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BATTESIMI
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E
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BATTESIMO
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OPUSCOLO N° 16
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PICCOLA COLLANA
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"I TESTIMONI DI GEOVA"
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Per ricevere gli opuscoli rivolgersi:
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Padre Nicola Tornese
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Viale S. Ignazio,
4
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80131 NAPOLI
tel. 081.545.70.44
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PARTE PRIMA
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BIBBIA e BATTESIMI
- Il battesimo di Giovanni
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Nella Bibbia del Nuovo Testamento si
parla espressamente di due battesimi: quello amministrato da
Giovanni, detto perciò che il Battista e quello che in seguito
istituì il Signore Gesù, diede ordine ai suoi
discepoli di amministrarlo a tutte le genti (cf. Matteo 28, 19).
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Del battesimo di Giovanni ne
riferiscono tutti e quattro gli evangelisti, che descrivono il rito
e gli effetti da esso prodotti. Riportiamo le testimonianze di san
Matteo e di san Giovanni:
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San Matteo.- “In
quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto
della Giudea, dicendo: "Convertitevi, perchè il regno dei cieli è
vicino" (... ). Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la
Giudea e dalla zona adiacente il Giordano e, confessando i loro
peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo
però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro
(...): "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che
viene dopo di me è più potente di me e io non son degno di portargli
i sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco"” (Matteo
3,1-2,7,11-12).
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.San Giovanni:
“E questa è la testimonianza di Giovanni, quando
i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a
interrogarlo: " Chi sei tu? Egli confessò e non
negò, e confessò: " lo non sono il Cristo
(...). Lo interrogarono e gli dissero: " Perchè dunque battezzi se
non sei il Cristo nè Elia, nè il Profeta? ". Giovanni rispose loro:
"Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non
conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di
sciogliere il legaccio dei sandalo" (...). Giovanni rese
testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una
colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi
mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: " L'uomo sul
quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in
Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il
Figlio di Dio "” (Giovanni 1,19-20, 25-27, 32-34).
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Osservazioni:
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a)
A giudizio degli studiosi, il battesimo di Giovanni
altro non era che il battesimo dei proseliti, ossia dei pagani che
si convertivano alla religione ebraica. Tuttavia era amministrato a
tutti coloro che volevano prepararsi all'apparizione del Messia,
giudei e non giudei. “Poichè il popolo era in attesa e tutti si
domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il
Cristo” (Luca 3,15).
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b)
A differenza della circoncisione, che veniva
amministrata anche ai neonati (cf. Luca 1,59; 2,21; Levitico 12,3),
il battesimo di Giovanni era amministrato solo alle persone adulte,
a quanti cioè fossero capaci di peccati personali e di atti di
pentimento: “Confessando i loro peccati, si facevano battezzare da
lui nel fiume Giordano” (Matteo 3,6).
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c)
In effetti, il battesimo di Giovanni non aveva in sè
la forza soprannaturale di cancellare i peccati come l'avrà quello
che sarà istituito da Gesù. Di questo si dirà dopo. Il Battista
insisteva su questa distinzione: “lo vi battezzo con acqua per la
conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me
(...). Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Matteo 3,11).
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d) Appare dunque chiaro, fin da queste
osservazioni, che il battesimo di Giovanni si distingue radicalmente
dal battesimo cristiano. Anzitutto perchè era un rito temporaneo,
legato a un momento storico particolare ( l'attesa del Messia),
mentre il battesimo cristiano è una istituzione permanente (cf.
Matteo 28,19; Atti 19,1-7). Poi in quanto agli effetti: era un
invito alla conversione in vista del perdono dei peccati rimessi
direttamente da Dio. Il battesimo, che Gesù istituirà, avrà
un'efficacia intrinseca immensamente superiore.
- Perchè Gesù si volle battezzare?
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Sono ancora tutti e quattro gli
evangelisti a narrarci come anche Gesù andò da Giovanni per essere
battezzato. Questo gesto del Maestro doveva avere un significato
specifico se il Nuovo Testamento lo ricorda più d'una volta nei suoi
particolari. Sentiamo ancora Matteo:
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“In quel tempo Gesù dalla Galilea andò
al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però
voleva impedirglielo, dicendo: " lo ho bisogno di essere battezzato
da te e tu vieni da me? ". Ma Gesù gli disse: " Lascia fare per ora,
perchè conviene che così adempiamo ogni giustizia ". Allora Giovanni
acconsentì. Appena battezzato, Gesù usci dall'acqua: ed ecco, si
aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una
colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "
Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto ".”
(Matteo 3,13-17).
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Nel vangelo di Giovanni lo stesso
episodio ci viene narrato con alcuni particolari di grande
importanza per cogliere il significato di quell'evento:
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“li giorno dopo, Giovanni vedendo
venire Gesù verso di lui disse: " Ecco l'agnello di Dio, ecco colui
che toglie il peccato del mondo. Ecco colui del quale io dissi: Dopo
di me viene un uomo che mi è passato davanti perchè era prima di me.
lo non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perchè
egli fosse fatto conoscere a Israele” (Giovanni 1,29-3 1).
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Osservazioni:
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a)
La scena qui descritta deve essere avvenuta il giorno
dopo l'incontro di Giovanni con la delegazione di sacerdoti e leviti
di Gerusalemme già ricordato. A questi capi religiosi Giovanni aveva
dichiarato di non essere lui il Messia, aggiungendo che vi era
qualcun'altro ancora sconosciuto, ma presente in mezzo a loro, molto
più grande di lui.
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L'indomani Gesù stesso dà al Battista
l'opportunità di conoscere e far conoscere questo sconosciuto.
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b)
In effetti, il Battista dichiara pubblicamente che la
sua missione aveva lo scopo di far conoscere Gesù a Israele: farlo
conoscere come Messia, come Agnello di Dio, cioè come Salvatore,
come Figlio prediletto, ossia unico, di Dio.
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Certo Giovanni conosceva Gesù e aveva
di lui una grande stima. Ma non aveva la prova determinante che egli
fosse il Messia, il Salvatore atteso da Israele. La giustizia di Dio
(cf. Matteo 3,1 5), ossia la volontà di Dio per la salvezza
dell'umanità, esigeva anche questo, che Gesù si unisse alla folla,
facesse un gesto di umiltà e così Giovanni fosse istruito dall'alto
che Gesù era il Messia e lo indicasse agli altri come tale.
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c)
Al Battista fu fatta la grande rivelazione con la
manifestazione dello Spirito Santo, che scese e si posò su Gesù.
Dopo di che il Battista, con la grande autorità, di cui godeva
presso il grande pubblico, poteva testimoniare che Gesù era colui
che doveva venire (cf. Giovanni 1,33-34).Poi il Battista si ritira e
scompare, mentre Gesù avanza e rimane per sempre (cf. Giovanni
3,25-30).
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Così la dichiarazione di Giovanni
svela il vero senso del battesimo di Gesù. Esso non fu un atto di
penitenza per la conversione e remissione dei peccati perchè Gesù
non aveva peccati (cf. 1 Pietro 2,22), ma l'appuntamento di Dio col
Battista affinchè gli fosse rivelato dall'alto chi veramente fosse
Gesù e lo facesse sapere agli altri. In altre parole, il battesimo
che Gesù volle ricevere da Giovanni non fu un battesimo, ma una
epifania, ossia la manifestazione di lui - di Gesù -
come il Figlio unico di Dio e come il Messia. Il gesto
di Gesù fu la sua investitura messianica davanti al mondo.
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d) Questa breve analisi conduce
necessariamente a una conseguenza di grande importanza, vale a dire
che il battesimo ricevuto da Gesù non può essere considerato come
modello del battesimo cristiano. Appellarsi al battesimo ricevuto da
Gesù per negare, per esempio, il battesimo dei bambini ed insistere
che il battesimo cristiano deve essere amministrato in età adulta
perchè così ha fatto Gesù, equivale a cadere in un grosso equivoco,
a commettere un grande errore scritturistico. Il battesimo che Gesù
istituirà, ossia il battesimo cristiano, trova piuttosto il suo
parallelo nella circoncisione (cf. Colossesi 2,1 1), come diremo in
seguito (cf. p. 27).
- Il battesimo istituito da Gesù
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1 - Non sappiamo con esattezza
quando Gesù istituì il suo battesimo, quello che
ricevono i veri cristiani d'ogni tempo. Da alcuni versetti del
vangelo di Giovanni, del resto molto controversi (cf. Giovanni
3,22-28), sembra che già durante la vita pubblica di Gesù fosse
amministrato un battesimo in suo nome, che incontrava molto seguito.
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In ogni modo, il comando esplicito e
solenne di amministrare a tutte le genti il battesimo unico e
definitivo Gesù lo diede agli Apostoli prima della sua Ascensione al
cielo:
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“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel
nome dei Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28,19,
cf. Marco 16,15-16).
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Nel dare questo comando il Risorto ci
tenne a precisare la distinzione tra il battesimo di Giovanni e il
battesimo che egli ordinava di amministrare a tutte le genti, giudei
e pagani:
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“Giovanni ha battezzato con acqua, voi
invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni” (Atti
1,5).
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Commenta La Bibbia di
Gerusalemme:
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“E' il battesimo di Spirito,
già annunziato da Giovanni Battista (Mt. 3,11) e qui promesso da
Gesù. Sarà inaugurato con l'effusione di Pentecoste (2,1-4). In
seguito gli apostoli, secondo l'ordine di Cristo (Mt. 28,19),
continueranno ad amministrare il battesimo d'acqua (At. 2,41;
8,12-38; 10,45- 48), come segno di iniziazione al Regno messianico
(cf. Mt. 3,6 SS)4.
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Notiamo comunque che il battesimo
d'acqua era non di rado accompagnato da segni dello Spirito Santo
(cf. Atti 8,11-13; 10,45-48 ecc.).
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2 - In effetti, gli Apostoli hanno
amministrato solo e sempre il battesimo istituito da Gesù, il
battesimo cioè d'acqua e da Spirito (cf. Giovanni 3,5). Quest'unico
battesimo conferisce a tutti lo Spirito Santo, alcune
volte anche con segni visibili come già abbiamo detto.
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Ad Efeso, per esempio, alcuni lontani
discepoli del Battista, dopo la spiegazione data loro da san Paolo,
si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù, e non appena Paolo
ebbe imposto loro le mani, ricevettero lo Spirito Santo, cominciando
a parlare in lingue e a profetizzare (cf. Atti 19,1-7).
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Paolo aveva precisato: “Quello di
Giovanni era un battesimo per quelli che accettavano di cambiare
vita; egli invitava la gente a credere in colui che doveva venire
dopo di lui, cioè in Gesù” (Atti 19,4, La Bibbia in lingua
corrente).
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Appare dunque chiaro che il battesimo
istituito da Gesù è completamente diverso da quello amministrato
temporaneamente da Giovanni. L'ha detto a più riprese lo stesso
Battista (cf. Matteo 3,11; cf. Giovanni 1,24-28); l'ha ricordato
Gesù (cf. Atti 1,5); lo ripete e lo spiega san Paolo (cf. Atti
19,1-7)
- Battesimo di fuoco
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Vediamo ora, seguendo fedelmente la
Bibbia, in che cosa consiste questa radicale differenza tra il
battesimo di Giovanni e quello istituito da Gesù, cioè il battesimo
cristiano.
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1 - Dalle labbra stesse del Battista
abbiamo appreso che il suo battesimo era un battesimo “con acqua per
la conversione, ma colui che viene dopo di me (...) vi battezzerà in
Spirito santo e fuoco” (Matteo 3,11.; cf. Marco 1,8; Luca 3,16).
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Gesù ha preferito parlare di acqua e
di Spirito (Giovanni 3,5; cf. Matteo 28,19). Gli Apostoli
battezzavano con acqua(cf. Atti 8,30; 10,47-48 ecc.). Ma la presenza
attiva dello Spirito accompagnava e anche precedeva il battesimo
d'acqua, spesso con segni visibili (cf. Atti 10,44-49; 19,6-7).
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Spirito Santo e acqua/fuoco sono
dunque le due componenti del battesimo cristiano. Nessun altro
battesimo ha avuto o ha queste caratteristiche.
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2 - Cerchiamo ora di capire il
significato o simbolismo del fuoco e dell'acqua. Poi parleremo del
dono o attività dello Spirito Santo.
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a)
Il fuoco, nella Bibbia, è simbolo di diversi
interventi. divini nelle cose di questo mondo. A noi qui giova
ricordare come a volte il fuoco serve a indicare l'intervento dello
Spirito di Dio per purificare le coscienze (cf. Isaia 6,6-7;
Zaccaria 13,9; Malachia 3,2-3) s.
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Quando dunque il Battista preannuncia
il battesimo, che Gesù istituirà, come un battesimo di fuoco, vuol
indicare chiaramente che, a differenza del suo battesimo, quello
amministrato nel nome di Gesù avrà in sè la virtù divina di
cancellare i peccati.
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b)
Gesù ha preferito parlare di acqua (cf. Giovanni
3,5). Identico simbolismo, identica virtù o efficacia purificatrice.
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Nel diluvio l'acqua è servita come
mezzo di punizione, ma anche come simbolo di purificazione (cf. 1
Pietro 3,20-21). Nel Salmo 50,9 e in Ezechiele 36,25 l'acqua serve a
indicare la purificazione dal peccato.
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Ma vi è differenza tra prima
e dopo l'intervento di Dio nel mondo mediante il suo Cristo. Nel
battesimo cristiano l'acqua, in virtù dell'opera redentiva del
Figlio unico di Dio, acquista un'efficacia soprannaturale, che
purifica o lava non una sporcizia corporale, ma spirituale.
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Nel testo citato di Pietro (1 Pt. 3,2
1), il capo degli Apostoli spiega come il battesimo cristiano,
mediante l'acqua, simbolo di purificazione, accompagnato
dall'invocazione di salvezza rivolta a Dio, libera l'anima da ogni
sozzura morale in virtù dell'opera redentrice di Cristo culminata
nella sua risurrezione:
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“Quest'acqua (quella
del diluvio) era immagine del battesimo che ora salva voi. li
battesimo non è un lavaggio del corpo, per togliere via lo sporco; è
invece un'invocazione a Dio, fatta con buona coscienza. Il battesimo
vi salva perchè Cristo è risorto, e ora si trova in cielo. Accanto a
Dio, egli regna sopra tutti gli angeli, le forze e le potenze
celesti” (1 Pietro 3,21-22; La Bibbia in lingua corrente).
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Lo stesso Pietro, nel suo primo
discorso ai Giudei e proseliti in Gerusalemme il giorno di
Pentecoste, aveva dato il lieto annuncio:
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“Pentitevi e ciascuno di voi si faccia
battezzare nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri
peccati, dopo riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2,38).
- Fuoco che purifica, non distrugge
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L'errore.
A parere dei tdG, il battesimo di fuoco significa
distruzione per i nemici di Dio; come prova citano Luca 3,16: " Egli
vi battezzerà ... col fuoco " e Luca 17,29-30: " Nel giorno che Lot
uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti.
Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo sarà
rivelato ".
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La verità:
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a) Notate anzitutto come Geova sia un
dio che distrugge. Salva solo i suoi amici che sono gli appartenenti
alla setta geovista. A sostegno di questo errore spiegano la Bibbia
in modo equivoco e settario.
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L'errore ed equivoco dei geovisti (ignoranza
o malafede?) consiste nel non distinguere tra i vari simbolismi e
significati che nella Bibbia una parola o espressione può avere e di
fatto ha.
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Il fuoco nella Bibbia può significare
distruzione, ossia un mezzo usato da Dio per punire con la morte i
peccatori. Tale fu appunto il caso degli abitanti di Sodoma (cf.
Genesi 19,23-24).
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Ma nel giorno di Pentecoste gli
Apostoli e molti discepoli di Gesù, in mezzo a una pioggia, per così
dire, di lingue di fuoco, " che si dividevano e si posarono su
ciascuno di loro ", non furono distrutti, ma " tutti pieni di
Spirito Santo " (Atti 2,3-4).
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Già molto tempo prima degli Apostoli
un fuoco divino aveva purificato il profeta Isaia e lo aveva
costituito messaggero di Jahve (cf. Isaia 6,6-8). Non lo aveva
certamente distrutto. In modo analogo, Geremia sentiva nel suo cuore
" come un fuoco ardente ", che, lungi dal distruggerlo, lo animava a
lottare con coraggio contro i nemici di Dio (cf. Geremia 20,9-
10) 7.
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Non sempre dunque il fuoco è strumento
di distruzione. L'uso che i tdG fanno della Parola di Dio è
grossolanamente distorto. Esaminiamo ora i testi biblici
strumentalizzati dai tdG.
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b) In Luca 3,16
è detto: " Costui (Gesù) vi battezzerà in Spirito
Santo e fuoco ". Con astuzia i geovisti tralasciano le parole " in
Spirito Santo " e mettono in risalto soltanto il fuoco, per
manipolare meglio, cioè a loro capriccio, la Parola di Dio. A parte
l'astuta manovra, bisogna notare che se il fuoco fosse qui strumento
di distruzione, ne seguirebbe che tutti quelli che ricevono il
battesimo istituito da Cristo sarebbero distrutti! E' un'assurdo!
Gesù comanda di battezzare per la salvezza (cf. Marco 16,16).
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E' vero che il Battista, nel verso
seguente (Luca 3,17), parla di pula che Cristo brucerà con fuoco
inestinguibile. Ma qui il fuoco cambia simbolismo ed indica appunto
la tremenda possibilità d'una punizione eterna per chi non volesse
essere frumento nel granaio di Cristo. Si tratta di due simbolismi
diversi.
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c)
Il fuoco dunque, con cui Dio punì gli abitanti di
Sodoma (cf. Luca 17,29-30), non ha nulla a che fare col fuoco del
battesimo. Questo salva, come abbiamo detto, non punisce. Distrugge
solo il peccato, ossia i nemici spirituali di Dio e dell'uomo, e
dispone il battezzato a ricevere una vita nuova in Cristo. San Paolo
esprime meravigliosamente questa dottrina nella Lettera ai Romani:
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“O non sapete che quanti siamo stati
battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui
nella morte, perchè come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare
in una vita nuova” (Romani 6,3-4).
- Il dono dello Spirito
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Ciò che principalmente distingue il
battesimo istituito da Gesù da qualsiasi altro battesimo, incluso
quello di Giovanni, è il dono dello Spirito Santo.
Il Battista insisteva su questa
differenza: “lo vi battezzo con acqua per la conversione
... Egli in Spirito Santo e fuoco” (Matteo 3,1 1). Gesù
spiegherà a Nicodemo che bisogna rinascere “da acqua e da Spirito”
(Giovanni 3,5). San Pietro lo dichiarerà in modo solenne il giorno
di Pentecoste:
-
“Pentitevi e ciascuno di voi si faccia
battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati;
dopo riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2,38).
-
In questo dono san Pietro vedeva
realizzata la profezia di Gioele: “lo effonderò il mio Spirito sopra
ogni persona” (Atti 2,17).
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Circa il dono dello Spirito Santo
dobbiamo fare due precisazioni, che ci aiutano a capire bene la
presenza e l'opera dello Spirito Santo in ogni battezzato.
- Distinzione tra Spirito e doni
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La prima.
La Bibbia distingue bene tra Spirito Santo e dono (o
doni) che egli dà alla creatura umana nel battesimo. Questa
distinzione è insegnata in numerosi testi.
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Gesù disse agli Apostoli: “Avrete
forza (greco dynamis) dallo Spirito che scenderà su di
voi” (Atti 1,8). Altro dunque è lo Spirito Santo che scenderà, altra
cosa è la forza che Egli dà. Lo Spirito è il Datore, la forza è un
suo dono come ci ha assicurato san Pietro negli Atti degli
apostoli or ora citati (2,38).
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A conferma vale quanto dice l'apostolo
Paolo nella 1 Corinzi 12,4-11. Lo Spirito Santo -
insegna l'Apostolo - distribuisce i suoi doni come a Lui piace, allo
stesso modo che il Signore Gesù assegna i vari modi di servire, e il
Padre muove in molti tipi di attività. Ora il Signore Gesù è
certamente distinto da vari modi di servire, e il Padre dai molti
modi di attività. Perchè lo Spirito Santo non dovrebbe essere
distinto dai doni che distribuisce ai credenti? Se il Signore Gesù è
una Persona, perchè non dovrebbe essere una Persona anche lo Spirito
Santo?
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In virtù di questa distinzione I'
Apostolo esorta i cristiani di Tessalonica a non spegnere lo Spirito
(cf. 1 Tessalonicesi 5,19). E' assurdo pensare ed affermare, come
fanno i tdG, che sia lo Spirito a essere spento. Com'è possibile che
sia estinta la Potenza dell'Altissimo?(cf. Luca 1,25).
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Tutto invece diventa chiaro se
distinguiamo, come fa la Bibbia, tra Spirito Santo e doni. Spegnere
lo Spirito vuol dire che il cristiano si rende indegno dei doni
dello Spirito, il quale perciò li può ritirare da chi ha ostacolato
la sua presenza e la sua azione con un comportamento peccaminoso. Il
dono o doni possono cessare, spegnersi, ma il Datore, che è una
Persona divina, rimane in eterno.
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Da questa chiara dottrina biblica
appare evidente il significato delle espressioni “essere pieni di
Spirito Santo” (Atti 2,5), come pure “effonderò il mio Spirito” (Atti
2,17; Tito 3,6) e simili.
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Non si tratta evidentemente d'una
persona che penetra in un'altra quasi incarnandosi come la Persona
del Figlio unico di Dio s'incarnò nell'uomo Gesù (cf. Giovanni 1,14,
Luca 1,31-32; Filippesi 2,6-7 ecc.). Il senso delle espressioni
bibliche, che abbiamo riportato, è che lo Spirito Santo, rimanendo
Persona divina distinta dal credente, gli conferisce i suoi doni
(cf. 1 Corinzi 12,17; Galati 5,22), la sua dynamis (cf.
Atti 1,8). Questi possono estinguersi, cessare di esistere, non lo
Spirito.
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Una similitudine o analogia ci può
aiutare a comprendere la meravigliosa attività dello Spirito Santo
nell'uomo che riceve il battesimo. Quando nella nostra vita ci si
imbatte in una persona, che ama, comprende, assiste, guida,
consiglia ecc., diciamo che quella persona è entrata in
noi. Pensate a una giovane rispetto a un giovane, a un ammalato
rispetto al medico, a chi si trova in difficoltà con la legge
rispetto all'avvocato ecc.
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Certo nè il fidanzato nè il medico nè
l'avvocato entrano materialmente nella persona amata, curata,
assistita. L'una e l'altra conservano la loro personalità. Tuttavia
il fidanzato, il medico, l'avvocato trasfonde o diffonde qualcosa di
sè in colei o colui che ama, cura o assiste. Ha trasfuso i suoi doni,
che danno origine come a una nuova vita, che è forza, che è fonte di
frutti...
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In modo analogo nel battesimo e poi
ancora nella cresima. Lo Spirito Santo, Persona divina, si avvicina
all'uomo peccatore, discende, si diffonde in lui nel senso che crea
nel credente una nuova vita (cf. Giovanni 3,5; Romani 6,4), che dà i
frutti dello Spirito (cf. Galati 5,22). Questo è il consolante
messaggio del Vangelo.
- Una nuova vita
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La seconda.
Effettivamente il dono o forza (dynamis)
che lo Spirito Santo infonde nel battezzato, consiste in una
nuova vita. Gesù parlò di rinascita " da acqua e da
Spirito " (Giovanni 3,5) E' una rinascita dall'alto. Vi è Qualcuno
che agisce dalla sfera dell'invisibile, del trascendente; ed infonde
nell'uomo una nuova vita mediante il battesimo. La vita dei figli di
Dio.
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Dirà san Paolo:
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“E che voi siete figli ne è prova il
fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito dei suo Figlio
che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se
figlio, sei anche crede per volontà di Dio” (Galati 4,6-7; cf. anche
Giovanni 1,12-13; I Giovanni 5,1 ss.).
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Altrove lo stesso Apostolo spiega
questa rinascita come un passaggio dalla morte alla vita, come una
risurrezione spirituale:
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“Ma Dio, ricco di misericordia, per il
grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i
peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo” (Efesini 2,4-5).“Con Lui (Cristo)
infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui siete
stati anche resuscitati ... Con Lui (Cristo) Dio ha dato vita anche
a voi, che eravate morti per i vostri peccati e la incirconcisione
della vostra carne” (Colossesi 2,12-13).
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E insistendo sullo stesso argomento
l'apostolo precisa che questa nuova vita è data al credente - a ogni
credente - in virtù del battesimo:
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“Egli ci ha salvati non in virtù di
opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante
un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito” (Tito
3,5-6). “Cristo ha amato la sua Chiesa e ha dato se stesso per lei,
per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua
accompagnato dalla parola” (Efesini 5,25-26).
- A chi il dono dello Spirito Santo?
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L'errore: Il Corpo
Direttivo, ossia i capi della setta
geovista, inculca nella mente delle " altre pecore ", ossia dei
membri di Serie B della stessa setta, che solo i
144.000, di cui in Apocalisse 7,4 e 14, 1, riceverebbero il dono
dello " spirito santo ". Solo essi sarebbero battezzati " mediante
lo spirito ". A loro avviso, solo ai 144.000 unti o santi
farebbe riferimento l'apostolo Paolo quando scrive: “Lo Spirito
rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio” (Romani
8,16). Ai 144.000 e solo ad essi spetta l'onore della figliolanza
divina e soprattutto il comando e l'amministrazione dei beni nel
tempo e nell'eternità!.
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La verità: Ma la Bibbia
non dice così! La Parola di Dio dice tutto l'opposto di ciò che ad
essa fa dire la intellighenzia della setta
geovista. Si tratta di una grossa manipolazione della Bibbia per
puntellare la loro pretesa che Geova avrebbe costituito una classe
di privilegiati aventi diritto al comando nel tempo e nell'eternità.
Perchè di questo si tratta, non di altro. Secondo la Bibbia il dono
dello Spirito Santo è dato a tutti i battezzati. In
virtù di questo dono, nel battesimo tutti siamo
insigniti della figliolanza adottiva di Dio, tutti eredi dei Regno
celeste (cf. Romani 8,16-17).
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Ecco alcune testimonianze bibliche:
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a) Parlando alla folla in Gerusalemme
il giorno di Pentecoste san Pietro dichiara realizzata la profezia
di Gioele, che aveva detto:
-
“Negli ultimi giorni, dice il Signore,
-
Effonderò il mio Spirito su ogni persona
-
………………………................................
-
E anche sui miei servi e sulle mie serve
-
in quei giorni effonderò il mio Spirito”
(Atti 2,17-18)
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b) Giovanni, il quarto evangelista,
riporta e spiega alcune parole di Gesù:
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“Nell'ultimo giorno, il grande giorno
della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce " Chi ha
sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura,
fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno ". Questo egli disse
riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui:
infatti non c'era ancora lo Spirito, perchè Gesù non era stato
ancora glorificato” (Giovanni 7,37-39).
-
Dalla spiegazione di Giovanni appare
chiaro che in virtù della Redenzione operata da Cristo, ossia dalla
sua glorificazione, il dono dello Spirito è dato ai
credenti, ossia a tutti i battezzati. La fede, che
si esprime nel battesimo, è la sola condizione per ricevere il dono
dello Spirito. Il battesimo infatti è una nuova vita, una rinascita
" d'acqua e da Spirito " (cf. Giovanni 3,5).
-
c) Come già abbiamo accennato, un
testo biblico maggiormente strumentalizzato cioè manipolato, è
Romani 8,16; Riportiamo quanto ha scritto a questo riguardo un ex
testimone di Geova, uno dei 144.000, che, avendo, scoperto l'inganno,
rigettò l'errore e scelse la verità:
-
“Quando un testimone di Geova domanda:
" Come si fa a sapere se una persona sia della classe degli
unti, ossia dei 144.000? " La risposta d'obbligo è citare Romani
8,16-17:
-
“Lo spirito stesso rende testimonianza
col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli,
siamo anche credi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo,
purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati”
(Traduzione della Bibbia dei tdG).
-
L'insegnamento ufficiale è stato ed è
che solo quelli dei 144.000 " unti " possono avere tale 'testimonianza
dello spirito', e questo direbbe loro che essi appartengono alla
classe scelta dei 144.000, che sono i soli ad avere speranza per una
vita celeste. Tutti gli altri possono essere classificati solo come
"probabili" figli di Dio e le loro speranze devono essere solo
terrene.
-
Leggendo il contesto, fin dall'inizio
del capitolo, è evidente che l'apostolo Paolo scrivevo di due classi,
ma non di due classi di persone distinte in base di
speranze celesti o terrestri. Appare chiaro che le due classi sono
quella guidata dallo spirito di Dio, da una parte, e quella schiava
delle passioni, dall'altra (cf. Romani 8,6-9).
Chi vive secondo lo spirito di Dio, é figlio di Dio. Paolo infatti
dichiara (verso 14): " Perché tutti quelli che sono guidati dallo
spirito di Dio, sono figli di Dio
-
In breve: Secondo l'apostolo il dono
dello Spirito è dato a tutti i credenti in Cristo, a
tutti i battezzati, e mediante lo Spirito la figliolanza adottiva a
Dio.
-
Ma non tutti, dopo aver fatto la
scelta cristiana e ricevuto il battesimo, vivono secondo lo Spirito,
danno cioè frutti dello Spirito (cf. Galati 5,22). Alcuni ritornano
ad essere schiavi delle passioni (cf. 2 Pietro 2,21-22) e spengono
lo Spirito (cf. 1 Tessalonicesi 5,19). La distinzione fatta
dall'Apostolo non è tra aventi e non aventi il dono dello Spirito;
ma tra coloro che vivono secondo lo Spirito e coloro che ritornano a
vivere secondo la carne, spegnendo lo Spirito.
-
d) Infine deve dirsi arbitraria e
contraria alla Bibbia la distinzione che i geovisti fanno tra
battesimo d'acqua e " battesimo mediante lo spirito ". La Bibbia
conosce solo un battesimo per i veri discepoli di Cristo: quello in
" Spirito Santo e fuoco " (Matteo 3,1 1; Marco 1,8; Luca 3,16),o,
che è lo stesso, " da acqua e da Spirito " (Giovanni 3,5). Alla
domanda di quelli che, convinti dal discorso di Pietro il giorno di
Pentecoste, gli chiedevano: " Che cosa dobbiamo fare? ", san Pietro
rispose:
-
“Pentitevi e ciascuno di voi si faccia
battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati,
dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”. (Atti 2,38).
- Il battesimo dei bambini
-
1 - Necessità universale del
battesimo. Da ciò che dice la Bibbia circa il Battesimo
istituito da Gesù ne segue la sua necessità universale. Assai
esplicita e non lascia alcun dubbio è la dichiarazione di Gesù già
ricordata più volte e che giova ripetere:
-
“In verità, in verità ti dico: nessuno,
se non nasce da acqua e Spirito può entrare nel regno di Dio”
(Giovanni 3,5, Garofalo).
-
La
Bibbia, Parola del Signore,
interconfessionale rende Giovanni 3,5 nel modo seguente:
-
“Gesù rispose: lo ti assicuro che
nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e da
Spirito”.
-
Commenta La Bibbia di
Geri4salemme: “Allusione al battesimo e alla sua assoluta necessità
(cf. Romani 6,4)”I.
-
E La Sacra Bibbia
di Salvatore Garofalo: “L'acqua e
lo Spirito richiamano il battesimo nuovo annunziato dal
precursore (cf. Giovanni 1,26-33; Matteo 3,1 1)”.
-
Le parole di Gesù riportate da
Giovanni hanno una valenza universale. Condizione essenziale per
entrare nel regno di Dio, per ottenere la salvezza operata da Cristo,
è la rinascita alla vita di figli adottivi di Dio, che si ottiene
col battesimo . Perciò san
Paolo chiama il battesimo “un lavacro di
rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo” (Tito 3,5; cf
Romani 6,4; Efesini 5,26).
-
Su base biblica possiamo dunque
concludere che i bambini non possono essere esclusi da questo
lavacro universale di rigenerazione.
-
2 - Una meravigliosa conferma.
Che anche l'Apostolo Paolo fosse convinto della necessità
assoluta e universale del battesimo appare chiaro dal fatto che egli
paragona il battesimo cristiano alla circoncisione, anche se il
battesimo supera di molto in quanto ad efficacia salvifica l'antico
rito giudaico: Scrive l'apostolo:
-
“In lui (Cristo) voi siete stati anche
circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo,
mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera
circoncisione di Cristo. Con lui (Cristo) infatti siete stati
sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati risuscitati
per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti” (Colossesi
2,11-12).
-
Come tutti sanno, non solo gli adulti
che si aggregavano al popolo ebraico (i proseliti), ma anche i
neonati ebrei erano sottoposti al rito della circoncisione dopo
appena otto giorni dalla nascita (cf. Luca 2,2 1). Se il parallelo
fatto dall'Apostolo tra circoncisione e battesimo non è vanificato,
ne segue che i bambini possono e devono ricevere il beneficio della
vera circoncisione, ossia del battesimo, che li aggrega all'Israele
di Dio (cf. Galati 6,16).
-
Mediante il rito battesimale, dove
opera la potenza dello Spirito Santo in virtù dei meriti dell'unico
Salvatore Gesù Cristo, il bambino è inserito nel popolo di Dio,
nella comunità dei salvati. Per usare un'immagine dello stesso
Paolo, il neonato è innestato a Cristo: il bambino è come l'oleastro
selvatico che, in virtù dell'innesto, diviene partecipe della linfa
dell'ulivo, cioè dell'albero di salvezza, che è per tutti
il Salvatore Gesù (cf. Romani 11,17).
- Chi crederà ... (Marco 16,16)
-
1 - Contro la dottrina e la prassi
della Chiesa Cattolica di battezzare i bambini i tdG e altri non
cattolici obiettano le parole di Gesù in san Marco 16,16:
-
Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvo. A loro avviso, Gesù vuole che il
battesimo sia amministrato a chi crede, ossia a chi è capace di una
scelta libera e cosciente del Vangelo quale appunto deve essere la
fede. Ma i bambini non sono capaci di questa libera scelta. Dunque
il loro battesimo è una violazione esplicita del comando dei
Signore.
-
-
2 - Come rispondere?
-
a)
Certo, per ricevere il battesimo è necessaria la fede,
ossia l'adesione libera e cosciente al Vangelo. La Chiesa Cattolica
ha sempre esigito ed esige questa condizione prima di amministrare
il battesimo a una persona adulta.
-
“Affinchè un adulto possa essere
battezzato, è necessario che abbia manifestato la volontà di
ricevere il battesimo, sia sufficientemente istruito nelle verità di
fede e sui doveri cristiani e sia provato nella vita cristiana per
mezzo del catecumenato; sia anche esortato a pentirsi dei propri
peccati”.
-
b) Anche per il battesimo dei bambini
la Chiesa Cattolica esige un'analoga condizione. Analoga nel senso
che il bambino non può fare direttamente una scelta di fede; ma la
può fare indirettamente tramite i suoi genitori o chi ne fa
legittimamente le veci. Ed è sempre una fede valida. In effetti il
capo famiglia non solo esprime validamente la fede per i membri
della propria famiglia, ma si rende garante perchè la nuova vita
soprannaturale gettata come seme nel battezzato venga debitamente
coltivata, cresca e maturi.
-
Perciò la Chiesa Cattolica prima di
amministrare il battesimo ai bambini vuole essere sicura, come una
buona madre, non solo della fede del capo di famiglia, ma di tutti e
due i genitori, dei padrini e di tutti i presenti al sacro rito del
battesimo. In particolare la Chiesa Cattolica esige che per
battezzare lecitamente un bambino:
-
“- I genitori o almeno uno di essi o
chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano:
-
- che vi sia la fondata speranza che
sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del
tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni dei
diritto particolare, dandone ragione ai genitori”.
-
c) Possiamo perciò parlare di un
diritto-dovere dei genitori, specie del padre, a far battezzare i
bambini alle dovute condizioni. Questo diritto-dovere è giustificato
dalla Bibbia: è un diritto biblico. Esempio classico è
l'ordine dato da Dio ad Abramo relativo alla circoncisione dei
neonati:
-
“Disse Dio ad Abramo: Da parte tua
devi osservare la mia alleanza, tu e la discendenza dopo di te di
generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete
osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te:
sia circonciso tra voi ogni maschio” (Genesi 17,9-10).
-
E ancora:
-
“L'ottavo giorno si circonciderà il
bambino” (Levitico 12,3; cf. Luca 1,59; 2,21).
-
E' chiaro che il bambino non era
capace di esprimere la sua volontà, di decidere da sè se rispettare
l'alleanza o seguire altre vie. Eppure Dio dà il diritto, impone
l'obbligo ai genitori di circonciderlo, di introdurlo nell'alleanza
col Dio di Abramo.
-
d)
Nella Chiesa, che è l'Israele di Dio (Galati 6,16),
questo diritto non è stato annullato. In effetti, nella storia della
Chiesa al tempo degli Apostoli non è raro il caso di intere famiglie
ammesse al battesimo. Così nel libro degli Atti degli
Apostoli si narra che Pietro si recò in casa di Cornelio, che
aveva convocato per l'occasione “i parenti e gli amici più intimi” (Atti
10,24). Pietro annuncia loro il Vangelo e alla fine del discorso,
vedendo lo Spirito Santo scendere su tutti quelli che l'ascoltavano,
“ordinò di battezzarli nel nome di Gesù” (Atti 10,48). Pure il libro
degli Atti riferisce che “Lidia fu battezzata con tutta la sua casa”
(Atti 16,15). Lo stesso avvenne col direttore delle carceri di
Filippi (cf. Atti 16,31- 33) con Crispo e la sua casa (cf. Atti
18,8). A sua volta san Paolo scrive di aver battezzato “la casa di
Stefana” (1 Corinzi 1,16).
-
Commenta Jean-Jacques von Allmen: “Per
non vedere in questi testi - a condizione, certo, di una fede viva
del capo di casa - l'autorizzazione del battesimo dei bambini,
sarebbe necessario respingere la dottrina biblica dell'unità
familiare; poichè è questa unità familiare quella che autorizza,
anche sotto l'antica alleanza, la circoncisione dei piccoli Giudei:
ora san Paolo fa del battesimo il parallelo della circoncisione per
la nuova alleanza” (cf. Colossesi 2,11-12) "
-
-
e)
A conferma di quanto detto finora bisogna tener
presente che il battesimo è essenzialmente un'opera di Dio, Uno e
Trino (cf. Matteo 28,19; Atti 2,41).'E Cristo che, avendo immolato
se stesso, fa che la Chiesa sia santa, purificata dall'acqua e dalla
sua parola (cf. Efesini 5,26). Questo vuol dire che Dio, in virtù
della redenzione operata dal Figlio e mediante l'opera dello Spirito
Santo, attua la rinascita della creatura umana. Egli è il datore
della vita soprannaturale come di quella naturale. Il ruolo della
creatura è secondario. Il battesimo produce i suoi meravigliosi
effetti quando non trova ostacolo da parte della creatura umana. Nel
battesimo dei bambini, consenzienti i genitori, nessun ostacolo è
frapposto all'opera della grazia.
- Dicono ma non fanno (Matteo 23,3)
-
E l'energico ammonimento del Signore
Gesù alle folle e ai suoi discepoli con riferimento al comportamento
degli scribi e dei farisei. I tdG hanno detto, anzi scritto: “In
considerazione dei fatto che 'l'udire la parola', 'l'accogliere di
cuore la parola' e' il pentirsi precedono il battesimo in acqua (Atti
2: 14, 22, 38, 41) e che il battesimo comporta una decisione solenne
da parte del singolo individuo, è chiaro che questi deve essere in
età di udire, credere e prendere tale decisione”I.
-
I tdG non hanno fatto: “Ci fu un
aspetto del congresso che specialmente toccò il cuore dei delegati
dell'assemblea. La domenica 10 agosto 1941 al congresso di Saint
Louis fu il " Giorno dei fanciulli ". Quella mattina di buon'ora fu
pronunciato un discorso sul battesimo e furono immerse 3.903 persone,
fra cui 1.357 ragazzi. Ma per i fanciulli, e anche per gli adulti,
quello doveva essere un giorno speciale. " Tutti i
figli di genitori consacrati in età dai 5 ai 18 anni e che hanno
biglietti per posti riservati si raduneranno al centro dell'arena di
fronte al palco "...Allora i presenti al congresso formavano
un'enorme folla di 115.000 persone. Direttamente di fronte al palco
dell'oratore sotto le tribune era uno straordinario uditorio: tutti
i ragazzi dai cinque ai diciotto anni...II presidente della Società
disse: 'Ho una domanda da proporre a ciascuno di voi. Tutti voi che
avete acconsentito di fare la volontà di Dio e vi siete schierati
dalla parte del Governo Teocratico retto da Cristo Gesù ... ALZATEVI
IN PIEDI, per favore!'
-
" Ci alzammo come una persona sola. 'Guardate',
esclamò il presidente della Società, 'più di 15.000 nuovi testimoni
del Regno. Dopo un lungo applauso, disse: "
Tutti voi che farete quanto vi è possibile per annunciare agli altri
il regno di Dio e le benedizioni che l'accompagnano, per favore,
dite Sì! ". Allora dai 15.000 ragazzi in piedi si levò un tonante 'Sì'”.
- Un paragone che non regge
-
L'errore: “Il
battesimo dei bambini non è scritturale”. Come prova i tdG citano
Luca 3:21, 23: " Or quando tutto il popolo era battezzato, fu
battezzato anche Gesù ... Inoltre, Gesù stesso, quando cominciò la
sua opera, aveva circa trent'anni .
-
La verità:
-
a)
Ne seguirebbe logicamente che il battesimo cristiano
dovrebbe essere amministrato solo a chi ha circa 30 anni! Infatti
Gesù poteva ricevere il battesimo di Giovanni anche prima o anche
dopo. Scelse l'età di 30 anni! In netto contrasto con quanto esigono
dagli altri, i geovisti battezzano le loro nuove reclute anche se
ancora non hanno 30 anni. Gesù dunque non è più un modello da
seguire? Due pesi e due misure, ipocritamente!
-
b) Comunque, la risposta diretta su
base biblica, che taglia la testa al toro geovista, è che in realtà
quello di Gesù non fu un vero battesimo, e tanto meno un battesimo
cristiano. L'abbiamo spiegato nelle pagine precedenti. Gesù non
aveva peccati da confessare e di cui chiedere perdono. Il suo gesto
fu solo la circostanza stabilita da Dio, l'adempimento di ogni
giustizia (cf. Matteo 3,15), perchè Gesù fosse manifestato a
Giovanni come Messia e mediante Giovanni a tutti gli altri.
-
Appellarsi dunque al battesimo
ricevuto da Gesù come a norma per il battesimo cristiano significa
ignorare la Scrittura e spiegare la Parola di Dio, in buona o mala
fede, in modo superficiale e settario a danno sempre degli ignoranti.
-
-
PARTE SECONDA
-
ERRORI E VERITA'
-
-
In questa Seconda Parte
prenderemo in esame alcuni testi biblici strumentalizzati dai tdG
per dare parvenza di verità ai loro errori sul battesimo.
Riporteremo prima l'errore e subito dopo la
verità, seguendo fedelmente come guida la Parola di Dio
-
1 - L'errore. Il
battesimo non lava i peccati.
-
Ebr. 9:22 "
Se il sangue non è versato non ha luogo nessun
perdono "
-
1 Pietro. 2:22
" Egli (Gesù) non commise peccato, nè fu trovato
inganno nella sua bocca".
-
Mar. 1.-9
" Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da
Giovanni nel Giordano
-
Giov. 1:29 "
li giorno dopo (Giovanni Battista) vide Gesù che
veniva verso di lui, e disse: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il
peccato del mondo!".
-
1 Piet. 2:24
" Egli (Gesù) stesso portò i nostri peccati nel
proprio corpo, sul legno, onde morissimo ai peccati e vivessimo alla
giustizia ".
-
Atti 22:16
" Alzati, battezzati e lava i tuoi peccati, invocando
il suo nome ".
-
-
La verità:
-
a)
Se il testo di Ebrei 9,22 si legge così com'è citato
dai tdG, strappato cioè dal suo contesto, si potrebbe pensare che
per la remissione dei peccati si debba versare il proprio sangue!
Perciò è doveroso citarlo in modo più completo e soprattutto
ricavare il vero significato dal contesto immediato, anzi di tutta
la Bibbia.
-
In effetti, l'autore della
Lettera agli Ebrei, nel contesto immediato dice che “(Cristo)
una volta sola, nella pienezza dei tempi, è apparso per annullare il
peccato mediante il sacrificio di se stesso” (Ebrei 9,26). Altrove
poi è precisato che “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso
per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro
dell'acqua accompagnato dalla parola” (Efesini 5,25-26). L'allusione
al battesimo è evidente (cf. Tito 3,3-7).
-
La Bibbia dunque dice chiaramente che
il Sangue effuso da Cristo sulla, Croce rimette i peccati, cioè
santifica i credenti (=la Chiesa). Ma la virtù o potenza
purificatrice di quel sangue agisce mediante l'acqua del battesimo,
che " non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di
salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù
della risurrezione di Gesù Cristo” (1 Pietro 3,21).
-
b) Questo chiaro insegnamento biblico
fa capire anche l'esatto significato sia delle parole del Battista
(Giovanni 1,29) sia quelle di Pietro (1 Pietro 2,24), citate e
strumentalizzate dai tdG. La remissione dei peccati è un effetto
della morte e risurrezione di Cristo, l'Agnello di Dio. Nessuno ha
mai negato questo. Ma la virtù purificatrice e santificatrice di
quella morte e risurrezione opera nel battesimo, che è “lavacro di
rigenerazione” (Tito 3,5; cf. Romani 6,4-5; Efesini 5,25-26). Se non
fosse così, perchè è chiamato lavacro? Poteva essere chiamato "
giuramento ", "impegno ", " patto " e simili.
-
c) Citando 1 Pietro 2,22 e
Marco 1,9 i geovisti ripetono il loro abituale e grossolano
errore di equiparare il battesimo del Battista a quello istituito da
Gesù per la remissione dei peccati. Il battesimo cristiano è
superiore a quello amministrato da Giovanni come precisa lo stesso
Battista (cf. Matteo 3,1 1) e come spiegherà sapientemente
l'apostolo Paolo.
-
E' chiaro che Gesù, ricevendo il
battesimo di Giovanni, non ebbe rimessi i peccati. Egli non aveva
peccati (cf. 1 Pietro 2,22). E poi il battesimo di Giovanni era solo
per la conversione (cf. Matteo 3,1 1). Ma da ciò non segue affatto
che il battesimo cristiano non lava i peccati. 1 tdG falsificano la
Parola di Dio.
-
d) Alla luce di tutti questi
chiarimenti biblici non vi può essere dubbio sul significato delle
parole di Anania a Saulo: “Alzati, battezzati e lava i tuoi peccati,
invocando il suo nome” (Atti 22,16). Saulo aveva
chiesto a Gesù: “Che devo fare, Signore?” (Atti 22,10). E Gesù non
rispose: “Invoca il mio nome e i tuoi peccati saranno lavati!” No!
Gesù apparve ad Anania, lo inviò da Saulo, il peccatore Saulo "fu
subito battezzato " (Atti 9,18) e i suoi peccati furono lavati (Atti
22,16).
-
Certo è detto che Saulo invocò il nome
del Signore. Ma non è detto che i peccati gli furono lavati
solo in virtù di questa invocazione. Egli fu purificato “per
mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola” (Efesini
5,26).
-
2 - L'errore: “Il
battesimo cristiano in acqua fa ottenere il perdono dei peccati?”
-
1 Giov.
1:7: "Se camminiamo nella luce come egli è nella luce
... il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato" (Non
è dunque l'acqua dei battesimo a purificarci dal peccato, ma il
sangue di Gesù).
-
Matt. 3;11: "
lo (Giovanni Battista) ... vi battezzo con acqua
a causa del vostro pentimento, ma colui che viene dopo di me (Gesù
Cristo) è più forte di me e io non sono degno di levargli i sandali
" (I versetti 5,6 come pure Atti 13:14, indicano che l'operato di
Giovanni non era rivolto a tutti, ma ai soli giudei. Perchè? A
motivo dei loro peccati contro il patto della Legge e per prepararli
al Cristo).
-
Atti 2,38
" Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome
di Gesù Cristo per il perdono dei peccati ". (Era il battesimo in sè
a far ottenere il perdono? Riflettete: Queste parole furono rivolte
ai giudei che condividevano la responsabilità della morte di Cristo
(Vedi i vv. 22,23). li loro battesimo avrebbe indicato qualcosa. Che
cosa? Che ora riponevano fede in Gesù quale Messia o Cristo. Solo
facendo questo potevano ottenere il perdono dei peccati (Atti 4:12;
5, 30,3 1 ).
-
-
La verità:
-
a)
Certamente l'apostolo
Giovanni dice che “il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato”,
ma non nega che questa purificazione avviene mediante l'acqua del
battesimo. Questo glielo fanno dire i tdG, corrompendo la Bibbia.
Per convincersene basta ricordare che Giovanni sapeva bene che il
sangue di Gesù, purificandoci da ogni peccato, ci fa rinascere a
nuova vita (cf. Giovanni 1,12). E sapeva pure perchè l'aveva appreso
dalle labbra di Gesù che a questa nuova vita si " nasce d'acqua e da
Spirito " (Giovanni 3,5). t sempre il sangue di Gesù che purifica,
ma mediante il lavacro di generazione (cf. Tito 3,5). Perfetta
sintonia tra Giovanni e Paolo.
-
b) Con riferimento a Matteo 3,1 1 non
è affatto vero che l'operato di Giovanni il Battista era rivolto ai
soli giudei. La Bibbia dice proprio il contrario. San Luca ci
informa che interrogavano Giovanni anche alcuni soldati con chiari
segni di pentimento e non è da escludere che anche questi furono
battezza- ti " quando tutto il popolo fu battezzato " (cf. Luca
3,14.21). Inoltre Matteo scrive: “Accorrevano a lui (a Giovanni) da
Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano;
e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel
fiume Giordano” (Matteo 3,5-6). San Luca parla di "folle" (cf. Luca
3,7.10). Chi ci autorizza a dire che erano tutti giudei? Non vi
potevano essere anche molti proseliti", e molti residenti stranieri
dato che la Palestina era sotto il governo di Roma?
-
A parte tutto questo, la questione che
qui deve interessare non è se Giovanni predicava solo ai giudei o
anche ad altri. La questione è se il battesimo cristiano lava i
peccati. Si tratta perciò di una subdola deviazione geovista!
-
e) Identica subdola manovra per
manipolare Atti 2,38. L'anonimo manovratore geovista ci invita a
riflettere. Noi abbiamo riflettuto e siamo arrivati alle seguenti
conclusioni:
-
- Come in Matteo 3,11 la questione non
è se le parole di Pietro siano rivolte ai soli giudei o anche ad
altri. La questione è se il battesimo lava i peccati. Siano rivolte
ai soli giudei o anche ad altri le parole di Pietro sono un
esplicito invito a battezzarsi per il perdono dei peccati:
“Ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per
il perdono dei peccati”. Il battesimo dunque è un
mezzo, cioè un rito sacro (sacramento) che rimette i peccati.
-
- Certamente Pietro esige che Gesù sia
riconosciuto come Messia, come unico Salvatore (cf. Atti 5,30-31),
in cui soltanto c'è salvezza (cf. Atti 4,12).
-
Ma non dice affatto che solo riponendo
fede in lui quale Messia si ottiene il perdono dei peccati. Se così
fosse, a che scopo esortare a battezzarsi? La fede è necessaria come
pure il pentimento. Ma il battesimo conferisce la salvezza, che ha
come sorgente Gesù riconosciuto come Messia.
-
- E poi non è affatto vero che le
parole di Pietro erano rivolte ai soli giudei che condividevano la
responsabilità della morte di Cristo. A parte il fatto che a
Gerusalemme ci potevano essere molti non giudei venuti per la festa
della Pentecoste, che Pietro non poteva nè voleva escludere
dall'annuncio della salvezza, dire che solo i giudei condividevano
la responsabilità della morte di Cristo è una grossa eresia
radicalmente contraria all'insegnamento biblico.
-
- Paolo, che predicava la stessa
dottrina di Pietro e degli Apostoli (cf. 1 Corinzi 15,9-1 1),
ribadisce con insistenza che la responsabilità della morte di Cristo
è condivisa da tutti gli uomini: “Cristo morì per i nostri peccati
secondo le Scritture” (1 Corinzi 15,3). “Infatti, mentre eravamo
ancora peccatori, Cristo morì per i nostri peccati nel tempo
stabilito” (Romani 5,6) “Perchè tutti hanno peccato” (Romani 5, 12).
E come Pietro, anche Paolo vede nel battesimo la rinascita a una
vita nuova, cioè il perdono dei peccati e la caparra della nostra
salvezza:
-
“Per mezzo dei battesimo siamo dunque
stati sepolti insieme a lui (Cristo) nella morte, perchè come Cristo
fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così
anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Romani 6,4).
-
Paolo rivolge le sue parole a giudei e
non giudei (cf. Romani ce. 1,2,3); per lui giudei e non giudei
condividono la responsabilità della morte di Cristo, tutti hanno
bisogno della fede e dei battesimo per beneficiare del perdono dei
peccati e della salvezza eterna (cf. Romani 6,5).
-
3 - L'errore:
Il battesimo cristiano in acqua si compie per
aspersione o per immersione completa?
-
Mar. 1:9,10:
" Gesù ... fu battezzato ("immerso", Co, ED) da
Giovanni nel (fiume) Giordano. E immediatamente, salendo
fuori dall'acqua, vide separarsi i cieli. " Atti 8:38: "Entrambi
scesero nell'acqua, sia Filippo che l'eunuco; e lo
battezzò ("immerse", Co, ED)
-
-
La verità:
-
a) Citando Marco 1,9 i
tdG ripetono ostinatamente lo stesso errore, di considerare cioè il
battesimo di Giovanni come modello del battesimo cristiano. In
realtà, la Bibbia afferma ripetutamente che si tratta
di due battesimi diversi (cf. Matteo 3,1 1; Marco
1,8; Luca 3,16; Atti 19,4-6). Perciò il testo di Marco 1,9- 10 non
ha nessun valore al fine di sapere come deve essere amministrato il
battesimo cristiano. Non risuIta dal Nuovo Testamento che la vita
della Chiesa primitiva fosse condizionata da quanto aveva detto e
fatto il Battista (cf. Atti 19,1-7).
-
b)
Il testo greco di Atti 8,38 dice " scesero nell'acqua
". Si può scendere nell'acqua anche se si tratta d'uno specchio
d'acqua o di un piccolo ruscello. Questo dovette essere il caso di
Filippo e dell'eunuco se si considera che la zona era deserta (cf.
verso 26) ed è impossibile che ci sia stata una piscina
o un fiume da poter essere immersi. Filippo dovette versare acqua
sul capo dell'eunuco, stando tutti e due coi piedi nell'acqua.
-
c) Può darsi che nella Chiesa
primitiva il battesimo fosse amministrato per immersione. Ma non c'è
nessun comando divino a questo riguardo. Non risulta che si
battezzassero in piscine pubbliche usate anche per scopi profani
come fanno abitualmente i tdG.
-
Non essendoci nessuna norma divina, ci
si può chiedere se nei casi di battesimi in massa non si sia seguito
un rito diverso, cioè quello dell'aspersione. La stessa cosa si può
pensare che avvenisse in circostanze straordinarie come fu quella
del direttore dei carcere di Filippi, che assieme a tutta la sua
famiglia furono battezzati subito, di notte, in casa
(cf. Atti 16,33).
-
d) E'
certo comunque che fin dai tempi apostolici il battesimo per
aspersione era conosciuto e praticato come ci informa
la Didachè:
-
“Quanto al battesimo, battezzate in
questo modo: dopo aver premesso tutte queste cose, battezzate nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nell'acqua viva. Se
non avessi acqua viva, immergi in altra acqua; se non puoi nella
fredda, immergi nella calda. Che se non avessi abbastanza nè
dell'una nè dell'altra, versa tre volle sul capo l'acqua in
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (VII, 1-3)”.
-
Si noti infine che il verbo greco
baptìzein significa anche
lavarsi, prendere abluzioni (cf. Luca 11,38), non
necessariamente immegersi.
-
4 - L'errore: “Nel
nome (riconoscere la Posizione, l'Autorità) del Padre”.
-
Matt. 28:19
“Andate dunque e fate discepoli delle persone di
tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre”.
-
Sal. 83:18
Tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l'altissimo su
tutta la terra”.
-
2 Re 19:15 “O
Geova ... tu solo sei il vero Dio di tutti i regni della terra. Tu
stesso hai fatto i cieli e la terra”.
-
Sal. 36:9
“Perchè presso di te è la fonte della vita”.
Isaia 33:32 “Poichè Geova è il nostro Giudice, Geova è il nostro
Datore di Statuti, Geova è il nostro Re, Egli stesso ci Salverà”.
-
-
La verità:
-
L'errore fondamentale dei geovisti, in
questo caso consiste nel frantumare la formula di Matteo
28,15 L'evangelista Matteo, guidato dallo Spirito Santo ha
scritto una sola volta l'espressione “nel nome di”, non
l'ha ripetuta tre volte davanti al Padre e
Figlio e allo Spirito Santo. Ciò facendo egli h voluto indicare in
modo inequivocabile che il battesimo, opera divina, va attribuito,
senza differenza sostanziale, alle Tre Persone Divine.
-
I geovisti distruggono ciò che dice la
Bibbia, ripetono separatamente la formula “nel nome di davanti al
Padre, davanti al Figlio e davanti ali Spirito Santo. In questo modo
si aprono la via, senza che i meno accorti se ne avvedano, per
affermare la differenza sostanziale fra le Tre Persone Divine, ossia
per distruggere la divinità del Figlio e dello Spirito Santo.
-
Al contrario l'evangelista Matteo usa
volutale una sola volta la formula “nel nome di” perchè
si riconosciuta la stessa posizione divina al Padre, Figlio e allo
Spirito Santo. Dopo una tale manovra truffaldina citano alcuni testi
biblici per creare confusione e convincere astutamente che il loro
Geova è al di sopra del Figlio tanto più dello “spirito santo.” Ma
la Bibbia no dice così.
-
a) L'autore del Salmo 83,
che scrisse secoli avanti la manifestazione dell'Emanuele, ossia di
Dio-con-noi (cf. Matteo 1,23), doveva asserire che Jahve è
l'Altissimo su tutta la terra. Ma dopo che il Verbo o Parola o,
meglio, la Sapienza di Dio (greco Logos), Creatore di tutto ciò che
esiste (cf. Giovanni 1,3), pose la sua tenda nell'uomo Gesù (cf.
Giovanni 1,14; Esodo 25,8), gli autori ispirati del Nuovo Testamento
potevano e dovevano attribuire la stessa posizione anche al Figlio.
Esattamente come il Padre, anche il Figlio è “l'Alfa e l'Omega, il
Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine” (Apocalisse 22,13; cf.
21,6; 1,8; Isaia 44,6; 48,12) 28.
-
b)
Alla luce di queste precisazioni appare chiaro anche
il testo di 2 Re 19,15. Ezechia, re di Giuda nel
settimo secolo avanti-Cristo (721-693), invocando Jahve (non Geova),
non sapeva che il Dio da lui invocato si sarebbe fatto conoscere
nella sua ricchezza interiore come Padre, come Figlio e come Spirito
Santo. “Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che
è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” ( Giovanni 1,18; cf. Ebrei
1,1-2). Appellarsi perciò alle parole di 2 Re 19,15 per
dare solo al Padre la posizione divina equivale a distruggere tutto
il Nuovo Testamento.
-
c)
Per le stesse ragioni deve dirsi fuori posto la
citazione del Salmo 36,9 “Presso di te è la fonte della
vita”. Al salmista non era stato rivelato che la Vita si sarebbe
fatta visibile in Colui che disse: “lo sono la Vita” (Giovanni
11,25; cf. 1 Giovanni 1,1- 2). Presso il Figlio dunque, al pari che
presso il Padre, è la Fonte della Vita (Cf. Giovanni 7,37).
-
d) Anche il testo di Isaia
33,22 deve essere spiegato alla luce del Nuovo Testamento. E
ancora Gesù che parla e dice: “li Padre non giudica nessuno, ma ha
rimesso ogni giudizio al Figlio” (Giovanni 5,22). E ancora: “lo sono
Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a
ciascuno di voi secondo le proprie opere” (Apocalisse 2,23; cf.
Geremia 17,10; Salmo 62,13).
-
In effetti, fin dall'inizio del suo
ministero Gesù insegnava “come uno che ha autorità” (Matteo 7,28;
Marco 1,22) e usava la formula molto significativa “Fu detto ... ma
io vi dico” (Matteo 5,21-38). Come il Padre anche il Figlio è "
Datore di Statuti ".
-
5 - L'errore: “Nel nome (riconoscere
la Posizione e l'Autorità del Figlio)”.
-
Matt. 28:19
“Andate dunque e fate discepoli delle persone di
tutte le nazioni, battezzandole nel nome ... dei Figlio”.
-
Filip. 2:9-11
“Dio l'ha esaltato a una posizione superiore e
gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra d'ogni altro nome,
onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in
cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il
suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il
Signore alla gloria di Dio Padre”.
-
-
Riv. 19:16
“Ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei
signori”.
-
Riv. 1:5
“Gesù Cristo 'il Testimone Fedele', li primogenito
dai morti' e 'Governante dei re della terra'”.
-
Eb. 5:9,10
“Divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono
responsabile di salvezza eterna, perchè è stato da Dio
specificamente chiamato sommo sacerdote secondo la maniera di
Melchisedec”.
-
1 Tim. 2:5
“Vi è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, l'uomo Cristo Gesù”
-
-
La verità:
-
Nell'errore precedente i
geovisti si sono sforzati di dimostrare che il Padre è superiore al
Figlio. Ora cercano di convincere che il Figlio è inferiore al
Padre. A tal fine ripetono, corrompendo la Bibbia, l'espressione
“nel nome di” davanti al Figlio, e poi strumentalizzano
settariamente alcuni testi biblici. La manovra continua!
-
Prima di analizzare i singoli testi
diciamo che nel battesimo il Figlio esercita come il Padre il potere
divino di rimettere i peccati. Perciò l'autore ispirato Matteo usa
una sola volta la formula “nel nome di”.
-
Questo è talmente vero che nella
Chiesa apostolica il battesimo era anche amministrato soltanto nel nome
di Gesù (cf. Atti 2,28; 8,16; 10,48; 19,5). La formula
trinitaria di Matteo 28,19 esplicita l'opera salvifica dell'unico
Dio nei tre momenti della sua attuazione: nella sua origine (Padre),
nella sua esecuzione (Figlio), nella sua continuità (Spirito Santo).
-
Veniamo ora ai singoli testi.
-
a) Filippesi 2,9-11.
Dal contesto appare chiaro che san Paolo
esorta i cristiani di Filippi a liberarsi dai sentimenti di orgoglio
e di egoismo, invitando Gesù Cristo: “Abbiate in voi gli stessi
sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Filippesi 1,5). Non chiede
loro di spogliarsi della propria natura, cosa del resto impossibile.
La natura si può educare, non distruggere.
-
Per rendere efficace la sua
esortazione san Paolo ricorda il comportamento di Gesù:
-
“Il quale, pur essendo di natura
divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio,
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo
simile agli uomini” (Filippesi 2,6-7).
-
Analizziamo accuratamente queste
parole: “Pur essendo di natura divina”, oppure, traducendo
letteralmente “essendo nella forma di Dio”. La parola forma (greco
morfè) designa tutto ciò che la natura esige e
manifesta, ossia gli attributi, le prerogative, i diritti. Cristo
possedeva gli attributi, le prerogative, i diritti divini. Dunque va
collocato allo stesso livello divino per natura.
-
Tuttavia “non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio”, oppure alla lettera “non
considerò come una preda l'essere alla pari con Dio”.La natura
divina o, uguaglianza con Dio era proprietà di Cristo, non cosa
rubata. Cristo non poteva spogliarsi della natura divina. Ma pur
rimanendo uguale a Dio in quanto a natura, rinunziò spontaneamente
ad esser trattato conforme alla sua dignità divina. Volle
presentarsi all'umanità in veste di uomo (cf. Giovanni 1,14) e
subire l'umiliazione della morte di Croce (cf. Filippesi 2,7-8).
-
A motivo di questo spogliamento, cioè
dell'opera redentiva dell'Emmanuele, (Dio-con-noi), il
suo nome, ossia l'Uomo-Dio, deve essere adorato: la stessa natura
umana è fatta partecipe della gloria e della adorazione:
-
“Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha
dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome; perchè nel nome
di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto
terra” (Filippesi 2,9-10).
-
Questo vuol dire che tutta l'opera di
Cristo, il suo abbassamento e la sua esaltazione anche come uomo,
altro non è che la manifestazione della bontà dell'unico Dio, che ha
fatto conoscere il suo immenso amore per gli uomini nel Figlio
sofferente e glorificato.
-
Questo Figlio, nella sua interezza,
anche cioè nella sua umanità, ha diritto al titolo di
Signore come Jahve (cf. Romani 10,9, Isaia 45,23) e alla stessa
adorazione dovuta a Jahve (cf. Filippesi 2,1 1). Il Figlio
non è inferiore al Padre in quanto a natura (forma-morfè) divina.
-
b) Contro l'uguaglianza del Figlio col
Padre i tdG si appellano ad Apocalisse 19,16. In realtà,
il titolo di “Re dei re e Signore dei signori” conferma questa
uguaglianza. In Deuteronomio 10,17 Jahve è chiamato " il Signore dei
signori " (cf. 1 Timoteo 6,15). Se l'autore ispirato dell'Apocalisse
dà al Figlio lo stesso titolo, è evidente che lo colloca nella
stessa posizione di Jahve.
-
c) Identico insegnamento in
Apocalisse 1,5. Il Figlio è detto “Testimone fedele” in quanto è
la Parola o Sapienza divina (cf. Giovanni 1, 1) presente nell'uomo
Gesù (cf. Giovanni 10,38) per farei conoscere con assoluta garanzia
di veridicità, la verità su Dio e il suo amore per noi.
-
E' detto “primogenito dei morti”
perchè la sua umanità, ossia l'Uomo Gesù, in virtù della potenza
divina, che è comune al Padre e al Figlio, ha vinto la morte con la
sua risurrezione, primo fra tutti. Gli altri uomini saranno
risuscitati a somiglianza dell'Uomo Gesù (cf. Filippesi 3,20-21).
-
E' detto “il principe dei re della
terra” perchè l'Uomo-Dio, l'Emmanuele (cf. Matteo
1,23), distrutti i suoi nemici, riceverà il dominio universale come
predetto da Daniele (7,14; cf. 1 Cor. 15,28). Come Jahve Egli è “il
Re dei re e il Signore dei signori” (Deuteronomio 10,17).
-
d) In Ebrei 5,9-10
si parla del sacrificio di Cristo, in
quanto uomo. L'Uomo Gesù fu insieme vittima e sacerdote alla maniera
di Melchisedek, ossia per tutti, non solo per gli Ebrei. La morte
sacrificale di Cristo non ha colpito la sua divinità, ma la sua
umanità. In quanto Dio non poteva nè soffrire nè morire. Si è
sacrificato in quanto uomo, senza nulla detrarre alla sua
uguaglianza con Dio. Tanto è vero che l'autore della stessa Lettera
agli Ebrei dice di Lui : “Il tuo trono, Dio, sta in eterno” (Ebrei
1,8).
-
e) Anche Timoteo 2,5 va
riferito a Cristo in quanto uomo. In quanto tale il Cristo ha dato
se stesso in riscatto per tutti, senza nulla sottrarre alla sua
divinità o uguaglianza col Padre. Infatti, lo stesso Paolo chiama il
Cristo “Figlio proprio di Dio” (Romani 8,32), nel quale “abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Colossesi 2,9).
-
6 - L'errore: “Nel
nome (riconoscere la funzione, l'attività) dello spirito santo”.
-
Matt. 28:19
“Andate dunque e fate discepoli delle persone di
tutte le nazioni, battezzandole nel nome ... dello spirito santo”.
-
Giov. 14:16,1 7
“lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
soccorritore che sia sempre con voi, lo spirito di verità”.
-
Efes. 6;1 7
“Accettate ... la spada dello spirito, cioè la Parola
di Dio”.
-
2 Piet. 1:21
“La profezia non fu mai recata dalla volontà
dell'uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano
spinti dallo spirito santo”.
-
1 Cor. 2:10
“Poichè a noi Dio le ha rivelate per mezzo del suo
spirito, poichè lo spirito scruta tutte le cose, anche le cose
profonde di Dio”.
-
Gioe. 2:28,29
“Verserò il mio spirito su ogni sorta di carne, e
i vostri figli e le vostre figlie per certo profetizzeranno. In
quanto ai vostri vecchi, sogneranno sogni. In quanto ai vostri
giovani, vedranno visioni. E pure sui servi e sulle serve verserò in
quei giorni il mio spirito”.
-
Gal. 5:22,23
Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace,
longanimità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sè”.
-
-
La verità:
-
La prima cosa da notare
è che i geovisti parlano di funzione, attività, dello
" spirito santo ", scritto da loro sempre con lettera
minuscola. E' una astuta manovra per negare sia la personalità dello
Spirito Santo sia la sua uguaglianza con Dio". La Bibbia afferma sia
la Divinità sia la personalità dello Spirito Santo.
-
a) Matteo 28,19.
Ripetiamo ancora una volta che nella formula
battesimale (Matteo 28,19) lo Spirito Santo dipende dalla stessa
unica espressione “nel nome di” come il Padre e il Figlio. Il
battesimo, dunque, opera divina, deve essere attribuito allo stesso
titolo al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
-
In effetti, il battesimo comporta la
remissione dei peccati (vedi sopra pp.12-15; 35-38).
Ora solo Dio può rimettere i peccati (cf. Luca 5,21). Dunque anche
lo Spirito Santo va collocato allo stesso livello divino del Padre e
del Figlio.
-
Parimenti nella formula battesimale di
Matteo 28,19 è affermata anche la personalità dello Spirito Santo.
Infatti l'espressione “nel nome di” equivale a fare qualcosa in
rappresentanza di qualcuno, cioè d'una persona. Inoltre “battezzare
nel nome di” significa “consacrare a” oppure “mettere al servizio di”.
Il battezzato si consacra o/e si mette al servizio del Padre e del
Figlio che sono Persone. Poichè il battesimo è amministrato anche
“nel nome dello” Spirito Santo, ne segue che il battezzato si
consacra o/e si mette al servizio anche dello Spirito Santo, che
come il Padre e il Figlio deve dirsi una Persona divina.
-
b) Giovanni 14,16-17.
Qui non è negata l'uguaglianza delle tre
Persone divine e neppure la personalità dello Spirito Santo. Infatti
il verbo pregare esprime una domanda, ma non suppone in
chi prega una inferiorità. In un governo triunvirale, cioè di tre
persone (troika), come si ebbe nell'antica Roma, tutti e tre hanno
la stessa autorità. Se uno dei tre prega un altro di fare una cosa,
di compiere la propria funzione, non ne segue che si dichiara
inferiore a lui.
-
Nel testo citato di Giovanni poco dopo
Gesù dice che il Padre manderà lo Spirito Santo nel nome di lui (di
Gesù), anzi che sarà lui stesso a mandarlo (Cf. Giovanni 14,26;
16,7). E' detto pure che lo Spirito Santo prenderà del suo (di Gesù)
perchè tutto quello che il Padre possiede è suo (cf. Giovanni
16,14-15.
-
Che poi lo Spirito Santo sia una
Persona è detto espressamente perchè chiamato paraclito
(=avvocato, assistente, difensore). Anche Gesù infatti, che è
certamente una persona, è detto nella Bibbia paraclito
(cf. 1 Giovanni 2,1).
-
Pure Jahve è detto soccorritore (cf.
Salmo 10,14).
-
c) In Efesini 6,17
l'apostolo non intende affatto ridurre lo
Spirito Santo a una funzione impersonale e negargli la divinità. Al
contrario, egli esorta i cristiani ad armarsi della spada
dello Spirito, che è (spiega) la Parola di Dio. Chi parla è
certamente una persona, e in questo caso una Persona Divina. E' Dio
Spirito Santo che parla.
-
d) In 2 Pietro 1,21 i
geovisti confondono tra Donatore e cosa donata. La profezia è un
dono dello Spirito Santo, perciò i profeti parlano in nome di Dio
perchè in essi vi era lo spirito profetico, ossia il dono profetico.
-
In altre parole, erano guidati o
illuminati o ispirati da Dio-Spirito Santo.
-
Chi guida in una funzione divina
qual'era quella dei profeti è una Persona divina, cioè lo Spirito
Santo. Perciò la Bibbia è detta giustamente " Parola di Dio ".
-
e) L'idea fondamentale di 1 Corinzi
2,10-16 è che la predicazione dell'Apostolo Paolo ha la sua sorgente
nello Spirito di Dio (vv. 10-11). Dunque altro è lo Spirito che
rivela, altro ciò che Egli rivela, cioè la predicazione di Paolo, in
contrasto con quella comunicata dagli uomini. Lo Spirito Santo
scruta anche le profondità di Dio, cioè possiede la perfetta
conoscenza dei segreti impenetrabili di Dio, e può comunicarli.
Questo dimostra che lo Spirito Santo è consustanziale al Padre come
lo spirito dell'uomo è consustanziale all'uomo.
-
f)
Il testo di Gioele 2,28-29 si spiega
alla luce di Atti 2,14-21. Quando Gesù preannuncia la
discesa dello Spirito Santo (cf. Atti 1,8) distingue tra Spirito
Santo e forza che Egli darà, distingue tra Datore e dono. Da Gioele
perciò non si può dedurre affatto che lo Spirito Santo non sia una
Persona.
-
g)
E pure evidente che san Paolo in Galati
5,22- 23 parla di frutti o doni dello Spirito Santo. Lo Spirito
Santo è una persona divina, sorgente e causa di quei frutti. Egli è
il Datore, i frutti sono il dono. Questi possono perdersi o
estinguersi (cf. 1 Tessalonicesi 5,19), ma non lo Spirito che li dà.
Lo Spirito, Datore di quei doni, è la Potenza di Dio (cf. Luca
1,31), che mai si estingue.
-
-
PERCHE' BAGNARSI?
-
Lo chiamano battesimo, ma del
battesimo cristiano, quello istituito da Gesù Cristo, non ha proprio
nulla. In effetti, il bagno geovista non rimette i peccati. Questo è
il grosso errore dei tdG circa il battesimo.
-
E allora, perchè bagnarsi?
-
Prima di rispondere a questa domanda
vogliamo evidenziare, alla luce della Bibbia, la disastrosa
conseguenza di questo errore geovista. Lo faremo analizzando alcuni
testi di san Paolo ed esplicitando le verità in essi contenute.
-
1 - Nella Lettera ai Romani,
capitolo 5, l'Apostolo si sofferma a considerare la condizione
spirituale di tutti gli uomini, dell'intera umanità alla luce della
redenzione operata da Cristo. “Infatti, quand'eravamo nemici, siamo
stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo” (Romani
5,10).
-
Questa inimicizia con Dio ha come
causa il peccato del primo uomo:
-
“A causa di un solo uomo il peccato è
entrato nel mondo e con il peccato la morte, così la morte ha
raggiunto tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato” (Romani
5,12).
-
Poco dopo insiste sullo stesso
concetto:
-
“Similmente, come per la disobbedienza
di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per
l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Romani
5,19).
-
Il pensiero di Paolo non sembra
lasciar dubbi: il peccato di Adamo ha inflitto all'umanità una
ferita mortale. Tutti nasciamo peccatori.
-
2 - Nella Lettera agli
Efesini, capitolo 2, Paolo insegna la stessa verità, partendo
dalla considerazione dei peccati personali. Per lui, sia i pagani
sia i giudei, malgrado la Legge, si sono macchiati di gravissime
colpe (cf. Romani 1, 18-32; 2,1-28). Questi peccati, al dire di
Paolo, causano la morte, non tanto quella fisica, ma quella
spirituale e morale:
-
“Anche voi eravate morti per le vostre
colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di
questo mondo ... Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore
con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i
peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo” (Efesini 2,1.4).
-
La Chiesa Cattolica, in queste
affermazioni di san Paolo vede due specie di peccato: uno chiamato
originale, commesso all'origine dell'umanità, ma che si
riverbera sull'intera umanità. L'altro è quello personale
dovuto o alla trasgressione della Legge data da Dio per mezzo di
Mosè (cf. Romani 2,17-19) o a quella scritta nel cuore di ogni uomo,
nella sua coscienza (cf. Romani 1,18-32).
-
3 - Ma Paolo non si sofferma solo
sulla parte negativa della condizione umana. Egli insiste
soprattutto e gioiosamente sull'opera redentiva di Cristo.
-
“Come dunque per la colpa d'uno solo
si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per
l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la
giustificazione che dà la vita” (Romani 5,18).
-
E a quei di Efeso, come abbiamo già
accennato, scrive con gioia:
-
“Da morti che eravamo per i peccati,
ci ha fatto rivivere con Cristo; per grazia infatti siete stati
salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei
cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la
straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso
di noi in Cristo Gesù” (cf Efesini 2,5-7).
-
Dalla morte alla vita! Ecco il
miracolo che la bontà di Dio ha compiuto e compie
mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù
-
4- Ma come Dio compie questo miracolo?
Come passa la creatura umana dalla morte alla vita?
-
Lo stesso Paolo è sommamente esplicito
e chiaro anche in questo. Certamente egli afferma che la salvezza si
ha " mediante la fede " (Efesini 2,8). Ai Romani scrive:
-
“Poichè se confesserai con la tua
bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo
ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede
per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di
fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura:
Chiunque crede in lui non sarà deluso” (Romani 10,9-13).
-
Ma Paolo non dice solo questo. Il suo
pensiero sarebbe frainteso e anche tradito se non si tenesse conto
di ciò che egli dice altrove parlando appunto della salvezza.
Scrivendo ai Colossesi l'apostolo precisa come a quei
pagani, morti per i loro peccati, Dio ha dato la vita (cf. Colossesi
2,13). Questo avvenne mediante "la vera circoncisione di Cristo",
che è il battesimo.
-
“Con lui (Cristo) infatti siete stati
sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme
risuscitati” (Colossesi 2,12).
-
Lo stesso insegnamento in
Romani 6,4, e in una forma ancora più chiara in Efesini 5,26.
Parlando della Chiesa o comunità dei veri cristiani Paolo afferma
che Cristo l'ha purificata “per mezzo del lavacro dell'acqua
accompagnato dalla parola”. Qui la parola viene intesa con
riferimento alla confessione di fede del battezzato, ma l'allusione
al battesimo è evidente (cf. Tito 3,3-7).
-
5
- Da quanto detto finora, aderendo fedelmente alla
Bibbia, ne segue necessariamente una conseguenza. Dispiace dirlo, ma
è doveroso. I tdG nascono, vivono e muoiono in urlo stato
di peccato, di inimicizia con Dio, di morte eterna. Per loro il
battesimo non lava i peccati. Tuffandosi nella piscina essi non
hanno l'intenzione di purificarsi dai peccati, di rinascere a vita
nuova in Cristo, che è preludio alla vita eterna. “In verità, in
verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può
entrare nel regno di Dio” (Giovanni 3,5).
-
-
6 - Che cosa è dunque il bagno
geovista?
-
E l'impegno pubblico, ufficiale da
parte delle nuove reclute di servire Geova, fare cioè gli interessi
della società geovista, costi quel che costi.
-
Sempre che nelle riviste e libri dei
tdG si parla di battesimo due cose si ripetono in modo ossessivo.
Una è che il battesimo non lava i peccati. Abbiamo dimostrato
abbondantemente che la Bibbia dice proprio il contrario.
-
L'altra cosa, che sta maggiormente a
cuore ai capi della setta geovista, è inculcare che mediante il
battesimo o piuttosto il bagno nella piscina, ci s'impegna a fare la
volontà di Geova. t chiaro che fare la volontà di Geova, nel
linguaggio geovista, equivale a vendere il proprio cervello ai capi
della setta. E se qualcuno venisse meno a questo impegno, sarà di-
strutto nella prossima battaglia di Armaghedon.
-
Ecco un esempio. Sfruttando il testo
di 1 Pietro 3,20-21, da noi analizzato (cf. p. 13),
hanno scritto:
-
“L'arca era la prova tangibile che Noè
si era dedicato a fare la volontà di Dio e quindi aveva svolto
fedelmente il lavoro affidatogli da Dio. Questo gli salvò la vita.
In modo corrispondente, coloro che si fossero dedicati a Geova in
base alla fede nel Cristo risorto, si fossero battezzati nel simbolo
di ciò, e avessero fatto la volontà di Dio (leggi Geova)
per i suoi servitori sarebbero stati salvati dal presente mondo
malvagio.
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Non sarebbero più stati riservati alla
distruzione col resto dei mondo”.
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Per ottenere tale scopo prima di
tuffarsi nella piscina due domande sono rivolte al candidato:
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La prima:
“In base al sacrificio di Gesù Cristo, ti sei pentito
dei tuoi peccati e ti sei dedicato a Geova per fare la Sua volontà?”
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La seconda: “Comprendi
che la tua dedizione e il tuo battesimo ti identificano come
testimone di Geova associato all'organizzazione diretta dallo
spirito di Dio?”.
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rispondendo sì a queste domande, i
candidati hanno la giusta condizione di cuore per tuffarsi nella
piscina e fare il bagno geovista. Tale gesto non li purifica dai
peccati nè li fa risorgere dalla morte alla vita, come dice
chiaramente san Paolo, ma li rende schiavi della società
Torre di Guardia.
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