£  G R E P P I A   I T A L I A  £

...è davvero un magna magna...

SAGGIO BREVE

Costituzioni formali, rigide, materiali e soprattutto apparenti.

29/01/2011

Di F. Allegri

Oggi commento un pezzo particolare del blog di Corrias, Gomez e Travaglio: si tratta di quello del 18 settembre 2010 che riporta uno scritto di due giorni prima e centrato su un’intervista sulla costituzione al costituzionalista Gustavo Zagrebelsky.

Il tema che non condivido è lo SVUOTAMENTO DELLA COSTITUZIONE.

Quando mai è stata piena?

Dove vanno a finire 20 di dibattiti sulla riforma costituzionale?

Questo scritto mi permette di ricordarmi la CONTINUITÀ FORTE che si realizzò dopo la seconda guerra mondiale tra il mondo conservatore (che era stato fascista per 20 anni e monarchico da sempre) e la Democrazia Cristiana la quale eleggeva una classe dirigente democratica e liberale con il voto di quelli che avevano votato per la monarchia e volevano difendere le loro robe e le loro terre o case dai fantasmi rossi o dal fisco.

Questa DC fu il protagonista PREVALENTE alla costituente e successivamente dominò in modo INCONTRASTATO PER 15 ANNI la politica quotidiana centellinando l’attuazione delle parti innovative o presunte tali della costituzione: c’è chi sostiene che nemmeno oggi ci sia un’attuazione completa del testo del 1948!

Io ho un’idea diversa che prende le mosse da un movimento che dai tempi della commissione Bozzi lavora alla riforma di questa costituzione che non è un documento sacro, MA UN COMPROMESSO POLITICO E PARTITICO DI IDEE E FORZE SUPERATE DALLA STORIA E DALLA REALTÀ POLITICA.

Fatta questa premessa vado ad esplorare l’intervista di Travaglio incentrata sui temi del federalismo, della legge elettorale, delle norme ad personam della questione morale e del sistema fiscale.

La prima domanda di Travaglio al fiero difensore della costituzione fu la seguente: QUAL È LO STATO DI SALUTE DELLA CARTA OGGI?

La risposta del costituzionalista gira intorno allo strano concetto di costituzione materiale che tempo fa affrontò anche il professor Nappini. Tale concetto appartiene al nostro diritto, ma soprattutto alla nostra cultura deformata. Nei paesi civilizzati la costituzione è solo certa, breve e detta le norme fondamentali! Nessuno distinguerebbe mai la costituzione francese o americana in formale e materiale!

Nessuno svuota la costituzione, questa è applicata parzialmente da sempre e quindi è (in parte corposa) sottoposta ai capricci del governo del momento, oltre ai formalismi di maniera.

Al contrario ho trovato interessante e condivisibile il discorso sull’articolo 54 della costituzione sull’etica pubblica dei nostri rappresentanti e sulla valorizzazione dei principi della disciplina e dell’onore. Queste constatazioni sono attualissime in questi giorni, ma io non scordo di dire che tale articolo è disapplicato sin dalla notte dei tempi e aggiungo che la situazione è tale perché è impossibile sanzionare gli atteggiamenti opposti dei potenti e dei potentati.

LA VITA PUBBLICA ITALIANA È INDECENTE PERCHÉ È INSUFFICIENTE IL LIVELLO DI CITTADINANZA PUBBLICA E ANCHE QUELLA ATTIVA!

Negli ultimi anni riscontro uno strano frutto velonoso anche lui derivato dal Berlusconismo e dalla pubblicità politica: posso definirlo con il nome di conservatorismo costituzionale ed esso infetta mortalmente tutte le sinistre e ultimamente anche una parte dell’IDV.

In questo scritto Gustavo Zagrebelsky dice: “…. PER CUI SONO DELL’IDEA CHE OGGI NON SI TRATTI TANTO DI DIFENDERE LA COSTITUZIONE, MA DI RIPRISTINARLA: È UN COMPITO MOLTO PIÙ IMPEGNATIVO PERCHÉ OGGI IL 90 PER CENTO DELLE NOSTRE FORZE POLITICHE IN PARLAMENTO VOGLIONO CAMBIARLA. PERÒ NON BASTA VOLERLA CAMBIARE: BISOGNEREBBE ESSERE D’ACCORDO SUL COME CAMBIARLA, E LÌ SI CREA IL BLOCCO. QUESTO LE DÀ UNA GRANDE FORZA: LA COSTITUZIONE COME DOCUMENTO FORMALE È IMPORTANTE CHE RESTI, PERCHÉ È PUR SEMPRE UN PUNTO DI RIFERIMENTO IDEALE, IN BASE AL QUALE SI POSSONO CONDURRE DETERMINATE BATTAGLIE CIVILI. MA L’OGGETTO DELLE BATTAGLIE NON È IL TESTO COSTITUZIONALE, MA LA REALTÀ COSTITUZIONALE, L’ETHOS, I PRINCÌPI CHE LA COSTITUZIONE INDICA. IL PUNTO PRINCIPALE È LA CONCEZIONE DELLA DEMOCRAZIA”.

Dal suo punto di vista il costituzionalista ha delle ragioni giuridiche, ma alla fine della constatazione si contraddice e dimostra di non capire il problema del rapporto tra atto giuridico e forze politiche. Non siamo davanti al rovesciamento della democrazia, siamo davanti a concezioni diverse della stessa e soprattutto sono evoluti gli interessi dei potentati grandi e piccoli, il resto l’ha fatto il crollo e la fine del comunismo. Solo le forze politiche reali possono sostenere una costituzione o magari aggiornarla, qui siamo al conflitto tra maggioranze e norme fondanti: in una parola è il labirinto. Il resto lo peggiora lo squallore delle cronache.

Trovo più condivisibili le riflessioni sulla legge elettorali, ma ci siamo ricordati che questa fa parte della costituzione dopo la stagione di Mani Pulite e dei referenda di Segni.

Quando gli italiani credettero ai vaneggiamenti di Mario Segni solo pochi di noi (e io tra loro) difendemmo il proporzionale e solo un vecchissimo Pietro Ingrao ricordò che cambiare la legge elettorale significava cambiare la “costituzione materiale”.

Al tempo questo concetto aveva ancora un senso!

SE QUESTI MORALISTI DELL’ULTIMISSIMA ORA NON AVESSERO INVENTATO L’UNINOMINALE L’ITALIA SAREBBE STATA MIGLIORE, probabilmente non ci sarebbe stato il Berlusconismo e la crescita di questa burocrazia dei signori del deficit e dei manipolatori della partecipazione! In ogni caso, questo non è il momento per tornare a parlare di riforme elettorali.

Sottoscrivo in pieno la parte dedicata alle leggi ad personam, dallo scudo penale al processo breve che andrebbe chiamato “processo vano o morto”! Se ricordo bene anche Nicola Gratteri usò tale definizione quando venne ad Empoli.

Mi interessa anche la parte successiva sull’impotenza della corte costituzionale davanti a tali leggi. Qui dico che le vere forze deboli sono la politica, la società e la cultura italiana. Sono indebolite da 30 anni di pubblicità politica, economica e sociale importata dagli USA e peggiorata in loco.

Trovo molto sbagliata la seguente constatazione: “SE AVESSERO PREVISTO QUESTA CLASSE POLITICA,FORSE I COSTITUENTI AVREBBERO AGGIUNTO QUALCHE PREMESSA ALLA COSTITUZIONE...

L’ho già detto: Ogni ragionamento deve partire dal fatto che i politici dominanti di oggi non hanno reali legami con tali costituenti che lavorarono in un momento eccezionale e con idee in gran parte sepolte sotto le macerie del muro di Berlino! Delle tante strane idee ne è sopravvissuta solo una che, per fortuna, nel 1948 non entrò nella costituzione, ma appartiene a quel periodo: IL BIPOLARISMO.

I falsi riformatori e i falsi moralisti cercano di introdurlo oggi con sessanta anni di ritardo e come se fosse un’innovazione, qui rimando a quanto dice Ralph Nader anche sui concetti correlati di destra e di sinistra negli ultimi pezzi che ho tradotto.

La parte centrale dell’intervista è quella che preferisco.

Inizia dove si dice: “LA TELEVISIONE UNICA DEL PADRONE UNICO HA IMPOSTO AL PAESE UNA SERIE DI PAROLE E DI SLOGAN MALATI: per esempio, quello secondo cui ‘LE RIFORME SONO BUONE PURCHÉ CONDIVISE’.

Condivido la prima frase, ma l’esempio è sbagliato. Sono altre le tragedie del signore dell’elettrodomestico, questa sarebbe una dichiarazione di principio buona per ogni riforma costituzionale. Chiaramente tale principio riguarda al massimo due parti della costituzione: QUELLA DELLE REGOLE DEL GIOCO e QUELLA DELL’0RGANIZZAZIONE DELLO STATO. Di conseguenza tale principio non va riferito al federalismo fiscale che potrebbe essere varie cose e al momento è ancora nulla!

Successivamente Zagrebelsky si sofferma sul concetto di “corruzione delle parole” e fa vari esempi alcuni interessanti, altri meno come quello sulla leggenda della progressività delle imposte!

Il migliore è quello sulla parola federalismo e io mi limito a ricordarmi che non sono federalista, non lo sono in Italia, lo sono sempre meno in Europa!

Al momento non temo e non vedo la balcanizzazione dell’Italia, io so che gli sprechi sono ovunque, ma al sud si sprecano i soldi del nord e questa è stata la sola legittimazione del leghismo. Un principio egoista, senza dubbio, ma non falso.

Alla fine Zagrebelsky medita su un libro scritto da S. Lodato e dal giudice Scarpinato e conclude che la nostra Costituzione fu qualcosa di buono e anche di estraneo alla mediocre cultura italiana del periodo; condivide il concetto che fu “…. UNA CAMICIA DI FORZA CALATA DALL’ALTO SULLE CULTURE AUTORITARIE CHE DOMINANO DA SEMPRE NELLE CLASSI DIRIGENTI ITALIANE, INFATTI, NON APPENA TORNÒ IL PRINCIPE,COMINCIÒ A PICCONARNE I VALORI FONDANTI. NON A CASO, DA 15 ANNI, IL CENTRODESTRA E IL CENTROSINISTRA, AL DI LÀ DI QUELLO CHE DICONO DI VOLTA IN VOLTA SECONDO LE CONVENIENZE DEL MOMENTO, SONO ENTRAMBI ALLERGICI ALLA COSTITUZIONE. A COMINCIARE DALL’ARTICOLO 3 SULL’EGUAGLIANZA, DALL’ARTICOLO 11 SULLA GUERRA, DALL’ARTICOLO 21 SULLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, PER NON PARLARE DELL’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA. SONO 15 ANNI CHE PARTITI DI DESTRA E SINISTRA TENTANO DI CAMBIARE LA COSTITUZIONE PER ATTRIBUIRE MAGGIORI POTERI ALLA POLITICA E SMONTARE GLI ORGANI DI CONTROLLO”.

Qui si dice il vero, ma andrebbe fatto senza rinnegare chiaramente gli anni del riformismo della costituzione, va bene ricordare il Craxismo la Bicamerale e il berlusconismo, il costituzionalista si lamenta anche per il fatto che nessun partito ha preso in mano la bandiera della difesa della Costituzione, ma una costituzione vecchia e superata non può ringiovanire o ritrovare il vigore che non ha mai avuto. Io sono per riformare la costituzione e perché lo facciano tutte le forze politiche. Non devono farlo ora, ma non appena sarà possibile anche se ci fosse ancora Berlusconi (speriamo di no!).

E non militerei mai nel “partito della costituzione”, non serve e non può esistere! Basterebbe un’opinione pubblica, costituzionale e quotidiana, ma per questo ci vorrebbero fonti di informazioni indipendenti.

Si torna sempre lì, nel salotto della politica mediata attraverso un elettrodomestico.

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