Nasce a Siena la prima etichetta musicale universitaria: lancerà sul mercato la musica composta dai propri studenti
Qualche anno fa ha stupito con l'istituzione di un carnet di eventi culturali di grande portata, dedicato esclusivamente ai propri iscritti; poi, con la prima radio universitaria gestita interamente da studenti. Adesso, non contenta del successo ottenuto, l'Università di Siena rilancia con un progetto davvero all'avanguadia: all'interno dell'ateneo toscano è nata infatti la prima etichetta musicale universitaria (EMU).
Con EMU per la prima volta in Italia un'università scende a confrontarsi sul mercato discografico attraverso un'etichetta autonoma, che mira a produrre buona musica. «La musica andrà al mercato, quello vero - ha affermato in una recente intervista Maurizio Boldrini, direttore del centro comunicazione e marketing d'ateneo che di queste innovazioni è un po' l'artefice -. Ogni disco sarà programmato nelle radio e distribuito nei negozi, non rimarrà entro le mura senesi. Il progetto ha un respiro italiano, aperto ad altri atenei».
Per capire la portata dell'innovazione proposta a Siena, basti pensare che alla Siae non esistevano moduli che potessero fare al caso loro. «Mai prima d'ora - ha ricordato Monica Granchi che ha seguito il progetto - c'era stato un caso di questo genere. La Siae non aveva i moduli adeguati ad accogliere la richiesta di licenza da parte di un'università. Solo grazie alla lungimiranza del dottor Di Franco e alla nostra determinazione, siamo riusciti ad arrivare fino in fondo, facendo anche comprendere come le università in questi anni siano cambiate, soprattutto attraverso l'autonomia».
Emu non è rimasta con le mani in mano: da un lato ha già prodotto un primo cd, del gruppo "Dedalo", intitolato "Foglie d'ira". Dall'altro affronterà per la prima volta il brivido del "live" grazie alla manifestazione Arezzo Wave,dal cui palco si esibirà appunto la band composta da studenti ed ex-studenti dell'ateneo senese.
L'Università di Siena è riuscita così a dimonstrare ancora una volta che grazie all'autonomia e alla buona volontà è possibile creare strutture e progetti che da un lato coinvolgono gli studenti ma dall'altro riescono a trasmettere loro competenze molto specifiche, che non possono essere apprese stando soltanto seduti sui banchi di scuola.
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