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...è davvero un magna magna...

Berlusconi tra giustizia e la politica di centro e di destra.

07/09/2010

Di F. Allegri

Oggi riprendo i miei semplici commenti agli scritti del blog di Corrias, Gomez, Travaglio, ma farò una critica ad un’idea di Travaglio sulle scelte di Gianfranco Fini che giudico limitata e tragica nella sua assoluta inconsistenza.

Prima parliamo del pezzo del 30 aprile 2010 titolato “Mills di queste balle” che fu pubblicato nella rubrica Signornò, dell’Espresso.

Il processo Mills mi interessa più di tanti altri che riguardano l’attuale capo del governo perché è di quelli che può riguardare solo lui è ha una gravità riconosciuta a livello internazionale. La corruzione di un giudice o di un avvocato è un reato grave e aggravante in ogni paese.

Berlusconi non subisce danni di immagine quando è accusato di fare fatture false o di eludere il fisco, e infine solo i cattolici praticanti e pii sono interessati alla sua vita privata. Le inchieste sulla Mondadori, il caso Mills ed eventualmente le inchieste legate all’omicidio del giudice Borsellino hanno una consistenza maggiore e decisiva. In questi casi l’esperienza politica di Berlusconi non sopravviverebbe ad eventuali condanne passate in giudicato.

Il pezzo di Travaglio iniziò così: “Si indaga su un politico? Per commentare si attende il rinvio a giudizio. Rinvio a giudizio? Si attende la sentenza del tribunale. Condanna in tribunale? Si attende l’appello. Condanna in appello? Si attende la Cassazione. Poi finalmente si pronuncia la Cassazione e tutti si dimenticano di commentare”.

Se si guarda a certa stampa, condivido in toto! Se si pensa agli elettori di Berlusconi è tutto sbagliato e devo ribadire un concetto: ogni italiano che vota sa quello che fa e casomai i problemi di disinformazione sono generali, non dei governativi.

Berlusconi vince per due motivi, una parte consistente dei suoi elettori s’immedesima in lui e lo fa per ragioni basilari legate alle tante piccole esperienze quotidiane, ma dignitose.

Poi c’è la mancanza assoluta di alternative politiche. Qui la parola politica intende e ingloba i concetti di cultura e di società. Per mancanza di alternative politiche intendo sottolineare che tante aree geografiche e tanti strati sociali non hanno un alternativa credibile e forte. La seconda caratteristica è difficile da realizzare e in questo caso non guardo al partito democratico il quale ha già il suo elettorato di riferimento e al quale deve solo dare dei motivi per continuare nelle sue scelte.

L’articolo di Travaglio illustra in seguito la sentenza del processo Mills e ci ricorda: “Torniamo a due mesi fa: le Sezioni unite dichiarano prescritto il reato di Mills, retrodatando la prescrizione da febbraio 2010 a dicembre 2009, e condannano l’imputato a risarcire 250 mila euro allo Stato. E’ chiaro a tutti che Mills fu corrotto. Da chi, segreto di Pulcinella”.

Questa vicenda ad esempio è nota a tutti e a me sembra la favola del re nudo dove Travaglio è la bambina candida. Travaglio ha ragione sul processo, ma sbaglia a poggiare su queste considerazioni le conseguenze culturali e politiche. Il Berlusconi che la fa franca piace a tanti, a molti di quelli che votavano un certo PSI e una certa DC o vari partitelli minori.

Dopo Travaglio riportò il triste corifeo dei signorotti berlusconiani romani, io ve lo risparmio e passo all’attualità, cosa che non faccio spesso e devo spiegare.

In queste due settimane ho scritto tanto di Berlusconi e Fini per 2 motivi, il principale è che io sapevo dallo scorso settembre del loro litigio e della loro evidente tregua elettorale, difficile, conflittuale, ma inevitabile. Il secondo motivo è rilevante e riguarda il futuro. In questi giorni muta il sistema politico italiano, non so ancora di dirvi di quanto ma il cambiamento è certo.

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Mi resta la questione del parere di Travaglio su Fini che ho sentito domenica sera in diretta sul canale la7. Travaglio ha sostenuto che Fini ha detto queste cose con 15 anni di ritardo e che queste cose si potevano dire anche 15 anni fa.

Le cose non stanno così purtroppo, anche per Travaglio! Fini dice queste cose con un ritardo massimo di un anno, non di più.

C’è una verità non detta da nessuno: Berlusconi rappresenta un immenso comitato d’affari, non è di sinistra, non è di centro, non è di destra. Qui c’è il grande errore di Fini e il grande errore di tanti italiani. Scrissi lo scorso dicembre che il No Berlusconi day arrivava con 14 anni di ritardo (12 al massimo e a proposito il 2 ottobre ce n’è un altro, forse due), ma forse non è ancora arrivato se non si capisce in tutta la sua gravità la frase che ho appena detto.

A corollario di quello aggiungo che mancano alternative democratiche di centro e di destra al Berlusconismo e che a mio avviso Fini e Casini hanno tanta strada da fare, soprattutto se Casini si riavvicinasse al cavaliere di Arcore.

Chiudo anche io con le parole di Leo Longanesi e lo faccio perché io non dimentico le verità che disvelo: “Quando potremo dire tutta la verità - diceva Leo Longanesi - non la ricorderemo più”.

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