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One-phone, il telefono unico coreano 17 agosto 2004
Cellulare e fisso avranno un solo numero in Corea. E in Italia? Ecco tutte le soluzioni più o meno artigianali a portata di mano degli utenti
La notizia è di qualche giorno fa, ma è stata decisamente sottovalutata. L'operatore telefonico coreano KT ha lanciato un servizio convergente tra telefonia fissa e telefonia mobile denominato "One-phone". Di cosa si tratta? È presto detto: gli utenti potranno ricevere tutte le chiamate in un unico dispositivo, indipendentemente da dove si trovano. Le chiamate che arrivano su linea fissa saranno automaticamente dirottate sul cellulare quando l'utente non è in casa. I servizi su linea fissa e linea mobile continueranno comunque a essere fatturati separatamente.

Perché una notizia così banale è tanto importante? Per due motivi: primo,perché intorno alla convergenza tra fisso e mobile gira un sacco di quattrini; secondo,perché in Italia si sta combattendo una guerra senza esclusioni di colpi per arrivare alla sua realizzazione. E qui viene il bello. Chiariamolo subito: da noi non esiste niente di identico a "One-phone" ma qualcosa che, per un verso o per un altro, gli assomiglia da vicino certamente sì. Il problema non è assolutamente tecnico, bensì normativo, come ha ricordato lo stesso a.d. di Wind Tommaso Pompei in una intervista a "Corriere Economia": «Il piano nazionale di numerazione non prevede numeri unici per il fisso e per il mobile. Ci si arriverà, ma il percorso non sarà semplice». E allora, come procede il Belpaese verso la agognata convergenza? In molti modi, tutti interessanti. Si va da una convergenza gestionale-amministrativa, a una tecnologica, virtuale e semi-numerica.

Tipico esempio, il 155.it di Wind che offre servizi unificati sia per clienti mobili che per quelli fissi. Altra convergenza, di natura tecnologica, è quella offerta da Telecom Italia: il recente "videotelefonone" è un telefono domestico che permette di fare videochiamate su normale linea analogica come un cellulare di terza generazione. Non è tutto: la stessa Telecom ha lanciato un cordless che permette di inviare sms e mms sempre dal telefono di casa. Conclusione: con il telefono di casa, in Italia, si possono fare molte cose che si fanno con un cellulare di ultima generazione, meno che passeggiare liberamente in città. Colpa della mancata "convergenza numerica", cioè dell'esistenza di un numero unico per utente, indipendentemente dall'apparecchio fisso o mobile utilizzato. Questo almeno sostiene la maggioranza dei commentatori. Ma è davvero così?

Forse no. Esistono da tempo alcune interessanti soluzioni convergenti ("numericamente" parlando), basta saperle cercare e naturalmente usare. In primo luogo, molti telefonini permettono di deviare le telefonate in ingresso a proprio piacimento: se non si è raggiungibili, se non si risponde entro un certo numero di squilli ecc... Alcuni cellulari permettono inoltre di impostare una sorta di black list: se la chiamata proviene da un certo numero allora il telefono si comporta in una maniera ben precisa (respinge la chiamata, l'accetta, la devia). Utilizzare il cellulare come un centralino virtuale per smistare le telefonate a proprio piacimento (su un altro mobile, su un fisso, in segreteria) può essere un primo sistema artigianale per avere un numero unico. Costi a parte, naturalmente, e con la scomodità di doverlo impostare di volta in volta.

Ma non è tutto. Esiste un altro metodo per ottenere lo stesso risultato: la logica è la stessa, la tecnologia no. Si tratta del Voip, cioè del traffico voce veicolato attraverso internet. Come rilevato da "Internet News", i prodotti lanciati in Italia nelle ultime settimane sono strabilianti. L'utente paga un canone e riceve un numero di telefono (o mantiene l'attuale grazie alla number portability), un telefono Voip e l'accesso a un portale di servizi. Chiunque può chiamare "quel" numero di telefono, da rete fissa e mobile, senza accorgersi di nulla. L'utente risponderà con il suo telefono Voip a meno che non si stabiliscano dal telefono stesso o dal portale associato particolari regole di chiamata. Tipo: se non si risponde la chiamata viene inoltrata al cellulare; oppure: se proviene da particolari numeri può essere bloccata e così via, in maniera del tutto simile a quanto descritto poc'anzi.

Il numero Voip si può utilizzare ovunque, quasi fosse un telefono cellulare. Se ci si trova in una camera d'albergo in Svizzera e si vuole usare il proprio numero di telefono Voip non c'è problema. Basterà entrare nel portale internet dedicato, inserire come numero in ingresso quello della camera d'albergo, poi il numero del destinatario da chiamare e il sistema farà tutto da solo: il telefono di camera squillerà e partirà contemporaneamente la chiamata al destinatario che è stato indicato. Che fra l'altro non si accorgerà di nulla.

Il numero unico è altra cosa si obietterà. In parte è vero: averne uno per tutte le chiamate, senza troppe complicazioni tecnologiche per l'utente, è tutta un'altra storia. Però, in mancanza di meglio, si fa quel che si può. È il caso di Tim che, secondo indiscrezioni giornalistiche, ha preso carta e penna e ha scritto al ministero delle Comunicazioni chiedendo di noleggiare un bel po' di numeri telefonici: 90 milioni per l'esattezza. Tutti molto preziosi perché iniziano con il "3" e continuano con lo zero. È l'uovo di colombo. Una famiglia con numero domestico 06-222222 potrebbe avere dalla Tim il numero di cellulare 306-222222, cioè lo stesso numero con l'aggiunta del "3" che quindi diverrebbe una sorta di codice di "mobilità". Con buona pace del mercato e della concorrenza. Ancora la vicenda è in alto mare, ma di sicuro se ne parlerà a lungo.

Per concludere, una considerazione: come e quando si realizzerà questa convergenza, nessuno lo sa con certezza. Di certo c'è che tutti ne parlano come la svolta della comunicazione dei prossimi anni. Qualcuno anni fa, in tempi non sospetti, ne intuì le potenzialità. Non sono in molti adesso a ricordarselo.

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