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Mikulas Rachlik nasce a Praga nel 1943 da una famiglia filocomunista della borghesia colta boema. Ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Praga, si diploma nel 1968: anni durante i quali, sebbene il dogma del realismo socialista sia ancora dominante, già si stanno formando “focolai di rinascita”, indirizzati verso una manifestazione artistica più libera.
Tutta la prima fase dell’opera di Rachlik ( il periodo praghese, 1963 – 1968) rivela l’ adesione a quella corrente che si riconduce alla storia della pittura -
Nel settembre 1968, quando, naufragata la grande speranza della Primavera di Praga, il processo di normalizza¬zione torna a chiudere l'orizzonte, l’artista lascia il suo Paese per rifugiarsi a Firenze. Se la produzione artistica di Rachlik, immediatamente successiva al suo espatrio, conserva ancora il segno del periodo ceco, durante la sua permanenza a Milano (1970-
Il rientro a Firenze di Rachlik (1976-
Nel 1988 Rachlik trasferisce il suo atelier in loft di Prato, città che l’apertura del Museo di Arte Contemporanea Luigi Pecci, diretto da Amnon Barzel, aveva trasformato in un interessante polo artistico. Scelta che consente a Rachlik di lavorare su formati di grandi dimensioni. Nascono così i cicli delle Porte -
Nascono così anche i cartoni delle vetrate della chiesa dell’Ascensione di Prato, un’opera monumentale che si sviluppa per 150 metri quadrati e si avvale di una tecnica insolita in grado di riprodurre col vetro l’ effetto pittorico. Dal 2000, Mikulas Rachlik , attratto dal fascino che da sempre esercitano su di lui gli etruschi, trasferisce studio e abitazione a Vejano, nell’Etruria Meridionale.