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NICOLA TORNESE
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- UOMINI DI
- SERIE "B"
- IL PARADISO
TERRESTRE
- DEI TESTIMONI
DI GEOVA
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- OPUSCOLO N°1
- PICCOLA COLLANA
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- "I TESTIMONI DI
GEOVA"
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- Per ricevere
gli opuscoli rivolgersi:
- Padre Nicola
Tornese
- Viale S.
Ignazio, 4
- 80131 NAPOLI
tel. 081-545.70.44
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- UOMINI DI SERIE
B
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- PARTE PRIMA
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- CENNI STORICI
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Le origini
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1 - I testimoni di
Geova (tdG) hanno avuto origine negli Stati Uniti d'America nella
seconda metà del secolo scorso. Prima non esistevano. Charles Taze
Russel (1852-1916), un commerciante della Pennsylvania, fu il
fondatore.
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Nato in un ambiente
sociale assai confuso, il Russel, all'età di 18 anni, ebbe una crisi
religiosa. Si staccò allora da qualsiasi chiesa e decise di chiedere
direttamente alla Bibbia la risposta ai problemi che l'assillavano.
Era di moda.
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Nel 1870 il Russell, senza alcuna preparazione né di lingue,
né di storia, iniziò il suo studio delle Scritture assieme a pochi
amici e gettò così le basi di quella che sarà in seguito la società
della Torre di Guardia, Si chiamarono studenti della Bibbia, e
anche russellisti, fino al 1931.
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Un problema che
maggiormente attirava l'attenzione dell'ex commerciante era quello di
conoscere il tempo esatto del ritorno di Gesù sulla terra. Il Russell
riconobbe che le date indicate dagli Avventisti, da lui prima seguiti,
erano risultate false, con grande discredito suo e di quanti vi
avevano creduto. Ricorse perciò ad altri metodi per determinare il
fatidico evento.
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Nella sua
pubblicazione "Tre mondi e la mietitura di questo mondo" dell'anno
1877 il Russell fece conoscere i suoi calcoli e le sue profezie: il
grande evento avrebbe avuto luogo nel 1914 !. In quell'anno Cristo
sarebbe apparso visibilmente sulla terra per esaltare in cielo Russell
e i suoi amici, annientando tutti gli altri. Egli ribadiva tenacemente
questa sua profezia in quasi tutte le sue pubblicazioni. Così nel
libro "Thy Kingdom" come "Venga il tuo Regno), pubblicato nel 1891, a
pagina 153 (inglese) affermava:
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" E con la fine del
1914, scomparirà ciò che Dio chiama Babilonia e gli uomini cristianità,
come già dimostrato dalla profezia".
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2 - In attesa del
grande trionfo i russellisti si dedicarono ad una intensa attività
propagandistica e pubblicitaria. Era necessario far denaro. Il gruppo
si costituì in Società a tutti gli effetti, e Russell "prestò servizio
come presidente" (p.37), divenne cioè il primo azionista,
assicurandosi così il controllo di tutti gli affari.
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Qualificandosi
profeta e riconosciuto pastore dai suoi compagni, il
presidente cercò di far seguaci. Il numero è denaro. Pubblicazioni e
discorsi, viaggi e convegni riempivano il suo tempo, oltre alla
amministrazione delle entrate. Nel 1879 fondò una rivista conosciuta
oggi col nome di "Torre di Guardia", che divenne e rimane lo
strumento principale della setta per diffondere le proprie idee e
forgiare a senso unico le credenze, i sentimenti e il comportamento
degli adepti. In tutte le parti del mondo.
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In effetti,
mediante la Torre di Guardia Russell faceva conoscere ai suoi e al
mondo intero quali fossero la mente e la volontà di Dio. Egli era
l'unico interprete, lo speaker o portavoce divino. Identico valore
bisognava attribuire ai suoi Studi sulle Scritture, che potevano
benissimo sostituire la Bibbia. Bastava riferirsi a questi scritti,
senza troppa preoccupazione di leggere e studiare la Bibbia con la
propria testa, per essere certi di cogliere il significato della
Parola di Dio. Inutile dire che nessun serio studioso delle Scritture
ha dato mai il minimo credito agli Studi di Russell.
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Nel1908, in vista
d'una maggiore efficienza propagandistica, la sede centrale della
setta fu trasferita a Brooklyn, N.Y., dove Russell aveva acquistato
delle proprietà immobiliari. Col passare del tempo queste si sono
accresciute enormemente, e Brooklyn coi suoi immensi complessi rimane
ancora oggi il quartiere generale della società geovista.
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3 - Al pastore e
profeta non mancarono contrarietà e dispiaceri, sia nell'ambito della
società, sia in quello privato e della famiglia.
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Nell'ambito della
setta certe persone preminenti tentarono di afferrare il controllo
degli affari, accusando Russell di disonestà nell'amministrazione. Il
cronista geovista, comunque, c'informa che il piano degli avversari
fallì e Russell rimase capo incontrastato della società fino alla
morte. (p. 63)
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Assai noiosi furono
per il pastore i contrasti nell'ambito privato della famiglia. Nel
1879 Russell aveva sposato Maria Frances Ackley, che divenne sua
valida collaboratrice nel lavoro di propaganda. Ma dopo 17 anni di
matrimonio i rapporti tra i due divennero assai tesi fino a giungere
alla rottura. La causa di separazione fu discussa nel 1906 e dopo due
anni fu emessa la sentenza, che condannava Russell per crudeltà verso
la moglie.
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In effetti il
pastore era divenuto talmente autoritario ed arrogante che alla povera
donna non era permesso di manifestare neppure una propria opinione
senza essere crudelmente rimbeccata. Nel dibattito della causa,
inoltre, vennero fuori sensazionali rivelazioni anche sulla fedeltà
coniugale del pastore.
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4 - I tempi intanto
volgevano alla fine. L'anno 1914 si approssimava. L'attesa era
veramente grande. Scrisse uno di loro: "La fine di settembre 1914 fu
un periodo molto interessante perché alcuni di noi (notate quel alcuni)
pensavano seriamente di andare in cielo la prima settimana di ottobre".
(p. 70) E aggiunge : "Non ci sarebbe stata nessuna sorpresa se, al
batter delle mani di fratel Russell, noi avessimo iniziata l'ascesa al
cielo".
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Naturalmente non ci
fu nulla. Nell'anno 1914 non ci fu il ritorno visibile di Cristo sulla
terra e tanto meno l'esaltazione in cielo di Russell e compagni. La
cristianità non fu distrutta. La Chiesa Cattolica in particolare
proseguì il suo cammino nella storia.
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Molti seguaci di
Russell furono esasperati ed abbandonarono la setta. Se ne andò anche
il pastore morendo due anni dopo come qualsiasi mortale, nel
pomeriggio di martedì 31 ottobre 1916.
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Il secondo
presidente
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1 - Alla morte di
Russell la società geovista aveva appena superata la crisi del mancato
appuntamento di Cristo, ossia della falsa profezia per portavoce di
Geova. Ora ne dovette affrontare altre. Ne ricorderemo solo due.
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La prima va
connessa con la successione alla presidenza. Alcuni tentarono
ambiziosamente di assicurarsi il controllo nell'amministrazione dei
beni. Vi furono momenti di grande tensione. Tra i dissidenti, un certo
Johnson, di origine ebraica, era giunto alla convinzione di essere lui
l'economo della parabola di gesù sul denaro. Ma l'abilità del giudice
Joseph Franklin Rutherford, già legale di Russell, prevalse su ogni
opposizione; egli si assicurò il potere e divenne il nuovo presidente
della setta (p87,90-91).
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Un'altra crisi
veniva dal di fuori. I russellisti avevano preso netta posizione
contro la guerra e facevano opera di disfattismo. Dopo regolare
processo, Rutherford e i suoi più vicini collaboratori furono
riconosciuti colpevoli di spionaggio. Condanna: 20 anni di reclusione.
Era il 21 giugno 1918. Furono comunque messi in libertà nove mesi dopo,
nel clima di distensione seguito alla vittoria degli Alleati (pp.
102-116).
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2 - Superata la
crisi, Rutherford continuò con grande alacrità ed incontrastata
autorità il rilancio della setta. Tenne, comunque, poco conto delle
intuizioni bibliche del suo predecessore. In effetti, non poche
spiegazioni della Bibbia, che Rutherford diede in nome
dell'Onnipotente, differivano sensibilmente da quelle che Russell
aveva dato pure in nome della stessa infallibile Guida divina.
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Ecco alcuni esempi:
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a)
Russell aveva promesso il cielo a tutti i suoi compagni, che formavano
una sola classe. Rutherford, al contrario, lesse nella Bibbia che non
tutti i membri della setta potevano nutrire speranze celesti. La
maggior parte di loro doveva avere solo speranze terrestri. Poteva
aspirare solo ad un paradiso su questa terra. Sarebbero state le altre
pecore, di cui con significato ben diverso parla Gesù (cfr. Giovanni
10, 15). Sarebbe la grande folla, che Giovanni ha visto in cielo, non
sulla terra (cfr. Apocalisse 7, 9-10).
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Rutherford sloggia
abusivamente dal cielo questa immensa moltitudine di martiri e li
costringe a vivere su questa terra. Si tratta d'un deprecabile abuso
della Parola di Dio per giustificare un non meno deprecabile razzismo,
radicalmente opposto agli insegnamenti di Cristo, unico Pastore di un
unico gregge.
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b)
Un'altra sostanziale innovazione fu introdotta dal nuovo presidente
nell'assegnazione delle cariche in seno alla società geovista. Fino
al1938 i responsabili o dirigenti locali venivano eletti
democraticamente dopo una campagna elettorale. Ma questa procedura era
spesso causa di discordie e di fazioni. Per ovviare a tali
inconvenienti (?), Rutherford fece approvare una risoluzione in virtù
della quale tutte le nomine vengono dall'alto. L'organizzazione di
Geova non è in nessun modo democratica (pp. 163-165).
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c)
L'innovazione più clamorosa fatta da Rutherford fu l'aggiornamento
della profezia di Russell. Contrariamente a quanto aveva detto
Russell, il nuovo presidente precisò che nel 1914 Cristo era, sì,
venuto sulla terra, ma in modo invisibile. La sua apparizione visibile
fu annunciata per l'anno 1925: i morti sarebbero isuscitati, la
cristianità distrutta, i membri della setta esaltati in cielo ecc.
Scrisse uno di loro:
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"Si pensava che
allora (nel 1925) gli unti seguaci di Cristo (= i membri privilegiati)
sarebbero andati in cielo e che i fedeli uomini dell'antichità come
Abrahamo, Davide e altri sarebbero stati risuscitati come principi per
assumere il governo sulla terra" (p.144).
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L'anno 1925 venne e
passò. " Per molti fratelli il 1925 fu un anno triste" (p.145). Nuova
crisi, nuovo esodo. Ma l'energico e dispotico presidente salvò il
salvabile, soprattutto incitando gli animi a un autentico odio contro
chiunque gli si fosse opposto.
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d)
Sotto il governo di Rutherford, nel 1931, in un congresso a Columbus,
nell'Ohio, fu deciso che i membri della setta si chiamassero "testimoni
di Geova", applicando erroneamente a se stessi un testo di Isaia (43,
10), che ha ben altro significato. Infatti nel testo citato di Isaia
non è detto che i membri del popolo di Dio debbano chiamarsi "testimoni",
ma che Israele, per le cose meravigliose in esso avvenute, è una
testimonianza che Jahvè è il vero Dio.
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Guerra e dopoguerra
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Alla morte di Rutherford il trapasso dei poteri fu piuttosto tranquillo.
La rigida disciplina instaurata dal secondo presidente impedì che
scoppiassero gravi disordini com'era avvenuto nella prima successione
(p.194). Nathan Knorr, uno dei santi o unti della setta, prese le
redini del comando e il controllo dell'amministrazione. Ricordiamo
alcuni fatti notevoli del suo governo.
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1 - Fin dall'inizio della sua presidenza fratel Knorr, si preoccupò di
preparare capaci attivisti per la diffusione della setta su scala
mondiale. Istituì a tal fine le Scuole di Ministero Teocratico, da cui
si esce diplomati per il lavoro di propaganda (p. 196-197).
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Degno di nota è il
fatto che i tdG negano la necessità d'una preparazione accademica e di
diplomi per diffondere la Parola. Hanno scritto:
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"Né Paolo né Gesù
hanno indicato qualche diploma rilasciato da scuole teologiche. Gesù
divenne qualificato ministro senza frequentare le formali scuole dei
suoi giorni".
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A loro avviso, solo
i falsi ministri della cristianità frequentano scuole teologiche ed
esibiscono diplomi. Come si vede, ciò che negli altri è degno di
biasimo, nei tdG è motivo di vanto. Due pesi e due misure,
ipocritamente!
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2 - Nathan Knorr si
è reso benemerito verso la società geovista soprattutto per aver
curato la versione - la loro versione - della Bibbia in lingue moderne.
Ha dato lo strano titolo di Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre
Scritture. Opera di traduttori anonimi, tale Bibbia è un'infedele
versione del sacro testo sia ebraico che greco. Vi sono stati
introdotti numerosi falsi. E' solo uno strumento di propaganda nelle
mani dei tdG per diffondere i loro grossolani errori.
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La Bibbia diffusa
dai tdG differisce sostanzialmente dalla vera Bibbia. Non bisogna
credere quando essi affermano il contrario. Non dicono la verità. Lo
abbiamo dimostrato con numerosi esempi nel N.11 di questa Collana.
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3 - Seguendo la tattica dei suoi predecessori, Nathan Knorr non ha
omesso di martellare in modo ossessivo l'idea d'una prossima fine del
presente sistema malvagio di cose. Nel 1956 fece pubblicare un nuovo
libro che ha per titolo Vita eterna nella libertà dei figli di Dio. A
pagina 29 la grande svolta dell'umanità era predetta per l'ottobre
1975; questo fatidico anno avrebbe dovuto segnare la fine del 6°
giorno di 1000 anni dall'esistenza dell'uomo e l'inizio del 7° giorno,
cioè l'inizio della nuova umanità dopo la distruzione di tutti i
malvagi, ossia dei non appartenenti alla setta.
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4 - Ma la fine non venne e fratel Nathan Knorr morì senza vedere
avverata la sua profezia. Anche lui, mortale come qualsiasi altro uomo,
mancò alla vita la sera del giugno 1977, dopo molti mesi di malattia,
ed ha già subìto il giudizio di Dio (cfr. Ebrei 9 , 27).
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La notizia della
morte del terzo presidente fu data in Italia dopo quattro mesi,
nell'ottobre del 1977, col seguente comunicato:
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Ci rallegriamo
ancora di più perché viviamo nel giorno in cui coloro che hanno la
speranza celeste, terminando il loro corso terreno, sono "mutati in un
momento, in un batter d'occhio", e sono destati incorruttibili. (1Cor.
15 , 51-52).
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Sono parole queste piene di ambiguità, che rivelano uno sfruttamento
settario della Scrittura, sempre a danno degli ignoranti. Mirano solo
a confermare il mito della superiorità assoluta della classe degli
unti o santi, soprattutto dei membri del Corpo Direttivo nei confronti
delle altre pecore, anzi di tutta l'umanità.
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Per la verità, in 1
corinzi 15, 51-52 san Paolo parla della sorte di coloro che saranno
ancora in vita quando i morti risorgeranno incorruttibili, cioè della
sorte dei vivi al momento della risurrezione universale. Anche i vivi
- dice l'Apostolo - saranno trasformati.
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Nathan Knorr è
morto prima che venisse la risurrezione dei morti. Il suo corpo si è
trasformato in ceneri dimenticate da tutti in terra d'America.
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Frederick Franz
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Ad occupare il
posto lasciato vuoto da fratel Knorr fu chiamato Frederick Franz, un
veterano della setta che il 2 Settembre 1986 avrà compiuto 93 anni, se
è ancora in vita.
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1 - Il presidente
attuale segue le orme dei suoi predecessori soprattutto per quanto
riguarda la disciplina ferrea della setta, un'intensa propaganda su
scala mondiale mediante riviste, libri, predicazione a domicilio,
convegni, ecc. e il martellamento ossessivo degli stessi errori. Tra
questi predomina l'annuncio funereo d'una catastrofe imminente (Armaghedòn)
del presente sistema malvagio. Vi sarà poi la instaurazione del Regno
di Geova, ossia del loro regno, dopo la distruzione del regno di
satana, cioè di tutti coloro -individui e istituzioni- che non
vogliono sottomettersi al comando dispotico del Corpo direttivo di
Brooklyn, N.Y.
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2 - A servizio
della propaganda geovista è sempre presente una volgare e diabolica
campagna denigratoria contro la Chiesa Cattolica, travisando fatti e
dottrine, e sfruttando qualche caso isolato di comportamento poco
edificante.
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Così, per esempio,
La Torre di Guardia fa sapere a quanti bevono supinamente alla sua
sorgente che la Chiesa Cattolica tollera l'aborto. La stessa
autorevole rivista fa sua l'opinione di chi sostiene che divorzio,
omosessualità e la cosiddetta nuova moralità contraria alla
tradizionale posizione cristiana trovano spesso la connivenza di
elementi ecclesiastici. La verità, come tutti sanno, è precisamente il
contrario: la Chiesa Cattolica condanna l'aborto e si batte
tenacemente per la vita; non permette il divorzio come fanno i tdG, e
difende la tradizionale posizione cristiana contro ogni errata
innovazione in campo di moralità.
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3 - Sul tema
specifico delle profezie circa la fine, l'amministrazione geovista
capitanata da Frederick Franz batte sempre lo stesso chiodo: sì, la
fine è prossima, vicina: "In che tempo ci troviamo, dunque, dal punto
di vista di Dio? Nel tempo della fine del mondo". Il tempo è ora
vicino, in cui il Re Gesù Cristo, distruggerà l'attuale sistema di
cose.
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Grazie alla stessa
agenzia di Geova - il Corpo Direttivo di Brooklyn, N.Y. - noi possiamo
sapere non solo quando, ma anche come avverrà la fine, ossia che cosa
è e che cosa non è Armaghedon.
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"E' chiaro che
Armaghedon è la guerra di Dio (Geova è un Dio guerriero). Sì, per mano
delle forze esecutive di Dio (=Geova) scorrerà molto sangue. I 69
milioni di vittime delle due guerre mondiali non sembreranno nulla in
confronto a coloro che verranno uccisi nella divina guerra di
Armaghedon (…). Le forze esecutive di Dio (=Geova) colpiranno senza
badare a età o sesso, poiché Dio (=Geova) avrà detto loro di non avere
pietà. Geova farà questo perché è un Dio d'amore.
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Tuttavia Armaghedon
può essere un motivo di sperare (…). La battaglia di Armaghedon
eliminerà completamente dalla terra tutta la malvagità (…). I tdG
desiderano aiutare le persone ad essere tra i sopravvissuti, anziché
tra le vittime di Armaghedon. Così esortano tutti a seguire il
consiglio di Gioele 2,31: "CHIUNQUE INVOCHERA' IL NOME DI GEOVA SARA'
SALVATO".
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In parole più chiare, i malvagi sono solo e sempre quelli che non
appartengono e non vogliono appartenere alla setta geovista. Periranno
a milioni, a centinaia di milioni per volere di Geova! I giusti sono
solo e sempre quelli che riconoscono Geova come Dio e seguono
ciecamente i comandi del Corpo Direttivo. Per entrare in paradiso,
bisogna avere la tessera geovista !
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4 - Una delle volontà di Geova fatta conoscere ai suoi testimoni
mediante l'agenzia di Brooklyn N.Y., riguarda il finanziamento della
setta. Come? Onorando " a tutti i costi fin d'ora Geova con le nostre
cose di valore ". Ecco alcuni modi in cui viene onorato Geova:
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Doni:
si possono inviare offerte in denaro. Si possono donare anche
proprietà, oppure titoli, obbligazioni, ecc...
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Assicurazioni:
la società può essere designata quale beneficiaria di una polizza
d'assicurazione….
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Testamenti:
beni e denaro possono essere lasciati alla società mediante un
testamento legalmente valido….
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Degno di nota è il
fatto che nello stesso numero de La Torre di guardia (1-12-1985, p.12)
è detto che il tempo in cui il Re Gesù Cristo distruggerà l'attuale
sistema di cose malvagio è ora vicino. E a pagina 20 si legge: "Le
persone sincere devono sapere che presto Geova entrerà in azione".
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E allora perché
tanta ansia di avere le vostre cose di valore: denaro, proprietà,
titoli, obbligazioni, polizze, testamenti legalmente validi???
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5 - Al presidente
Frederick Franz, come ai suoi predecessori, non sono mancati gravi
dispiaceri. Proprio agli inizi del suo governo, verso la fine degli
anni settanta, ha dovuto affrontare una grave crisi di contestazioni e
di defezioni proprio nel quartier generale di Brooklyn N.Y. Un numero
consistente di persone, che da anni lavoravano per la setta proprio
negli stessi uffici del Corpo Direttivo, cominciarono ad aprire gli
occhi sulle numerose infedeltà bibliche del credo geovista. Studiando
la Bibbia con la libertà e l'amore dei figli di Dio hanno scoperto che
le Sacre Scritture non insegnano tante cose insegnate dalla società
geovista. Tra i punti maggiormente contestati sono emerse la falsità
delle ripetute profezie sulla fine del presente sistema di cose,
l'arbitraria distinzione tra classe di privilegiati (unti, santi), e
quella meno fortunata delle altre pecore, la infondatezza dei dati
cronologici (607 a.C.; 1874; 1914; ecc.), su cui la società costruisce
la sua persistenza menzognera propaganda, ecc.
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Tra questi
contestatori, animati da vero spirito cristiano, emerge il nome e la
personalità di Raymond Franz, nipote del presidente. Dopo quarant'anni
di servizio, mentre occupava una delle più alte cariche come membro
del Corpo Direttivo, capì che la strada fino allora seguita, in
perfetta buona fede, era sbagliata perché non conforme agli
insegnamenti della Bibbia. Come spiega lui stesso in un libro
meraviglioso, appena scoperto l'inganno, ebbe il coraggio di voler
essere leale a Dio e non al credo d'una falsa religione. Lui e tanti
altri, hanno lasciato la setta.
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Limitato successo
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Da quanto detto
finora è facile giudicare quale sia il livello morale dei dirigenti
della società geovista, che ricorrono a ogni espediente - travisamento
della Parola di Dio, calunnie contro la Chiesa Cattolica,
strumentalizzazione di fatti di cronaca, lavaggio di cervello, ecc. -
nel loro fanatico sforzo di far seguaci. Il numero è denaro.
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Certo, in questo
secondo travagliato dopoguerra, i tdG hanno avuto qualche successo. A
sentire il presidente Franz, nel 1985 il numero degli aderenti alla
setta avrebbe raggiunto i due milioni e 800 mila nelle varie parti del
mondo. Difficile dire se queste cifre corrispondono a verità. Chi
conosce i metodi propagandistici dei tdG, sa benissimo che spesso e
volentieri nascondono la verità, gonfiano le cifre, presentano in tono
trionfalistico le loro cose per dare della setta l'immagine di
un'inesistente grandeur.
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Comunque in
confronto dei quattro miliardi e 842 milioni della popolazione globale
del nostro pianeta nello stesso anno 1985, il numero dei geovisti è
come una goccia nell'oceano. Malgrado gli erculei sforzi degli
attivisti della setta e la loro subdola propaganda, che spesso diventa
invadenza e prepotenza, il successo geovista deve dirsi piuttosto
limitato.
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In ogni modo, i
creduli seguaci di Frederick Franz esultano di gioia al pensiero che
tra breve tempo Geova metterà ogni cosa a posto, facendo finire in
un'immane carneficina quattro miliardi e 840 milioni di creature umane
per dare a 2 milioni e 800 mila membri della setta questa terra pulita
da ogni malvagità.
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In Italia
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La vittoria delle
armi americane nel secondo conflitto mondiale e il clima di
libertinaggio e di disagio di questo dopoguerra hanno dato ai tdG
l'opportunità d'invadere l'intera penisola. Un vero assalto alla
baionetta, che in molti casi diventa violazione di domicilio,
coercizione morale, psicologica, sociale, plagio, atteggiamenti
mafiosi.
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La loro tattica,
che non ha proprio nulla di un'autentica missione evangelica, ma di
commercialismo e di affarismo, è riuscita finora ad attrarre nella
rete geovista poco più di 125.000 italiani.
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Due cose
caratterizzano il loro assalto:
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1 - In un primo
tempo si sforzano di creare dubbi, di mettere in crisi i deboli nella
fede e gli ignoranti. Con discorsi assurdi, ma convincenti per chi non
è addentro nella religione cattolica, cercano di far credere che nella
Chiesa Cattolica sarebbe adorato " il dio di questo sistema di cose"
(2 Corinzi 4, 4), cioè satana.
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Nello sforzo di
mettervi in crisi vi diranno che ai cristiani e ai loro preti in modo
particolare si applicano le parole di Gesù "Questo popolo mi onora con
le labbra, ma il loro cuore è lontano da me" (Matteo 15, 8). E così "
come un albero marcio, la cristianità è condannata ad essere fra breve
tagliata e distrutta come se fosse consumata dal fuoco".
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Inutile che voi
dimostriate - Bibbia alla mano - che la dottrina della Chiesa
Cattolica è pienamente conforme alla Sacra Scrittura e che tanti
cattolici - sono milioni - si sforzano di vivere secondo il Vangelo,
facendo sempre del bene e sacrificando anche la loro vita per i loro
fratelli! Non vi stanno a sentire, ma ripetono meccanicamente quanto è
stato loro martellato nel cervello dai loro maestri comandati nelle
sale del regno.
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2 - Se riescono a
mettervi in crisi, facendo uso falso della Bibbia e con la
denigrazione, la menzogna, la calunnia - spesso anche con prospettive
di miglioramento economico - passano al secondo tempo. Vi diranno che
l'unico scampo all'imminente grandiosa esecuzione del giudizio di
Geova contro i malvagi (= i non-geovisti) è di lasciare subito la
vostra Chiesa ed accodarvi a loro: troverete la verità, pa pace, la
sicurezza, la serenità… perché finora, a loro avviso, diete stati
nell'errore e senza pace. Alcune volte, secondo le circostanze, vi
assicurano che chi segue Geova non morirà mai!!!
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Perché questa "Piccola
Collana" ?
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I tdG non sono un
pericolo per la cristianità e tanto meno per la Chiesa Cattolica. Gli
errori che essi divulgano sono una ripetizione di vecchie eresie
dimostrate contrarie alla Bibbia, passate in oblìo, e da loro
rispolverate settariamente per creare confusione e ingannare la gente.
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Possono comunque essere un disturbo per alcuni cristiani
meno preparati. E' stato giustamente osservato da persone savie
ritornate felici alla Chiesa Cattolica dopo l'amara esperienza
geovista, che "la grande forza dei tdG è l'ignoranza dei cristiani".
Su questa puntano maggiormente e disonestamente i geovisti. Quando
invece trovano persone religiosamente istruite che sanno sventare i
loro cavilli, ammutoliscono e si dileguano per sempre. Non li
rivedrete mai più.
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Scopo perciò dei
nostri opuscoli è soprattutto quello di dare ai cattolici e a tutti i
veri cristiani e anche agli uomini di buona volontà un'esatta
conoscenza della Bibbia, avendo di mira i grossolani errori dei tdG.
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L'eresia è uno
stimolo, notava san Paolo (cfr, 1 corinzi 11, 19; 2 Timoteo 3, 19).
Dio permette il fenomeno "testimoni di Geova" perché i cattolici
conoscano meglio la Parola di Dio. E la Chiesa da parte sua esorta
continuamente a una più ricca e approfondita conoscenza della
Scrittura. A tutti è facile procurarsi una Bibbia, leggera, studiarla,
meditarla per essere "pronti a rispondere a chiunque domandi ragione
della speranza che è in noi" (1 Pietro 3, 15)
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Se in altri tempi
la Chiesa è stata piuttosto cauta circa l'uso indiscriminato della
Bibbia, l'ha fatto unicamente per amore della Parola di Dio, per
impedire cioè che gente presuntuosa e fanatica adulterasse il
messaggio divino, sostituendovi le proprie idee e le proprie fantasie.
E' stato ed è lungi dalla mente della Chiesa proibire la Bibbia per
paura che le sue dottrine potessero essere provate false. Questa è una
calunnia dei tdG e di altri eretici. La Chiesa Cattolica prova la sua
dottrina sempre su base biblica.
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Avendo dunque
presenti le gravissime distorsioni della Bibbia operate dai tdG, in
ciascuno dei nostri opuscoli prenderemo in esame - uno alla volta - i
principali errori della setta, alla luce d'una esegesi biblica
oggettiva e aggiornata.
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A due cose
soprattutto saremo fedeli :
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1 - Esporremo
l'errore citando sempre le fonti geoviste possibilmente con le loro
stesse parole. Questo perché una ormai lunga esperienza ci ha fatto
constatare che i tdG spesso e volentieri negano - secondo le
circostanze - ciò che essi stessi hanno detto o scritto. Questo
significa opportunismo, che equivale a mancanza di principi morali. La
menzogna e l'inganno sono le armi preferite.
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2 - Faremo largo
uso della Scrittura. I tdG dicono di non sentire altra voce se non
quella della Bibbia. In realtà, quando loro conviene, ricorrono a
vecchie enciclopedie, giornali e riviste irreperibili, libri
palesemente contrari alla Chiesa, anzi alla religione, testimonianza
di atei e di velenosi anticlericali. Vanno poi dicendo calunniosamente
che i nostri opuscoli sono scritti da uomini! E i loro libri da chi
sono scritti ????
-
La Bibbia che noi
citeremo, è quella fedele al testo critico, ossia al testo originale
ricuperato fino alla perfezione da biblisti valenti e coscienziosi, e
che riproduce quello uscito dalla penna degli scrittori sacri.
-
E' noto che i tdG,
anche se a parole dicono di seguire il testo critico originale, di
fatto usano una versione infedele della Bibbia. La loro Bibbia è una
falsa Bibbia
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PARTE SECONDA
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L'ERRORE
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L'errore dei tdG che prenderemo in esame in questo primo
opuscolo riguarda la Chiesa, ossia la comunità dei veri cristiani. I
geovisti preferiscono chiamarla "congregazione di Geova" oppure "congregazione
cristiana". Esporremo prima l'errore: Com'è strutturata la "congregazione
di Geova?"
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La classe dei
privilegiati
-
1 - I tdG insegnano
che non tutti i credenti in Cristo o piuttosto in Geova sono membri
della vera congregazione cristiana, non tutti cioè sono uguali davanti
a Geova, non tutti sono figli di Dio, non tutti hanno lo "spirito
santo", non tutti nutrono la stessa speranza, non tutti godono gli
stessi diritti.
-
La vera
congregazione di Geova è costituita da un numero abbastanza limitato
di creature umane: appena 144.000 in tutto il genere umano!!! Solo
questi sono i membri della congregazione di Geova a tutti gli effetti
nel secolo presente e nel mondo che verrà. Di essi la maggior parte
sono morti, sarebbero cioè trasferiti in cielo anche se le loro ossa
si trovano ancora nei cimiteri qui sulla terra. Un rimanente di poche
migliaia respira ancora l'aria di questo mondo.
-
-
2 - Come si fa a
sapere che qualcuno è del numero dei 144mila? Rispondono i geovisti:
-
"Dopo il battesimo in acqua, un tale cristiano (…) avrebbe
dentro di sé l'infallibile evidenza di essere stato chiamato al regno
celeste".
-
In effetti, questi
privilegiati sarebbero anche dei predestinati, scelti cioè
arbitrariamente da Geova, senza alcun loro merito. Scrivono i tdG:
-
"Dio (cioè Geova) è colui che sceglie. Egli pone nella
congregazione come gli piace. E Gesù rivelò che, lungi dall'includere
quelli che professano di essere cristiani, sono limitati per numero a
144.000".
-
Purtroppo Geova non
ha previsto che, malgrado l'infallibile evidenza e la sua scelta
personale, molti di questi predestinati avrebbero dimostrato coi fatti
di non avere avuto nessuna infallibile evidenza e nessuna scelta
preferenziale da parte di Geova. Appena scoperto l'inganno, sono
ritornati a credere nel vero Dio della Bibbia e a servirlo ed amarlo
fuori della setta geovista. A giudizio dei tdG, sarebbero dei "giuda",
destinati alla perdizione.
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3 - Quali i compiti
dei 144.000 ?
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a) - Prima di tutto su questa terra. Per volontà di Geova
essi e solo essi hanno diritto al comando. In teoria tutti, in pratica
solo alcuni, quelli del Corpo Direttivo (una quindicina), che su
questa terra fanno le veci e la voce dell'Onnipotente.
-
Al Corpo Direttivo
è riservato il diritto di assegnare i posti di responsabilità in seno
all'organizzazione, di eleggere gli ispettori nelle singole nazioni e
regioni, e gli anziani nelle comunità locali. E naturalmente di
controllarli. Ma è sempre Geova che elegge e controlla. Ragion per cui
"l'organizzazione di Geova non è in nessun modo democratica. Geova è
il supremo, e il suo governo è strettamente teocratico".
-
Soprattutto al
Corpo Direttivo spetta l'amministrazione di tutti i beni della società
geovista, non quelli invisibili nei cieli, ma quelli visibili qui
sulla terra. In altre parole, il Corpo Direttivo, quale schiavo fedele
e discreto dell'invisibile Geova, è il padrone legale dei beni terreni
(e non sono pochi) del Signore celeste.
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b) - Poi in cielo.
In effetti, secondo gli insegnamenti geovisti, quei del numero dei 144
mila non muoiono come gli altri figli di Adamo. Anche se di fatto la
loro fine terrena è in tutto simile a quella dei comuni mortali,
bisogna credere per fede che essi sono destati incorruttibili,
cambiati cioè in esseri celesti, e chiamati a maggiori privilegi di
servizio nei cieli.
-
Dalla dimora
celeste, tra pochissimo tempo, in qualità di giudici e di sacerdoti,
assieme alle poche migliaia di privilegiati come loro ancora viventi
sulla terra, saranno con Cristo i governanti benevoli della nuova
umanità.
-
Nel gergo geovista
quei del numero dei 144 mila sono chiamati santi, unti, cittadini
celesti, schiavo fedele e discreto, caste vergini, ecc.
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Le altre pecore
-
Ai rimanenti figli
di Eva la intellighenzia della società geovista concede una sorte ben
diversa. Descriviamola a brevi tratti:
-
-
1 - Russell e
compagni si erano appena accorti che vi fossero sulla terra altri
esseri umani, oltre al loro minuscolo gruppo di candidati al cielo. La
sorte o destino di miliardi di uomini e donne non creava per essi un
grosso problema.
-
Fu il secondo
presidente Rutherford a capire che 144.000 o piuttosto quelli che
ancora rimanevano sulla terra, dovevano apparire abbastanza pochini
per giustificare la presenza e le pretese della società geovista in un
mondo divenuto numericamente assai grande. Inoltre c'era bisogno di
ausiliari per la propaganda, che ubbidissero ciecamente al Corpo
Direttivo. C'era bisogno di operai nelle tipografie della setta, di
gente che distribuisse in tutto il mondo libri e riviste, raccogliesse
fondi, dirigesse le congregazioni locali, facesse rapporti
sull'andamento, la disciplina, la sottomissione o meno dei membri
della setta nelle varie nazioni.
-
-
2 - Il secondo
presidente trovò la soluzione di tutti questi problemi. Gli fu
rivelato da Geova che le altre pecore, di cui parla Gesù nel vangelo
di Giovanni (10, 16), altri non sono che membri di seconda categoria
al servizio della classe dei privilegiati. In modo molto appropriato
li chiamò "le altre pecore", appunto uomini e donne di serie B. Era il
31 maggio 1935.
-
Il numero delle
"altre pecore" non ha limite. Negli insegnamenti di Rutherford e dei
suoi successori le "altre pecore" sarebbero la grande folla vista e
descritta da Giovanni nell'Apocalisse "davanti al trono a davanti
all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani"
(Apocalisse 7, 9).
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-
3 - Le altre pecore
non sono membri della vera congregazione cristiana. Benché credenti in
Cristo, non sono generati da Dio (cfr. 1 Giovanni 5, 1). Cristo non
sarebbe per loro il Redentore e il Mediatore, ma un semplice
soccorritore. In essi lo spirito Santo non rende testimonianza che
siano figli di Dio (cfr. Romani 8, 15-16).
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Non hanno perciò -
quelli di Serie B - diritto alla eredità assieme a Cristo (cfr. Romani
8, 17; Efesini 4, 4) né sacerdozio, né regno celeste (cfr. 2 Timoteo
2, 12; Ebrei 11, 16). Non saranno commensali al banchetto del Re
celeste (cfr. Luca 22, 30). Non possono partecipare alla Cena del
Signore ricevendo il pane e il vino (gli emblemi, dicono i tdG). Alle
altre pecore è promesso solo un'avvenire su questa terra.
-
-
4 - Ecco come si
svolgeranno le cose. Nel prossimo futuro, tra brevissimo tempo, entro
questa generazione, la battaglia di Armaghedon porrà fine all'attuale
sistema di cose malvagio. Saranno distrutti in un bagno di sangue
tutti i non-appartenenti alla setta geovista. I tdG assisteranno in
tripudio all'immane carneficina.
-
Compiuta la strage
per opera di Cristo e dei suoi agenti celesti e terrestri, vi sarà la
nuova umanità, dove finalmente si potrà beneficiare di un governo
giusto, benevolo, provvido verso i suoi sudditi: è il regno millenario
di Cristo.
-
-
5 - Diamo uno
sguardo a questa nuova umanità:
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-
a) - I superstiti
terrestri saranno solo le altre pecore, perché i fortunati rimanenti
dei 144.000 verranno trasferiti in cielo per regnare con Cristo.
-
Ai superstiti
terrestri si aggiungeranno i morti risuscitati: i cimiteri si
svuoteranno, le tombe daranno i loro morti. Nel 1975 il Corpo
direttivo assicurava che "miliardi ora morti presto torneranno in
vita". Non tutti però in una sola volta, bensì a scaglioni, a misura
che saranno pronti i servizi logistici, perché l'uomo vive anche di
pane!
-
Tuttavia il Corpo
direttivo, ossia il canale infallibile della mente di Geova, è del
parere che non tutti i morti risorgeranno, ma solo quelli di cui Dio
si ricorda. Di alcuni, infatti, Dio, cioè Geova, non può ricordarsi
perché sulla loro tomba non vi è nessun segno che aiuti la memoria di
Geova.
-
Non sembra,
comunque, che Gesù cristo la pensasse allo stesso modo (cfr. Giovanni
5, 28-29); Matteo 25, 32), e anche san Paolo era di parere diverso
(cfr. Atti 24, 25), e come lui la pensava anche san Giovanni (cfr.
Apocalisse 20, 12-13).
-
-
b) - Superstiti
terrestri e morti risuscitati devono ancora raggiungere il traguardo
finale: il "regno millenario" sarà ancora un tempo di prova e di
giudizio. Sotto la guida di capi qualificati, legittimi rappresentanti
sulla terra dei signori del cielo (= Serie A), la nuova umanità sarà
sanata spiritualmente, mentalmente e fisicamente. In parole più
chiare, tutti dovranno accettare ciò che impongono i capi, e regolare
tutta la loro vita spirituale, mentale e fisica in conformità delle
loro ingiunzioni. E se qualcuno volesse seguire il suo libero
arbitrio, sarà giustiziato senza misericordia, cioè stroncato nel
nulla eterno!
-
-
c) - sarà permesso
il matrimonio durante i mille anni? Sì e no:
-
Sì, perché "dopo
Armaghedon con le altre pecore si potrà cominciare a riempire la terra
d'una progenie giusta. I superstiti si dovranno riprodurre e divenire
milioni in non molto tempo. I disubbidienti morranno".
-
No, perché a suo
tempo, quando il pianeta terra avrà raggiunto la sua convenevole
densità, il glorificato Figlio dell'uomo farà cessare la procreazione
rendendo sterili gli abitanti del nostro pianeta.
-
E' chiaro che in
nessuna parte della Bibbia sono dette tali e tante idiozie.
-
-
6 - Alla fine dei
"Mille anni" una terribile prova attende la nuova umanità. Vi sarà una
lotto corpo a corpo col dragone, il diavolo. L'esito sarà poco
dignitoso per le "altre pecore" educate alla scuola teocratica.
Infatti, il numero di quelli che si lasceranno egoisticamente sviare
dal maligno sarà infinito come i granelli di sabbia che sono sulla
spiaggia del mare. Tutti questi saranno distrutti totalmente che sarà
come se fossero gettati in un lago di fuoco e di zolfo.
-
Finalmente per i
vittoriosi terrestri vi saranno tempi tranquilli. Geova darà loro la
"vita eterna". Non la felicità del cielo riservata a quelli di "Serie
A", ma una felicità terrena, perché i giusti erediteranno la terra
(cfr: Matteo 5, 5; Salmo 37, 22; Ebrei 11, 16). Vi sarà l'adempimento
delle parole di Isaia 25, 6:
-
"E Geova degli
eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un
banchetto di piatti ben oleati"
-
Le "altre pecore"
passeranno il loro tempo - l'eternità - mangiando, bevendo, danzando e
forse anche andando a caccia! (cfr. Romani 14, 17).
-
-
7 - Un'ultima
curiosità: quanti saranno i superstiti vittoriosi nel paradiso
terrestre geovista?
-
Non possiamo
saperlo con esattezza matematica, come ci è dato sapere il numero
preciso dei privilegiati signori del cielo. Possiamo, comunque, fare
un calcolo approssimativo.
-
Dell'intero genere
umano ora vivente la massima parte sarà distrutta nell'imminente
battaglia di Armaghedon. Saranno risparmiati meno di tre milioni di
una massa umana di cinque miliardi.
-
Dei superstiti
terrestri, dei risuscitati e della loro copiosa prole, una parte
numerosa come i granelli di sabbia che sono sulla spiaggia del mare
subirà lo stritolamento o annientamento eterno durante o alla fine dei
"Mille anni":
-
I rimanenti, a cui
Geova darà la vita eterna su questa terra, saranno certamente una
sparuta minoranza. La stragrande maggioranza delle creature umane che
furono, sono e saranno, finirà annientata, nel nulla eterno!
-
-
PARTE TERZA
-
-
LA VERITA'
-
Vera nozione della
comunità cristiana
-
La nozione della
vera Chiesa di Cristo che ci dà la Bibbia non è certamente quella
inventata dalla orgogliosa fantasia di Rutherford e pubblicizzata
dalla propaganda geovista. Alla luce della Sacra Scrittura noi
possiamo facilmente cogliere i seguenti tratti caratterizzanti la vera
Chiesa di Cristo.
-
-
a) Sostanziale
uguaglianza
-
Vista nella sua
intima natura la comunità dei credenti in Cristo gode di una
sostanziale uguaglianza. Mediante la fede e il battesimo tutti i
credenti in Cristo sono insigniti della stessa dignità di figli di Dio
(cfr. Giovanni 1, 12-13; 1 Giovanni 5, 1). Tutti sono fatti partecipi
della natura divina (cfr. 2 Pietro 1, 4).
-
Di tutti i suoi
discepoli, provenienti da ogni tribù e lingua, popolo e nazione,
Cristo, immolandosi sulla croce, ha fatto un regno di sacerdoti, " e
regneranno sopra la terra " (Apocalisse 5, 10). E già prima san Pietro
aveva detto di tutti i battezzati:
-
"Voi siete la
stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che
Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose…" (1
Pietro 2, 9).
-
In nessuna parte
della Bibbia è detto che sia Giovanni nell'Apocalisse, sia Pietro
nella sua Prima Lettera avessero in mente i cristiani del loro tempo,
che sarebbero tutti del numero 144.000. No, Giovanni e Pietro si
riferiscono a tutti i redenti dal sangue di Cristo di ogni tempo.
-
- Dio ha voluto che la sua Chiesa o comunità di credenti in
Cristo godesse d'una perfetta unità. Consapevole di questa verità san
Paolo poteva dire ai cristiani della Galazia:
-
"Tutti voi infatti
siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete
stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (…). Tutti
voi siete uno in Cristo Gesù" (Galati 3, 26-28).
-
-
- Perciò la vera Chiesa di Cristo è paragonata a un ovile
(cfr. Giovanni 10, 1-16). Nell'ovile la sola differenza sostanziale è
tra pastore e gregge; ma i componenti del gregge sono uguali per
natura, siano essi pecore, capri o agnelli.
-
Altra immagine
della vera Chiesa di Cristo è quella della casa (cfr. 1 Timoteo 3,
15), nella quale abita la famiglia di Dio (cfr. Efesini 2, 19-22). Ora
i membri o componenti della casa o famiglia sono per natura tutti
uguali, anche se diversi per età e per funzioni: tutti hanno la
dignità di creature umane, sia i genitori che i figli. La differenza
esiste solo tra i componenti della famiglia e il cagnolino,
l'uccellino, il cavallo.
-
-
- Identico è pure il nutrimento per tutti i membri della
famiglia di Dio. "Noi, pur es
-
sendo molti, siamo
un solo corpo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane" (1 Corinzi
10, 17 greco). Tutti i discepoli di Cristo hanno diritto di
partecipare alla Cena del Signore e nutrirsi del suo Corpo e del suo
Sangue. E' chiaro che san Paolo ha in mente qui tutti i discepoli di
Cristo, non già un numero ristretto di privilegiati.
-
-
- In effetti, l'altra immagine pure paolina della Chiesa è
quella del corpo (umano). "Noi tutti fummo battezzati in un solo
Spirito, per costituire un solo corpo" (1 Corinzi 12, 13). Ora come
tutte le membra del corpo umano, anzi tutte le cellule, formano un
solo organismo, sostanzialmente uno, così i fedeli in Cristo (cfr. 1
Corinzi 12, 12). Non vi è differenza sostanziale tra le varie parti
del corpo umano, tra le centinaia di lilioni di cellule che lo
costituiscono: tutte hanno la stessa natura, anche se funzioni
diverse.
-
Come dunque unica è l'origine della vera Chiesa di Cristo,
ossia la fede e il battesimo, così pure unica è la dignità e la natura
di tutti i suoi membri.
-
-
- Infatti, a tutti i credenti in Cristo è stato dato lo
Spirito (cfr. Giovanni 7, 39); tutti sono guidati dallo Spirito (cfr.
Romani 8, 14); per tutti lo Spirito è caparra della futura eredità
(cfr. Efesini 1, 13-14).
-
-
b) Identica eredità
-
- In realtà, tutti i membri della vera Chiesa di Cristo,
dell'unico Popolo di Dio, del corpo di Cristo sono avviati verso
un'unica terra promessa.
-
Nel battesimo, che unisce a Cristo tutti i battezzati, san
Paolo vede già avverata questa futura glorificazione:
-
" Ma Dio, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto
rivivere in Cristo. Con Lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatto
sedere nei cieli (Efesini 2, 4-6).
-
L'Apostolo si riferisce qui a tutti i battezzati, a tutti i
credenti in Cristo.
-
Altrove san paolo è ancora più esplicito:
-
"Se siamo figli, siamo anche eredi. Eredi di Dio, coeredi
di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per
partecipare anche alla sua gloria" (Romani 8, 17).
-
-
- Partecipare alla gloria di Cristo vuol dire essere rinati
" a una eredità incorruttibile (…) riservata nei cieli per voi, che
per la forza di Dio siete custoditi, mediante la fede, in vista della
salvezza pronta ormai per essere rivelata nell'ultimo tempo " (1
Pietro 1, 4-5).
-
La condizione che sia san Paolo che san Pietro mettono per
conseguire l'eredità nei cieli, non è l'appartenenza al numero dei
144.000, ma essere figli di Dio e conservare la fede in Cristo. Ora
sono figli di Dio tutti quelli che accolgono la Parola di Dio (cfr.
Giovanni 1, 12-13; 1 Giovanni 5, 1), ossia che aderiscono a Cristo
mediante la fede.
-
Perciò ancora san Paolo poteva scrivere ai cristiani di
Efeso: "Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza a
cui siete stati chiamati per la vostra vocazione" (Efesini 4, 4).
-
E ancora: "Se con Lui perseveriamo, con Lui anche
regneremo" (2 Timoteo 2, 12).
-
-
c) Diversità di funzioni
-
La fondamentale e sostanziale uguaglianza in dignità e
natura, e la comune eredità di gloria con Cristo nei cieli non
contrastano col fatto che nella vera Chiesa di Cristo vi siano
funzioni o servizi diversi. Già l'immagine di organismo o corpo umano
applicata da san paolo alla Chiesa comporta questa diversità di
funzioni senza vanificare l'uguaglianza di natura. Non vi è differenza
di natura tra le varie parti dello stesso organismo, benché abbiano
funzioni diverse per il bene comune.
-
- Alla sua vera Chiesa Cristo….
-
"ha donato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri
come evangelisti, altri come pastori e dottori, per preparare i santi,
(ossia i credenti al ministero), per la costruzione del corpo di
Cristo" (Efesini 4, 11-12; cfr. 1 Corinzi 12, 28-30).
-
In nessuna parte della Bibbia è detto che l'assegnazione di
queste funzioni è stata data da Cristo solo a una categoria di
privilegiati. I criteri sono chiaramente indicati nella Bibbia.
-
Nella scelta dei Dodici Apostoli prima (cfr. Marco 3,
13-19; Luca 6, 12-16) e dei settantadue discepoli dopo (cfr. Luca 10,
1-16) non si ha nessun cenno a una loro appartenenza al numero dei
144.000. La Bibbia dice solo che essi erano dei “piccoli” (Luca 10,
21), ossia i più umili socialmente, ma grandi nella fede e nella
disponibilità per l’opera della salvezza iniziata da Cristo (cfr. 1
Corinzi 1, 26-30):
-
-
- Dopo l’Ascensione del Signore la distribuzione degli
uffici o servizi o ministeri ha come fonte lo Spirito Santo, che li
distribuisce a ciascuno come vuole (cf. 1 Corinzi 12, 11; Atti 20,
28); ma lo Spirito si serve di persone concrete e visibili per questa
scelta. I criteri seguiti da queste persone ignorano completamente
un’immaginaria appartenenza al numero dei 144.000.
-
Così, per esempio, nella scelta di Mattia, che prendesse il
posto del ministero del traditore, il gruppo degli elettori non esige
che il candidato sia del numero dei 144.000, ma solo che sia stato
alla sequela di Gesù “per tutto il tempo in cui dimorò tra noi il
Signore Gesù (…) e divenga testimone della risurrezione” (Atti 1,
21-22).
-
- Anche Paolo ebbe cura di affidare il governo delle varie
chiese ad altre persone (cf. Atti 14, 23). Non consta che egli si sia
mai preoccupato di indagare e di sapere se queste persone fossero del
numero dei 144.000. Unica sua preoccupazione erano che fossero persone
forti nella fede, capaci di ammaestrare gli altri, pronti a soffrire
come buoni soldati di Cristo Gesù (cf. 2 Timoteo 2, 1-3), e
conoscessero bene le Sacre Lettere (cf. 2 Timoteo 3, 15; Tito 1, 5-9;
1 Timoteo 3, 1-12):
-
- Si, nella cera Chiesa di Cristo nessuno è escluso da
qualsiasi servizio o funzione o ministero anche il più alto. Non vi è
una classe di predestinati al governo e all'amministrazione, e una di
sudditi o pecore destinate all'ubbidienza per il tempo e l'eternità.
Nella vera Chiesa di Cristo chiunque può arrivare ad essere papa o
vescovo o pastore o ministro.
-
- Infine è da ricordare che la diversità di servizi o
ministeri o funzioni caratterizza la Chiesa solo nella presente fase
terrena. Dopo la restaurazione finale, col ritorno del Signore, ogni
diversità sostanziale scomparirà. Dio sarà tutto in tutti (cf. 1
Corinzi 15, 28).
-
L'Agnello sarà l'unico pastore (cf. Apocalisse 7, 17).
Tutte le cose saranno fatte nuove.
-
-
d) Vera fraternità
-
Alla luce di questo chiaro insegnamento biblico si rivela
in tutta la sua bellezza l'affermazione di Gesù:" Voi siete tutti
fratelli (…) Uno solo è il vostro Padre, quello celeste " (Matteo 23,
8-9).
-
Gesù poteva dire questo perché aveva insegnato che tutti
isuoi discepoli sono figli di Dio in base al battesimo e alla fede e a
una nuova rinascita (cf. Giovanni 1, 12; 3, 5: 1 Giovanni 5, 1 ecc.);
tutti sono chiamati alla stessa eredità: " Se siamo figli, siamo anche
eredi " (Romani 8, 17).
-
Commenta sant' Agostino:
-
"Quando dico fratelli, quando dico sorelle, è chiaro che
intendo parlare di una sola e medesima eredità".
-
Con questo richiamo alla paternità di Dio, Gesù condanna
ogni atteggiamento discriminatorio tra i suoi discepoli. Cosa direste
di un padre sulla terra che privilegiasse solo alcuni dei suoi figli?
Che non desse a tutti la stessa eredità? Non lo chiamereste debole e
ingiusto? Non ripugna alla coscienza morale un tale comportamento?
-
Com'è possibile che ci sia in Dio, nel Padre celeste ed
universale, ciò che è disordine nell'uomo? Chi attribuisse a Dio una
condotta discriminatoria e razziale, farebbe un'offesa alla sua
paternità, modello di ogni paternità (cf. Efesini 3, 15). Il Dio della
Bibbia è un Dio imparziale, senza favoritismi (cf. Romani 2, 11; 1
Pietro 1, 17).
-
I 144.000
(Apocalisse 7, 4; 14,1)
-
Davanti a tanta evidenza deve qualificarsi come una
grossolana distorsione la spiegazione che i tdG danno di alcuni testi
scritturistici per puntellare la loro pretesa di una classe di
privilegiati destinata al comando nel tempo e nell'eternità. Psseremo
ora in rassegna i principali testi biblici distorti e strumentalizzati
dalla intellighenzia geovista, e primo tra tutti il testo di Giovanni
nell'Apocalisse.
-
Scrisse Giovanni:
-
" E udii il numero dei segnati col sigillo:
centoquarantaquattromila segnati col sigillo da ogni tribù dei figli
d'Israele" (Apocalisse 7, 4, Garofalo).
-
E ancora:
-
" E vidi : ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e con
esso centoquarantaquattromila, che hanno il suo nome e il nome del
Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii una voce dal cielo come
voce di acque molte e come voce di tuono grande, e la voce che udii
era come di arpisti arpeggianti sulle loro arpe. E cantano come un
canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro viventi e agli
anziani. E nessuno poteva imparare il canto, all'infuori dei
centoquarantaquattromila, i quali sono stati riscattati dalla terra.
Questi sono coloro che non si sono macchiati con donne: sono infatti
vergini…(Apocalisse 14, 1-4; Garofalo).
-
A parere dei geovisti, nei centoquarantaquattromila sarebbe
stato rivelato a Giovanni il numero matematico della classe dei
privilegiati, dei santi o dei unti, destinati a regnare in terra e in
cielo.
-
La verità
-
Questa spiegazione geovista è sbagliata. A Giovanni non fu
rivelato un numero matematico e chiuso di privilegiati signori della
terra e del cielo.
-
Perché?
-
-
a) Senso allegorico, non letterale
-
La prima ragione è che nei testi citati dell'Apocalisse (7,
4 e 14, 1-4) hanno un senso allegorico o simbolico, non letterale. In
questa spiegazione sono concordi tutti i grandi biblisti di ogni
tempo. Il senso allegorico s'impone, altrimenti dovremmo ammettere
almeno tre inammissibili conseguenze.
-
La prima: Seguendo il senso letterale, si dovrebbe ammettere che
tutti i 144.000 siano ebrei, ossia di razza ebraica, scelti in egual
numero dalle dodici tribù di Israele secondo la carne cioè storico. Ma
questa conseguenza è inammissibile. Tutti infatti, perfino i tdG,
affermano che i 144.000 sono tratti da tutto il genere umano, non solo
cioè di razza o sangue ebraico.
-
La seconda: Attenendosi al senso letterale, bisognerebbe ammettere
che i 144.000 siano tutti vergini. Di fatto, la maggior parte dei
santi o unti della setta geovista sono sposati, generando figli e
figlie. La verità è che il modo di parlare di Giovanni è simbolico.
Infatti, come tutti sanno, nello stile biblico l'evitato rapporto con
le donne sta a simboleggiare la fuga dall'idolatria o l'integrità e
purezza della fede.
-
La terza: spiegando letteralmente Apocalisse 14, 1, i 144.000
dovrebbero essere collocati sul monte Sion, ossia a Gerusalemme, in
Palestina. Ma ci avvertono i geovisti: "l'Agnello a cui si fa
riferimento è, per certo, Gesù Cristo; e questo monte Sion non è sulla
terra, ma in cielo dove si trova Gesù" . Dunque "monte Sion" va preso
in senso simbolico, non letterale (cf. infra, p. 50), e così pure
l'Agnello.
-
La nostra analisi potrebbe continuare. Il risultato sarebbe
che Giovanni avrebbe usato un linguaggio simbolico in tutte le sue
espressioni, eccetto in quella dei 144.000. Appare assurdo che in un
contesto interamente simbolico debba essere intesa in sanso letterale
una sola espressione.
-
-
b) Sulla terra, non
in cielo
-
Vi è, poi un altro grave errore nella spiegazione dei tdG.
Essi collocano i 144.000 in cielo, spiegando simbolicamente monte
Sion, come già si è detto.
-
Ma Giovanni non dice questo. I 144.000 sono sulla terra. In
effetti, nella prima visione (cf. Apocalisse 7, 14) lo scenario
terreno è minuziosamente descritto: si parla di terra (4 volte), di
mare (3 volte), di venti, di piante. E' la terra, questa nostra terra,
sconvolta, in balia d'una imminente calamità, dalla quale rimarranno
illesi i segnati col sigillo, ossia i figli dell'Israele di Dio (cf.
Galati 6, 16), che sono tutti i discepoli di Cristo.
-
Nella seconda visione (Apocalisse 14, 1-4) i 144.000 sono
pure collocati sulla terra, precisamente sul "monte Sion". Nel
linguaggio profetico "il monte Sion" è visto come il centro simbolico
della comunità messianica - del nuovo Israele - su questa terra (cf.
Gioele 3, 5; 14, 17).
-
A questa comunità sulla terra si fa sentire una voce che
viene dal cielo (Apocalisse 14, 2). Il canto celeste è percepito e
capito dai 144.000 che sono sulla terra, ossia dalla comunità dei
salvati che sono sulla terra.
-
-
c) Una schiera
innumerevole
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A motivo di tanti errori ed incongruenze in cui cadono i
tdG, possiamo dire con certezza che il numero dei 144.000 non indica
una quantità limitata e matematicamente chiusa, bensì una schiera
innumerevole.
-
In effetti, san Giovanni, per indicare questa immensa
schiera, si serve di numeri simbolici, che sono 12 e 1000. Il 12 era
considerato un numero sacro (12 erano le tribù di Israele), mentre il
1000 serviva a simboleggiare una quantità considerevole, una
moltitudine (cf. 2 Pietro 3, 8).
-
Per indicare una moltitudine sacra, di gente cioè segnata
col sigillo divino, san Giovanni si serve della cifra 144.000 che è il
quadrato di 12 per 1000 (12x12x1000).
-
Altri propongono interpretazioni diverse. Ma tutti
convengono nel dire che si tratta di numeri simbolici.
-
Il servo fedele ed
accorto (Matteo 24, 45-51)
-
Oltre ad Apocalisse 7, 4-7 e 14, 1-4 finora analizzata, i
tdG strumentalizzano anche la parabola del servo fedele ed accorto:
-
"Chi, dunque, è quel servo fedele ed accorto che il padrone
ha messo a capo dei suoi domestici perché dia loro il cibo a suo
tempo? Beato quel servo se il padrone, alla sua venuta, lo troverà
occupato. In verità vi dico: gli affiderà tutti i suoi beni. Ma se è
un servo malvagio che dice in cuor suo: "Il mio padrone tarda", e si
mette a picchiare i servi dei suoi compagni, a mangiare e bere con gli
ubriaconi, il padrone del servo verrà nel giorno in cui quello non
l'aspetta e nell'ora che quello non conosce, e lo punirà severamente,
facendogli subire la sorte degli ipocriti; là sarà il pianto e lo
stridor dei denti" (Matteo 24, 45-51, Garofalo; cf. Luca 12, 35-48;
Marco 13, 33-37)
-
A parere dei tdG, "il servo fedele ed accorto" sarebbe la
classe dei 144.000, a cui Geova avrebbe affidato il compito di
distribuire il cibo spirituale, ossia di insegnare, di governare, di
amministrare gli averi della congregazione. Ma la Bibbia non dice
così.
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La verità
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a) In questa parabola, come nelle altre, Gesù non parla
d'una classe di privilegiati. Egli tratta unicamente e ripetutamente
della vigilanza che tutti i suoi discepoli devono avere, e della loro
fedeltà al proprio dovere, nell'attesa della sua venuta per il
giudizio finale. A tal fine, Gesù porta come esempio la vigilanza del
padrone di casa per non essere colto all'improvviso dal ladro (cf.
Matteo 24, 42-44;Luca 12, 39-40), oppure quella dei servi o delle
vergini che aspettano lo sposo (cf. Luca 12, 35-38; Matteo 25, 1-2)
oppure quella dell'uomo che affida i suoi beni ai propri servi (Matteo
25, 14-30).
-
Il servo fedele ed
accorto non è simbolo d'una classe di privilegiati, ma di colui - di
ogni discepolo di Cristo - che si preoccupa di fare il suo dovere
nell'attesa del ritorno del suo padrone: fare il suo dovere, qualunque
esso sia.
-
-
b) Nel testo
parallelo di san Luca (cf. Luca 12, 41-48) la parabola è introdotta da
una domanda di Pietro:
-
"Disse allora
Pietro: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?"
(Luca 12, 41).
-
La parabola, a cui
Pietro si riferisce, è quella del padre di famiglia che vigila contro
un'eventuale ladro (cf. Luca 12, 39-40). Questa domanda introduce, o
forse crea un passaggio, al brano seguente, cioè alla parabola del
servo fedele ed accorto. In altre parole, la domanda di Pietro dà
occasione a Gesù di precisare il suo pensiero nei termini seguenti:
quello che costituisce un dovere per tutti (vigilanza e fedeltà), vale
a maggior ragione, per chi nella comunità ha il peso della
responsabilità.
-
-
c) A conferma vale
il fatto che "il servo fedele ed accorto" ha l'incarico di dare il
cibo a suo tempo "ai servi suoi compagni" (greco conservi, Mt. 24,
49). Dunque egli non rappresenta una categoria a parte, ma uno dei
tanti, uno di tutta la servitù, aventi tutti un unico Padrone (= il
Signore Gesù). Che se poi si vuole vedere in questi suoi compagni la
classe dei 144.000, ne segue che il cibo a suo tempo va dato solo a
loro, e non agli altri. Infatti è volontà del padrone che dia cibo e
abbia rispetto per i suoi conservi.
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d) In san Luca la
parabola del "servo fedele ed accorto" si conclude con due versetti
che ne fanno capire meglio il significato (cf. Luca 12, 47-48). Gesù
insiste che il monito alla vigilanza e alla fedeltà è per tutti, sia
per quelli che conoscono bene la volontà del padrone, ossia le guide
della comunità, sia per quelli che non la conoscono, perché " a chi
molto fu dato, molto sarà domandato" (Luca 12, 48).
-
Lo scopo dunque
della parabola o delle parabole non è quello di indicare chi sia il
Corpo Direttivo e tanto meno un numero di privilegiati ristretto a
144.000, ma di inculcare a tutti i credenti in Cristo il senso della
vigilanza e della fedeltà al proprio dovere, qualunque esso sia,
nell'attesa del ritorno del Signore. Il quale scruta i beni ed i cuori
e retribuirà a ciascuno secondo le proprie opere (cf. Apocalisse 2,
23).
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Uomini di Serie B
-
Dopo, o piuttosto
sotto, la classe dei 144..000, la intellighenzia geovista colloca
quella delle "altre pecore", che comprende tutti coloro che sono
disposti a ubbidire ciecamente al Corpo Direttivo con la speranza di
continuare ad ubbidire in un paradiso su questa terra in un prossimo
futuro sempre rimandato. A fare questa scoperta fu - come abbiamo
detto - il secondo presidente Joseph Franklin Rutherford. Scrivono i
geovisti:
-
"vi fu il 31 maggio
1935, una rivelazione di verità relativa alle 'altre pecore'. Essa
indicò che la 'grande folla', vista dall'apostolo san Giovanni
diciannove secoli fa e descritta in Rivelazione 7, 9-17, doveva essere
formata dalle 'altre pecore', la cui chiamata è alla vita eterna in un
paradiso globale qui sulla nostra terra".
-
La verità
-
Riportiamo
anzitutto il testo di Apocalisse 7, 9-17):
-
"Dopo ciò vidi: ed
ecco una folla numerosa, che nessuno poteva computare, d'ogni gente e
tribù e popolo e lingua: ritti davanti al trono e davanti all'agnello,
ravvolti in vesti bianche, e con palme nelle mani. E gridano a gran
voce dicendo: "La salvezza appartiene al Dio nostro seduto sul trono e
all'agnello!" E tutti gli angeli stavano ritti intorno al trono e agli
anziani e ai quattro viventi; e si prostrarono davanti al trono sulle
loro facce e adorarono Dio dicendo: Amen. La benedizione, la gloria,
la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza al Dio
nostro per i secoli dei secoli. Amen.
-
E uno degli anziani
mi rivolse la parola dicendo: "Questi, ravvolti in vesti bianche, chi
sono e donde vennero?" (…) E disse a me: "Questi sono coloro che
vengono dalla grande tribolazione (…). Perciò sono davanti al trono di
Dio, e lo servono giorno e notte nel suo tempio, e colui che siede sul
trono dimorerà sopra di essi. Non soffriranno più la fame (…) poiché
l'agnello che è verso il mezzo del trono sarà il loro pastore…"
(Garofalo).
-
-
Spiegazione:
-
a) La folla
numerosa vista da Giovanni va collocata in cielo, non sulla terra. La
prima ovvia ragione è che essi sono "ritti davanti al trono e davanti
all'Agnello". Il trono, di cui qui si parla, è il trono di Dio, che si
trova in cielo (cf. Isaia 66, 1; Matteo 5, 34; 23, 22 ecc.). Anche
l'Agnello, ossia il Figlio di Dio immolato per la nostra salvezza, è
asceso al cielo (cf. Efesini 4, 8-10; Ebrei 9, 24 ecc.). Dunque i
componenti della "folla numerosa) dimorano in cielo alla presenza di
Dio e dell'Agnello.
-
-
b) La seconda
ragione è che per loro "la grande tribolazione" è passata. Solo sulla
terra essi hanno potuto affrontare tribolazioni, persecuzioni, e anche
il martirio. Tutte queste cose accompagnano la vita sulla terra. Nella
celeste Gerusalemme non vi è nulla di tutto questo (cf. Apocalisse 21,
4).
-
Una nuova
rivelazione
-
Per puntellare la
distorsione della Parola di Dio operata da Rutherford nel 1935, il suo
successore Frederick Franz nel 1981, ossia 46 anni dopo, ebbe una
nuova rivelazione. Geova ha mostrato ai veggenti di Brooklyn, N.Y. che
2la grande folla" vista da Giovanni in Apocalisse 7, 8 e seguenti deve
essere collocata nella parte esterna del tempio, che sarebbe la terra.
-
La verità
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a) Notate, prima di
tutto, che l'autore ispirato ha usato la parola naòs, che vuol dire
"parte interna del tempio", il "Santo dei Santi", dov'era collocata la
presenza di Dio. Altrove invece lo stesso Giovanni usa la parola ieron
che vuol dire "tempio in generale", compresa la parte esterna (cf.
Giovanni 2, 14; cf. Matteo 21, 12). La "folla numerosa" so trova nel
naòs, ossia nella parte interna, nel santuario, non nel ieron.
-
-
b) E' pure detto
che "la folla numerosa" "presta servizio notte e giorno"; ora il
servizio sacro si svolgeva all'interno del santuario. I protagonisti
di questo servizio sacro, ossia i componenti la "folla numerosa",
hanno come sede la parte interna, non quella asterna del tempio.
-
-
Infine è detto che
l'Agnello "sarà loro pastore". Dunque anche l'Agnello dovrebbe essere
collocato sulla terra in mezzo alle altre pecore, e non già nel cielo
coi 144.000, come insegnano i tdG.
-
I miti erediteranno
la terra (Mt. 5, 5)
-
Il cavallo di
battaglia geovista per tralasciare sulla terra "la folla numerosa"
sono le parole di Gesù in Matteo 5, 5:" I miti possederanno la terra"
(Garofalo). Imiti o giusti sarebbero i componenti la grande folla di
Apocalisse 7, 8. Dunque a loro spetta la terra, sulla quale vivranno
felici per sempre. Chiaro? Chiarissimo!!!
- La verità
-
a) La Bibbia non
dice questo. Il pensiero di Gesù va spiegato alla luce della Scrittura
perché la Bibbia si spiega con la Bibbia. Infatti, la frase di Matteo
5, 5 è una citazione del Salmo 37, 11.29, e va capita alla luce di
quanto è detto in quel Salmo. Il salmista si pone il problema: come
mai la giustizia di Dio permette che i malvagi prosperino e possano
opprimere i giusti (= i miti)? La risposta, per un antico Ebreo, non
riusciva facile. Non avendo chiara idea della vita d'oltretomba, egli
trovava la soluzione nell'ambito della vita terrena. Jahve - egli dice
- punirà gli empi, e a lungo andare premierà i giusti con una vita
felice su questa terra o direttamente nelle loro persone oppure nella
loro discendenza.
-
-
b) Ma Gesù aprì la
mente dei suoi discepoli all'intelligenza delle Scritture (cf. Luca
24, 45). Ai miti o giusti, chiamati anche poveri in spirito, egli
promette il Regno di Dio (Luca 6, 20) o dei cieli (Matteo 5, 3). La
terra, che Gesù promette, si identifica col Regno dei cieli o di Dio.
E il Regno di Dio non è mai presentato nella Bibbia come una vita
edonistica su questa terra. (cf. Romani 14, 17).
-
-
c) Possiamo dire le
stesse cose in un modo diverso. L'antico Ebreo si consolava al
pensiero che Jahve avrebbe ricompensato i giusti con un pezzetto del
nostro pianeta: una vigna, un giardino di ulivi, di fichi, di
melograni, in quella terra dove erano entrati i suoi antenati liberi
dalla schiavitù dei faraoni: la terra promessa (cf. Deuteronomio 1,
6-8).
-
Ma Gesù ha spiegato
come vanno intese le cose, qual è la vera terra promessa. Egli non
parla mai di questa terra dove i suoi discepoli (= miti, i giusti, i
poveri di spirito) avrebbero avuto la loro ricompensa. Egli ha
promesso la restaurazione totale dell'universo, un nuovo modo di
essere di tutta la creazione (cf. Matteo 19, 28; Atti 3, 21; Romani 8,
19). Questa è la vera terra promessa.
-
-
d) Spesso questa
terra promessa è chiamata cielo o cieli. Così san Paolo rimprovera
quelli che sono tutti intenti alle cose della terra specificando che:
-
"La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come
salvatore il Signore Gesù, il quale trasfigurerà il nostro misero
corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" (Filippesi 3, 19-21).
-
Lo stesso Apostolo
corregge il pensiero dell'antico salmista (cf. salmo 37) e afferma che
ai giusti perseguitati, ai miti d'Israele sarà data una patria
celeste:
-
"Nella fede morirono tutti costoro (…), dichiarando di
essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi dice così, infatti,
dimostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a
quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di
ritornarvi; ora invece aspirano a una migliore, cioè a quella
celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio; ha
preparato infatti per loro una città" (Ebrei 11, 13-16).
-
Nuovi cieli e nuova
terra
-
Anche alcune parole della seconda Lettera di san Pietro
sono strumentalizzate dai tdG per affermare l'esistenza d'una sede
celeste per i 144.000 (nuovi cieli) e una dimora terrena (nuova terra)
per le altre pecore. Ha scritto san Pietro:
-
-
Il giorno del
Signore verrà come un ladro: allora i cieli con fragore passeranno,
gli elementi consumati da fuoco si dissolveranno e la terra con quanto
c'è in essa sarà distrutta (…). E poi, secondo la sua promessa, noi
aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà dimora
stabile la giustizia (2 Pietro 3, 10-13).
-
-
Spiegazione:
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a) L'espressione
biblica "cielo e terra" o al plurale "cieli e terra" indica un'unica
realtà, ossia tutto l'universo, tutta la creazione. Così in Genesi 1,
1, con le parole "Dio creò il cielo e la terra", l'autore ispirato
vuol dire che Dio creò tutte le cose, che apparivano come terra e come
astri del firmamento.
-
-
b) Dopo il peccato
dell'uomo, Dio promette di rinnovare tutto l'universo: è la
restaurazione di cui abbiamo parlato prima (cf. Matteo 19, 28), la
liberazione della creazione tutta dalla schiavitù della corruzione
(cf. Romani 8, 21). Questa promessa si trova già in Isaia 65, 17; 66,
22, a cui san Pietro deve la sua espressione.
-
-
c) Qualora per
cieli dovessimo intendere la sede dei 144.000, ne seguirebbe che anche
i santi o unti già destati incorruttibili subiranno la stessa sorte di
questa terra: la loro dimora celeste si dissolverà tra breve consumata
dal fuoco….
-
-
d) E' vero che
nella Bibbia i cieli indicano alcune volte la sede di Dio e degli
angeli, come pure la dimora dell'umanità rinnovata e salvata in
Cristo. Ma questo significato non si trova nelle parole di san Pietro.
La spiegazione geovista che vorrebbe ricavare da 2 Pietro 3, 13 la
netta distinzione tra celesti e terrestri, dividere cioè l'umanità in
due categorie radicalmente distinte, con due speranze specificamente
diverse, è priva di qualsiasi fondamento biblico. E' solo una settaria
strumentalizzazione della Parola di Dio per giustificare un
deprecabile razzismo.
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Il re Davide e
Giovanni Battista
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A parere dei tdG la
Bibbia dice che il re Davide e Giovanni Battista non andarono in cielo
(cfr. Atti 2, 29-34; Matteo 11, 11).
-
La verità
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a) In Atti 2, 29-34
san Pietro applica a Cristo Risorto le parole del Salmo 110, 1: "Disse
il signore al mio Signore: siedi alla mia destra" (Garofalo). Il Primo
degli Apostoli fa notare che Davide non fu risuscitato ed elevato alla
destra di Dio. La profezia del salmo trovò pieno compimento in Gesù di
Nazareth "asceso al cielo": Non è affatto detto che vi sia una dimora
celeste, da cui sarebbe escluso Davide, e una dimora terrestre per "le
altre pecore".
-
-
b) In Matteo 11, 11
Gesù dice: "Il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui
(del Battista)" (Garofalo). L'espressione "regno dei cieli" usata
abitualmente da Matteo, corrisponde all'altra "regno di Dio" usata da
Luca, Marco, ecc., come tutti sanno. Gesù voleva dire che il Regno di
Dio (o dei cieli) da Lui fondato (cfr. Marco 1, 15; Luca 4, 18-21; 11,
20; 17, 21; ecc.) è di molto superiore a quello di prima, nel quale
era nato Giovanni. Questi, comunque, credette in Gesù Messia e ora
certamente regna con Lui in cielo (cfr. 2 Timoteo 2, 12; Ebrei 11,
16).
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Il piccolo gregge (Luca 12, 32)
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L'errore:
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A parere dei tdG il
piccolo gregge, a cui il Padre darà il regno, sono i 144.000.
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La verità:
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a) Commenta la
Bibbia di Salvatore Garofalo: "Lo sparuto gruppo di discepoli è un
piccolo gregge fra una torma di lupi, i farisei, ma è forte della
forza di Dio". Gesù parla del numero dei suoi primi discepoli,
contrapposti alle migliaia della folla.
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b) Tra pochi anni,
grazie all'opera dei primi discepoli, diventerà una moltitudine
immensa, che Giovanni vede in cielo intorno al trono di Dio, nel suo
tempio, assieme agli angeli, agli anziani e ai quattro viventi (cf.
Apocalisse 7, 9.11.15). Infatti l'annuncio della Parola di verità
giunse ben presto in tutto il mondo, fruttificando e sviluppandosi
(cf. Colossesi 1, 6).
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