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...è davvero un magna magna...

SAGGIO BREVE

Un’igienista mentale per l’Italia tra la seconda guerra di Libia e i 150 anni di buoni propositi

22/03/2010

Di F. Allegri

Ecco il terzo pezzo sul disastro libico sperando che non avvengano altri colpi di scena come ogni volta che io provo a fare il punto della situazione!

Io non avrei mai pensato che il 2011 sarebbe stato l’anno della seconda guerra di Libia, ma sapevo e ho scritto tante volte che sarebbe stato l’anno della crisi italiana.

Avevo anche detto che questa crisi sarebbe partita tra marzo e aprile e ho indovinato anche questo.

Io credo che questa guerra sia stata programmata da mesi e ci collego due particolari fenomeni: DA UN LATO LA SCOPERTA DEI BAGORDI DEL NOSTRO PRESIDENTE “APPARENTE” DEL CONSIGLIO DALL’ALTRO QUESTA FESTA TUTTA ISTITUZIONALE, FORMALE E VECCHIA DEI 150 ANNI ITALICI.

Per tutto questo vi dico che l’’Italia ha già perso la sua guerra di Libia e che non aveva nulla da festeggiare, ma tanto, tantissimo lavoro civile e sociale da fare.

Nel corso dello scritto argomenterò il concetto, del resto l’ho già fatto in tanti altri.

In giro si vedono due numeri - 1861 2011 – ma quelli più appropriati per parlare di questa guerra sono 1911 – 2011.

E’ accaduto tutto in 48 ore e la gente stenta a fare mente locale!

Sì, cari amici siamo tornati alle guerre imperialiste nel centenario della ricorrenza del fenomeno, ma stavolta non siamo protagonisti di lotte eroiche, siamo tornati l’Italia descritta dai grandi poeti, Carducci e Pascoli in occasioni simili, sotto l’alto patrocinio di ONU e NATO s’intende!

IN OGNI CASO NON È INIZIATA UNA GUERRA CONTRO IL DITTATORE GHEDDAFI DOVUTA ALLA DIFFUSIONE NEL MONDO DI UN SENTIMENTO UMANITARIO E NON SI PUÒ NEMMENO DIFENDERE UN DITTATORE ECCENTRICO CHE ASSILLA UN PAESE RICCHISSIMO DALLA FINE DEGLI ANNI SESSANTA.

Io so che delle dittature para colonialiste imperversavano fino a pochi mesi fa in Egitto, Libia e Tunisia e sono contento che due regimi su tre siano caduti in modo “quasi” incruento.

NE RESTANO ANCORA TANTISSIME!

Nel “quasi” non dimentico i pochi caduti e includo il fatto che la fine di tali regimi è dovuta anche alla crisi economica mondiale che ha anche implicazioni demografiche (sovra-popolazione) e petrolifere.

Questa guerra di Libia non è più una guerra “incivile” e non è una piccola punizione del dittatore birichino, ma a me non pare destinata a concludersi in pochi giorni. Lo stesso obbiettivo del crollo di quel regime è accessorio.

IL PRIMO OBBIETTIVO È QUELLO DEL CONTROLLO DEL PREZZO DEL PETROLIO E SI ELIMINA UN FORNITORE PER UN PO’ DI TEMPO: IL TRACOLLO GIAPPONESE CHE AVRÀ DURATA MINIMA QUINQUENNALE HA ACCELERATO GLI EVENTI.

LA DISTRUZIONE DELLA LIBIA SUSCITA PERCIÒ TANTI APPETITI!

Io non sto scrivendo un pezzo di relazioni internazionali, mi interessano di più le questioni economiche e per questo preferisco guardare al rapporto economico privilegiato che l’Italia aveva fino al mese scorso con la sua ex colonia.

Noi eravamo il primo acquirente delle esportazioni e anche il primo fornitore della Libia.

Il 40% delle esportazioni libiche erano destinate all’Italia (superavamo l’astenuta tedesca di 30 punti) e la Libia riceveva da noi quasi il 20% delle sue importazioni (quasi il doppio di quello che comprava dalla Cina).

LA LIBIA DIPENDEVA DALL’ITALIA A LIVELLO COMMERCIALE MENTRE NOI AVEVAMO CON LORO UN RAPPORTO STRATEGICO.

Ora posso cominciare a parlare del petrolio libico.

Questo è tanto (massimo di riserve in africa) e buono (poco acido e i pozzi non sono in profondità nella crosta terrestre).

La Libia era anche un fornitore vicino, questo comportava l’incidenza minima delle spese di trasporto!

COME VIVRÀ NEL 2011 L’ITALIA SENZA LA LIBIA?

La prima parola da dire è una sigla ENI.

Questa ditta che è il fiore all’occhiello della nostra economia (e anche un bel contenitore di patrocinati per la nostra casta) estraeva il 15% del suo petrolio in quel paese: per il 2011 siamo a un -15%, di conseguenza!

Nel 2010 sono arrivati anche 9 milioni di metri cubi di gas dalla Libia e i nostri contratti con quel paese avrebbero una durata residua di altri 30 anni (alcuni) o di 40 (altri). Soltanto, va aggiunto!

Anzi, se rammento bene erano stati ribaditi l’altro ieri.

Sto parlando di guerra energia ed economia, per chi si fosse perso!

Proseguiamo: avevamo tutti gli appalti relativi alla costruzione d’infrastrutture in quel paese (con tanta retorica a complemento).

Infine la Libia investiva in Italia, molto negli ultimi anni e per questo anno non lo farà: essa aveva partecipazioni (tra gli altri) in: ENI, FIAT, Unicredit, Finmeccanica, eccetera, eccetera, eccetera.

Auguro alle nostre imprese di non avere carenze di capitali nei prossimi mesi …..

Passiamo ad un punto importante che ho trascurato:

LA LIBIA ERA UN PRODUTTORE DI PETROLIO PARTICOLARE, NON AVEVA RAPPORTI ECONOMICI PRIVILEGIATI CON GLI USA E CON LE COMPAGNIE ENERGETICHE ANGLOSASSONI, FRANCESI O ASIATICHE.

Questo va detto senza esultare per i trattati italo –libici firmati da Berlusconi negli ultimi anni e derivati da trattative lunghe molti anni. Uno era anche un trattato di alleanza, almeno fino a gennaio!

SIAMO ARRIVATI ALLA POLITICA ITALIANA E DOBBIAMO COMMENTARE COME I NOSTRI MINISTRI E IL NOSTRO GOVERNO HANNO PREPARATO LA GUERRA.

Noi abbiamo festeggiato tra allegria, noia e ipocrisia poi abbiamo messo Ferrara al supplemento del TG delle 20:00. Ecco questo è stato l’unico provvedimento pre – bellico, poco, non nulla. Ho visto la trasmissione lunedì sera, per la prima volta, roba da addetto stampa ministeriale (tra esteri e difesa), non mi aspettavo di più.

La Lega è divenuta un soggetto del teatro di Pirandello e mostra i limiti che aveva il PCI 30 anni fa: è partito di lotta e di governo, soprattutto vorrebbe fare affari e procacciare voti.

In questo contesto il ministro Larussa è stato più dirigente del dicastero degli esteri e di quello per i rapporti con la lega che il responsabile della Difesa e dell’attacco.

Come sempre, nessuno sa dove fosse Frattini, cosa abbia detto, a che serva e chi rappresenti? Fino a qualche giorno fa ipotizzava l’Emirato di Bengasi …..

In generale il nostro governo non è stato chiaro, forse indeciso e ondeggiante, nulla oltre la burocrazia di centro destra del presidente della repubblica.

Berlusconi aveva il cerotto dove non poteva stare ….. e qualche storico dirà che avevamo il governo del cerotto alla vigilia della seconda guerra di Libia.

Il capo del governo non ha detto nulla ed è stato evidente (ancora una volta) che lui non si occupa del governo quotidiano della cosa pubblica, come sempre e da sempre.

Noi italiani non siamo stati vicino al governo libico e nemmeno agli insorti, ci ha interessato solo il gasdotto e le pompe del petrolio e anche questo si è visto abbastanza bene.

ANCHE IN QUESTO SETTORE L’ITALIA HA GIÀ PERDUTO LA SUA CAMPAGNA DI LIBIA.

Anche il voltafaccia con la Libia fa parte dei festeggiamenti?

Fin qui non arrivo, io lo uso come ammonimento personale per ricordarmi chi siamo e da dove veniamo nei secoli dei secoli e ho meditato molto gli scritti del professor Nappini della raccolta “L’italiano educato dallo straniero invasore”.

In queste sere sono uscito, sono stato nei locali, ho girato per Facebook. Ho incontrato pochissima paura e tanta indifferenza. Qualcuno teme di più lo tsunami del Giappone e la sua fuga radioattiva dalla centrale nucleare.

La guerra è lontanissima dalla coscienza della gente del centro e del nord Italia: forse qualcuno crede che si combatta al Polo Sud.

Ci vorranno anni per riavere una Libia ricca e commerciante e in quel periodo dovremo condividere quel mercato con inglesi e francesi.

Qui finisce l’imperio economico sul mediterraneo dell’Italia, del resto tanti non sapevano di esercitarlo!

Mai visto un governo tanto impotente quanto quello italiano, un governo da nulla diviso e in affanno davanti all’imperialismo inglese e francese perché di questo si tratta e non di salvare Bengasi dalle orde dei barbari.

Abbiamo un governo debolissimo e senza principi, un vaso di coccio tra vasi di ferro e Berlusconi è muto e in posa per fare le foto e il buon viso a cattivo gioco.

Si può parlare di totale insignificanza politica e militare italiana? Aspettiamo qualche altro giorno, ma l’ipotesi non è da scartare per prima.

Mancano anche i pacifisti, si spera arrivino nei prossimi giorni: vedremo se sabato 26 qualcuno parlerà di acqua e pace tanto per perdere qualche altro voto!

Qualcuno si chiederà perché nel titolo ho parlato dell’igienista mentale?

Ho trovato questa singolare figura in uno scritto del blog di Corrias, Gomez, Travaglio del 3 novembre 2010 e pubblicato anche dal Il Fatto Quotidiano che s’intitolava per l'appunto “L'igienista mentale”.

Pare che tale professione sia stata inventata da un giornalista radiofonico mentre commentava un articolo del Times sulla consigliera regionale del PDL Nicole Minetti il quale presentò la signorina come “l’igienista mentale di Berlusconi”.

Io credo che ognuno di noi avrebbe bisogno di un’igienista mentale, ma non proprio come la signorina. Ci vorrebbe un formatore alla politica per ogni italiano, uno che sgombrasse il campo dai tanti luoghi comuni e dalle tante falsità che offendono le nostre intelligenze e anche le nostre stupidità.

Questa volta la propaganda ha una caratteristica diversa dalle altre esperienze passate. Stavolta certe sciocchezze di giornali e televisioni faranno male ai portafogli di tanti italiani specie se vivono in città e hanno un lavoro dipendente a reddito fisso.

Anche nello scritto che ho citato sopra c’è l’idea che un’igienista mentale servirebbe a tanta gente, ma io sostengo qui che esso servirebbe a tutti, non solo al PDL: abbiamo la guerra alle porte e noi abbiamo giocato a bandierine fino a 2 giorni prima!

Si è trattato di un gioco molto teatrale, e qui invito i lettori ad applicare all’Italia l’antropologia di Clifford Geertz e non idee liberali o marxiste, sono incapaci di spiegare fenomeni simili.

Di sicuro non avremo nulla da festeggiare per qualche anno!

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