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...è davvero un magna magna...

Tra anime morte e anime belle

26/01/2011

Di F. Allegri

Sto festeggiando gli scoop e i successi culturali degli ultimi giorni che confermano la giustezza del mio modo di fare libera informazione. Non si battono tutti i giorni per 6-0 6-0 6-0 tutti i giornali e tutte le TV locali.

Oggi si torna agli scritti del blog di Corrias, Gomez, Travaglio e farò una doppia riflessione: prima mi dedicherò allo scritto del 16 settembre 2010 e intitolato “LE ANIME MORTE” poi ad un pezzo del giorno dopo apparso anche sull’Espresso di quella settimana e titolato “SILVIO, FINI E LA TULLIANI”. In apparenza anche questo pezzo è attuale.

Andiamo con ordine.

Il pezzo sulle anime morte inizia con una constatazione: “BISOGNERÀ PRIMA O POI ARRENDERSI ALL’EVIDENZA”.

L’evidenza sarebbe costituita da Berlusconi in fuga dai processi in unione, nell’ordine, con l’antico Bersani, il modernissimo Veltroni, il puntiglioso Franceschini e il rotondo Vendola.

Il tema mi intriga e non mi distrae anche se non capisco perché Vendola sarebbe “rotondo”.

Il Berlusconi in fuga è una mezza verità, NOI BISOGNA GUARDARE A QUELLO CHE VINCE E RIVINCE IN POLITICA (oggi c’era il voto sulla sfiducia a Bondi e le previsioni erano favorevoli al ministro e si sono verificate).

In questo articolo mi sento più vicino al blog perché si parla di “perfetta irrilevanza politica” quando ci si riferisce agli attuali avversari di Berlusconi.

Io maturai questa convinzione ai tempi della crisi del governo Prodi quando compresi che un Berlusconi capo dell’opposizione è ancora più forte di quello che ha guidato i vari governicchi.

Nello scritto si parla poi di “ANIME MORTE DELLA LIBERTÀ” e di “ACCAMPAMENTO SPECULARE”.

La prima frase va corretta dicendo che ad esempio il partito democratico americano entrerebbe tutto nel PDL con poche eccezioni. Nel PDL c’è tutto il liberalismo politico che può esprimere questa Italia, e questa è una triste verità. Il limite del PDL è nell’organizzazione delle strutture politiche dove Berlusconi incarna il tutto e il resto è fatto di comparse e contorno, non è un caso che lui può permettersi di partecipare ai dibattiti via telefono e la sua voce viene amplificata e vissuta come se fosse quella di uno spirito benefico evocato!

In materia di accampamento speculare rimando prima di tutto a Ralph Nader e alle sue considerazioni sul rapporto tra bipolarismo e seconda guerra mondiale. Poi invito chi pensa questo a guardare agli interessi economici delle forze coinvolte e rammento che la politica in Italia e nel mondo è dal 1946 soprattutto un mestiere.

Questo si può sostituire alle considerazioni del blog di Travaglio sullo sconquasso nella destra e sul nulla della sinistra perché sono riflessioni meno profonde e cercano di distinguere una realtà dopo averla parificata a livello di principio.

Il nulla politico esiste in Italia, ma nasce da una fonte diversa ovvero dalla falsa convinzione che il pensiero politico e la politica siano improvvisabili e improvvisati e che questa nascita miracolosa porta scaturire dai problemi sociali da affrontare.

E’ il mito del fiore che sboccia dal rovo: Dal malgoverno generalizzato si dovrebbe arrivare con un tocco magico al buon governo! Senza dimenticare che alcuni problemi sono paraventi o false battaglie politiche, vedi tra i vari l’acqua pubblica e lo sfruttamento a Mirafiori, per il resto vi rimando agli scritti del professor Nappini sull’italiano educato dallo straniero invasore contenuti nel terzo libro del De Reditu Suo.

Chiudo l’analisi con un poco di sano anti leghismo.

Tra i problemi ricordati c’è solo quello della Lega che è tale perché viviamo una crisi economica che può trasformarsi in crisi politica nazionale ed Europea.

Qui io dico quello che chiede Travaglio: “Bossi non è un avversario, ma un nemico della Nazione”. Aggiungo che la nazione è debole e che il linguaggio leghista è simulato perché figlio della stessa degenerazione dell’unico sistema politico che possediamo.

Travaglio chiude dicendo: “ E’ troppo chiedere a questa opposizione da nulla una voce, un proposta, una solenne incazzatura?” Io penso che sia troppo e considero vicina la fine della stagione dell’alleanza tra PD e IDV (come minimo a livello locale), alleanza che non mi ha mai convinto del tutto.

TORNIAMO A FINI E ALLE BEGHE NELLA DESTRA E NEL SUO SALOTTO.

Il pezzo del 17 settembre avviò una difesa convincente della compagna del Presidente della Camera contro gli attacchi dei quotidiani governativi. Si difendeva la bella signora e anche il convivente.

La forza dello scritto è nel sottolineare la natura privata di molti attacchi della stampa pseudo conservatrice. A mio avviso manca la constatazione che il mondo PDL non ha una vera distinzione fra pubblico e privato (per contro il PD eccede nel pubblico).

Premesso questo sottoscrivo la difesa di Travaglio della Tulliani dove si dice che “da quando è diventata la compagna di un personaggio pubblico, non c'è nulla di opaco o di men che lecito che le si possa attribuire”.

Lo sviluppo dello scritto si sofferma sul pezzo di Battista del Corriere che difende la signora e con abilità naderiane viene ricalcato fedelmente, con l’aggiunta di una polemica con le nostre ministre (ottime per me nelle loro funzioni).

Siamo al Fini contro Fininvest e la sfida è impari, ma non persa in partenza a patto che l’ex missino abbia le idee chiare su quello che vuole fare perché lo scontro sarà lungo, duro e con colpi bassi, se ci sarà.

Battaglie simili non sono solo in Italia, sono anche in USA e c’è una TV che le pratica, si chiama FOX.

La diversità italica è nel fatto che questo tipo di politica televisiva coesiste con i programmi (film, quiz, soup-opera) che vanno sulle altre televisioni americane.

Ops, sono tornato al vecchio conflitto di interesse! Non volevo, lo sapete che mi occupo solo di quello moderno e attuale e quindi posso riepilogare: abbiamo un’enorme finzione pubblicitaria detta PDL e tre antiberlusconismi, due istituzionali e uno di piazza.

L’antiberlusconismo di centro pare altalenante tra l’accentuare la rottura e la pacificazione e in realtà è un antileghismo di casta. L’altro è un comitato d’affari più vecchio e consorziato. Resterebbe quello di piazza, ma spesso lo vedo manovrato come un marionetta dai poteri forti e subdoli. Come chiudere: siamo all’anno zero e non mi riferisco al programma di Santoro su RAI 2.


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