£ G R E P P I A I T A L I A £ ...è davvero un magna magna... |
IL LITIGIO PIU’ STRANO: TRAVAGLIO CONTRO IL PARTITO DEMOCRATICO
03/08/2010
Di F. Allegri
Quando Marco Travaglio venne al Circolo ARCI di Avane su invito del Comitato di Difesa della Costituzione locale rimasi sorpreso e perplesso dagli attacchi del grande giornalista al PD nazionale.
Fra me pensai: “Potevano invitare Storace, avrebbe difeso meno la costituzione, ma sarebbe stato meno duro con la sinistra”.
In sala c’erano anche alcuni consiglieri comunali del PD e qualche militante, i primi non vedevano l’ora che il supplizio finisse, qualche militante provò anche la difesa d’ufficio in piccoli interventi: era meglio se non diceva nulla!
Fatto questo richiamo storico passo a dirvi che oggi commenterò lo scritto di Marco Travaglio del 31 marzo 2010 e intitolato: “In poche parole, un'altra Caporetto”.
Si parla ancora di risultati elettorali regionali e lo faccio prima di tutto per ricordarci che il PDL perse 8,5 punti percentuali rispetto all’anno prima e all’inizio del litigio fra Fini e Berlusconi.
Anche in questo scritto Travaglio ignorava o non dava importanza al litigio infatti inizia il suo scritto così: “Mentre il Pdl di Meno male che Silvio c’è perde 8,5 punti in un anno e tocca il minimo storico, la Lega lo asfalta al nord e Fini può rivendicare i successi in Lazio e Calabria con i suoi Polverini e Scopelliti, soltanto il vertice del Pd poteva trasformare la débâcle berlusconiana in una Caporetto del centrosinistra (fra l’altro, scambiata per una vittoria)”.
PUNTUALIZZO SUBITO CHE IL SUCCESSO LEGHISTA ALLE REGIONALI NON C’E’ STATO, QUEL PARTITO HA PRESO I SUOI SOLITI VOTI!
L’articolo di Travaglio inizia subito l’analisi dei risultati del PD e parla della “Caporetto” di Bersani/D’Alema. Anche qui non condivido; non dirò che le colpe vengono da lontano, ma che è stato Veltroni ad infilare quel partito in un vicolo cieco 2 anni fa dovrei sottolinearlo con l’evidenziatore.
Secondo Travaglio il PD avrebbe partecipato alle elezioni per perdere e secondo me ci vuole molta fantasia per dire queste cose. Anche da qui si capisce che non viviamo in tempi normali e soprattutto non siamo in un paese normale!
Travaglio avrebbe candidato Chiamparino in Piemonte e Zingaretti nel Lazio: anche a me sembrano candidati migliori degli altri (sulla carta), ma credo che Chiamparino avrebbe perso ugualmente visto il successo dei meet up di Grillo e bisogna ricordarsi che la signora Bresso era la presidente uscente! Sul Piemonte Travaglio sbaglia analisi e soluzione!
Nel Lazio ho atteso per mesi un Travaglio diverso, non l’ho avuto e mi tocca dire che non capisco perché Vendola è tollerabile e Marrazzo no!
Credo anche io che la Bonino fosse un’anti papa, ma voglio dire che il problema della sinistra non era di candidati ma di strategie e culture politiche. Alla sinistra non basta più l’ordinaria amministrazione per vincere nel Lazio, se non altro non ha lasciato deserti e disastri irreparabili|
Sulla Campania ho gli stessi pensieri di Travaglio e sorvolo, del resto sulle regionali nel Sud Italia ho già scritto più volte!
Cos’è che non va giù a Travaglio? Forse l’ho trovato, che sia la seguente affermazione: “HANNO INSEGUITO IL MITICO "CENTRO" DELL’UDC, PRATICAMENTE UN CENTRINO DA TAVOLA ALL’UNCINETTO, PERCHÉ "GUAI A PERDERE IL VOTO MODERATO". INFATTI GLI ELETTORI SONO CORSI A VOTARE QUANTO DI MENO MODERATO SI POSSA IMMAGINARE: OLTRE A VENDOLA, I TRE PARTITI CHE PARLANO CHIARO E SI FANNO CAPIRE, CIOÈ LEGA, CINQUE STELLE E DI PIETRO”.
Qui emerge meglio che altrove l’animo popolare e conservatrice di Travaglio, l’ultimo figlio del liberalismo radical conservatore dopo un secolo di silenzio.
Io so che Travaglio è un grande difensore della moralità politica italiana, ma non si può andare oltre. Peccato che non avremo mai un parlamento di onesti purtroppo le dinamiche politiche ed economiche tirano da altre parti. Travaglio non lo sa, ma è condannato a ripetere il supplizio di Sisifo!
Nel finale Travaglio ha una crescita di lucidità e fa una considerazione giusta e molto intelligente: “Se, col peggiore governo della storia dell’umanità, l’astensionismo penalizza più l’opposizione che la maggioranza, un motivo ci dovrà pur essere”.
Prescindendo che questa considerazione tutta politica non calza bene il contesto elettorale amministrativo e da qui che doveva partire un discorso.
Basterebbe che vi invitassi a leggere i vari scritti del De Reditu Suo, ma siccome sono tanti pezzi vi spiego io quel mistero.
L’Italia è un labirinto di illusioni e un cimitero delle vecchie ideologie figlie della guerra fredda e nipoti di pensieri precedenti ancora peggiori. Potrei dire che non se ne vogliono andare, invece dirò che gli italiani stanno reagendo al torpore come possono, con lo sfinimento, il riflusso nel privato, la fuga in bagno. Non si può chiedere i miracoli alla povera gente e nell’attesa si fa quel che si può!
Alla fine Travaglio citando un personaggio che non conosco invitò il PD ad andare a casa con queste parole: “Come dice Carlo Cipolla, diversamente dal mascalzone che danneggia gli altri per favorire se stesso, lo stupido danneggia sia gli altri sia se stesso. Ecco, ci siamo capiti. Ce n’è abbastanza per accompagnarli, con le buone o con le cattive, alle loro case (di riposo). Escano con le mani alzate e si arrendano. I loro elettori, ormai eroici ai limiti del martirio, gliene saranno eternamente grati”.
Io chiudo diversamente: ogni elettore vota il suo partito con pazienza, amore e ragioni profondissime. Casomai, subito dopo guarda l’orizzonte e con me constata che niente è in arrivo.
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115 - De Reditu Suo - 2° libro - Le favole del Belpaese (di I. Nappini)
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