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...è davvero un magna magna...

Annozero, ultimo e primo fotogramma

26/09/2010

Di F. Allegri

Oggi volevo commentare lo scritto del Fatto Quotidiano del 20 maggio 2010 titolato “Annozero, ultimo fotogramma”, ma dato che la trasmissione è ripresa giovedì e l’ho vista per intero farò un discorso più ampio.

Nel pezzo del 20 maggio il Fatto fa una riflessione su Michele Santoro ed inizia dicendo: “Sarà perché Santoro è un malato di cinema, ma il suo destino è che di lui si prenda sempre l’ultimo fotogramma, dimenticando il resto del film”.

Non credo che si tratti di un complimento puro e semplice, io ci vedo l’elemento base del pensiero di sinistra, la sua astoricità. Le trasmissioni di Santoro non producono una cultura politica, sono la cronaca di mille lotte (molte perse in partenza), sono la voce della gente, di quella che ho poco da dire. Il mondo di Santoro è quello che non ha chiaro il concetto di cittadinanza e se tale programma va avanti da anni tra le polemiche è perché non è pericoloso per i poteri forti! (senza dimenticare i processi contro la RAI).

La puntata di giovedì scorso si può considerare la puntata del giorno della nota telenovela: “Anche i politici fanno teatro”.

Torniamo al pezzo del fatto e alle puntualizzazioni contenute.

PRENDO NOTA quando leggo che nel ’96 passò a Mediaset perché la Rai dell’Ulivo l’aveva messo alla porta e in Italia un giornalista televisivo o lavora alla Rai, o lavora a Mediaset, o non lavora. Anzi questa non la sapevo, qui si dice che tale Ulivo lottizzava e segregava ….. interessante.

Subito dopo si dice: “Tutti ricordano che nel 2005 si candidò in Europa e nessuno ricorda che da tre anni, dall’editto bulgaro, non lavorava, anzi peggio: era pagato per non lavorare”.

Come passa il tempo! Mi ricordo che andai ad una manifestazione a San Miniato con Santoro, ma non conservo ricordi del suo discorso. Per anni, ho considerato Santoro un nemico del duopolio televisivo, la trasmissione di giovedì è stata complementare (eccetto il finale con Vauro).

Il Fatto ci ricorda che da 4 anni Santoro combatte ogni giorno per fare il programma: con i politici di tutti i colori, con i dirigenti. Posso immaginare la cosa, ma so che la sinistra teorizza la lotta politica solo coniugandola con la mobilitazione. Questo mi mette dei dubbi e mi fa pensare a un Santoro tra l’incudine e il martello.

L’articolo prosegue e guarda nella palla di vetro il futuro lavorativo di Santoro, lo faccio anche io: continuerà Annozero, è parte di lui. A maggio, il Fatto temeva per la ripresa del programma, era un timore eccessivo. A certa gente basta il lavoro di logorio e la minaccia di chiudere Annozero.

Io so che lo spettatore non accetterebbe la chiusura del programma, ma questo è un possibile scenario della telenovela: con Santoro o senza siamo sempre ultimi in Europa per la qualità dell’informazione.

Va aggiunto che Annozero va in onda grazie ad una sentenza del tribunale, la RAI ha portato la causa fino alla cassazione.

Pochi amano Santoro, sia alla RAI che in parlamento. Il problema non è la sua capacità o il suo successo, è la sua indipendenza politica. I limiti di cultura informativa sono evidenti, appartiene a un’idea politica in voga tra il 1968 e la fine degli anni settanta e spesso cerca solo in quel mondo. La provincia politica italiana è questa e non si può pretendere di più.

Secondo il Fatto, Santoro è logorato dai potenti: “ … Santoro l’ha fatto per quattro anni, più per tigna politica che per motivi professionali, consumandosi una bella fetta di fegato e di sistema nervoso, mobbizzato ogni giorno a colpi di telefonate, minacce, proiettili, pressioni, avvertimenti, multe, ammonimenti, sabotaggi, bastoni fra le ruote, fango a mezzo stampa e tv (persino su RaiDue). E la par condicio e il contraddittorio e il giustizialismo e l’equilibrio e il contratto di Travaglio e le vignette di Vauro e i baffi di Ruotolo …..”.

Giovedì ho visto un Santoro combattivo, furbo e motivato. Il Santoro furbo è quello che mette insieme i cantieri in sciopero con la questione della casa di Montecarlo per far capire che si dovrebbe parlare dei problemi reali della gente. Se Santoro combatte in prima linea, io concludo che si è adattato all’ambiente e credo che avremo molte scintille nei prossimi mesi, soprattutto se è vero che voteremo a fine marzo 2011.

Il fatto puntualizza che Santoro subisce: “Un trattamento che non auguro al mio peggior nemico, figurarsi a uno dei miei migliori amici”; poi rammenta la manifestazione di marzo al Paladozza di Bologna!

Per me quella fu una bella serata a livello spettacolare, ma a livello informativo restano tutti problemi e a livello politico va considerata il simbolo della sconfitta della sinistra alle elezioni, la sua premessa e non l’inizio del riscatto.

In ogni caso la sera del Paladozza non può restare un momento isolato, se presto non avremo momenti simili aspettatevi il minimo dalla sinistra. Il momento della lotta politica è ora, non chissà quando.

C’è vita oltre la Televisione. C’è vita oltre i partiti.

Siamo a fine settembre 2010 e nessuno rammenta il popolo del Paladozza, il no b/day è slittato a metà ottobre in modo goffo. Concludiamo con il Fatto: “Il popolo del Paladozza quello no, non può uscire sconfitto”. Oggi è a cantare con Grillo a Cesena – Woodstock a 5 stelle.

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