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...è davvero un magna magna...

Surrealismo anti berlusconiano

10/03/2010

Di F. Allegri

Oggi commenterò uno scritto particolare e molto debole del blog di Corrias, Gomez, Travaglio.

Si tratta di uno scritto del 27 ottobre 2010 che fu pubblicato anche da Il Fatto Quotidiano e che si intitolò “Balla che ti passa”.

Non lo posso definire il manifesto dell’anti berlusconismo, ma io ci vedo le illusioni e le pie speranze di chi è fermo al 1996 e non riesce a rendersene conto!

Il pezzo cominciò così: “Al posto di B. cominceremmo seriamente a preoccuparci. Da qualche settimana stanno crollando l'una dopo l’altra tutte le fondamenta del suo strepitoso successo: le balle”.

Prima di passare ai dettagli, va constatato che questo non era vero!

Travaglio ha esagerato la forza di Fini e della sua parte di ex AN e sottovalutato il suo avversario di sempre. Come si vede un doppio errore, tragico ma non grave.

La parola “fondamenta” è interessante.

Travaglio sostenne in questo scritto che il successo di B. poggiasse sulle balle o sulle bugie.

Non è verò!

Come si può ignorare il lavoro para culturale continuo di un sistema televisivo che è frutto del lavoro del presidente del consiglio?

Come si può ignorare il lavoro politico che era stato fatto dalla DC e dal PSI fino al 1994?

Come si può ignorare l’interesse legittimo di milioni di elettori legati ai ceti medi e alti?

Come si può ignorare una classe economica e sociale che gestisce la vita pubblica economica e sociale di tutti noi?

Io trovo solo una parola che con qualche approssimazione risponde a tutto: “Dilettantismo!”

Ma non va bene!

Non è dilettantismo, tra gli avversari di B. ci sono menti raffinate e professionisti che conoscono il loro mestiere.

Mi faccio un’altra domanda: “Perché viene diffuso un anti berlusconismo così dozzinale, pacchiano e inconcludente?”.

Ho trovato due risposte:

1) temono e ammirano il sistema di pseudo informazione berlusconiano;

2) si vuole alimentare i cattivi sentimenti di persone che manifestano il loro anti berlusconismo basandolo su ragioni più serie e più legate alla dura vita di tutti giorni. Chiedono pane e ricevono pastine amare.

Ora si può andare a guardare queste bugie più o meno presunte. Leggo con voi: “Nel dorato mondo berlusconiano, le bugie hanno sempre avuto gambe lunghissime. Ultimamente invece durano lo spazio di un mattino. Anche perché lui stesso, complice l’arteriosclerosi, contribuisce a strozzarle sul nascere, nella culla. Non riesce più a coordinarsi con se stesso. Aveva appena convinto i suoi fans che non è lui a volere lo scudo Alfano, ma i suoi alleati che glielo impongono a sua insaputa. Intanto che ti fa? Rilascia un’intervista per il nuovo (si fa per dire) libro (si fa per dire) di Vespa e dice l’esatto contrario: lo scudo ‘è indispensabile contro certi pm’, quindi è lui che lo vuole”.

MI SI DICE, B. VUOLE LO SCUDO LEGALE.

No, lui ha decine di avvocati e sicuramente qualcuno di loro gli avrà detto che non ha nulla da temere dalle inchieste in corso in Italia, oltre gli arresti domiciliari non si va e non sono probabili nemmeno quelli!

Fa piacere a molti un bel dibattito sullo scudo per gli eletti o su riforme della giustizia che riguardano aspetti e problemi marginali …..

Proseguiamo saltando qualche rigo dove Travaglio spiega bene gli effetti minuti di certi progetti di legge, magari manca di dire che B. non ha una formazione giuridica, lui ha fatto case, quartieri poi ha venduto spot pubblicitari, programmi TV e infine di tutto anche la rappresentanza politica.

Salto anche la parte dove si dice che Fini e Pontone non hanno commesso reati a Montecarlo, qui concordo e la notizia l’ho anticipata in molti scritti nelle passate settimane. Registro solo che il caso Montecarlo si è chiuso a fine ottobre, ma i curiosoni italiani non l’hanno saputo!

Mi fermo al punto dedicato all’Afganistan e riporto: “Crollano miseramente le balle sulla ‘missione di pace’, quella degli italiani - brava -gente che sbarcano in Iraq e in Afghanistan per costruire ponti, scuole, ospedali, piantare fiori, innaffiare le aiuole, baciare bambini: sparavano anche i nostri, persino contro le ambulanze e, ogni tanto, qualcuno rispondeva al fuoco (ci vuole un certo impegno per riuscire a sparare sulla Croce rossa). Chiamasi guerra, non pace”.

Io condivido queste considerazioni e gli scritti di Nader, Moore e Kucinich sono qui a dimostrarlo, ma devo aggiungere che questo va detto a tutte le forze politiche e a tutti i media, non solo a Berlusconi.

Nei finale il pezzo s’addentrò nel teatro politico romano e nei suoi dossier grandi e piccoli, io preferisco salutarvi e invitarvi a leggere i prossimi scritti ricordandovi che l’informazione italiana non informa e che la disinformazione generalizzata è un costo che pagheremo caro prima o poi, soprattutto poi.

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