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...è davvero un magna magna...

De Reditu Suo

La civiltà italiana come ricostruirla (XI)

30/03/2010

Del Prof. I. Nappini

La grande politica italiana fatta dai grandi schieramenti, dai loro generosi finanziatori, da forze organizzate che esercitano pressioni sulle segreterie e sui rappresentanti eletti, da una massa di clienti di uomini potenti, di amici degli amici, di dirigenti e funzionari si trova ultimamente davanti a qualcosa d’imprevisto: EMERGONO FORZE DAL BASSO CHE PORTANO AVANTI UNA PROTESTA QUASI ELEMENTARE.

Penso proprio al vasto mondo che compone le realtà che appoggiano le liste vicine a Beppe Grillo, al ruolo di singoli personaggi che hanno mobilitato una parte del Belpaese contro i governi del cavaliere, alle riviste e ai giornali attorno alle quali si è stretta una parte piccola della popolazione con una cultura nettamente superiore alla media che hanno svolto una critica radicale e serrata alla banale conduzione quotidiana della vita politica e sociale di questa Seconda Repubblica.

Tutto questo era inconcepibile quindici anni fa, le ideologie del Novecento erano ancora molto forti: Sinistra, Destra, Centro sembravano così solidi da essere quasi dei culti religiosi.

Oggi tutto questo si riduce ad un vuoto esercizio di retorica e di bieca propaganda elettorale, l’appello all’appartenenza politica fatto dai nostri retori in tribuna è un tentativo di sedurre elettori anziani o già in là con gli anni con il richiamo ad anni perduti e a MITI POLITICI MORTI.

Oggi quel che conta per chi esercita il potere è il potere stesso e il rango sociale dato dalla capacità di consumare beni e servizi in questo caso di lusso.

In pratica i gruppi sociali che vivono di politica hanno preso in prestito dai dirigenti delle multinazionali e dai ricchi di vecchia data del Belpaese le linee di fondo del loro agire e del loro pensare se stessi nel mondo umano.

Le intercettazioni e le inchieste a ripetizione della magistratura su personaggi riconducibili a CENTRO, DESTRA, SINISTRA, sono l’evidenza di questa unica cultura sociale, amorale, capitalista e neo-liberale che si è spalmata su tutto il Belpaese e in particolare su chi ha anche un a piccola briciola di potere su uomini e risorse.

Data questa evidenza, riscontrabile andando in biblioteca a sfogliare qualche centinaio di vecchi giornali presi a caso o cercando su internet, è evidente che il problema non è solo politico ma culturale e sociale.

Si tratta non di smantellare questo esecutivo o quel singolo politico a colpi di responsi elettorali o scioperi, magari fosse così semplice, ma di creare lentamente e inesorabilmente le ragioni per un diverso modo di pensare la cosa pubblica e di vivere in questi anni di terza rivoluzione industriale.

Per far questo occorre avere dei punti di riferimento, delle ragioni intime che siano di ugual potenza rispetto alla propaganda e alla pubblicità commerciale, è necessario avere una ragionevole idea di cosa sia una civiltà propria; esattamente quello che manca oggi.

La frantumazione delle antiche culture politiche oggi morte ha lasciato una terra di nessuno nella quale si è collocata la cultura amorale e consumistica di cui ho scritto.

Questa cultura è per sua natura apolide e non ha delle soluzioni per le gravi che attanagliano il pianeta azzurro e l’umanità per questo è necessario ricostruire una civiltà italiana a partire da quella parte della popolazione della Penisola che cerca delle soluzioni ai gravi problemi contemporanei.

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