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L'onda d'urto di S.Giovanni
01 maggio 2004
Mezzo milione in piazza per l'evento del Primo Maggio
Piazza S.Giovanni, Roma - Sarà perché è tradizione. Sarà perché c'è buona musica. Sarà perché c'è tanta gente. Fatto sta che anche quest'anno Piazza S.Giovanni è stata presa d'assalto da un oceano sterminato di persone accorse per il tradizionale concerto del Primo Maggio. Mezzo milione di persone, secondo gli organizzatori, hanno ballato, bevuto, cantato e fumato fin dalle prime ore dell''alba. Non sono bastati gli scioperi aerei per fermare chi, ad ogni costo, aveva deciso di esserci. Qualcuno ha sfidato addirittura il mare per questo: «Siamo partiti ieri sera in nave da Cagliari e siamo arrivati questa mattina a Civitavecchia» ci conferma un gruppo di sardi che sventola a turno una gigantesca bandiera dei quattro mori. La bandiera stride un po' con il tema europeista della giornata, fa niente: «Prima siamo sardi, poi italiani. Andiamo fieri delle nostre origini» ripetono in coro prima di riprendere a ballare.

A mezzogiorno la piazza è già colma. E pensare che il concerto inizia molte ore dopo. Ognuno si attrezza come può: qualcuno si fa un panino, qualche altro dorme per terra, qualche altro ancora si rolla una canna. Poco più in là ci sono Carabinieri e Polizia: possibile siano tutti raffreddati? Pare di sì: nessuno sente odore di marijuana. Non ci sono incidenti in piazza e questo è l'importante. Alle quattro del pomeriggio salgono tutti: Bisio sul palco, la gente sulla luna. Un'onda d'urto violentissima investe il mattatore di Zelig quando dà il via allo show. Ride e scherza come fosse in teatro: di teatri ne ha circa cinquecento davanti a lui, chissà se li ha contati. La Pfm apre le danze. Molte persone in piazza hanno i capelli bianchi: di certo sono loro fan. È il turno del Piotta: l'ex supercafone tenta un restiling, canta "Chi non lavora, non fa l'amore" la piazza lo segue ma il meglio deve ancora venire. Arrivano i Verdena, poi Ruggeri che omaggia De André. Quando la Bandabardò sale sul palco succede il finimondo: "attenzio, concentrazio ritmo e..." canta la folla impazzita. In coppia con Paola Turci dedica una canzone a Sofri, prima di cedere il palco ai Modena City Rambles. Bisio non si fa sfuggire l'occasione e canta insieme a loro e al pubblico "O bella ciao". «Vediamo se mi tagliano», deve aver pensato. Niente da fare, tutto procede liscio come l'olio contriariamente alla più losche premesse.

Finalmente il capellone più pazzo d'Italia inizia a cantare e saltare sul palco: "Sono fuori dal tunnell..." urla a squarciagola Caparezza. «Beato lui», pensano i ragazzi che hanno bevuto troppo, soccorsi dalla Croce Rossa e dai volontari. L'allegria contagia un po' tutti. Un militare cerca di trattenersi ma quando i Modena City Rambles cantano "Bella ciao" crolla miseramente: corpo immobile, batte il piede a terra e muove la bocca. Un bambino, che non avrà neppure due anni, è vestito da uomo ragno: balla salta e gioca a suon di musica. Chissà che devono avergli raccontato i genitori per portarlo qui. Un handicappato, non avendo altro modo per festeggiare, accende le frecce della sua carrozzina al ritmo di "Cento passi". Finisce la prima parte del concerto ma non la voglia di divertirsi. Dopo un'ora che sembra un'eternità si torna a suonare. Sale sul palco il rapper in voga del momento, Frankie Hi-Nrg con "Rap lamento", "Anima nera" cantanta con Pacifico, "Fight da faida". Il pubblico tira fuori anche l'anima, la piazza esplode.

È l'ora dell'omaggio a De Andrè: la Pfm canta "La canzone di Marinella" e "Il pescatore", Bisio esegue "La canzone del maggio" e "Il suonatore Jones". La piazza canta a scuarciagola le famose canzoni del poeta genovese. Le bandiere rosse sventolano in ogni angolo di S.Giovanni. Questo non è solo un concerto, è qualcosa di più. Lo sanno tutti anche se qualcuno a volte finge di dimenticarlo. Il grande circo continua fino a notte fonda. Il vero vincitore è uno solo: il mattatore che l'ha condotto dall'inizio alla fine. Teatri o stadi per lui non c'è differenza: la folla lo ama. Un motivo ci deve pur essere. Forse è semplicemente molto bravo: basta vederlo all'opera per convincersi che è proprio così.

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Alessandro Gennari
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