£ G R E P P I A I T A L I A £ ...in giro c'è grossa crisi... |
OGGI AD AVANE
Travaglio contro Berlusconi e per un’altra politica
17/02/2010
Di F. Allegri
Oggi pomeriggio trasmetteremo in diretta Streaming da Avane l’incontro con Marco Travaglio organizzato da Arci, Libertà e Giustizia Toscana e il Comitato in Difesa della Costituzione.
Colgo l’occasione per riflettere su un video di Travaglio del 14 dicembre 2009 titolato “Il più amato dagli italiani” e anche sulla tentata aggressione a Berlusconi che si verificò in quei giorni.
In quel video Travaglio sostenne che il capo del governo era stato aggredito da uno squilibrato che aveva approfittato dell’imprudenza dovuta alla voglia del bagno di folla di Berlusconi.
Dopo questa premessa Travaglio puntualizzò: “Berlusconi va sconfitto alle urne!”.
L’idea di Travaglio era espressa chiaramente e lui si fece pietoso ricordando l’immagine di Berlusconi ferito: “…. E’ stato un atto di violenza, la vista di una persona con la faccia fracassata e insanguinata è una vista, per quanto mi riguarda e spero anche per voi, disgustosa e preoccupante, non c’entra niente quello che si pensa del Presidente del Consiglio, non è quella la fine politica che gli può augurare una persona sana di mente e, una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne, che Berlusconi venga processato e, se ha commesso dei reati, condannato e se viene condannato che sconti la pena, ma non è quella faccia insanguinata e devastata l’approdo che qualcuno deve cercare”.
Nei primi giorni Travaglio non dette credito ai dubbiosi, anzi li criticò e anche per me è sufficiente la presenza dell’attentatore nella piazza come elemento decisivo. L’eventuale accertamento delle lesioni è un tema che accerteranno i tribunali. Non mi soffermo sulla parte che riguardava la difesa di Annozero e i mezzi di informazione dell’opposizione: questo potrebbe essere un tema del corso della serata! Io faccio parte della newsletter della trasmissione che seguo di rado e credo che la miglior difesa di quel programma siano gli indici di ascolto e il numero dei lettori dei giornali.
Non dimentico che soprattutto Travaglio e Santoro furono criticati in modo duro e ingiusto dal parlamentare della PDL Cicchitto, ma constato oggi che i liberi informatori sono più forti e agguerriti di prima e me ne compiaccio. Montanelli avrebbe detto, vieni avanti Cicchitto e i suoi allievi non sono da meno, forse Montanelli non avrebbe ipotizzato eventuali conseguenze elettorali o di governabilità legate all’aggressione! Per qualche giorno l’ho pensato anche io, ma dopo ho optato per la debolezza e la divisione delle varie opposizioni interne ed esterne tutte non interessate a un voto politico anticipato.
Il pensiero di Travaglio su Berlusconi è facile da sintetizzare, lo fece lui stesso nello scritto che analizzo: “Berlusconi è un signore che sta distruggendo la democrazia in Italia, Berlusconi è un signore che ha avuto rapporti con la mafia, Berlusconi è un signore che ha avuto pesanti storie di corruzione giudiziaria e non, è un signore che, nella sua vita, ne ha combinate di tutti i colori e che, mentre gli tiravano quell’oggetto in faccia, aveva appena smesso di insultare tutti i poteri di controllo che ci sono nella democrazia o in quel poco che resta della democrazia italiana”.
Credo che anche stasera Travaglio ci dirà concetti simili. Travaglio esagera? In parte, io devo constatare anche il tanto rumore per nulla se è vero che Berlusconi ha 73 anni e fa politica da 15. Ho già scritto che io ho lo stesso pensiero del professor Sartori e preferisco criticare il capo del governo per il suo disinteresse verso le riforme in generale.
Secondo Travaglio Berlusconi va cacciato dalle istituzioni al più presto; bisogna ristabilire la democrazia e la legalità al più presto. Avrei gradito questa frase ad aprile del 1994 oggi mi suona distorta e legata a democrazie virtuali che non esistono nel mondo. Il ragionamento m’appare tardivo (non per colpa sua) e voglio puntualizzare che dietro a Berlusconi c’è la maggioranza elettorale, conservatrice, cattolica e socialista: un monolite che merita e sostiene questo politico e il suo governo. Quando Travaglio dice che si può odiare Berlusconi, non mette in luce il ragionamento che io ho appena fatto sul sostegno naturale per questo tipo di politica. Qui il mio sostegno e la mia ammirazione per Travaglio si fanno critici: per me Berlusconi vinse quando lo fece per mancanza di avversari o per la loro complicità. Ripenso spesso ad Agnelli quando disse: “Se vince Berlusconi, vinciamo tutti! Se perde, solo lui sarà sconfitto”:
Per queste ragioni sorvolo sul Berlusconi provocatore e sul suo modo di conquistare le copertine dei suoi giornali, io credo che lui sia solo un sintomo della nostra democrazia malata e non il virus.
Lui vinse perché tutti i nostri pensieri politici crollarono sotto le macerie del muro di Berlino e di quello delle tangenti che provocarono una voglia di novità che Occhetto e la sinistra non saziarono. Per chi votava DC, PSI o i laici, Berlusconi è oro colato. Si accontentavano di votare Gava o Nicolazzi oggi hanno l’impresario di comici e veline! Un bel guaio, ma non il principale. E ora godiamoci Travaglio anzi no, preoccupiamoci con lui anche se i timori che Marco ebbe in quel video mi sembrano superati. Abbiamo il governicchio di sempre e la crisi in avvicinamento e (per quel che vale) la violenza verbale mi sembra diminuita in queste settimane.
Nella fine del video Travaglio tornò a parlare di opposizione, spero che si occupi anche di questo tema perché esso è il vero interrogativo di questi giorni: dopo le regionali avremo il solito governicchio o il nostro paese sarà in balia della crisi? Continuiamo a rifletterci ascoltando Travaglio.
Nell’attesa mi sono riletto anche uno scritto, sempre del 14 dicembre sul quotidiano La Stampa di Mario Calabresi, il figlio del commissario Calabresi che fu effettivamente ucciso dopo una vera campagna d’odio negli anni settanta. Calabresi figlio ci dice: “Ci sono momenti in cui bisognerebbe abolire due parole: ‘ma’ e ‘però’. L’aggressione di un uomo, in questo caso di un primo ministro, è uno di quelli. Di fronte alla violenza non possono essere accettate subordinate, ammiccamenti o tantomeno giustificazioni. Il giorno che la politica italiana tutta lo avrà compreso fino in fondo, allora sarà davvero matura. Il volto ferito e pieno di sangue di Silvio Berlusconi non può che lasciare sgomenti, non riesco ad immaginare una persona seria o che ami definirsi democratica e perbene che possa avere una reazione diversa. Se invece la prima cosa che passa in testa è pensare che se la sia cercata o meritata, allora siamo entrati in uno spazio in cui la dialettica politica è degenerata”.
Il pezzo sviluppa questo ragionamento, io mi limito a constatare che un paese diviso fra pochi gruppi politici impreparati ad affrontare la crisi avrà più difficoltà a superarla. Dall’altro lato constato che certe divisioni sono apparenti, sotto i tavoli si media e le rabbie della gente spesso sono alimentate ad arte. Servono politiche! Io concordo con Calabresi quando dice: “Si può pensare che il presidente del Consiglio sia inadatto a governare, essere convinti che le sue esternazioni contro gli altri poteri dello Stato così come contro gli organi di garanzia siano allarmanti e sbagliate, essere preoccupati per quelle leggi ‘ad personam’ che rischiano di peggiorare lo stato della giustizia italiana, ma niente di tutto ciò può giustificare la violenza. C’è una linea che in democrazia non si può passare, un discrimine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è a cui non si può derogare”. Le mie citazioni di Calabresi finiscono qui. La parte finale e successiva dello scritto di Calabresi mi sembra secondaria, questo era il concetto chiave e io non so se fosse necessario ribadirlo, ma ho ritenuto importante farlo e adesso si può andare ad Avane.
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