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BIBBIA
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SANGUE E
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MEDICINA
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OPUSCOLO N° 6
- PICCOLA COLLANA
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"I TESTIMONI DI GEOVA"
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Per ricevere gli opuscoli rivolgersi:
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Padre Nicola Tornese
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Viale S. Ignazio,
4
- 80131 NAPOLI
tel. 081.545.70.44
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- La strage degli innocenti
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Se mia figlia fosse morta,
non avrei avuto alcun rimorso.
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Queste parole sono di una testimone di
Geova, che alla sua bambina di quattordici mesi aveva negato la
trasfusione del sangue. A suo dire, la Bibbia proibirebbe le
trasfusioni.
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Fortunatamente per la piccina, i
medici chiesero e ottennero dal magistrato la facoltà a procedere, e
la bambina fu salva.
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Commentò un cronista: “E’, mai
possibile che in pieno secolo ventesimo si rifiuti ostinatamente la
trasfusione del sangue e si preferisca la morte di una creaturina
innocente? E’, mai possibile che una donna legga la Bibbia e la
intenda a modo suo, e pretenda di metterla in pratica o piuttosto
d'imporla con conseguenze mortali a danno di chi non ha ancora l'uso
di ragione e la facoltà di scelta”.
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Fatti e commenti di questo genere non
sono rari nella cronaca dei giornali in vari paesi del mondo.
Vittime innocenti sono quasi sempre bambini, ma anche adulti, specie
donne, costrette da una pressione settaria a sacrificare le loro
vite o quelle delle loro creature. Una vera strage degli innocenti!
- La trasfusione dei sangue come
cura medica
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La trasfusione del sangue come cura
medica è una conquista della scienza moderna.
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E’ una terapia sicura ed efficace, che
ha al suo attivo la salvezza di decine di milioni di vite umane.
Nella maggior parte dei casi non vi è altro rimedio. Senza la
trasfusione un numero indefinito di creature umane - uomini e donne,
padri e madri di famiglia, persone utili alla società, impegnate nel
bene comune, bambini e nascituri - sarebbero certamente morte.
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L'uomo moderno - cristiano o non
cristiano - è fermamente convinto che dare parte del proprio sangue
a beneficio di chi ne ha estremamente bisogno sia un atto di vero
amore del prossimo e anche un dovere. In tempi di emergenza come
terremoti, infortuni, guerre ecc., ogni persona coscienziosa corre
in aiuto dei sofferenti in pericolo di vita ed offre il proprio
sangue. E’, una gara di bontà umana e cristiana, che edifica e
commuove i ben pensanti.
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Unici tra gli esseri umani esistenti
sulla terra, i testimoni di Geova (tdG) si oppongono alla cura
medica delle trasfusioni A loro avviso, è volontà di Geova - il loro
dio - lasciar morire una persona, sia pure la propria bambina o la
madre o il padre, piuttosto che somministrare una sola goccia di
sangue. Essi rifiutano la trasfusione per sé e per gli altri,
malgrado la garanzia di assoluto successo data dai medici e
l'assoluta necessità da parte degli infermi.
- Giustificazione che non giustifica
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Come giustificano i tdG questo loro
rifiuto?
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1 - Soprattutto per motivi religiosi.
Essi pretendono di leggere nella Bibbia una formale proibizione
delle trasfusioni del sangue. Hanno scritto: “La posizione assunta
dai testimoni di Geova è soprattutto religiosa; è un atteggiamento
che si basa su ciò che dice la Bibbia”.
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2 - Tuttavia, contrariamente a questa
loro dichiarazione, preferiscono attardarsi nel vano tentativo di
convincere che la scienza medica sarebbe piuttosto contraria alla
trasfusione del sangue e che le trasfusioni siano di
per sé nocive. Dimenticano la loro professione di sacerdoti di Geova
per esercitare quella di sacerdoti di Esculapio .
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Sono valide le loro ragioni?
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No, non lo sono!
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In una Prima Parte di quest'opuscolo
vedremo come la Bibbia non proibisce la cura medica delle
trasfusioni del sangue. Semmai la giustifica! (1 Giovanni 3, .16) .
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In una Seconda Parte sentiremo il
parere dei medici in un settore di loro specifica competenza e
prenderemo in esame i principali cavilli che i capi della setta
geovista oggi come oggi (domani possono cambiare! ) ammanniscono ai
loro creduli seguaci per indurli all'inutile strage.
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PARTE PRIMA
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BIBBIA E SANGUE
- Ciò che dice la Bibbia
- In
un numero considerevole di testi la Bibbia parla di proibizione
divina dell'uso del sangue. Per comodità del lettore riportiamo
alcuni di questi testi.
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A) Antico Testamento
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I. - Genesi 9,
3-5: “Quanto si muove ed ha vita vi servirà di cibo:
vi dò tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non
mangerete la carne con la vita. Del sangue vostro anzi, ossia della
vostra vita, vi domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere
vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di
suo fratello”.
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2. - Nel libro del Levitico leggiamo:
“E’ una prescrizione rituale perenne per le vostre generazioni in
ogni dimora: non dovrete mangiare né grasso né sangue” (3, 17).
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3. - “Non mangerete alcun grasso né di
bue né di pecora né di capra... E non mangerete affatto sangue né di
uccelli né di animali domestici, dovunque abitiate. Chiunque mangerà
sangue di qualsiasi specie sarà eliminato dal suo popolo” (7,
23-27).
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4. - “Ogni uomo (...) che mangi
qualsiasi specie di sangue, contro di lui che ha mangiato il sangue
io volgerò la mia faccia e lo éliminerò dal suo popolo. Poiché la
vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo
sull'altare in espiazione per le vostre colpe; poiché il sangue
espia in quanto vita. Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra
voi mangerà sangue, neppure lo straniero che soggiorna tra voi,
mangerà sangue...” (17, 10-12).
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5. -
“lo sono il Signore vostro Dio. Non mangerete carne
con il sangue. Non praticate alcuna sorta di divinazione o di magia.
Non taglierete in tondo i capelli ai lati del capo... lo sono il
Signore” (19, 25-28).
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6. - Nel Deuteronomio sta
scritto: “Ogni volta che sentirai desiderio, potrai uccidere animali
e mangiarne la carne (...); ma non ne mangerete il sangue;
lo spargerai per
terra come acqua
(... ). Quanto alle cose che avrai consacrate o promesse in
voto, le prenderai e andrai al luogo che il Signore avrà scelto e
offriraí i tuoi olocaùsti la carne e il sangue, sull'altare del
Signore tuo Dio; il sangue delle altre tue vittime dovrà essere
sparso sull'altare del Signore tuo Dio e tu ne mangerai la carne”
(12, 15-27).
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7. E in
Ezechiele: “Così dice il Signore: Voi mangiate la carne col
sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue e
vorreste avere in possesso il paese?” (33, 25).
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B) Nuovo Testamento
-
Anche nei libri del Nuovo
Testamento ricorrono testi analoghi. Per esempio, nel libro
degli Atti leggiamo:
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I. “Abbiamo
deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo
al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte
agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dall'impudicizia”
(15, 28-29; cf. 21, 25).
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2. In
Apocatisse 2, 14 l'angelo della chiesa di
Pergamo è rimproverato perché “ha alcuni che tengono la dottrina di
Balaam, il quale insegnava a Balac a gettare scandalo davanti ai
figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli
e a fornicare”.
- Alcune norme per capire la Bibbia
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Prima di spiegare i testi biblici
riguardanti l'uso del sangue giova ricordare alcune norme
indispensabili per leggere correttamente la Bibbia e coglierne il
vero significato. Questo non vuol dire affatto
migliorare la Parola di Dio, come ignorantemente ha osservato'
un testimone di Geova. Signífica solo accostarsi al Sacro Libro con
serietà e rispetto, non con superficialità e spirito settario, come
fanno i tdG.
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I. - La Bibbia è stata scritta
millenni prima di noi. Gli uomini che l'hanno scritta - nel rivelare
la volontà di Dio - si sono dovuti esprimere nel modo adatto alla
gente del loro tempo. Essi scrivevano per gli uomini di ogni epoca,
è vero. Ma è naturale che la forma concreta e letteraria dei loro
scritti non poteva essere quella di altri tempi, anzi di ogni tempo.
Doveva essere necessariamente quella legata al loro tempo.
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2. - Per spiegare correttamente il
Libro Sacro è perciò indispensabile conoscere la forza delle parole
e delle immagini, di cui si sono serviti gli autori ispirati. Ogni
lingua ha le parole adatte e ogni popolo ha le sue immagini per
esprimere meglio ciò che pensa.
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3. - Non è perciò possibile cogliere
l'insegnamento della Bibbia se ci fermiamo alla lettera del Sacro
Testo. La lettera uccide (2 Corinzi 3, 6). Nel caso che qui
c'interessa, uccide non solo il vero significato della Parola di Dio,
ma uccide realmente, causando la morte di quelle persone alle quali
- per ignoranza - vien negata la trasfusione del sangue, basandosi
erroneamente su ciò che la Bibbia non dice.
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4. - Non bisogna inoltre dimenticare
che la Bibbia si capisce e si spiega con la Bibbia. In altre parole,
non si possono staccare dal contesto testi e parole, darne una
spiegazione arbitraria. Con tale me si può far dire alla Bibbia ciò
che si vuole, non, ciò che Dio ha voluto.
-
Purtroppo questo è il peccato abituale
dei testimoni di Geova. Essi staccano dal contesto testi e parole, e
li spiegano come a loro piace. E’ un metodo antiscientifico e
ingannevole. Bisogna abbandonarlo per conoscere la verità.
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I - Sangue come simbolo della
vita
- Testimonianze bibliche
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Tenendo presenti queste norme, noi
possiamo arrivare a sapere perché nella Bibbia è proibito l'uso del
sangue. La prima conclusione cui si arriva, al di là d'ogni
possibile dubbio, è perché presso gli antichi Ebrei il sangue era
simbolo della vita. Dire sangue era lo stesso che dire vita. In
altri termini, l'immagine del sangue suscitava in chi leggeva o
ascoltava l'idea della vita.
-
Ciò è comprensibile. L'esperienza
diretta diceva loro che senza sangue è impossibile vivere. La
perdita totale o di una grande quantità di sangue significava la
perdita della vita. Dunque nel sangue risiede la vita. Sangue
equivale a vita. Questa era la mentalità degli antichi Ebrei.
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Come prova basta citare e analizzare
brevemente alcuni testi biblici.
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a)
In Genesi 4, 10 Dio dice a Caino: “Che hai fatto?
Sento il sangue di tuo fratello gridare a me dalla terra!”. E’, lo
stesso che dire: la vita dell'ucciso è presente nel suo sangue
sparso sulla terra. Da lì egli chiede giustizia. Il sangue di Abele
era la sua vita parlante dalla terra.
-
b)
Dopo il diluvio Dio permette a Noè di cibarsi di
carne, ma non di sangue. “Soltanto non mangerete la carne con la sua
vita, cioè il sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra
vita, io domanderò conto” (Genesi 9, 4-5). Perché il divieto divino
di non mangiar carne con il sangue? Perché, secondo la mentalità del
tempo, mangiare il sangue equivaleva a mangiare, ossia a distruggere
la vita. Tra sangue e vita vi è equivalenza.
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c)
Nel Levitico si legge: “Poiché la vita della carne è nel sangue (17,
11-14). E nel Deuteronomio. “Però sii forte, non mangiare il sangue
perché il sangue è la vita e con la carne tu non devi mangiate la
vita” (12, 23).
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Non vi può essere dubbio alcuno:
secondo la mentalità degli antichi Istraeliti - sia di chi scriveva
sia di chi leggeva - sangue equivaleva a vita.
- Il sangue nei sacrifici
-
Una chiara conferma dell'equivalenza
tra sangue e vita nello stile biblico si ha in quei testi della
Bibbia dove si parla di sacrifici
-
a)
Come quasi tutti i popoli dell'antichità, anche gli
Ebrei facevano largo uso di sacrifici con spargimento di sangue (Esodo
24, 8; Deuteronomio 12, 26-27). I popoli pagani - come i cananei, i
fenici ed altri - immolavano anche vittime umane. Agli Israeliti
tali aberrazioni erano severamente proibite (Levitico 18, 21;
Deuteronomio 12, 29-31). Dio comunque aveva concesso agli Ebrei di
sacrificargli animali (Levitico cc. 1 6 e 1 7).
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L'offerta o sacrificio veniva fatta
per differenti scopi. Uno di questi era l'espiazione della colpa e
la conseguente purificazione del peccatore. Ricordando questi riti
sacrificali antichi l'autore della Lettera agli Ebrei scriveva: “E
quasi tutto viene purificato col sangue, secondo la Legge; e senza
spargimento di sangue non si dà remissione” (9, 22).
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b)
Ci domandiamo: perché e in che modo il sacrificio degli animali
aveva una virtù espiatoria e purificatrice?
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Perché rappresentava e sostituiva
l'offerta della vita umana. Infatti il dono migliore che l'uomo
possa fare a Dio per espiare la colpa e ottenerne il perdono sarebbe
l'offerta della propria vita. Ma Dio non vuole che gli
siano immolate vite umane. Solo in Gesù Cristo - l'Agnello di Dio -
Jahve ha permesso il sacrificio umano in espiazione del peccato del
mondo (Giovanni 1, 29; Romani 8, 32 ecc.). In attesa e in figura del
sacrificio di Cristo, Dio accetta l'immolazione degli ani- mali, in
sostituzione della vita umana.
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In che modo o piuttosto a quale
condizione?
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L'offerente deve riservare a Dio il
sangue della vittima. Può mangiare le carni, ma non il sangue. “Il
sangue delle vittime dovrà essere sparso sull'altare del Signore” (Deuteronomio
12, 26-27).
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Perché questa riserva?
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“Poiché la vita della carne è nel
sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull'altare in espiazione per
le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita. Perciò
ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà carne...” (Levitico
17, 11-12).
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L'equivalenza è chiaramente affermata.
Dio vuole riservato a sé il sangue perché il sangue espia in quanto
è vita. E accetta il sangue degli animali in sostituzione della vita
del peccatore.
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Questa era la mentalità dell'uomo
biblico e il suo modo di esprimersi.
- Carattere sacro dei sangue - vita
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Alla luce di queste spiegazioni appare
chiaro come per gli antichi Ebrei il sangue avesse un carattere
sacro. Appunto perché sinonimo o equivalente di vita umana, il
sangue era considerato come qualcosa di sacro. La vita è sacra.
Dunque anche il sangue in quanto vita, è sacro. Esso come la vita è
intangibile da parte dell'uomo.
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Dio è la fonte della vita (Salmo 36,
10). Egli la dà ed egli la toglie. E ne è pure il custode geloso:
“Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto (Genesi
9, 5)”. La vita è un diritto inalienabile di Dio. Egli punirà
severamente chiunque osa invadere questo sacro terreno: “Chi sparge
il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso” (Genesi 9,
6).
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Non vi è nessun altro libro in cui sia
inculcato con maggior forza il rispetto per la vita umana come nella
Bibbia. Gli scrittori sacri, sotto la guida dello Spirito Santo,
sono stati quanto mai espliciti e chiari nell'inculcare questa
volontà divina.
- Non uccidere!
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Come esprimere in modo adatto,
incisivo questa volontà di Dio?
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Mediante il linguaggio proprio del
tempo, con le immagini abituali del popolo, a cui bisognava
inculcare il comando di Dio. Possiamo anche dire: secondo la cultura
del tempo.
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Il sangue è simbolo della vita. Dio
esige dall'uomo il massimo rispetto per la vita. Dunque l'uomo deve
astenersi dall'uso del sangue. Usarne è come abusare della vita. Dio
non vuole questo. Perciò non vuole l'uso del sangue, di qualsiasi
sangue.
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Quando dunque la Bibbia dice: “Non
mangiare il sangue! Riserva a Dio il sangue!” è come se dicesse:
“Rispetta la vita; solo Dio è padrone della vita!”. Questo modo di
esprimersi è più concreto, più chiaro, più efficace della
formulazione giuridica.
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Anche questa c'è nella Bibbia: Non
uccidere! (Esodo 20,13; Deuteronomio 5,17; Matteo 5,21). Ma affinché
sia meglio capita e osservata nella vita d'ogni giorno lo scrittore
sacro la rende più concreta con l'espressione: Non fare uso del
sangue! Il significato non cambia. Le due espressioni si equivalgono.
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Nessuno può perciò avere dubbi sul
vero significato delle proibizioni bibliche contro l'uso del sangue.
Esse equivalgono sostanzialmente al comando divino: Non uccidere!
- Comando divino...
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Dio vuole il massimo rispetto per la
vita umana. Egli ha creato l'uomo perché viva (Genesi 2,7). L’uomo
riceve la vita, ma di essa non può disporre a suo capriccio. Solo
chi danneggia la vita propria e quella del prossimo viola il comando
divino.
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Questo è l'essenziale. E’, una
prescrizione perenne. (Levitico 3,1 7).
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Nella Bibbia questo comando divino è
stato espresso in modo adatto al tempo con immagini e parole
corrispondenti alla mentalità dell'uomo biblico, cioè alla sua
conoscenza dei fenomeni vitali. E’ un rivestimento esteriore che può
cambiare senza che cambi l'essenziale. Il rivestimento esteriore non
è oggetto del comando divino.
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I tempi e le conoscenze scientifiche
hanno mutato la mentalità degli antichi Israeliti. Oggi ogni uomo
può distinguere tra volontà di Dio e modo con cui è stata espressa.
Tutti possiamo capire che il comando di Dio riguarda il sangue come
simbolo della vita e non il sangue preso nella sua materialità. Il
coniando divino è di natura morale, non dietetica. Per violare il
comando divino bisogna versare colpevolmente tutto il sangue o
almeno in tale quantità da causare la morte. L'omicidio (e il
suicidio) è l'oggetto della proibizione divina.
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Questa netta distinzione tra sostanza
e forma appare chiara in alcuni modi di dire ancora in uso presso i
vari popoli. Anche oggi si dice: Basta col sangue! Non versate più
sangue! Nessuno si sogna che con tali modi di dire si voglia
proibire qualsiasi uso del sangue. Sono espressioni che equivalgono
a: Basta con gli omicidi, con le vendette, con le guerre ecc.!
- ...e trasfusioni
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Basato su queste cognizioni anche
l'uomo della strada privo d'una profonda cultura biblica comprende
assai bene che dare parte del proprio sangue per salvare una vita
umana non è una violazione del comando divino. Questa umana e
cristiana percezione dell'uomo comune è confermata da chi conosce
bene la Bibbia. No, dare parte del proprio sangue a scopo
terapeutico non è una violazione di una prescrizione perenne di
Jahve! Tutt'altro!
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Qui si verifica un fenomeno strano,
raccapricciante: le parti si capovolgono a danno
della Parola di Dio. In effetti, proibendo l'uso del sangue Dio
intendeva salvaguardare la vita umana. Curando migliaia e milioni di
sofferenti, donatori generosi e medici coscienziosi hanno salvato e
salvano migliaia e milioni di vite umane.
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Al contrario, rifiutando l'uso del
sangue anche a scopo terapeutico i tdG si rendono responsabili della
morte eh centinaia e migliaia di creature umane.
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E' lecito domandarsi: da che parte si
trova la reale osservanza della volontà di Dio? Certamente non dalla
parte dei tdG. Chi conosce meglio e mette in pratica l'insegnamento
della Bibbia? Non certamente i geovisti, ma tutti coloro che con
intelligenza ed amore rifiutano le loro aberranti spiegazioni della
Sacra Scrittura.
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II - Pericolo di
idolatria
- Testimonianze bibliche
-
Noi arriveremo alla stessa conclusione
studiando alcuni testi biblici sempre a riguardo della proibizione
dell'uso del sangue. Si tratta d'una esatta conoscenza del Libro
Sacro alla luce della storia antica. Già l'abbiamo detto: la
conoscenza del contesto storico, in cui la Bibbia è stata scritta, è
indispensabile per cogliere il vero significato dei singoli testi
biblici. Anche nella questione dell'uso del sangue la storia ci
aiuta a capire meglio le cose, ossia la volontà di Dio.
- E'
risaputo che presso i popoli pagani dell'antichità vi era la
pratica idolatrica di bere il sangue delle vittime offerte agli
idoli. Nella Bibbia abbiamo alcune testimonianze di questa pratica
pagana.
-
1 - Nel
libro del Levitico leggiamo:
-
“Non
mangiate nulla con sangue; non praticate la divinazione né
l'incantesimo” (19, 26).
-
Qui l'autore sacro accenna ad alcune
pratiche idolatriche condannate da
Jabve. Oltre alla divinazione e
alla magia, esplicitamente proibite (Deuteronomio 18,
10), si fa riferimento al cibarsi col sangue, ossia col
sangue delle vittime offerte agli dèi pagani. Il popolo eletto
doveva aborrire tali pratiche. Da ciò la proibizione dell'uso del
sangue.
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2 - In Ezechiele è detto:
-
“Così dice il Signore Dio: Voi
mangiate la carne con il sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli,
versate il sangue, e vorreste avere in possesso il paese?” (Ezechiele
33, 25; cf. 18, 6).
-
Queste parole sono rivolte agli Ebrei
rimasti in patria dopo la grande sconfitta e deportazione per opera
dei babilonesi nell'anno 587 avanti Cristo. Per bocca del profeta,
Jahve rimprovera questi Ebrei di seguire pratiche pagane. Tra queste
sono ricordate il levare gli occhi, ossia l'invocare gli dèi pagani,
e il mangiare col sangue, ossia bere il sangue delle vittime. Era un
rito pagano e perciò Dio lo proibiva.
-
Si tratta ovviamente d'una proibizione
di carattere morale. Jahve non condannava il mangiare col sangue in
quanto il sangue poteva nuocere o meno alla salute del corpo, ma in
quanto comportava il peccato di idolatria.
-
3 - Ai tempi degli Apostoli questa
pratica idolatrica era ancora diffusa nel mondo pagano e lo sarà
ancora per secoli. Al riguardo abbiamo un classico testo di san
Paolo. Egli sapeva bene come nei templi di Roma e di Grecia si
beveva il sangue delle vittime offerte agli idoli. Lo stesso
facevano i pagani del vicino Oriente, nell'illusione di entrare in
comunione con la divinità.
-
L'Apostolo dovette ammonire i
cristiani venuti dal paganesimo ad astenersi da questa pratica.
L'uso del sangue poteva contaminare la purezza della fede. Scrisse
ai Corinzi:
-
“Non voglio che voi siate in comunione
coi demoni. Non potete bere al calice del Signore e al calice dei
demoni; non potete prendere parte alla mensa del Signore e alla
mensa dei demoni” (1 Corinzi 10, 20-21)
-
Bere al calice dei demoni equivaleva a
bere il sangue delle vittime nei sacrifici dei pagani. Era un atto
formale di idolatria, che provocava la collera divina. L'Apostolo
non vuole questo assolutamente. Fuggite l'idolatria! (1
Corinzi 10, 14).
-
4 - Niente di tutto questo
nell'odierna cura medica mediante le trasfusioni. E’ semplicemente
assurdo pensare che il paziente beneficiario del sangue voglia
compiere un rito idolatrico e che il donatore possa paragonarsi alla
vittima offerta agli idoli!
-
Il comando divino di non mangiare col
sangue non ha nulla a che vedere con la trasfusione. Siamo in due
campi completamente diversi.
- Il Decreto di Gerusalemme
-
Le spiegazioni date finora gettano
piena luce su ciò che è detto nel libro degli Atti degli Apostoli a
proposito del sangue.
-
Leggiamo:
-
“Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e
noi, di non imporvi nessun altro obbligo all'infuori di queste cose
necessarie: astenervi dalle carni offerte agli
idoli, dal sangue, dagli animali soffocati (= non dissanguati) e
dall'impudicizia” (15, 28-29).
-
Qual è il vero significato di questo
testo bíblico?
-
Autorizza la Parola di Dio una donna
sbandata a far morire la propria bambina?
Proibisce il decreto di Gerusalemme l'odierna trasfusione di sangue
a scopo terapeutico? E’ legittima la spiegazione geovista, che ha
causato la morte di tante creature umane?
-
No!
-
Perché il divieto di cibarsi di sangue
stabilito a Gerusalemme deve essere spiegato secondo la mente degli
Apostoli e dei primi cristiani, anzi dei veri cristiani di ogni
tempo. I tdG dimenticano questa norma nel leggere e spiegare la
Bibbia e si rendono responsabili di tante tragedie.
- Origine dei Decreto
-
Verso l'anno 50, gli Apostoli e altri
responsabili della Chiesa si riunirono a Gerusalemme per trovare la
soluzione di alcuni problemi sorti dalla conversione dei pagani al
Vangelo. La questione di fondo era se i convertiti dalla gentilità
dovessero osservare tutta la Legge mosaica, come volevano alcuni,
oppure no, come ritenevano altri.
-
A favore della tesi liberativa parlò
Pietro (Atti 15, 6-1 1) e a lui si associarono Barnaba e Saulo,
ritornati da poco dal primo viaggio missionario in terre pagane (Atti
15, 12). Ma alcuni giudeo-cristiani erano del parere contrario e
volevano che i discepoli di Cristo fossero in tutto e per tutto
anche discepoli di Mosè.
-
Tra le due opposte sentenze, Giacomo
capo della chiesa locale, propose una soluzione intermedia
rispettare e conservare ciò che nella Legge mosaica era essenziale,
ma lasciar liberi i convertiti dal paganesimo in ciò che doveva
dirsi ormai superato e non necessario alla salvezza.
-
La proibizione dell'uso del sangue fu
considerata essenziale e ritenuta valida anche nel nuovo ordine di
cose.
-
Perché?
-
Perché il comando divino Non ammazzare!
non era stato affatto abolito. Tutt'altro! (Matteo 5, 21-24). Il .rispetto
assoluto per la vita umana era parte essenziale della Legge mosaica.
Era uno statuto valevole per tutti i tempi. E poiché ancora ai tempi
degli Apostoli era diffusa la concezione del sangue come sede della
vita, il comando divino fu espresso con le parole adatte e
comprensibili: Astenersi dal sangue!
-
Nel Decreto di Gerusalemme bisogna,
perciò, distinguere la sostanza dalla forma, la volontà di Dio dal
modo com'è espressa. La sostanza è il comando divino di Non
ammazzare ! La forma o modo con cui è espresso, è conforme alla
mentalità del tempo quando sangue equivaleva a vita.
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Così hanno interpretato le parole di
Atti 15, 28-29 gli antichi scrittori cristiani e i grandi studiosi
moderni della Bibbia.
- Alcune testimonianze degli antichi
-
Gli antichi scrittori cristiani
sapevano assai meglio dei tdG come e perché fosse osservato il
Decreto di Gerusalemme. Tre testimonianze:
-
1 - La prima è quella di una donna
debole e paurosa, la martire Biblide di Lione, in Francia, nel 177
dopo Cristo. La donna, durante il primo interrogatorio, aveva
rinnegata la fede. Dopo lo strazio della tortura “ritornò in se
stessa e, quasi risvegliandosi da un profondo sonno, riprese i sensi.
La pena temporanea le fece ricordare la punizione eterna della
Geenna. Quindi contraddicendo, a quei
bestemmiatori, rispose: " Come potrebbero mai costoro divorate i
bambini, mentre non è loro permesso di cibarsi di sangue di animali
irragionevoli?” .
-
Le parole della martire hanno un
chiaro riferimento al decreto di Gerusalemme. Per difendere i
cristiani e se stessa dall'accusa d'infanticidio, la martire cita la
legge apostolica dell'astensione dal sangue. Dunque quella legge
altro non era che un comando di non uccidere.
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Falsificazione.
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a) L'inganno. A proposito di questa
testimonianza i tdG hanno scritto:
-
“Commentando Atti 15.- 29, l'erudito
biblico cattolico Giuseppe Ricciotti (1890-1964) si riferisce
all'incidente avvenuto a Lione (descritto in precedenza) come prova
che i primi 'cristiani non potevano mangiar sangue'. Quindi aggiunge:
" Ma anche nei secoli successivi fino al Medio Evo, incontriamo
l'inattesa eco di questo antico 'abominío' (del sangue) dovuto senza
dubbio al de- creto "”.
-
b) La verità. Consultando direttamente
il commento che l'erudito biblico cattolico Giuseppe Ricciotti fa di
Atti 15, 29, abbiamo constatato che i tdG travisano completamente il
suo pensiero. E’ vero che il Ricciotti afferma che
-
“non solo nell'anno 177 i martiri di
Lione dichiarano che essi essendo cristiani non possono mangiar
sangue, ma pure nei secoli seguenti e perfino nel Medioevo
s'incontrano inaspettate avversioni per quei cibi (sangue)”.
-
Tuttavia il Ricciotti poco prima,
commentando appunto Atti 15, 29, aveva scritto:
-
“Quanto alla proibizione del sangue,
fu interpretata come proibizione di versare sangue umano, ossia la
proibizione dell'omicidio”.
-
E’ chiaro che nel suo pensiero i
martiri di Lìone come pure alcuni cristiani dei secoli seguenti si
astenevano dal sangue perché interpretavano le parole di Atti 15, 29
come la proibizione dell'omicidio. Ma questo i geovisti non lo
dicono, anzi tentano di nasconderlo. Si tratta evidentemente d'un
inganno. Bisogna dubitare sempre di ciò che dicono i tdG e
consultare direttamente le fonti sia la Bibbia che gli scrittori da
essi citati.
-
2 - La seconda testimonianza ci è data
da Minucio Felice, un avvocato, nato pagano e convertitosi al
cristianesimo. Visse intorno all'anno 200. Nel suo libro Octavius,
chiamato dal Renan “la perla della letteratura apologetica”, Minucio
confuta la stessa accusa contro i cristiani - quella
dell'infanticidio. Questi ed altri terribili delitti egli li
rinfaccia ai pagani. In quanto ai cristiani:
-
“Per noi invece - dichiara Minucio -
non è lecito né assistere a un omicidio, né sentirne parlare;
aborriamo tanto dal sangue umano, che non comprendiamo nel numero
dei nostri cibi neppure' il sangue degli animali mangerecci”.
-
L’avvocato Minucio sapeva bene quel
che scriveva. Per lui l'astenersi dal sangue anche degli animali, in
conformità della legge apostolica, equivaleva ad aborrire dall'idea
dell'omicidio. Non usare sangue era lo stesso che non uccidere.
-
Falsificazione: I tdG riportano la
testimonianza di Mínucio Felice nel modo seguente:
-
“Mínucio Felice (III secolo E.V.): "
Tale è il nostro orrore del sangue umano, che neppure vorremmo
assaggiare il sangue nei cibi degli animali commestibili "”.
-
I geovisti hanno omesso volutamente le
parole che precedono la dichiarazione di Minucio Felice e cioè:
-
“Per noi invece non è lecito né
assistere a un omicidio, né sentirne parlare”.
-
Queste parole fanno capire meglio che
l'astenersi dal sangue anche degli animali è strettamente connesso
con l'omicidio. Ma i geovisti tentano di diluire il pensiero di
Minucio Felice per convincere gli ignoranti del loro deprecabile
errore.
-
3 - La terza testimonianza, infine, la
ricaviamo dagli scritti di un altro avvocato, contemporaneo di
Minucio, passato anche lui dal paganesimo alla fede cristiana.
-
E’ questi il ben noto Quinto
Tertulliano, il più grande e il più originale degli scrittori latini
cristiani prima di sant'Agostino. Egli studiò a fondo il decreto di
Gerusalemme e asserì ripetutamente che gli Apostoli avevano voluto
inculcare il comando divino di non uccidere. Due riferimenti:
-
a) Nell'Apologetico, Tertulliano
risponde ai pagani che accusavano i cristiani di omicidio così come
aveva fatto Minucio. Scrive:
-
“Arrossisca il vostro comportamento di
fronte ai cristiani. Nemmeno il sangue degli animali noi abbiamo a
tavola tra le vivande in uso, e ci asteniamo anche dagli animali
soffocati per non venire in qualche modo contaminati dal sangue
rimasto nei loro organi. Infine, tra le provocazioni da voi
adoperate con i cristiani, voi offrite loro delle salsicce gonfie di
sangue, sapendo bene che a loro non è lecito mangiarle. Or dunque
come mai potete voi credere che siano bramose di sangue umano
proprio quelle persone che - come voi ben sapete aborriscono anche
il sangue degli animali?”.
-
b) Nel libro intitolato: La Pudicizia,
Tertulliano si sofferma ad esaminare la gravità dei peccati
di idolatria, di fornícazione (e adulterio) e di omicidio. Con
esplicito riferimento al decreto apostolico egli dichiara:
-
“Il divieto del sangue vuoi farci
intendere essere proibito con maggior ragione l'omicidio, ossia lo
spargimento del sangue umano”.
-
Tenendo presente il contesto di tutte
queste testimonianze non vi può essere dubbio che gli antichi
scrittori cristiani, anzi tutti i cristiani dell'antichità, hanno
considerato il decreto di Gerusalemme come l'equivalente del comando
divino di non ammazzare .
- Alcune testimonianze moderne
-
Della stessa convinzione sono i grandi
studiosi moderni della Bibbia, quelli più quotati e più aggiornati.
-
1 - Citiamo, anzitutto, il Grande
Lessico del Nuovo Testamento, iniziato da Gerbard Kittel, con la
collaborazione dei migliori maestri in scienze bibliche. E’ una
opera classica, nota in tutto il mondo, indispensabile per la
conoscenza del Nuovo Testamento. Una vera miniera che contiene i
risultati più recenti e più attendi- bili in questioni
scritturistiche. Ecco quanto è detto a proposito di Atti 15, 28-29:
-
“Il divieto di cibarsi di sangue,
stabilito dalla risoluzione del concilio apostolico, è fondato sulla
concezione vetero-testamentaria e giudaica del carattere sacro del
sangue... Versare il sangue significa distruggere il veicolo della
vita e quindi la vita stessa. li divieto di uccidere fissato dalla
risoluzione dei concilio apostolico esprime uno dei cardini della
morale cristiana primitiva” .
-
2 - E l'autorevole Bibbia di
Gerusalemme commenta Atti 15, 28-29:
-
“Il sangue è l'espressione della vita,
che appartiene solo a Dio, e il divieto della legge in proposito era
così grave da spiegare molto bene la ripugnanza dei giudei a
dispensarne i pagani”.
-
Nella mentalità giudaica fare uso del
sangue equivale dunque a violare il diritto assoluto di Dio sulla
vita umana. Oggetto del decreto era la violazione di questo diritto
divino, ossia il comando di non ammazzare, non qualsiasi uso dei
sangue.
-
3 - Dizionario dei concetti biblici
del Nuovo Testamento:
-
“Il sangue dell'uomo come pure quello
degli animali è inteso come sede della vita. E’ logico quindi che
diventi un'immagine della distruzione della vita. Ma Dio è l'unico
signore della vita, solo lui può disporre della vita e del sangue.
Il decreto apostolico di Atti 15, 20-29 va. inteso con riferimento
all'ordinamento di Levitico 17, 1-16”.
-
In Levitico 17, 1-16 Dio proibisce il
sangue in quanto è vita.
-
La conclusione è chiara. Sotto la
guida dello Spirito Santo, il concilio apostolico decretò che
i veri cristiani devono avere massimo rispetto per la vita umana
,a differenza dei pagani, che spesso ne facevano scempio. Jahve è
Dio della vita non della morte. L'astenersi dal sangue equivale ad
astenersi dal nuocere alla vita altrui e alla propria.
-
Dio non proibisce l'uso del sangue
nella sua materialità, ma nel suo simbolismo in quanto equivalente
della vita. I tdG si, basano su una lettura della Bibbia
superficiale ed errata. La loro interpretazione è contro il pensiero
degli antichi scrittori, dei cristiani di ogni tempo e dei grandi
studiosi della Bibbia dei nostri tempi. Il loro errore causa
purtroppo una vera strage degli innocenti.
- San Paolo e il Decreto dì
Gerusalemme
-
Se dovessimo accettare la spiegazione
superficiale che del Decreto di Gerusalemme danno i tdG, dovremmo
dire che il primo a violare quel Decreto sia stato proprio san
Paolo. Scrivendo ai Corinzi l'Apo- stolo si esprime nel modo
seguente:
-
“Tutto ciò che è in venduta sul
mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza,
perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene (Salmo
24, 1). Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate
tutto quello che vi viene posto davanti, senza far
questioni per motivo di coscienza” (1 Corinzi 10, 25-27; cf. Romani
14, 1-9).
-
Abbiamo il diritto di domandarci: Che
cosa era in vendita sul mercato di Corinto, città ancora pagana? Che
cosa era servito a mensa nelle case dei non credenti?
-
a)
La risposta da dare, senza il minimo dubbio, è che
sul mercato di Corinto erano in vendita, oltre alle carni immolate
agli idoli, anche la carne di animali non dissanguati e il sangue.
Paolo rivendica alla libertà del cristiano il diritto di mangiate
anche questi cibi, benché il Decreto di Gerusalemme ne proibisca
l'uso.
-
Perché?
-
Perché l'apostolo sapeva ben
distinguere tra la lettera e lo spirito del comando del Signore (cf
- 2 Corinzi 3, 6; 1 Corinzi 10, 19), tra la forma e la sostanza del
Decreto.
-
Il sangue è simbolo di un'idea. E’
l'idea che conta. non il sangue in se stesso e l'uso che se ne fa.
-
b)
Paolo aveva direttamente in mente l'uso delle carni
immolate agli idoli o degli animali non dissanguati. Cibandosene, il
cristiano - non intendeva commettere un atto di idolatria, ossia
violare la legge di adorare solo il vero Dio. Ma
la stessa norma o distinzione si può sicuramente applicare all'uso
del sangue. Cibandosene, il cristiano non intendeva commettere un
omicidio o un suicidio. Questo era l'essenziale. Questo intendeva il
Decreto proibendo l'uso del sangue.
-
Nessuna violazione dunque di Atti 15,
28-29 vi può essere nella terapia delle trasfusioni perché tale uso
del sangue non comporta né idolatria né omicidio o suicidio come
capisce chiunque abbia il sano discernímento o la vera scienza, di
cui parla proprio san Paolo nell'applicazione di quel Decreto (cf. i
Corinzi 8, 7).
-
-
-
PARTE SECONDA
-
IL PARERE DEI MEDICI
-
-
I
-
Il Dr. Vittorio Calvano, specialista
in ematologia, Ordinario negli Ospedali Riuniti di Napoli, ha
esaminato accuratamente l'opuscolo Sangue, Medicina e la Legge di
Dio, che è un compendio di tutto ciò che i tdG sanno
dire in materia di trasfusione di sangue. Abbiamo già detto che i
tdG, per diffondere i loro funesti errori, hanno invaso il campo
medico, che non è eli loro competenza. Le osservazioni del Dr. V.
Calvano, specialista in materia, che qui riportiamo, sono
incomparabilmente più attendibili dell'abusiva propaganda geovista.
-
Testimoni: La regola divina del modo
di usare il sangue risale. alla dichiarazione che Dio fece a Noè
(Gen. 9: 3, 4): “Non dovete mangiare la carne con la sua anima, col
suo sangue” (pp. 3-4) ".
-
Medico: In ogni
carne c'è sempre una benché minima parte di sangue; pertanto non si
dovrebbe mangiare alcun cibo di carne.
-
Testimoni: Non possiamo togliere dal
nostro corpo parte del sangue, che rappresenta la vita
e ancora amare Dio con tutta la nostra anima (p. 8).
-
Medico: Se ciò fosse vero, nessuno
potrebbe amare Dio quando per ragioni trascurabili anche di lieve
entità si fosse persa una parte anche minima di sangue. Basterebbe
la puntura d'un ago con fuoriuscita d'una goccia di sangue per non
poter amare più Dio.
-
Testimoni: In questo ventesimo secolo
i cristiani trovano pratiche che implicano l'uso dei sangue per
nulla dissimili da quelle prevalenti ai giorni degli Apostoli. In
molti luoghi gli uomini fanno la fila per bere il sangue caldo degli
animali uccisi nei mattatoi. Budini di sangue e salsicce di sangue
si vendono dappertutto. In alcuni paesi orientali il sangue è
comunemente usato nelle minestre e nel sugo... (p. 11).
-
Medico: L'equiparare queste pratiche
di oggi (e di sempre) all'uso del sangue di cui erano interessati
gli Apostoli e i primi cristiani è una palese alterazione della
storia. L'uso del sangue proibito ai primi cristiani era sempre
connesso coi sacrifici pagani non con regimi dietetici. E’ perciò
ridicolo e fuor di luogo e non merita commento l'insistenza su
regimi dietetici, degni più d'un libro di cucina che di uno scritto
che ha la pretesa di trattare cose dello spirito.
-
Testimoni: Non ha nessuna importanza
il fatto che il sangue non sia immesso nel corpo per via orale ma
per via endovenosa. Resta che esso provvede al corpo il nutrimento
che ne sostiene la vita (p. 14).
-
Medico: Si ammette che il sangue è
utile a soste nere la vita. La vita è un dono di Dio, e noi abbiamo
il dovere di difenderla. Un testimone di Geova che si dichiarava
convinto della sua fede, rifiutò una sigaretta perché il fumo, egli
asseriva, danneggia la salute; la salute è un dono di Dio; fumando
perciò si contravviene alla legge di Dio. Noi aggiungiamo che è
ancora più doveroso difendere la vita intera come dono di Dio. E
com'è possibile pensare di violare la legge di Dio quando con il
sangue trasfuso, in caso di necessità, difendiamo questo dono nella
vita dei nostro prossimo?
-
Testimoni: Bisogna mettere in risalto
che il punto di vista dei testimoni di Geova sulla questione è
interamente religioso, si basa sulla legge di Dio e non sulle
scoperte mediche (pp. 16-17).
-
Medico. E allora - si domanda - con
quale coerenza vogliono i testimoni convincere i medici che la cura
delle trasfusioni è pericolosa dal punto di vista medico e che
bisogna influire sui medici in senso dissuasivo per ragioni mediche?
E’ il caso di dire: sutor, ne ultra crepidam!
-
Testimoni: Le trasfusioni di sangue
sono amministrate secondo la teoria che non possono mai fare danno e
che potrebbero recare beneficio al paziente. Quest'idea è sbagliata
perché ci sono pericoli connessi con la trasfusione (p. 18).
-
Medico: Eventuali pericoli, peraltro
ridotti al minimo, connessi con la trasfusione del sangue, non
escludono che questa si debba fare in particolari condizioni e che
sia necessaria e insostituibile. Sarebbe come se non si aiutasse un
moribondo con l'iniezione d'un medicinale sicuramente efficace per
timore d'una possibile suppurazione.
-
Testimoni: Il
direttore medico del Centro del Sangue di Milwaukee,
nel Wisconsin, mette in rilievo i rischi della trasfusione.
Egli dice: “La richiesta di trasfusione di sangue non richiede
maggiore sforzo che l'ordinazione di una aspirina” (p. 19).
-
Medico: Il concetto più volte ribadito
dai direttori dei vari Centri Trasfusionali sui rischi della
trasfusione è che eventuali pericoli non debbono escludere la
trasfusione in caso di necessità assoluta. Anzi diciamo di più, che
la stessa aspirina (tanto per stare all'esempio) non è scevra di
pericoli, e una sola (dico una) compressa della menzionata aspirina
può dare fenomeni di intolleranza a volte anche gravi; ciò non
pertanto si continua a somministrare aspirina per i suoi effetti
benefici in varie malattie. E così potremmo citare innumerevoli
esempi in ogni campo della medicina.
-
Testimoni: William
H. Crosby, capo del reparto di ematologia nell'Istituto Walter Rced
dell'Esercíto, duramente accusa che il modo in cui oggi
si somministra il sangue vuol dire “giocare alla roulette russa” con
le bottiglie di sangue anziché con la rivoltella (p. 20).
-
Medico - William H. Crosby può avere
in mente persone che egli solo conosce. Per quanto riguarda la
classe dei medici in generale l'accostamento alla roulette russa è
fuor di luogo perché i medici non giocano coi loro pazienti in
quanto ogni flacone di sangue destinato alla trasfusione è
scrupolosamente selezionato.
-
Testimoni: Per apprezzare i problemi
che comporta, è necessario prestare attenzione ai gruppi sanguigni,
i quali sono determinati dallo studio dei fattori presenti nei
corpuscoli dei sangue e del plasma (pp. 20-21).
-
Medico: La complessa natura del sangue
non rappresenta un impedimento alla pratica trasfusionale in quanto
esistono precise precauzioni per evitare le reazioni trasfusionali,
e cioè:
-
1) Corretta
determinazione del gruppo sanguigno del donatore e del ricevente,
che devono essere isogruppi sia riguardo al sistema A B C sia a
quello Rh.
-
2) Prova crociata
pretrasfusionale (Ferrata e Storti Le malattie del sangue).
-
3) Il Test di Coombs e la prova
biologica sono altri mezzi idonei a dare un giudizio sicuro di
compatibilità (Mollison, Mollison & Cuthesh, Discombe, Wiener,
Pelagi & Righini, Frick, Storti & Vaccari, Vaccari & Baldini).
-
Testimoni: C'è il pericolo del
sovraccarico circolatorio, quello di mettere troppo sangue nel corpo,
costringendo così il sistema circolatorio a fermarsi (p. 23).
-
Medico: Il sovraccarico circolatorio,
l'introduzione di aria nel torrente sanguigno e l'inquinamento del
sangue sono pericoli che esulano dal nostro argomento in quanto
dovuti ad errori di tecnica e non al sangue in sé. Anche l'iniezione
di semplice soluzione fisiologica può comportare gli stessi rischi
se non praticata correttamente. Inoltre bisogna aggiungere che è
impensabile il sovraccarico circolatorio perché se esistesse questa
condizione non ci sarebbe la necessità della trasfusione.
-
Testimoni: In quanto all'inquinamento
del sangue... il fatto è che non è stato escogitato
nessun mezzo soddisfacente per prevenire la possibilità
dell'inquinamento del sangue da trasfondere (pp. 24-25).
-
Medico. Il pericolo dell'inquinamento
è evitato perché il sangue è prelevato con tutte le più rigorose
norme di asepsi, e il donatore è opportunamente selezionato dopo
avergli praticato gli esami necessari a escludere la presenza di
antigene Au, di sifilide, di malaria e di altre malattie infettive.
-
Testimoni: Il pericolo della sifilide
non è certo da considerare di poco conto (p. 28).
-
Medico: La sifìlide può essere
trasmessa con la trasfusione di sangue fresco. Ma se si considera
che i treponemi non possono sopravvivere più di 72-96 ore a 4'C, si
capisce come la profilassi diventa un problema assai facile da
risolvere (Block, Turner, Kalmer). Anche la liofilizzazione e il
congelamento almeno a -20' uccidono i treponemi, e perciò anche la
trasfusione di plasma può considerarsi del tutto innocua da questo
punto di vista (Turner & C2, Ravitch & Call).
-
Testimoni: La possibilità di
trasmettere la malaria con la trasfusione di sangue è stata
riconosciuta sin dal 1911, e negli anni che sono passati il pericolo
non è stato eliminato (p. 30).
-
Medico: La malaria si può evitare
escludendo tutti i donatori che abbiano contaggiato tale affezione e
addirittura siano stati in zone malariche; ove vi fosse qualche
dubbio si sottopone il ricevente a un trattamento chimico e il
rischio è eliminato.
-
Testimoni: Per quanto i pericoli di
sifilide e di malaria da trasfusione siano gravi, scompaiono alla
vista in paragone con la piaga dell'epatite. La forma più grave di
questa malattia è quella che si trasmette con le trasfusioni di
sangue (p. 31).
-
Medico: Indubbiamente la profilassi
dell'epatite è molto difficile ma non impossibile. Con la scrupolosa
selezione dei donatori, evitando il large-pool, cioè la mescolanza
di campioni diversi di sangue, e conservando il plasma allo stato
liquido per alcuni mesi (Allen & Call), si può essere sicuri di
neutralizzare il potere infettante del sangue. D'altra parte, se
esiste uno stato di necessità per salvare una vita, come riferito
dal Dr. Walter C. Alvazer (citato dai testimoni), ogni altro
problema può risultare d'importanza secondaria.
-
-
II
-
Il Prof. Dr. Nevio Quattrin, ematologo
di fama mondiale, capo del Dipartimento di Ernatologia, Ospedale “A.
Cardarelli”, e Primario Ematologo dei Centri Sociali per le Anemie
Mediterranee e delle Leucemie di Napoli, ci ha gentilmente
rilasciata la seguente dichiarazíone. Noi e i lettori gli siamo
immensamente grati.
-
Come uomo e come cristiano
voglio associare la mia voce di Medico Ematologo per confermare
quanto è detto in quest'opuscolo a favore delle trasfusioni del
sangue.
-
Come esaurientemente spiegato
nelle pagine dell'opuscolo la Sacra Bibbia non condanna allatto la
trasfusione del sangue a scopo terapeutico, anzi fa chiaramente
intendere che chi dona parte del proprio sangue compie un gesto di
squisito amore verso i fratelli che soffrono, in conformità al
Vangelo (Mt. 25, 36). Non dimentichiamo che ogni uomo è un nostro
fratello e che Cristo è presente in chi soffre.
-
La scienza medica non
contraddice affatto a ciò che dice la Bibbia né viola minimamente
alcun comando divino. Essa la ogni possibile sforzo per conservare o
almeno prolungare la vita come Dio comanda.
-
La trasfusione del sangue non
reca il minimo danno al donatore e dà un aiuto incomparabile spesso
decisivo per la vita dell'ammalato.
-
Allo stato attuale delle cose
non vi è alcun rischio nella trasfusione del sangue. La scienza ha
fatto tali progressi nella tecnica delle trasfusioni che da parte
del paziente vi è solo vantaggio senza nessunissima conseguenza
negativa.
-
Le incompatibilità e le loro
dannose conseguenze sono oggidì da ricondurre soltanto ad errori
tecnici o a negligenza colpevole. Del resto tali colpevoli
negligenze, e peggio, si riscontrano in ogni settore della vita
umana.
-
Nella Divisione di Ematologia
da me diretta si effettuano circa quattromila trasfusioni all'anno e
mai abbiamo riscontrato inconvenienti di rilievo.
-
Dispiace molto che i
responsabili della setta dei testimoni di Geova - con scritti e con
parole - continuino a tenere alcune persone nella ignoranza di
verità ormai note e accettate da ogni uomo equilibrato e ben
pensante. La loro propaganda ha spesso funeste conseguenze perché
causa la morte di chi, per fanatismo religioso, rifiuta la
trasfusione.
-
Purtroppo debbo dichiarare
che anche nel Dipartimento di Ematologia dell'Ospedale Cardarelli
qualche seguace della setta dei testimoni è morto perché ha
rifiutato, nonostante tante spiegazioni, la trasfusione del sangue.
Al contrario, la maggior parte dei nostri pazienti devono essere
politrafusi e cosi hanno salva la vita.
-
in conclusione mi pare
che la condotta dei testimoni di Geova in questo campo sia
manifestamente, ingiustificata, incomprensibile e delittuosa.
-
Napoli, Ospedale A. Cardarelli, 5 aprile 1976.
-
Prof. Dr. NEVIO QUATTRIN
- Quei poveri innocenti
-
1. - Il medico ha il diritto
professionale di salvare la vita del paziente che a lui ricorre, con
la cura medica che la sua coscienza e la sua scienza giudicano più
adatta. Se tale comportamento contrasta coi principi religiosi' (veri
o falsi) del paziente, non spetta al paziente imporre al medico la
sua volontà.
-
Anche lui, il paziente, deve
rispettare la libertà del medico. Non può far violenza alla sua
coscienza. Generalmente i medici non ammettono negli ospedali e
nelle cliniche i tdG, che rifiutano la trasfusione. La dignità della
loro professione e il decoro dell'istituto di cura, dove prestano la
loro opera, giustificano il loro rifiuto.
-
2. - I tdG dicono che i medici possono
essere esonerati da qualsiasi responsabilità giuridica mediante una
dichiarazione firmata dal paziente e da testimoni. Una tale
procedura non è sempre ammessa dai codici di medicina legale. Ma
anche là dove essa è giuridicamente valida non può non incidere
negativamente sulla coscienza del medico. Qualsiasi formula di
esonero, anche se firmata dal paziente perfettamente conscio e
controfìrmata da testimoni, equivale sostanzialmente ad autorizzare
il medico perché dìa libero corso a una morte sicura. Sarebbe come
se uno desse a un altro la rivoltella e dicesse: “Uccidimí! lo ti
esonero da qualsiasi responsabilità!”.
-
3. - Il principio comunemente ammesso
è che il malato adulto non può essere costretto a sottoporsi, contro
la sua volontà, al trattamento medico, eccetto quando il trattamento
è previsto dalla legge (p.e. in caso di epidemie). Non è facile dire
se la morte d'un tale paziente sia quella di un martire o di un
fanatico. Ma la sua determinazione non deve coinvolgere altri né
giuridica mente né moralmente.
-
4. - Particolarmente penoso, anzi
tragico, deve dirsi il caso o la sorte dei bambini. I tdG sostengono
che “i genitori sono primariamente autorizzati a provvedere e a
decidere per i loro figli” '. Si domanda: “Sono autorizzati a
decidere anche quando è in gioco la vita dei bambini incapaci ancora
a decidere e privi di autodifesa?”. Se ai genitori è data l'autorità
di decidere, la decisione deve essere latta per la vita, non per la
morte del bambino.
-
Purtroppo in molti casi è avvenuto il
contrario! Purtroppo un tale modo di concepire le cose ha portato,
qualche anno fa, alla strage di tanti minorenni nella giungla della
Guayana! E’ una documentazione agghiacciante di ciò che avviene dei
bambini quando i genitori, per fanatismo, si arrogano su di essi il
dirítto di vita e di morte! Il mondo è rimasto inorridito! .
-
5. - Contro tali aberrazioni e in
difesa della vita dei bambini insorge la coscienza dell'umanità
intera. La dichiarazione dei diritti del bambino fatta dall'O.N.U.
dice tra l'altro:
-
Articolo 1 - Il bambino deve godere di
tutti i diritti enumerati nella presente dichiarazione. Questi
diritti devono essere riconosciuti a tutti i bambini senza eccezioni,
senza distinzioni e discriminazioni di razza, di colore, di sesso,
di lingua, di religione ecc.
-
Articolo 2 - Il bambino deve godere
d'una speciale protezione; disposizioni legislative o altri
provvedimenti devono garantirgli possibilità e facilitazíoni perché
egli possa svilupparsi in modo sano e normale fisicamente,
intellettualmente, moralmente, spiritualmente ecc.
-
Articolo 8 - Il bambino, in ogni
circostanza, deve essere tra i primi a ricevere protezione e
soccorso.
-
6. - La legislazione italiana è stata
ricordata in occasione della morte d'una testimone di Geova, incinta
da sette mesi, in seguito appunto al rifiuto di trasfusione:
-
“Nel nostro caso, la paziente Jole
Pedullà, non prestando il consenso alla trasfusione di sangue,
lasciava morire il bimbo che aveva in grembo, ponendosi in
sostanziale conflitto con l'interesse del nascituro. Il caso, allora,
sarebbe stato risolvibile nominando un curatore speciale, che
all'uopo avrebbe potuto acconsentire al posto della persona, di
fatto incapace, per la predetta situazione di contrasto. Questo in
caso di soccorso di necessità.
-
Quando, invece, non sussiste il caso
di necessità urgente, allora il medico solleciterà all'autorità
giudiziaria la nomina di un curatore speciale, che deciderà
nell'effettivo interesse della persona che dovrà nascere o,
eventualmente, del minore incapace”.
- San Martino di Rosignano (Al.)
21.9.1980
-
Caro P. Tornese,
-
Grazie della vostra lettera...
Riguardo al testimone di Geova, chiosatore ignorante, l'ho rivisto
due domeniche fa a Torino. Naturalmente abbiamo discusso e...
ascoltate le sue risposte... Parlammo del problema del sangue. Gli
spiegai io - " Le sembra giusto, lasciando stare i grandi che hanno
la facoltà di scegliere, che i bambini vengano lasciati morire per
colpa dei vostri cervelli ignoranti? ". Mi rispose: " Questo bambino
che lei vede è mio figlio, ed essendo mio figlio, posso fare quello
che voglio ". Allora io: " Lei dunque tratta suo figlio peggio d'uno
schiavo! ". "Appunto - mi rispose - l'ho fatto io e di lui farò
quello che mi piace
-
A questo punto l'ho lasciato...
-
GESUALDO REALE
-
-
-
ERRORI E VERITA'
-
-
1- L'errore: “Ai cristiani è comandato
di astenersi dal sangue. Atti 15. 28, 29 ( ...
). Qui il mangiar sangue è equiparato all'idolatria e alla
fornicazione, cose che non vorremmo certo commettere”.
-
La verità: In Atti 15, 28-29 il
mangiar sangue in tanto era proibito in quanto era considerato come
un versare sangue umano, ossia equivaleva all'omicidio. In quanto
tale, ossia in quanto equivalente all'omicidio, il sangue è
equiparato all'idolatria e alla fornicazione. Il cristiano non vuol
commettere atti di idolatria e di fornicazione come non vuol
commettere omicidi. Nelle trasfusioni non si commette nessun
omicidio e neppure nell'uso di cibi contenenti sangue come il
sanguinaccio.
-
2. - L'errore: “La carne animale si
può mangiare, ma non il sangue (Genesi 9: 3, 4). Qualsiasi animale
usato per scopi alimentari dev'essere dissanguato (Atti 15. 19, 20;
confronta Levitico 17: 13-16)”.
-
La verità: In tutti questi testi
biblici e in altri paralleli il mangiare la carne animale non
dissanguata in tanto era proibito in quanto il sangue era
considerato simbolo della vita. L'abbiamo dimostrato abbondantemente
(cf. pp. 9-15). La spiegazione che i tdG danno dei testi citati e di
numerosi altri paralleli è superficiale, settaría, fondamentalista,
atta solo a convincere gli ignoranti ed indurli ad atti fanatici e
inumani.
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3. - L'errore: “L'unico uso del sangue
che sia mai stato approvato da Dio è quello sacrificale: Lev. 17:
11, 12: 49 L'anima della carne è nel sangue
... ... Tutti i sacrifici animali offerti sotto la Legge mosaica
prefiguravano l'unico sacrificio di Gesù Cristo. Ebrei 9: 11-14, 22;
Efes. 1: 7” 28.
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La verità:
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a) Il sangue dei
sacrifici animali offerti sotto la Legge mosaica era versato con
approvazione divina in quanto era simbolo della vita. “Anima” nel
testo ebraico corrisponde a “vita” (nefesc). Offrendo a Dio il
sangue era come se si offrisse la vita. Il sangue non era preso
nella sua materialità come liquido composto di acqua e di globuli
rossi, ossia come componente fìsiologica del corpo animale.
-
b) Questo appare chiaro nel sacrificio
di Gesù Cri- sto. Riferendosi allo spargimento del suo sangue in
sacrificio a Dio per la nostra salvezza Gesù disse: “Do la, mia vita
per le pecore ( ... ) lo do la mia vita per
riprenderla di nuovo” (Giovanni 10, 15-17). E ancora: “Egli offrì
per noi la vita” (1 Giovanni 3, 16). Il sangue di Cristo fu offerto
dunque in quanto simbolo della vita. Per violare il comando divino
di non mangiare sangue, bisogna abusare della vita umana, non fare
uso del sangue specie per scopi terapeutici.
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4. - L'errore. Il sangue è l'anima
(Deut. 12: 23). Non possiamo togliere dal nostro corpo parte del
sangue e ancora amare Dio con tutta la nostra anima come comanda la
Bibbia (Matteo 22, 37)
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La verità:
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a)
Il precetto divino di amare Dio con tutta l'anima non
si riferisce al sangue nella sua materialità, cioè al sangue come
componente fisiologica del corpo umano. Dio vuole che lo si ami con
tutta la forza della volontà umana, cioè della componente spirituale
dell'uomo. L'amore di Dio non è proporzionato alla quantità del
plasma presente nell'organismo umano.
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b)
Se così fosse, ne seguirebbe l'assurdo e il...
ridicolo. Una persona, per esempio, che avesse perso del sangue sul
lavoro o in un incidente stradale, sarebbe incapace di amare Dio
come chi non ha perso del sangue! Ne segue ancora che il martire
cristiano ama Dio sempre di meno a misura che perde il suo sangue
appunto per amore di Dio! Quante assurdità nella propaganda geovista!
E c'è sempre gente che le crede!
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5. - L'errore: Tuttavia non si può
negare che nelle trasfusioni è data la propria anima.
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La verità: Questo grossolano errore è
affine al precedente. Per capire tutta l'assurdità, bisogna
precisare che cosa s'intende per anima. Se per “anima” s'intende la
vita (ebraico nefesc) è chiaro che nelle trasfusioni non si dà la
vita. Infatti, il donatore continua a vivere. E se anche morisse per
salvare il prossimo, adempirebbe il comando di Cristo che disse:
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri
amici” (Giovanni 15, 13; cf. 1 Giovanni 3, 16).
-
Se poi per anima s'intende “il soffio
divino” (cf. Genesi 2, 7), ossia la componente spirituale e
immortale dell'uomo, è chiaro che il donatore, anche dopo la
trasfusione, continua ad essere un uomo completo con tutta la sua
grandezza umana, con tutta la sua dignità di immagine di Dio,
accresciuta dal merito acquisito donando parte del proprio sangue
per amore del prossimo.
-
Ma quest'ultima spiegazione non ha
nessun valore per i tdG. Essi, infatti, negano che vi sia una
componente spirituale dell’uomo, ossia un'anima o spirito immortale.
Per loro non vi è differenza sostanziale tra l'uomo e la bestia. A
loro avviso, lo stesso spirito o soffio vitale si trova sia
nell'uomo che nella bestia. La morte dell'uomo è come quella del
cane.
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6, - L'errore: Se un paziente rifiuta
la trasfusione del sangue vi sono terapie alternative.
-
La verità: Che la scienza medica abbia
tentato e tenti alternative alle trasfusioni spesso con gravissimo
rischio del paziente, è una cosa di cui bisogna prendere atto. Ma
questo è un evadere il problema e giocare sull'equivoco come spesso
fanno ipocritamente i tdG. In effetti, il problema è se la Bibbia
proibisca l'uso del sangue nelle trasfusioni. La Bibbia non lo
proibisce; perciò i medici possono ricorrere a tale terapia se la
loro scienza e la loro coscienza pensa che sia utile, anzi spesso
necessaria, alla vita del paziente.
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7. - L'errore: Tutti gli interventi
chirurgici si possono eseguire con successo senza le trasfusioni.
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La verità:
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a) I geovisti giocano ancora
sull'equivoco. Anche se tutti gli interventi si possono eseguire
senza trasfusioni di sangue, non ne segue che l'uso del sangue a
scopo terapeutico sia immorale. La Bibbia non lo proibisce. Questo -
ripetiamo - è il problema di fondo. Evaderlo è segno di
comportamento settario.
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b) E poi bisogna distinguere tra
interventi e malattie. Vi sono malattie come alcune forme di
leucemia che allo stato attuale della scienza medica si possono
curare solo con le trasfusioni. Questo i geovisti non lo dicono.
Cercano di nasconderlo parlando solo di interventi.
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c) Ma neppure è vero che tutti gli
interventi si possono eseguire con successo senza trasfusione di
sangue. Facciamo il caso d'una persona investita da un'automobile
con molta perdita di sangue. Se nella zona l'unico rimedio
disponibile per strapparla dalla morte sicura è quello della
trasfusione di sangue, è inutile parlare di terapie alternative.
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8 - L'errore: Le trasfusioni di sangue
comportano il rischio di gravi malattie, più che altre sostanze .
-
La verità: I medici ci assicurano che
eventuali rischi sono dovuti ad errori tecnici che possono trovarsi
anche nell'uso di altre sostanze.
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Il Dr. Vittorio Calvano ha preso in
esame, su base scientifica, il rischio di gravi malattie nelle
trasfusioni e ci ha assicurato che tutti questi pericoli possono
essere evitati (cf. supra, pp. 38-39). E da parte sua il Dr. Nevio
Quattrin, ematologo di fama mondiale, ha esplicitamente
dichiarato che “la trasfusione del sangue non reca il minimo danno
al donatore e dà un aiuto incomparabile, spesso decisivo, per la
vita dell'ammalato. Allo stato attuale delle cose non vi è alcun
rischio nella trasfusione del sangue. Le incompatibilità e le loro
dannose conseguenze sono oggidì da ricondurre soltanto ad errori
tecnici o a negligenza colpevole. In circa quattromila trasfusioni
di sangue effettuate in un anno mai si è riscontrato alcun
inconveniente di rilievo” (cf. supra, pp. 42-43).
-
-
9 - L'errore. Il rischio comunque di
contrarre l'AIDS non va certamente sottovalutato, come tutti sanno.
-
La verità: Certo oggi di questo
pericolo se ne parla su larga scala in tutte le nazioni e si è
creata una vera psicosi che porta qualche volta a tragiche
conseguenze e ad atti inconsulti (suicidio). Ma bisogna considerare
oggettivamente come di fatto stanno le cose. Valgano le seguenti
considerazioni:
-
a) A livello di statistiche, le
trasfusioni di sangue praticate ogni anno negli innumerevoli
ospedali, clini. che, case di cura ecc. in tutto il mondo toccano
senza dubbio la cifra di decine di milioni. i casi di AIDS in tutto
il mondo vanno limitati ad alcune migliaia. P, impossibile dunque
che le trasfusioni siano causa di questa malattia, altrimenti
dovrebbero verificarsi decine di milioni di casi ogni anno.
-
b) L'AIDS, come tutti sanno, può
essere contagiata in tanti altri modi. Tra questi va annoverato
l'atto coniugale. Bisognerebbe abolire il matrimonio per non correre
il rischio di contrarre l'AIDS.
-
c) In vista del pericolo dell'AIDS,
persone qualificate e responsabili della pubblica salute hanno
indicato la via da seguire. Riportiamo quanto è stato detto in data
23 gennaio 1987 dal Consiglio Superiore della Sanità. Questo
documento merita molta più attendibilità che non le affermazioni
vaghe e ingannevoli della propaganda geovista.
-
E’ detto, prima di tutto, che il
sangue deve essere preso dai Centri Trasfusionali autorizzati. Poi
si precisa che la trasmissione del virus dell'AIDS avviene
esclusivamente attraverso siringhe o aghi contaminati con sangue
infetto o a causa di sangue o plasma infetti. Il rischio di
infezioni aumenta col ripetuto scambio di siringhe e l'elevato
numero delle trasfusioni.
-
Come si vede, si tratta solo e sempre
di errori tecnici o di negligenze colpevoli, che non invalidano la
terapia delle trasfusioni specie in casi di assoluta necessità.
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10 - L'errore: I tdG si trincerano nel
loro errore dicendo che essi desiderano che i loro figli siano
curati nel modo migliore, così come desidera ogni genitore amorevole
.
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La verità: Si tratta evidentemente
d'una scappatoia, cioè d'un inganno, orchestrata dalla propaganda
geovista a danno sempre degli ignoranti. Infatti, giudicare quale
sia il modo migliore di curare una persona, adulto o bambino, spetta
al medico, non al genitore. Se non fosse così, perché vi sono medici,
ospedali, cliniche? Perché vi sono università con facoltà di
medicina e di specializzazioni in ogni campo della medicina? Un
genitore veramente amorevole si affida alla scienza e alla coscienza
di chi ne sa più di lui quando è in ballo la vita o la morte del
proprio figlio.
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11 - L'errore: Rifiutando un certo
trattamento sanitario Per il proprio figlio, i tdG sono spinti da
motivi irrinunciabili. Bisogna pensare che la loro decisione può
essere messa in relazione con quello che la Parola di Dio dice in
Atti 15. 28,29
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La verità:
-
a) Il motivo irrinunciabile di alcuni
genitori (tdG) che rifiutano un certo
trattamento sanitario per il proprio figlio fino a farlo morire non
può essere messa in relazione con la Parola di
Dio in Atti 15,28-29. Infatti, a leggere la Bibbia come si conviene,
e come tutti la leggono e la comprendono, eccetto i tdG, la Parola
di Dio in Atti 15,28-29 e in tanti altri testi analoghi proibisce
solo l'omicidio (e l'idolatria), non l'uso terapeutico del sangue.
L'abbiamo spiegato diffusamente (cf. sopra, pp. 25-32).
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b) Quei genitori testimoni di Geova,
che giustificano il loro comportamento inumano verso i propri figli,
specie se minorenni, violano, anziché osservare, la Parola di Dio.
Essi commettono un vero omicidio mentre Dio dice di non ammazzare e
il loro peccato è tanto più grave in quanto il bambino non ha
possibilità di scelta. Il potere che si arrogano tali genitori,
potere arbitrario di vita e di morte, non si basa su una fede
illuminata, ma su un cieco e tragico fanatismo.
-
-
12 - L'errore: I tdG, rifiutando le
trasfusioni fino a mettere in rischio la propria vita, mostrano
amore e lealtà verso Dio più di quanto possa mostrarlo una moglie (o
suo marito) che rischia la vita per lui (lei), più di chi rischia la
vita per la patria, ed è considerato un eroe
-
La verità:
-
a) ItdG, che rischiano la vita
rifiutando le trasfusioni di sangue, mostrano solo di essere vittime
di un ossessivo lavaggio di cervello da parte del Corpo Direttivo
della setta, che strumentalizza la Parola di Dio fino a imporre il
sacrificio anche della vita. Non è assolutamente il caso di parlare
di lealtà a Dio perché la Parola di Dio non dice ciò che dice il
Corpo Direttivo. Dio comanda di salvare la vita, non di distruggerla.
-
b) Il paragone con l'amore della
moglie (o del marito), come pure del cittadino verso la patria, è
completamente fuori posto. Infatti, nell'uno e nell'altro caso vi è
la pratica dell'amore del prossimo che Dio comanda, anche col
sacrificio della vita (cf. Giovanni 15,12; 1 Giovanni 3,16). Ma Dio
non comanda assolutamente di perdere o far perdere la vita
rifiutando la trasfusione di sangue.
-
c) L'esempio che i geovisti portano di
chi rischia la vita per la patria tanto da essere considerato un
eroe è particolarmente significativo. I geovisti insegnano che la
Bibbia proibisce il servizio militare, che il dovere del cittadino è
solo quello di pagare le tasse. Come mai può essere considerato un
eroe colui che va contro la Parola di Dio fino a rischiate la vita?
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13 - L'errore: Oggi vanno di moda
molte cose che i testimoni di Geova evitano come la menzogna,
l'adulterio, il furto, il fumo, l'uso del sangue. Essi evitano tutte
queste cose perché si lasciano guidare dalla Parola di Dio.
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La verità:
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a) E’ doveroso
precisare anzitutto che centinaia di milioni di persone, anche se
non sono e non vogliono essere testimoni di Geova, evitano la
menzogna, non praticano l'adulterio, non rubano, non fumano. I
testimoni di Geova ci tengono a dichiarare che essi sono le persone
più oneste del mondo, la crema dell'umanità (cf. Luca 18,9-14).
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b) Ma che cosa dicono i fatti? La
storia della setta geovista ci fa sapere che il fondatore e profeta
Carlo Russeli non era un angelo disceso dal cielo. Fu condannato per
crudeltà verso sua moglie, e nel processo vennero fuori sensazionali
rivelazioni anche sulla sua fedeltà coniugale.
-
In quanto alla menzogna ricordiamo
anzitutto come i geovisti vanno ripetendo contro ogni evidenza che
la loro Bibbia è come quella dei cattolici. E’ stato dimostrato, con
numerosi esempi., che si tratta d'una grossa menzogna.
-
E bisogna pure ricordare che la,
propaganda geovista si basa soprattutto sulla denigrazione, la
calunnia, i travisamento di parole e di fatti specialmente contro la
Chiesa Cattolica e i suoi ministri.
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c) Circa il fumo, si può dire che in
nessuna pagina della Bibbia è detto che Dio proibisce di fumare una
sigaretta e anche due, se l'organismo umano ne risentisse un
benefico effetto, oppure col solo scopo di trascorrere un'ora di
lieta compagnia con amici e parenti. La Bibbia certamente ne
proibisce l'abuso come proibisce qualunque abuso nocivo alla salute
dell'uomo. Di fatto molti non testimoni di Geova non fumano senza
farsene un vanto come di persone oneste ed eroiche. Solo i testimoni
di Geova hanno scoperto che rifiutare una sigaretta è segno di
grande virtù!
-
d) Altra cosa è la questione del
sangue. La Bibbia, che condanna esplicitamente la menzogna,
l'adulterio, il furto e qualunque altro abuso nocivo all'individuo e
alla società, non condanna l'uso del sangue a scopo terapeutico,
come è stato spiegato abbondantemente nelle pagine di questo
opuscolo. La lettura e la spiegazione della Parola di Dio fatta dai
geovistí deve dirsi superfìciale, settario, fanatica, di gente che
chiude gli occhi davanti alla luce (cf. Giovanni 12,40; Isaia
6,9-10).
-
-
Appendice: INCREDIBILE!
-
Vogliamo raccontarvi ciò che è
accaduto poco più di un anno fa. Se lo facciamo è perché riteniamo
giusto che la gente sappia ciò di cui sono capaci gli esponenti
locali dei testimoni di Geova.
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Da alcuni anni i tdG vanno di casa in
casa con insistenza, mettendo in crisi specialmente delle persone
deboli o che hanno scarsa conoscenza della propria religione. Molte
di queste persone hanno sempre chiesto chiarimenti ai sacerdoti e ai
gruppi cattolici locali il che ha portato gli esponenti di tali
gruppi, specialmente di Baia e di Cappella, ad avere confronti con i
tdG.
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Per poter dare delucidazioni ai fedeli
su questo problema, sono stati organizzati degli incontri con lo
studioso contemporaneo Padre Nicola Tornese, preparati diversi
volantini e si sono avuti incontri con le famiglie che lo
desideravano.
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Vogliamo raccontarvi ciò che successe
in una di queste famiglie presso Baia. La moglie cattolica aveva
notato che il marito stava diventando tdG e così chiese consiglio
alla comunità cattolica di Baia. Così, marito e moglie vollero un
incontro tra cattolici e tdG a casa loro; siccome il marito si
vantava di poter disporre di un tdG professore di greco, da parte
nostra pensammo di portare con noi P. Nicola Tornese. Grande fu la
sorpresa dei tdG quando si trovarono faccia a faccia con P. Tornese!
Ci si aspettava che questo famigerato professore di greco aprisse
bocca e invece sapete cosa accadde? Il temibile professore di greco,
togliendo la sua “bibbia” dal tavolo e riponendola nella borsa,
disse queste testuali parole: “Non ci prestiamo a questo gioco!”.
Pensate, il professore di greco non volle più fare il confronto
sulle Bibbie e sulle traduzioni greche. Poi si parlò d'altro che non
ci interessa in questa sede. Fin qui questo potrebbe essere sembrato
un normale incontro tra due gruppi con idee diverse e invece...
INCREDIBILE! Recentemente siamo venuti a sapere da più parti, da
Cappella, dal Fusaro e da Baia che i tdG, rifacendosi a
quell'incontro di Baia con P. Tornese, vanno dicendo a tutte le
famiglie con le quali hanno contatti che quella sera... INCREDIBILE!
P. Nicola Tornese per paura di confrontarsi col famigerato
professore di greco (che a suo dire avrebbe avuto anche molti
incontri con dei teologi cattolici) non volle fare il confronto con
le Bibbie... ripetiamo: INCREDIBILE! Ci siamo chiesti più volte come
una persona di buona fede a qualunque credo appartenga, possa
arrivare a dire una MENZOGNA così grande! Noi non vogliamo giudicare
nessuno poiché il giudizio è di Dio, ma a voi, cattolici e non,
ripetiamo solo: INCREDIBILE! Una cosa però possiamo affermare con
certezza: QUELLA SERA C'ERAVAMO ANCHE NOI!
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Esponenti della Comunità di Baia e di
Cappella (Na)
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