dio.  Mi risponderesti: "Figurati a me quando uno mi insulta io gli spacco la testa. È superiore a me". La cosa molto importante è che Cristo è risorto. Che significa questo? Tu sai perché non puoi amare il nemico? Perché tu non hai vinto la morte! Il nemico ti uccide, ti toglie la vita. Allora anche se porti il nome di cristiano e vai a Messa tutti i giorni, se ti appare la morte, nel figlio che non studia, nella figlia che va via di casa, in qualunque cosa, in situazioni, che ti fanno morire, non puoi fare a meno che lottare contro tutto ciò perché devi difendere la tua vita. Ma Cristo è venuto a vincere la morte. Dice la Lettera agli Ebrei (2,14): Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere e per paura della morte erano soggetti alla schiavitù del demonio per tutta la vita. Lui mediante la Sua morte e risurrezione ha distrutto la morte, liberando gli uomini dalla schiavitù dovuta alla paura della morte che abbiamo durante tutta la vita.
La morte è la conseguenza del peccato (a partire dal peccato originale) che ci separa da Dio autore e datore di vita,  ci chiude nel suo cerchio e ci schiavizza. Ma Cristo con la sua morte ha distrutto il peccato, e ci fa partecipare, mediante lo Spirito Santo, della sua vittoria sulla morte: se con Lui moriamo, con Lui risorgiamo. In che cosa si vedrà che la morte non ha più potere su di me? Se io amo al di là della morte: questo testimonia che in me abita Cristo risorto perché io da solo non potrei.
ALLORA LA BUONA NOVELLA CHE È STATA ANNUNCIATA A TUTTI È QUESTA: CRISTO È RISUSCITATO DALLA MORTE, TU PUOI RISUSCITARE A UNA NUOVA VITA, GRATIS. La fede è un dono gratuito, non è che tu devi cambiare, non è che tu devi fare degli sforzi. Convertirsi significa credere a questo: credere alla buona novella. Se tu credi che Cristo risorto è nei cieli e che intercede per te, sarai salvo, avrai il perdono e la pace.  Dio sa che il peccato non è una cosa buona, è morte, ti sta distruggendo, ti fa soffrire… Sai perché ti fa soffrire il peccato? Perché nel tuo cuore è seminato l’amore: cioè che tu come persona ti realizzi negli altri; che significa amare se non darsi? che significa egoismo, se non ego, io, io per primo, tu dopo. Io lo si scrive con una i, e tu con una croce. Per amare io devo uccidere il mio "io" e passare al tu. Ma questo vuol dire perdere la mia vita per l’altro ed io non posso uccidere il mio "io" perché ho paura della morte, il peccato regna nel mio corpo, e mi schiavizza. Non posso amare se Cristo non mi aiuta. Dice S. Paolo che noi abbiamo un’insoddisfazione grandissima, perché conosciamo il bene intellettualmente ma sperimentiamo con le nostra membra l’altra legge, che è fare ciò che non vogliamo. Questo che in fondo è un non essere quello che vorrei, produce in me una grande insoddisfazione, che non mi lascia essere felice. Noi siamo creati per essere felici ma la felicità viene non dallo stare con la pancia all’aria, ma dalla capacità di donare se stessi, di amare gli altri. Amare dà più felicità che l’essere amati.
Io vi annunzio questa buona notizia: Dio ha inviato il suo Figlio perché tu possa avere la pienezza della vita, la vita eterna, che inizia già ora qua e si prolunga per l’eternità! Perché tu possa amare. Se credi, hai fede, e ti converti a questo amore, questo avverrà. Mi dirai: ma come posso avere la fede? Con l’ascolto umile della parola e avvicinandoti ai Sacramenti. C’è bisogno di un convertitore, che è la Chiesa, e occorre pazienza, c’è una gradualità. Devi imparare ad essere umile. La cosa più difficile per Gesù Cristo era convincere tutti di essere sotto il peccato, anche S. Pietro, che si sentiva così bravo, che non lo avrebbe rinnegato mai. La risurrezione del Signore si presenta gratuita. Non l’ha guadagnata nessuno con belle opere o con la fedeltà a Cristo, perché di fronte alla croce sono spariti tutti. É la risurrezione del Signore che va a cercare ognuno degli apostoli e li trasformerà col Suo Spirito a Pentecoste. É la risurrezione del Signore che viene a cercare te e me per fare con noi una nuova Pentecoste.
Dio a Mosè sul Sinai ha detto una sola parola: "Io sono", che si divide in 10 parole, quelle che noi, con la nostra mentalità occidentale giuridica, chiamiamo i dieci comandamenti. Ma per gli israeliti sono dieci parole, deca-logos. Queste 10 parole, sono come un aprire una strada in mezzo alla morte, in mezzo al deserto verso la terra promessa. 10 parole di vita che stanno scritte nel cuore dell’uomo. Ma il popolo diventa idolatra (vitello d’oro) e Mosè rompe le tavole, ma Dio ha misericordia e li perdona. Il peccato del popolo e la misericordia di Dio appare in tutta le rivelazione. La parola misericordia è un termine latino. È il cuore che dimentica, che fa come se non fosse offeso. E’ una traduzione molto debole. In ebraico ha la radice stessa della parola "matrice" Rahamim, dove gesta la vita la donna (utero, viscere). Dire che Dio è misericordioso è dire che Dio rigenera il popolo di nuovo dentro le sue stesse viscere. La matrice di Dio rigenera il popolo. È quello che Gesù dice a Nicodemo che bisogna "rinascere di nuovo". Questo è entrare nell’esperienza della risurrezione, della conversione. In ebraico la conversione non è solo un cambio di mentalità, magari superficiale; è un cambio radicale, molecolare della persona umana. È un cambio che si fa nella Risurrezione, lo vuoi? VUOI LA VITTORIA SULLA MORTE E LA LIBERTA’ DEI FIGLI DI DIO? GESU’ L’HA CONQUISTATA PER TE ED E’ PRONTO A DONARTELE!

DOMANDE:
HA DETTO PAPA FRANCESCO: “Un cristiano che rimane fermo è ammalato, nella sua identità cristiana. Il cristiano è discepolo per camminare, per andare. ‘Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo’. Andate. Camminate. Ecco: un primo atteggiamento dell’identità cristiana è camminare, e camminare anche se ci sono difficoltà, andare oltre le difficoltà”.
Un secondo aspetto dell’identità del cristiano, ha proseguito, “è che il cristiano deve rimanere sempre agnello”, ci manda “come agnelli in mezzo ai lupi”. “Come agnelli… Non diventare lupi… Perché, a volte, la tentazione ci fa pensare: ‘Ma questo è difficile, questi lupi sono furbi e io sarò anche più furbo di loro, eh?’. Agnello. Non scemo, ma agnello. Agnello. Con l’astuzia cristiana, ma agnello sempre. Perché se tu sei agnello, Lui ti difende. Ma se tu ti senti forte come il lupo, Lui non ti difende, ti lascia solo, e i lupi ti mangeranno crudo".
Terzo aspetto di questa identità, ha detto, è lo “stile del cristiano” che è “la gioia”. I cristiani, ha affermato, “sono persone che esultano perché conoscono il Signore e portano il Signore. Non si può camminare come agnello senza gioia”. Anche “nei problemi, anche nelle difficoltà, anche nei propri sbagli e peccati – ha ribadito il Papa – c’è la gioia di Gesù che sempre perdona e aiuta”. “Non fanno un favore al Signore né alla Chiesa quei cristiani che hanno un tempo di adagio-lamentoso, che vivono sempre così, lamentandosi, di tutto, tristi… Questo non è lo stile del discepolo. Sant’Agostino dice ai cristiani: ‘Vai, vai avanti, canta e cammina!’. Con la gioia: è quello lo stile del cristiano. Annunciare il Vangelo con gioia. E il Signore fa tutto. Invece, la troppa tristezza, l’amarezza ci porta a vivere un cosiddetto cristianesimo senza Cristo: la Croce svuota i cristiani che sono davanti al Sepolcro piangendo, come la Maddalena, ma senza la gioia di aver trovato il Risorto”.


E TU SEI UN DISCEPOLO: CHE CAMMINA - CHE SI COMPORTA COME UN AGNELLO IN MEZZO AI LUPI - CHE, PUR SOTTO LA CROCE, PORTA IN SE LA GIOIA DI AVER INCONTRATO IL RISORTO?


 
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