£  G R E P P I A   I T A L I A  £

...è davvero un magna magna...

Torna la Serracchiani allora parliamo del PD di dopo domani

04/08/2010

Di F. Allegri

In questi giorni sono stato duro con il PD, ma come avete visto anche nel dibattito quotidiano i loro alleati e i loro avversari lo sono di più!

Io alzato di qualche spanna la mia critica perché abbiamo deciso di andare sabato 7 alla festa democratica di Certaldo. Il PD locale ha organizzato un dibattito con Debora Serracchiani sul tema: “Il PD che vogliamo!”. Il dibattito inizierà alle 18:00 poi tutti a cena se c’è lei!

Noi di Empolitica abbiamo ripreso e conosciuto Debora Serracchiani l’anno scorso alla festa democratica di Limite sull’Arno e la foto che ho pubblicato su questo articolo è il ricordo di quella esperienza. In realtà rammento che i suoi interventi non mi entusiasmarono, dopo qualche settimana feci un pezzo dove invitavo il sindaco Sostegni ad andare ad Udine a parlare della sua esperienza basata su un sostegno del 72%, di questi tempi. Oggi la mia posizione è leggermente cambiata nel senso che manderei ancora ad Udine il sindaco Sostegni, ma credo che Debora appartenga alla parte migliore, direi “spontanea” e di base del PD.

Il tema proposta sarà “il PD che vogliamo!” Già che ci sono faccio prima il mio intervento.

Potrei sfogliare una margherita e dire Rosy Bindi no, Fluvi si, Bersani insomma …..

No parto da un altro aspetto, abbiamo bisogno di politiche, di progetti, non di nomi.

Si riparte da una pesante sconfitta regionale che io imputo a Veltroni e non a Bersani e Franceschini, ma da oggi Bersani non ha alibi è lui che guida il pulmino del PD e ad esempio ha fatto bene a portare i suoi parlamentari all’Aquila. Un minimo di programma comune di questo partito non nasce per miracolo mentre i parlamentari dormono nelle loro camerette, magari dopo ore di noiosissime trattative intorno al nulla.

Dal nord dell’Emilia Romagna mi arrivano notizie preoccupanti, pare che in certi comuni di provincia si stia radicando la Lega e pare sempre che la colpa sia di un certo Dalemismo dirigista. Vedremo nei prossimi mesi, è certo che D’Alema abbia fatto il suo tempo e a volte penso che ne sia consapevole anche lui!

Io vorrei il PD delle province, localizzato, l’ho già scritto qua e là, oggi lo preciso. Il parlamentare di Empoli e in generale quelli fiorentini devono contare di più di quelli friulani e pugliesi, specie se questi non dicono cose notevoli! (non mi riferisco a Debora che poi è originaria di Roma). Il partito è democratico perché si organizza sulla base dei voti della gente non perché fa le primarie dove non si capisce nemmeno chi ha diritto di voto!

Un PD localizzato non ha nulla da temere dalla lega, un partito che punta tutto sul governo Berlusconi e che a mio avviso ha scelto un cavallo zoppo. Il famoso federalismo o costa o è poca cosa, ma se costa possono solo fare finta di farlo! (Questo è un altro argomento).

Tornando al PD che vogliamo aggiungerò altre 2 o 3 cose e le numererò perché le considero le relazioni fondamentali.

1) IL PD E LA CULTURA

Di recente ho scritto 2 pezzi sulle regionali e a questo proposito voglio aggiungere che nella sconfitta a quelle elezioni dei democratici trovo anche ragioni culturali. Anzi l’assenza di un lavoro culturale. Dopo il voto troppi hanno spiegato la sconfitta, ma prima non ho visto grandi iniziative per cercare di evitarla (parlo a livello non politico). Non poteva bastare RAI per una notte e anche quella iniziativa non ha avuto tutto il sostegno che meritava.

La parola cultura ha un senso ampio, dove sono gli intellettuali democratici che meditano sulla crisi, sul futuro dei giovani, sulla crisi dei diritti, sull’ambiente, sulla presidenza Obama. Mentre scrivo queste cose e penso ai democratici con la fantasia vedo solo assessori e dirigenti di municipalizzate.

Fossi il segretario del PD porterei dei cervelli di prestigio nel partito, magari inventerei dei ruoli giusti per loro. Più mentalità nuove entrano, meglio è e questo possono essere anche di Udine …..

Sia chiaro che nel passato c’è poco: Pasolini? Poco. Berlinguer e la questione morale? Si, ma per guardare dentro il PD, alla vita di partito non per sventolarlo agli avversari. Calamandrei? Ma fatemi il piacere ….

2) IL PD E I MEZZI DI INFORMAZIONE

Qui il PD è a un bivio, ma si sa quale strada percorrerà: entrambe! Mi riferisco sia alla strada della spartizione dei grandi network che a quella tante esperienze che nascono e fioriscono ogni giorno.

Fatta questa premessa c’è da parlare dei mass media di sinistra. E’ il punto debole della sinistra, un mondo a se che non riesce a fare conto con le due variabili fondamentali:

a) corruzione politica dilagante e di sistema;

b) crollo mondiale del comunismo.

Troppe realtà culturali vivono nella palla di vetro e balzano di sorpresa in sorpresa ogni volta che si scopre l’ennesimo scandalo: mai una proposta, mai la diffusione di un progetto di legge.

Il resto lo fa il contrasto con il PD, un partito che non scalda i cuori in questi mondi che al posto della prosa quotidiana vorrebbero una dichiarazione d’amore del principe rosso.

Poi è arrivato il momento di smetterla con le denigrazioni generalizzate e con la sottovalutazione degli avversari. Alla vigilia del voto fece un gioco con il mio amico Gabriele Sani, ideatore del sito del meet up a 5 stelle: dovevamo ipotizzare chi avrebbe vinto le elezioni regionali, regione per regione. Io le indovinai tutte, lui ne sbagliò una sola, non ricordo se il Piemonte o il Lazio! Tutto questo alla faccia degli studiosi dei misteriosi flussi elettorali e delle mutevoli intenzioni di voto.

Perché racconto questo fatto? Perché la stampa di sinistra ha brancolato nel buio o è stata omertosa o ha fatto come Travaglio che con la sua critica frontale e dirompente ha portato le nostre caste a trincerarsi dietro i paravento. Morale della favola: solo io avevo capito cosa sarebbe accaduto in Abruzzo (provinciali nella città dell’Aquila) e in Piemonte.

Posso apprezzare l’iniziativa di RAI per una notte, ma come punto di partenza di un discorso che coniughi informazione e partecipazione, non come appello al voto per il primo burocrate che passa!

E smettiamola anche con le sottovalutazioni di stampa di Mr B., meglio ignorarlo.

3) IL PD E L’ITALIA CHE NON C’E’

Faccio questo punto perché a mio avviso al PD manca un’identità, è il partito di tante piccole diversità e di numerose e corrispettive mediocrità. C’è stato il partito dei lavoratori, non vorrei quello dei dipendenti pubblici. C’è stato il partito dei diritti civili, non vorrei quello delle stranezze e dei casi rarissimi. C’è stato il partito anti NATO e pacifista ora siamo in Afganistan con convinzioni più forti di molti democratici americani. Paradossi? In questa fase qui sì e potrei continuare, ne ho in testa altri due o tre, ma voglio parlare dell’Italia che non c’è.

Mi riferisco a quel paese che si vede sulle reti Fininvest e anche RAI, le donne sono tutte cantanti, ballerine e indossatrici, gli uomini amministratori o campioni dello sport.

Questo mondo era paradisiaco prima della crisi ora è una tragica caricatura. Un hamarcord! Distinguetevi, ma con giudizio e nettezza!

W Rosy Bindi se non fa la tuttologa e se non cerca di tornare al ministero della sanità!

4) IL PD TRA LE PRIME DONNE E GLI ULTIMI INDIGENI DELLA PAPUASIA POLITICA.

Per prime donne intendo Beppe Grillo e anche Santoro e Travaglio.

Il primo sta facendo un partito democratico vero, in USA direbbero populista e la parola non ha in quel paese accenti negativi, anzi in alcuni stati accende nostalgie.

Non possono coesistere un PD delle istruzioni e delle municipalizzate con uno della gente di 1000 battaglie di piazza, magari anche di quelle giuste e/o sentite dalla gente. Avremmo un PD dei sordi contro uno degli ammutoliti!

Questi grandi personaggi fanno anche un secondo disastro, quello di mescolare la politica con lo spettacolo. Nel mondo dello spettacolo un’anziana suora con la sua fede secolare può poco contro la tentazione di una donna formosa e svestita. Dall’altra parte del video ci sono uomini secolarizzati!

Se Travaglio, Santoro e Grillo vogliono continuare su questa strada devono rendersi conto che prima o poi devono scendere in campo e mettersi in gioco, più di quanto hanno fatto fino ad oggi. Non fanno informazione neutra e nemmeno completa. A ben vedere non rappresentano il mondo di Bersani quindi l’informazione del partito che non c’è non serve.

Inserisco qui la questione degli indigeni della Papuasia politica. Da una parta l’Italia conserva i pensieri politici morti 20 anni fa e anche prima. Non solo il comunismo, anche l’idea del muro al comunismo e anche il mito del mondo di tutti, della vacanza a Bali e della lotta alla fame del mondo o alla sete secondo una visione marxista e/o burocratica sul modello FAO. Gli indigeni sono l’elettorato italiano che vive sotto il bombardamento oppressivo di una disinformazione di parte e annacquata, questa gente mi ricorda gli indigeni in balia dei capricci della natura selvaggia. Dico questo perché un PD deve portare la gente a sperimentare i momenti di democrazia.

Il PD che serve all’Italia non nascerà domani e non poteva nascere da un congresso abulico come quello che c’è stato nei mesi scorsi. Io sono convinto che nascerà, so che i mutamenti economici e sociali muteranno anche la politica e tutto il nostro paese, forse più delle altre nazioni.

Del PD e il mondo del lavoro, del PD e la scuola e del PD fra sanità e assistenza ne parlerò un’altra volta, forse.

ANTEPRIMA

Nei prossimi scritti io e il professor Nappini parleremo dell’anticomunismo ovvero della caccia agli untori! Lavoro anche ad un pezzo sul federalismo! Non so quale finirò prima.

› Per leggere l'archivio: 115 - 116 - 117 - 118 - 119 - 120 - 121 - 122 - 123 - 124 - 125 - 126 - 127 - 128 - 129 - 130 - 131 - 132 - 133 - 134 - 135 - 136 - 137

SOMMARIO DEGLI ULTIMI ARTICOLI:

137 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (XII) (di I. Nappini)

136 - Il litigio più strano: Travaglio contro il Partito Democratico

135 - Sulle elezioni regionali e altre piccole cose

134 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (XI) (di I. Nappini)

133 - Tra Travaglio, D'Alema e Vendola alla ricerca di un politico

132 - De Reditu Suo  - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (X) (di I. Nappini)

131 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (IX) (di I. Nappini)

130 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (VIII) (di I. Nappini)

129 - Fiabe dal mondo della politica: La fifa di Cesaretto l'equilibrista del Circo Italia

128 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (VII) (di I. Nappini)

127 - La feccia che risale il pozzo (sull'omonimo video di M. Travaglio)

126 - EMPOLITICA ALLE FESTE DEMOCRATICHE: Acqua tra referendum e realtà

125 - La scuola tartassata: riflessioni a bocce ferme sull'ascensore bloccato!

124 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (VI) (di I. Nappini)

123 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (V) (di I. Nappini)

122 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (IV) (di I. Nappini)

121 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (III) (di I. Nappini)

120 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come ricostruirla (II) (di I. Nappini)

119 - De Reditu Suo - 2° libro - La civiltà italiana come costruirla (I) (di I. Nappini)

118 - De Reditu Suo - 2° libro - Salvare se stessi per salvare tutti (di I. Nappini)

117 - De Reditu Suo - 2° libro - Terza rivoluzione industriale e Belpaese (di I. Nappini)

116 - Per chi ha sete di giustizia:Un ringraziamento a Pier Camillo Davigo e Bruno Tinti

115 - De Reditu Suo - 2° libro - Le favole del Belpaese (di I. Nappini)

› Per leggere la periodica Lettera di Ralph Nader clicca QUI

> PAGINA PRINCIPALE

> CRITICA LOCALE

> MONDO PICCINO

> PECUNIA POWER

> PENSIERIDEE

05.08.10 00.56