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...è davvero un magna magna...

Sulle elezioni regionali e altre piccole cose

31/07/2010

Di F. Allegri

Oggi volevo mettere insieme i miei appunti sulle elezioni regionali di marzo e mi trovo davanti l’uscita dal governo dei finiani, il loro appoggio condizionato e un governetto balneare vecchio stile che potrà solo emulare quello di Prodi liquidato nel 2008.

Posso trattare insieme i 2 temi perché le due vicende sono legate a filo doppio.

Anche Berlusconi ha ammesso di litigare con Fini da un anno (peccato che abbia dimenticato di dirci i motivi, forse è un problema di anzianità). Tante piccole cose non fanno un motivo vero!

Di conseguenza, avevo ragione quando dicevo che questo è stato un anno di tregua elettorale nel centro destra e credo di avere ragione quando sostengo che i litigi evidenti afferiscono alla dialettica dei lavori parlamentare mentre i dissapori decisivi hanno altre nature. Dietro i paraventi ci sono le scelte fondamentali, le prospettive di lungo periodo.

Oggi aggiungo che (a mio avviso) Fini commette un errore: quello dell’AVANTI PIANO! E’ un modo di agire che gli elettori non capiscono e che rende il suo gruppo un facile bersaglio per le tante colubrine della disinformazione. La destra è un mondo fatto di tanti soggetti isolati e di poche idee tradizionali e chiare, io vedo sguardi confusi e preoccupati.

Ora vado ai miei appunti sulle regionali e capirete sotto che non parlo di questo per caso.

In alcune parti userò come base le considerazioni di un misterioso internauta di idee socialiste moderate (tendenza centro – destra) che si soprannomina Uriel, ma soprattutto ho voglia di volare tra le varie questioni: si può e lo farò!

Dopo il voto regionale egli scrisse il pezzo “Mostruosità impunite”. Egli raggruppa i pezzi sotto categorie surreali e molto variabili, direi anche coreografiche: qui usò la dicitura “la lenta morte del sarcofago di Lenin” e in sostanza criticò dal punto di vista antropologico culturale molte scelte (elettorali e non) del PD, dal Lazio alla Campania e nel Nord Est. Molto originale, non sempre centrato!

Faccio questo perché anche io voglio sottolineare prima il dato di centro - sinistra che emerge dal voto regionale. Il PD dopo i pochi mesi del 2008 di accelerazione democratica del progetto Veltroni è crollato in un grigiore tale che fa emergere il conservatorismo burocratico di tale partito.

Anche io ho constatato questa cosa in questi mesi e osservo quel partito dai mille nomi da tanti anni. E’ un bel guaio. Non condivido l’immagine di Uriel, ma il concetto che c’è dietro sì! Il PD ha solo un nome e non una sostanza e gli ex PCI uniti agli ex DC di sinistra non riescono a tagliare i legami con il loro passato e ora si vede. Il peggio del loro passato c’è ancora tutto, anzi a ben vedere hanno buttato via troppo poco.

IL PD DI OGGI HA DUE LIMITI EVIDENTI, È UN PARTITO DEBOLE CHE NON HA COSCIENZA DELLA SUA DEBOLEZZA (NEI NUMERI E NELLE IDEE).

Ecco che torno a Fini e Berlusconi, per un attimo. I 2 governanti hanno dal voto del 2008 questa coscienza e sanno di poter esprimere i loro contrasti e lo fanno con il carattere e la forza delle prime donne!

Tornando al PD, Uriel lesse nel suo scritto il commento elettorale della direttrice dell’Unità, la signora Concita De Gregorio la quale sostenne che la sinistra aveva perso Lazio e Campania per queste ragioni: “ ….. CHE LA DESTRA VINCA NELLE DUE REGIONI A PIÙ ALTO TASSO DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, LE REGIONI DOVE NEPPURE UNA RIUNIONE DI CONDOMINIO SI DECIDE SENZA L'APPOGGIO DEL CAPOCLAN, È UN FATTO OGGETTIVO ….. - e ancora - ….. NON È BASTATO, TUTTAVIA, A TACITARE CHI NELLA TERRA DEI CASALESI INDICAVA DE LUCA COME UN MALFATTORE NÉ A CONVINCERE CHI HA PENSATO FOSSE ASSAI PIÙ CONVENIENTE RESTARE SUL TERRENO DEI POTERI REALI, I VERI POTENTI DI QUELLA TERRA I CUI NOMI E COGNOMI SONO NOTI A CHI LEGGA SAVIANO".

Qui io colgo una cosa diversa da Uriel, un limite della sinistra diverso dal suo, quello storico.

Le sinistre non hanno mai governato anche quando l’hanno fatto e questo è dimostrato dal fatto che quando perdono una città e una regione nessuno rivendica il loro lavoro svolto. La natura ultima di ogni movimento marxista è astorica!

Senza memoria si è preda degli istinti del momento e di considerazioni poco profonde specie in tempi nei quali non si riesce a nascondere la propria debolezza e mancanza di progetti di riforma forti. Venti anni fa, il povero Occhetto con un PDS al 16% dei voti riuscì a far sognare una parte dell’elettorato italiano, Bersani, per ora, mi pare minore e portatore di un difetto congenito di comunisti e cattolici democratici: l’orgoglio dei perdenti!

Non valuterò la Campania di Caldoro, credo che ci sia tempo, ma concordo con Uriel quando dice che può essere ancora solo quella che ha votato per tanti anni Bassolino!

Io so che avremmo avuto un’Italia migliore se ci fosse stato un dialogo tra sinistra e Lega, forse non era possibile, so che ci hanno provato in pochi! Questo è latte versato.

Il futuro ha una sua incognita fondamentale, la partecipazione elettorale. C’è da capire se gli astensionisti dell’ultima ora torneranno alle urne le prossime volte e se queste si verificheranno nel 2011. In tal caso avremmo anche il rinvio degli inutili e super perdenti referendum sull’acqua e forse di quelli dell’onorevole Di Pietro, ma qui non posso anticipare i tempi.

Io credo che dietro l’angolo ci sia il Berlusconismo e dico questo perché non vedo intorno a me nessuna alternativa credibile e diffusa a livello popolare.

Due parole sulle elezioni nel Lazio vanno dette: ha vinto la Polverini senza la PDL, notevole ma non sorprendente. Credo di aver già espresso la mia convinzione sulla lista non presentata: fu un dispetto di Forza Italia ai finiani, ma la mia tesi non va accolta per insufficienza di prove!

Certamente anche la sinistra (candidando la Bonino) ha contribuito alla vittoria della Polverini specie nelle province dove il PD ha i colori e i voti dei cattolici! Guardate i risultati e capirete. Di Pietro direbbe: “Che ci azzecca Fioroni con la Bonino!”.

Nel mezzo dello scritto di Uriel dopo varie considerazioni che non condivido si trova la risposta:

Egli definisce il PD: “ … Il catafalco privo di contenuti che state adorando come se fosse un partito non morirà subito. Magari morisse subito. Al suo posto nascerebbe qualcosa. Un po' come un vecchio rudere: se si decide di abbatterlo, poi c'e' spazio per costruire”.

Credo che sia questo il sarcofago di Lenin e condivido soprattutto quando aggiunge: “ … Per tutta la lunghissima morte, nulla di nuovo potrà nascere. Occorreranno ancora anni, anni con un PD che non vince, ma la sua presenza a sinistra toglie ogni spazio a chiunque altro.”

Qui non è questione di suffragi elettorali più o meno cospicui, la disinformazione generalizzata impedisce la nascita e la crescita di idee politiche nuove, nascono solo altre vecchie o poco usabili, anche Grillo (alla lunga) è destinato a deludermi e in tema di “putrefazione” io e il professor Nappini parliamo di palude da anni!

Per chiudere voglio dare una sbirciata alla palla di vetro: la lotta si sposta sulla presidenza della camera. E’ un ruolo chiave per la governabilità e può azzerare l’attività di Berlusconi per mesi.

C’è l’appoggio esterno dei finiani, ma questo vale per l’ordinaria amministrazione e per le contrattazioni ad oltranza.

Ho sentito parlare del programma del PDL da rispettare! Non ho problemi a sostenere che più dell’ottanta per cento del centro destra non lo conosce e non l’ha letto e credo che questo valga anche per una parte dei parlamentari. Di certo tutti i programmi elettorali sono famosi per contenere le prime 2 o 3 cose da fare, le esigenze principali delle varie forze politiche e poi sono in gran parte dei libri dei sogni.

Si può dire addio al federalismo? Vi rispondo a settembre, se permettete.

Ah quanto mi manca un’informazione indipendente, soprattutto dai partiti della sinistra che sui loro giornali vanno al voto sempre belli, migliori e vincenti e poi si svegliano solo il lunedì post voto!

Ora posso tornare a criticare le riformucce del nostro governo, magari dal prossimo pezzo!

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