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BIBBIE
- A CONFRONTO
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OPUSCOLO N° 11
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PICCOLA COLLANA
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"I TESTIMONI DI GEOVA"
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Per ricevere gli opuscoli rivolgersi:
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Padre Nicola Tornese
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Viale S. Ignazio,
4
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80131 NAPOLI
tel. 081.545.70.44
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Elenco delle 13 Bibbie usate per il
confronto e rispettive sigle
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1) La Sacra Bibbia,
Edizione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, edita a
cura della Unione Editori Cattolici Italiani, 1974, CEI.
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2) La Sacra Bibbia,
tradotta dai testi originali con note, a cura del Pontificio
Istituto Biblico di Roma, Salani Editore, 1962, BIB.
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3) La Bibbia Concordata,
tradotta dai testi originali ecc., Arnoldo Mondadori Editore, III
Edizione 1969 - BC.
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4) La Sainte Bibie,
traduite en frangais sous la direction de l'Acole Biblique de
Jérusalem, Les Pditions du Cerf, Paris, 1974 - BJ.
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5) La Sacra Bibbia, a
cura e sotto la direzione di Mons. Salvatore Garofalo, Marietti
Editore, Torino 1964, tre volumi - SG.
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6) Parola del Signore, La
Bibbia in lingua corrente, traduzione interconfessionale, Editrice
ELLEDICI, Leumann Torino e Alleanza Biblica Universale, Roma 1985 -
PdS.
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7) The Holy Bible,
Revised Standard Version, Thomas Nel- son and Sons Ltd, London,
Edinburgh, Paris, Melbourne, Toronto and New York, 1953 - Rv.
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8) La Bibbia, nuovissima
versione dai testi originali, Edizioni Paoline, Roma, 1983 - NEP.
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9) La Sainte Bibie,
commencée sous la direction de, Louís Pirot et continuée sous la
direction de Albert Clamer, Paris-VI, Letouzey et Ané, 0,diteurs,
1953 - PC.
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Disse loro Gesù. “Se
foste ciechi, non avreste colpa; ma dal momento che dite: “Ci
vediamo”, il vostro peccato rimane” (Giovanni
9, 41, Garofalo).
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PERCHE' QUEST'OPUSCOLO
- Inutile sforzo
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Ho ricevuto e ricevo lettere da
testimoni di Geova (tdG), che fanno ogni sforzo per dissuadere la
pubblicazione dei miei opuscoli. Ai geovisti dispiace soprattutto la
mia ripetuta affermazione che la loro Bibbia è una falsa
Bibbia, che differisce essenzialmente dalla vera Bibbia cattolica.
Non bisogna credere quando essi dicono il contrario. Non dicono
la verità!
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Dalla Germania mi ha scritto il signor
Pino Gulino, testimone di Geova, per farmi sapere che la mia è “una
vera e propria menzogna sfacciatamente pubblicata con l'intento di
sviare le persone sincere che cercano tuttora la verità e che
altrimenti l'avrebbero trovata.
-
Dopo questa solenne dichiarazione il
signor Gulino si attarda a dimostrare, in un lungo sproloquio, come
qualmente il nome Geova, presente innumerevoli volte nella Bibbia
geovista e assente in tutte le traduzioni moderne della
Bibbia, sarebbe pienamente giustificato.
-
Gli ho risposto:
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“Poiché la presenza del nome Geova è
un punto di basilare differenza tra la Bibbia geovista e
tutte le traduzioni moderne della Bibbia, sia cattoliche che non
cattoliche, lei cade in una banale contraddizione. Mentre, infatti,
afferma che le altre traduzioni della Bibbia sono basilarmente
uguali a quella dei tdG, tenta di giustificare un punto di basilare
differenza. Come mai non si è accorto di essersi menata la zappa sui
piedi? (cf. Matteo 13, 15; Giovanni 12, 40; Isaia 6, 9-10).
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Dalla Germania ha reagito prontamente
il testimone di Geova Pino Gulino, affermando solennemente che io
sono Beliar (= satana cf. 2 Corinzi 6,15) e che in un futuro non
lontano dovrò rendere conto al terribile Geova!
- Un'astuzia sottile, ma non troppo
-
La lettera, da cui ho citato, come
pure la testimonianza di tantissimi amici, prova inequivocabil-
mente che ì tdG oggi come ieri, come sempre, ricorrono alla menzogna
per accalappiare qualche persona incapace di scoprire l'inganno. Per
non creare prevenzioni ed essere scoperti come smerciatori di errori,
cominciano col dire che la loro Bibbia è come quella dei cattolici.
Vi citano pure qualche versetto in cui le due Bibbie non
differiscono.
-
Poi, quando si viene al reale
confronto e si notano le profonde ed innumerevoli differenze, getta-
no la maschera e si sforzano di convincere che è stata la Chiesa
Cattolica a cambiare il testo sacro. La vera Bibbia sarebbe la
loro!
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In questa manovra geovista possiamo
distinguere due tempi:
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1 - Prima che fosse pubblicata una
loro traduzione della Bibbia, i tdG si servivano di altre tra-
duzioni, protestanti e cattoliche, ma spiegavano la Parola di Dio in
modo basilarmente diverso sia dai cattolici che dai protestanti. Il
primo a fare questo lavoro di inquinamento fu il fondatore della
setta Carlo Taze Russell (1852-1916). Il suo successore nella
presidenza Franklin Rutherford (t 1942) continuò per la stessa
strada di corruzione e d'inganno.
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2 - E' merito, comunque, del terzo
presidente Nathan Knorr (t 1977) l'aver curato una nuova traduzione
della Bibbia, che ha per titolo Traduzione del
Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. La pubblicazione avvenne
gradatamente durante gli anni 1950-1960 in sei volumi in lingua
inglese corredati da note.
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Dopo alcuni anni e precisamente nel
1967 il Corpo Direttivo o dirigenti della società geovista ha
pubblicato in lingua italiana e in un sol volume la
Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.
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Tutto l'inquinamento e la corruzione
della Parola di Dio sparsi nei sei volumi dell'edizione inglese
vennero inseriti in questo unico volume. Si tratta perciò d'una
traduzione infedele della vera Bibbia! Daremo in seguito altri
particolari.
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Malgrado questa palese infedeltà, i
tdG continuano a dire che le altre Bibbie sono uguali alla
loro e che è una grossa menzogna affermare il contrario.
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La verità è che si tratta d'un inganno,
d'una persistente menzogna... Bisogna dubitare sempre delle
affermazioni geoviste e consultare sempre e direttamente la vera
Bibbia.
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Si tratta - ripetiamo - d'una astuzia
sottile, ma non troppo. Chi ha un minimo di accortezza ed è in cerca
onestamente e coraggiosamente della verità può scoprire facilmente
l'inganno, mediante un confronto spassionato e concreto tra le tante
traduzioni della Bibbia e la unica traduzione geovista, la
Traduzione del Nuovo Mondo.
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Per aiutare i nostri fedeli a sventare
l'inganno dei tdG ho deciso di dare alcuni saggi di queste
differenze. Lo Spirito Santo farà il resto.
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Ecco il perché di questo
Opuscolo 2.
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- LA BIBBIA E LE BIBBIE
- Doverose precisazioni
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1 - La Bibbia è una sola. Non vi sono
più Bibbie. Vi è una sola Bibbia. Essa è una raccolta di scritti o
libri composti da vari autori lungo un arco di tempo di più di mille
anni.
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L'unica Bibbia è divisa in due parti.
La prima, chiamata Antico Testamento, è stata scritta
prima di Gesù Cristo, quasi tutta in lingua ebraica. La seconda
parte, a cui si dà il nome di Nuovo Testamento,
comprende gli scritti dei primi discepoli di Cristo (Apostoli ed
Evangelisti). Fu composta in greco durante il
primo secolo della nostra Era Cristiana.
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2 - Dell'unica Bibbia esistono
numerose traduzioni. La parte ebraica della Bibbia o Antico
Testa- mento fu tradotta per la prima volta in greco, durante il
terzo e secondo secolo avanti Cristo. E' detta Alessandrina
dal luogo dove si suppone sia stata fatta la traduzione, ossia
Alessandria d'Egitto. E' detta pure dei Settanta (che
si suole indicare col numero romano LXX) dal numero dei
traduttori, che un'antica tradizione afferma essere stati
settanta dotti ebrei, viventi fuori della Palestina o andati
appositamente da Gerusalernme ad Alessandria.
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In epoca cristiana, a cominciare dal
secondo secolo, sia l'antico che il Nuovo Testamento,
furono tradotti in altre lingue, quelle vive e parlate (latino,
siriaco, slavo ecc.) per renderli accessibili ai popoli convertiti
al cristianesimo. In tempi a noi più vicini si cominciò a tradurre
la Bibbia nelle lingue moderne (tedesco, inglese, spagnolo, francese,
italiano ecc.). Oggi vi sono centinaia di traduzioni della Bibbia in
quasi tutte le lingue parlate, anche quelle meno diffuse e
conosciute.
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3 - Dobbiamo perciò parlare dì
un'unica Bibbia e di molte traduzioni. E' scontato che una tradu-
zione, per essere degna di tal nome, deve riprodurre fedelmente il
contenuto del testo origìnale. Chi traduce non deve tradire.
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Nel caso della Bibbia il compito del
traduttore non è facile ed è soprattutto delicato e pieno di
responsabilità. Non è facile perché la Bibbia è stata scritta in
lingue antiche che bisogna conoscere a perfezione; e anche perché
gli autori sacri si sono espressi con immagini, modi di dire,
simboli ecc., propri del loro tempo e della loro cultura. E'
necessaria una conoscenza non comune di storia, costumi, mentalità
ecc. per poter penetrare il significato esatto di quelle immagini,
di quei simboli, di quei modi di dire ecc.
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Ed è un compito soprattutto delicato
perché il traduttore deve portare a conoscenza dei lettori un
messaggio divino di salvezza, e non già un insegna- mento proprio e
spesso di comodo. La fedeltà alla Parola di Dio deve prevalere sopra
ogni altro interesse.
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4 - Oggi, comunque, noi ci troviamo in
una situazione assai migliore rispetto a quella dì epoche precedenti
per una più esatta conoscenza della Bibbia e la sua fedele
traduzione in lingue moderne.
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Grazie all'opera instancabile di
valenti biblisti, di uomini coscienziosi, sia cattolici che
protestanti, ortodossi, ebrei, indipendenti, sono stati ricuperati
migliaia di codici o frammenti di codici, ossia di testi biblici
scritti in tempi assai remoti. Con l'aiuto di questo prezioso
materiale e seguendo criteri propri della scienza biblica, questi
insigni studiosi hanno ricuperato quasi alla perfezione il testo
originale della Bibbia, quello uscito dalla penna degli autori. Il
testo così ricuperato si chiama testo critico.
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Solo il testo critico
greco ed ebraico costituisce il punto di riferimento, vale a dire la
norma per giudicare la fedeltà o meno delle traduzioni della Bibbia
in qualunque lingua. Le traduzioni che si discostano dal testo
critico devono dirsi false. Questo è il
caso della Bibbia tradotta dai tdG, come vedremo.
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5 - Servendosi dei testo
critico e di tutti i mezzi utili allo scopo - conoscenza delle
lingue, della storia, della cultura ecc. dei popoli antichi - i
grandi biblisti moderni ci hanno dato ottime traduzioni in ogni
lingua oggi parlata.
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Cosa degna di nota è il fatto che di
questi traduttori, cattolici e non cattolici, noi conosciamo il
cognome, il nome, il valore scientifico ecc. I. Nessuno di loro è
rimasto nell'anonimato, vale a dire ha odiato la luce perché la sua
opera non fosse nota a tutti (cf. Giovanni 3,20-21).
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Al contrario, i traduttori della
Bibbia geovista hanno, preferito rimanere sconosciuti. Si avverano
le parole di Gesù che dice:
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“Chiunque, infatti, fa il male, odia
la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le opere sue;
chi, invece, opera la verità, viene alla luce, affìncbé sia
manifesto che le sue opere sono state fatte in Dio” (Giovanni 3,
20-21).
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6 - Uno dei vantaggi delle traduzioni
moderne è il miglioramento dello stile e della lingua. Senza
introdurre mutazioni sostanziali, anzi con maggior fedeltà al testo
originale ebraico e greco, i traduttori hanno reso la Parola di Dio
più comprensibile agli uomini d'oggi. Vi sono parole antiquate che,
usate oggi, sarebbero mal capite e si presterebbero ad equivoci. Per
esempio, la parola anima una volta era usata col significato di
persona. Oggi si preferisce tradurre persona,
uomo, essere vivente della specie umana per non creare
confusione in gente poco istruita. Vedremo come i tdG in questo come
in altri casi preferiscono le versioni antiche per ingannare la
gente.
- La traduzione dei tdG
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La Bibbia venduta dai tdG ha per
titolo, come già è stato detto, Traduzione del Nuovo Mondo
delle Sacre Scritture. Sì tratta perciò d'una traduzione,
non della Bibbia originale. La vera Bibbia mai ha avuto questo
strano titolo. Alcuni testimoni di Geova, nella loro ignoranza e
ripetendo meccanicamente ciò che è detto loro dai maestri comandati,
credono che questa loro Bibbia sia stata dettata da Geova al primo
uomo. Così ci ha assicurato un testimone di Geova, un panettiere dì
Minervino Murge (Bari), il quale, a quanto pare, ha fatto carriera
nella società geovista. Recentemente la stampa ufficiale della setta
ha assicurato i suoi affezionati lettori che Geova ha scritto nella
Bibbia il suo nome col proprio dito!.
-
1 - I traduttori ci sono
sconosciuti, hanno voluto rimanere ignoti al gran
pubblico come già abbiamo notato. Questa è una cosa assai strana e
inconsueta, specie se si considera quale responsabilità perso- nale
si assume il traduttore del Libro Sacro; ed è anche offensiva per
ogni serio lettore, il quale ha il diritto di sapere
che fiducia meriti la persona o le persone, attraverso le quali gli
arriva la Parola di Dio. Questo diritto è conculcato.
-
2 - Per giustificare questo loro
strano comportamento i capi della setta trovano ragioni che con-
vincono, come sempre, solo gli ignoranti. Ne ricordiamo solo due.
-
a) Dicono che i nomi dei traduttori
rimangono sconosciuti per impedire che si crei il culto della
personalità nei loro riguardi. Quanta modestia!
-
Si risponde:
-
S. Paolo poneva il suo
nome a principio di ogni sua Lettera e soleva scriverlo alcune volte
di pro- pria mano nella chiusura (cf. 1
Corinzi 16,21; Colossesi 4,18; 2 Tessalonicesi 3,17). Voleva forse
fomentare il culto della sua personalità? Assolutamente no! Lo
faceva unicamente per assumersi personalmente la responsabilità di
ciò che scriveva:
-
“Il saluto è di mia mano, di me Paolo;
è il segno distintivo per ciascuna mia lettera.- così
io scrivo” (2 Tessalonicesi 3, 17).
-
-
b) Dicono pure che anche i traduttori
della versione dei Settanta (già ricordata) ci sono
ignoti. Eppure nessuno mette in dubbio il suo valore e la sua
autorità.
-
Si risponde:
-
La versione detta dei
Settanta è stata largamente usata dagli
Apostoli ed Evangelisti, che godevano d'una particolare assistenza
dello Spirito Santo (cf. Atti 2,1-4). Delle 350 citazioni
dall'Antico Testamento nel Nuovo, circa 300 sono state
prese dalla Bibbia dei Settanta. Questo è più che
sufficiente per garantire la fedeltà dei Settanta alla
Parola di Dio, anche se non si conoscono i traduttori.
-
3 - Gli editori, ossia il Corpo
Direttivo o capi della setta geovista, fanno i più grandi elogi del
testo critico.
-
Hanno scritto:
-
“L'intervallo fra le date della
composizione originale e delle prime evidenze esistenti diviene così
piccolo da essere infatti trascurabile, e l'ultimo fondamento per
ogni dubbio che le Scritture ci siano pervenute sostanzialmente come
furono scritte è stato ora rimosso (...). E' opera dei raffinatori
del testo rettificare tali particolari, e questo hanno fatto in
grande misura. Per questa ragione, il raffinato testo greco di
Westeott e Hort è generalmente accettato come di alta eccellenza. La
Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche,
essendo basata su questo eccellente testo greco, può così dare ai
suoi lettori la fedele “parola di Geova”, come questa ci è stata
così meravigliosamente preservata nel deposito dei manoscritti greci”.
-
Malgrado questo caloroso
riconoscimento del testo critico originale raffinato da Westcott e
Hort e l'assicurazione di dare una versione letterale con
scostamenti solo occasionali, la Traduzione
del Nuovo Mondo si discosta sia dalla lettera sia
dai concetti dell'originale ebraico e greco. Sarà
dimostrato abbondantemente con esempi in questo opuscolo.
-
4 - La Traduzione del Nuovo
Mondo fu pubblicata dapprima in sei volumi corredati di note
come già è stato detto. Le note servivano a spiegare a
senso unico, quello cioè voluto dai dirigenti della setta, la
Parola di Dio. Quando poi tutta l'opera fu pubblicata in un solo
volume:
-
“Furono prese molte
espressioni delle note in calce pubblicate nella traduzione
precedente in sei distinti volumi e riportate nel testo principale
dell'edizione in un solo volume”.
-
Chiunque abbia un minimo di senso comune può facilmente capire come
questo miscuglio di note o spiegazioni geoviste e di testo biblico
abbia corrotto la Parola di Dio, modificando il testo originale e
introducendo dei falsi.
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5 - Ma vi è di peggio. Nel 1987 la
società geovista ha pubblicato una revisione della loro
Bibbia. Si tratta di un grosso volume di 1598 pagine. La novità non
riguarda il testo, che rimane quello infedele delle
edizioni precedenti, salvo molti aggiustamenti. La novità consiste
in una astuta manovra dei revisori per giustificare, mediante note e
appendici, le loro infedeltà al testo originale ebraico
e greco.
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Mentre infatti da una parte dichiarano
di voler seguire il testo critico di Westcott e Hort e quello di
Bover, Merk, Nestle-Alanda ed altri' che fanno autorità, di
fatto ignorano quei testi e si appellano a
documenti tardivi, di nessun valore critico e come tali scartati da
quei grandi raffinatori del testo originale. Due pesi e due misure,
come sempre, a danno di gente che non può capire.
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SAGGI DI DIFFERENZA
- Il Nome Divino
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La questione della pronuncia
o trascrizione del Nome Divino deve dirsi di secondaria
importanza. Chiunque si accosta alla Bibbia con intelligenza e amore
è interessato a conoscere Chi è Dio, vale a dire avere
di Lui il vero concetto, vedere, per così dire, il suo vero volto.
-
Se trattiamo brevemente questa
questione è perché ancora oggi,
malgrado tante evidenze in contrario, i tdG insistono con pertinacia
che il Nome di Dio è Geova. Si troverebbe in grave
difetto e sarebbe eliminato dal popolo di Dio chi non
lo chiamasse così.
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1 - Antico Testamento
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Nella Bibbia dell'Antico
Testamento non si trova mai la parola Geova. Il
Nome proprio di Dio era indicato con le quattro lettere consonanti
JHVH, il sacro tetragramma (= quattro lettere sacre).
Oggi è generalmente accettato che la pronuncIa o trascrizione esatta
del sacro tetragramma è Jahve , non Geova. Nessuna traduzione della
Bibbia di questi ultimi decenni ha Geova. E’ falso perciò dire, come
fanno i tdG, che la pronuncia Geova è oggi la più comune. La verità
è che Geova si trova ancora solo nella Bibbia e negli scritti dei
tdG.
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La prima traduzione della Bibbia, che
è quella detta dei Settanta, non ha mai
trascritto il sacro tetragramma con Geova. Nuovi testi ritrovati
mostrano senz'ombra dì dubbio che i Settanta hanno
tradotto il tetragramma JHVH con Kyrios (=
Signore). Ciò facendo i traduttori dei Settanta hanno
seguito l'uso ebraico di sostituire il nome divino (che è
Jahve) col titolo Adonai (= Signore), come già
avveniva nella lettura della Bibbia ebraica. Al- cune volte i
Settanta lasciano inalterato il tetragramma (JHVH). Mai
comunque lo trascrivono Geova.
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La forma errata di Geova
è apparsa per la prima volta in una traduzione inglese
della Bibbia per opera di Williarn Tyndale, che risale solo al 1530
dopo Cristo I. Questa forma errata è, entrata poi sia nelle
traduzioni della Bibbia di questi ultimi quattro secoli sia in
alcune iscrizioni, anche di chiese cattoliche. Ma tutti questi
documenti a favore della forma Geova non sono anteriori all'anno
1530. In nessun documento prima di quell'anno, in nessuna traduzione
della Bibbia prima del 1530, è presente la forma Geova". Malgrado
tanta evidenza, i tdG continuano ancora a scrivere Geova al
fine di una propaganda settaria; e con autentico spirito
settario non cessano di denigrare la Chiesa Cattolica, facendo
intendere a chi non è capace d'intendere, che la Chiesa avrebbe
volutamente celata l'esatta pronuncia del Nome Divino, precipitando
così nelle tenebre del paganesimo.
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Esempi di differenze
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BIBBIA DEI CRISTIANI
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1) Genesi 2, 4
-
Il Signore Dio fece la
terra e il cielo (CEI, BIB, BC, Rv, PdS, NEP).
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Jahve Dio fece la terra e
il cielo (BJ, SG).
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BIBBIA DEI tdG
-
Genesi 2, 4
-
Geova Dio fece la terra e
il cielo.
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2) Esodo 3, 15
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Il Signore, il Dio dei
vostri padri (...) mi ha mandato a voi (CEI, BIB, BC. Rv, PdS, NEP).
-
Jahve, Dio dei vostri padri
(BJ, SG, PC).
-
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Esodo 3, 15
-
Geova, l'Iddio dei vostri
antenati (...) mi ha mandato a voi.
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2 - Nuovo Testamento
-
La posizione dei tdG diventa ancor più
insostenibile se consideriamo il Nuovo Testamento. Nel
testo critico (greco), riconosciuto di alta eccellenza dai
geovisti, anche nei particolari, al tempo in cui tradussero la loro
Bibbia, non c'è Geova. Dio è chiamato Padre (o Patèr,
Abbà), oppure Signore (o Kyrios), oppure Dio
(o Theòs). Eppure nella Traduzione del Nuovo Mondo
la forma errata Geova è stata introdotta abusivamente
centinaia di volte.
-
a) Gesù non ha mai chiamato Dio col
nome Geova. Le sue parole riportate in Giovanni 17,6 e
26: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, tanto strumentalizzate dai
geovisti, non significano affatto che il Maestro Divino ha insegnato
ai Giudei del suo tempo che Dio debba essere chiamato Geova. Questa
è una affermazione assurda e ridicola dei tdG. I Giudei del tempo di
Gesù conoscevano la esatta pronuncia del Nome Divino anche se per
rispetto lo chiamavano Adonai (Signore), e avrebbero certamente riso
in faccia a Gesù se egli avesse preteso d'insegnare una cosa che già
sapevano.
-
Le parole di Gesù in Giovanni 17,6 e
26 hanno un solo significato, vale a dire che egli ha fatto
conoscere Chi è Dio meglio di Mosè e dei Profeti. Nello
stile biblico nome indica la persona, la sua natura, le sue qualità,
i suoi propositi. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente
rende Giovanni 17,6 e 26 in modo assai appropriato
-
“lo Ti ho fatto conoscere
a loro e Ti farò conoscere”.
-
-
b) Il Corpo direttivo della setta
geovista cerca di giustificare la presenza del nome Geova
nel Nuovo Testamento dicendo che in alcuni frammenti della
Bibbia dei Settanta scoperti di recente s'incontra il
sacro tetragramma. Dunque gli autori del Nuovo Testamento,
che hanno fatto largo uso dei Settanta, dovevano usare il nome
Geova. “Nei casi in cui queste citazioni includevano il nome divino,
egli (cioè san Matteo) era obbligato a includere fedelmente il
tetragramma” .
-
Si risponde:
-
- Anche se in alcuni
frammenti dei Settanta compare il sacro
tetragramma (JHVH), non ne segue che gli autori del Nuovo
Testamento dovevano usare il nome Geova. Il sacro tetragramma
non fu mai trascritto Geova prima del 1530 dopo Cristo. Fu un errore
del traduttore inglese Tyndale. Gli autori ispirati del
Nuovo Testamento non potevano commettere simili errori.
-
- La Bibbia dei Settanta
non trascrive mai il tetragramma con la forma Geova.
Nella maggior parte dei casi lo traduce con Kyrios (Adonai
Signore). In qualche caso lo trascrive con lao, che è molto vicino
alla vera pronuncia del tetragramma cioè a Jahve.
Alcune volte lo riporta con lettere ebraiche per far capire ai
lettori che si tratta del- l'unico Signore in contrasto con gli dèi
pagani chiamati anch'essi kyrioi (signori).
-
- Gli autori ispirati del
Nuovo Testamento hanno voluto adottare il vocabolario dei
Settanta, usando la parola Kyrios
(Signore), soprattutto per accentuare il distacco del cristianesimo
dalla religione ebraica. Per gli autori ispirati “Gesù è il Signore”
(Romani 10,9; 1 Corinzi 12,3; Filippesi 2,11; Atti 11,21-26). Jahve
si era fatto presente e operante in Gesù. Gli apostoli ed
Evangelisti hanno riconosciuto in Gesù l'unico vero Dio (cf.
Giovanni 20,28; I Giovanni 5,20; Apocalisse 22,13) e lo hanno
acclamato Signore.
-
- E’ una presunzione imperdonabile il
tentativo dei tdG di distruggere la Parola di Dio. Essi affermano
che gli autori ispirati dovevano scrivere Geova
piuttosto che Signore (Kyrios). Questo equivale a voler dare lezioni
allo Spirito Santo, distruggere con mano sacrilega ciò che Dio ha
costruito.
-
c) Nel loro sforzo pertinace di
inoculare l'errore i dirigenti geovisti cadono in grossolane con-
traddizioni. Eccone una. Volendo giustificare, la presenza del nome
Geova nelle Scritture Greche Cristiane, contrariamente all'evidenza
del testo critico di Westcot ed Hort, hanno scritto:
-
“In qualche tempo durante il II e III
secolo E.V. gli scribi tolsero il Tetragramma sia dai
Settanta che dalle Scritture Greche Cristiane e lo sostituirono
con Kyrios, “Signore” o Theòs, “Dio .
-
E ora notate.
-
- Alcuni anni prima di scrivere queste
parole i tdG ci avevano assicurato che “chiunque dica che oggi la
Bibbia non contiene le stesse informazioni che conteneva in origine
semplicemente non conosce i fatti. Geova Dio ha fatto in modo che la
sua Parola fosse protetta non solo dagli errori di copisti, ma anche
dai tentativi di altri di farvi delle aggiunte”.
-
Ora ci dicono che gli scribi tolsero
il Tetragramma e lo sostituirono con Kyrios o Theòs. Come
mai Geova Dio non ha protetto la sua Parola da questa grave
manipolazione? Forse dormiva o era indaffarato? (cf. 1 Re 18,27).
-
- Ma contro la manovra geovista sta il
fatto che in documenti antichissimi anteriori al Il e III secolo E.
V., che si conservano intatti ancora oggi e sono oggetto di studio
da parte di valenti biblisti, non c'è il Tetragramma. Sono i
geovisti che hanno manipolato la Bibbia e introdotto abusivamente il
nome Geova, non gli scribi del II e III secolo e tanto meno la
Chiesa Cattolica, fedele custode della verità.
-
Tra questi antichissimi documenti
vanno ricordati i papiri di Bodmer risalenti alla prima metà del Il
secolo e contenenti quasi tutto il Vangelo di Giovanni. In essi non
c'è Geova.
-
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Esempi di differenze
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BIBBIA DEI CRISTIANI
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1) Luca 1, 38
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Eccomi, sono la serva del Signore (CHI, BIB, BC, BJ, SG,
RY, PdS, NEP, PC).
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2) Matteo 1, 20
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Ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore (CEI,
BIB, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
3) I Corinzi 4, 4-5
- Il
mio giudice è il Signore (Kyrios). Non vogliate perciò
giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore
(Kyrios) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
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BIBBIA DEI tdG
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Luca 1, 38
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Ecco, la schiava di Geova.
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Matteo 1, 20
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L'angelo di Geova gli apparve in sogno.
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I Corinzi 4, 4-5
- Chi
mi esamina è Geova. Quindi non giudicate nulla prima
del tempo, finché venga il Signore.
-
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Osservazione:
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Nell'originale greco san Paolo usa due
volte la stessa parola Kyrias (Signore), che è un
titolo di- vino (Adonai). I tdG traducono la stessa parola in due
modi diversi: Geova (verso 4) e Signore
(verso 5). Con questa distinzione arbitraria ed errata i tdG
vogliono insinuare che Cristo (il Signore) non è Dio (Geova).
- E’
una traduzione contraria alla lettera e allo spirito del testo
paolino. Contraria alla lettera perché san Paolo ha scritto
Kyrios (Signore) in tutti e due i casi. Contraria allo spirito,
perché il giudizio a cui Paolo si appella è quello dell'ultimo
giorno, dove giudice è solo Cristo, il Signore (cfr.
Matteo 7,22-23; 25,31-46; Apocalisse 2,23; 22,12- 13 ecc.).
-
Identico inganno nella traduzione di:
-
1
Tessalonicesi 4, 15-16
-
Quanto vi diciamo sulla parola del Signore (Kyrios):
noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del
Signore (Kyrios), non avremo alcun vantaggio su quelli che sono
morti (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
1 Tessalonicesi 4, 15-16
-
Poiché questo vi diciamo per la parola di Geova, che
noi viventi che sopravviveremo alla presenza del Signore non
precederemo affatto quelli che saranno addormentati (nella morte).
-
Osservazione:
-
Anche in questo caso la traduzione
geovista è radicalmente diversa da quella delle Bibbie dei veri
cristiani perché contraria alla lettera e allo spirito
dell'insegnamento di san Paolo attestato dal testo
critico. Contraria alla lettera perché, secondo il testo
critico, san Paolo ha scritto solo e sempre Kyrios
(Signore), mai Geova. Contraria allo spirito, perché la parola circa
la venuta del Signore Paolo l'aveva appresa da Cristo, ossia dal
Signore Gesù, non da Geova. A Paolo non apparve mai Geova per
istruirlo, ma il Signore Gesù (cfr. Atti 9,5). Il Signore Gesù o
direttamente o mediante gli Apostoli aveva fatto conoscere a Paolo
il Van- gelo (cfr. 1 , Corinzi 11, 23, 15, 3; Galati 1, 12 ecc.).
- Gesù Cristo
-
I cattolici e tutti i veri cristiani
hanno sempre creduto che secondo le Scritture, Gesù
Cristo è “'Emmanuele, che significa Dio-con-noi” (Matteo
1, 23), la Parola o Sapienza di Dio identica all'unico Dio (cfr.
Giovanni 1, 1) “il vero Dio e la Vita Eterna” (1 Giovanni 5, 20),
“l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo” (Apocalisse 22,13) come
l'unico Dio (cfr. Apocalisse 21, 6).
-
I tdG negano la divinità di Gesù
Cristo. Essi hanno ridotto il Figlio unico o proprio di Dio (cfr.Romani
5, 10) al rango d'un vassallo di Geova, a uno dei tanti elohim o dèi
in senso fìgurato, di cui parla la Bibbia, oppure a un
rappresentante di Geova.
-
Veramente la Bibbia non chiama mai
Cristo “rappresentante di Geova”. Quando Gesù doman- dò ai suoi
discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, Pietro a nome degli altri
rispose: “Tu sei il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16,15-16). Non
disse: “Un rappresentante di Geova”.
-
Per dare al loro gravissimo errore
un'apparenza di veridicità i tdG hanno corrotto numerosi testi
biblici. Hanno distrutto la Parola di Dio, sostituendovi la loro
eresia.
-
Esempi di differenze
-
BIBBIA DI CRISTIANI
-
1)Giovanni 1, 1
- In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era
Dio (CEI, BIB, BC, SG, NEP, PC). Egli era Dio (PdS).
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
Giovanni 1, 1
- In
principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un
dio (revisione del 1987).
-
-
Osservazioni:
-
a)
La differenza più marcata è la traduzione della frase.-
“E la Parola era un dio”. A parte il fatto che Dio è scritto con
lettera minuscola, i geovisti vi hanno aggiunto l'articolo
indeterminativo un davanti a Theòs, “Dio”. Nel testo
originale greco non c'è articolo un davanti a Dio. Giovanni ha
scritto semplicemente: “E Dio era la Parola (o Verbo)”.
Aggiungendovi l'articolo un, i geovisti vogliono insinuare che la
Parola o Verbo (cioè il Figlio di Dio) non è uguale al Padre, ma
avrebbe solo qualche qualità divina. Siamo in presenza
di una settaria manipolazione della Bibbia.
-
b) Difficile scagionare i dirigenti
geovisti dalla mala fede. Essi infatti proprio nella
Introduzione alla loro Bibbia (revisione del 1987) hanno scritto
(p. 7): “E’ evidente che anche una cosa apparentemente
insignificante come l'uso o l'omissione di una virgola o di un
articolo determinativo o indeterminativo può a volte
alterare il significato corretto del passo originale”.
-
L'hanno detto, l'hanno fatto,
alterando il significato corretto della frase giovannea.
-
-
2) Giovanni 8, 58
-
Rispose Gesù: In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse,
lo sono (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, pds, NEP, PC).
-
-
Giovanni 8, 58
-
Gesù disse loro: “Verissimamente vi dico: Prima che Abramo venisse
all'esistenza, io ero” (revisione del 1987).
-
-
Osservazioni:
-
a)
Nel testo originale greco sta scritto egò
eimì, presente del verbo essere (= io sono). Gesù
affer- ma di essere come Dio è, dall'eternità. Il
tentativo di lapidarlo (verso 59) indica che gli si imputava
un'atroce bestemmia (cfr. Levitico 24,16), per essersi
fatto uguale al Dio, cioè all'unico Dio (cfr. Giovanni 5, 18; 10, 3
1).
-
b) Gesù dunque non afferma una sua
preesistenza in rapporto ad Abramo, ma una sua esistenza eterna.
Tutti i biblisti vedono nelle parole di Gesù un esplicito
riferimento al Nome divino “lo sono” (cfr. Esodo 3, 14).
-
-
3) Giovanni 10, 37-38
- Se
non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio,
anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché
sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre
(CEI, BIB, BJ, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
-
-
-
Giovanni 10, 37-38
- Se
non faccio le opere del Padre mio, non mi credete. Ma se le faccio,
anche se non credete a me, credete alle opere, onde conosciate e
continuiate a conoscere che il Padre è unito a me e io sono
unito al Padre.
-
-
4) S. Giovanni 14,9-11
- Chi
ha visto me ha visto il Padre ( ... ). Non credi che io
sono nel Padre e che il Padre è in me? ( ...
). Il Padre che è in me com- pie le sue opere. Credete- mi.
io sono nel Padre e il Padre è in me (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS,
NEP, PC).
-
-
Giovanni 14, 9-11
- Chi
ha visto me ha visto (anche) il Padre. Non credi che
io sono unito al Padre e che il Padre è unito
a me? (...).Il Padre che rimane unito a me fa le
sue opere. Cre- detemi che io sono unito al Padre e che
il Padre è unito a me.
-
-
Osservazioni.,
-
a)
La principale infedeltà geovista nei due testi
riportati, e quindi la sostanziale differenza tra la loro Bibbia e
quella dei veri cristiani, consiste nell'avere aggiunto per ben
cinque volte il verbo unire. Nel testo originale o critico
vi è solo il verbo essere (estìn = è), senza unire.
-
Con questa aggiunta settaria i tdG
vogliono distruggere la perfetta identità di natura,
tra il Figlio e il Padre, e quindi la divinità del Figlio. Gesù con
le sue chiare parole afferma proprio il contrario di quanto gli
fanno dire i tdG, i quali con questa grossa infedeltà alla Parola di
Dio riducono l'identità di natura tra Cristo e Dio a
una semplice unione morale o di volontà, ossia a una
buona compagnia tra Gesù e Geova. Ma si tratta di un falso
-
b)
Parimenti l'aggiunta della particella anche (Giov.
14,4) tende ad accentuare la distanza tra il Figlio e il Padre, a
negare cioè la identità di natura tra Cristo e Dio. Nel
testo critico originale non c'è anche.
Gesù aveva affermato poco prima che Egli e il Padre sono una
sola cosa anche nella onnipotenza (cfr. Giovanni 10,
29-30). Poco oltre dirà: “Tutto ciò che il Padre ha è mio” (Giovanni
16, 15; cfr. Giovanni 17, 10).
-
-
5) Giovanni 14, 14
- Se
mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò (CEI, BIB, BJ,
BC, Rv, PdS, NP-P, PC).
-
-
Giovanni 14, 14
- Se
voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
-
-
-
Osservazione:
-
La manovra geovista apparentemente è
sottile, ma di conseguenze dottrinali enormi. Hanno omesso il
pronome personale mi, che si trova nel testo critico
originale. Cristo si attribuisce l'onnipotenza: egli direttamente,
per potenza propria, farà tutto ciò che i discepoli gli chiederanno.
Omettendo abusivamente il mi, i geovisti distruggono
questa onnipotenza del Figlio, per fare di Lui in vassallo di Geova.
L'onnipotenza apparterrebbe solo a Geova, che si serve del Figlio.
Ma la Bibbia non dice cosi.
-
-
6) Colossesi 1, 15-17
-
Egli è l'immagine dei Dio invisibile, generato prima di ogni
creatura; perché per mezzo di lui sono state create tutte
le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra (... ).
Tutte le cose sono state create ( ... ).
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui
(CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
Colossesi 1, 15-17
-
Egli è l'immagine dell'invisibile Iddio, il primogenito di tutta la
creazione; perché per mezzo di lui tutte le (altre)
cose furono create nei cieli e sul- la terra ( ... ). Tutte le
(altre) cose sono state create (... ). Egli è prima di
tutte le (altre) cose e per mezzo di lui tutte le
(altre) cose furono fatte sussistere.
-
-
Osservazioni:
-
a)
Per ben quattro volte i traduttori
anonimi della Bibbia geovista aggiungono al testo paolino la parola
altre, che non si trova nel testo originale critico.
Ciò facendo vogliono far credere che Cristo, il
Figlio di Dio, sarebbe una creatura, una delle altre
cose create.
-
b) Nella Traduzione del Nuovo
Mondo la parola altre è messa tra parentesi. Ma nel
libro dei geovi- sti Accertatevi di ogni cosa (p. 207),
che è una raccolta di testi biblici, la parentesi è tolta e
l'aggiunta altre appare come se fosse parte del testo originale. Si
tratta di un grosso falso (cfr. Deuteronomio 4, 2;
Apocalisse 22, 19).
-
-
7) Colossesi 2, 9
- E'
in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della
divinità (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
Colossesi 2, 9
-
Perché in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della
qualità divina.
-
-
Osservazione:
-
Il testo originale,
quello scritto da san Paolo, dice theòtetos, che
è caso genitivo della parola gre- ca theotès,
e vuol dire natura divina, divinità. E così
traducono le Bibbie dei veri cristiani, con piena fedeltà alla
Bibbia.
-
I tdG invece traducono come se fosse
scritto theiòtetos, dalla parola greca
theìotès, che significa qualità divina. In questo
modo attribuiscono al Figlio solo qualità divine come può averle
anche una creatura, ma gli negano la divinità, ossia l'identità di
natura col Padre. Ma ancora una volta si tratta di un
grosso falso, d'un peccato contro lo Spirito Santo.
-
-
8) Filippesi 2, 5-7
-
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il
quale, pur essendo di natura divina non considerò
un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se
stesso... (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NEP, PC).
-
Filippesi 2, 5-7
-
Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo
Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non
prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a
Dio. No, ma vuotò se stesso... (revisione 1987).
-
-
Osservazioni:
-
a) Il pensiero di san Paolo è il
seguente: egli esorta i fedeli di Filippi ad avere sentimenti di
umiltà sull'esempio di Cristo, che fu veramente umile, perché, pur
essendo in forma di Dio, ossia per natura uguale a Dio,
non si mostrò gelosamente aggrappato a questa sua grandezza, ma si
umiliò, rinunciando agli onori a lui dovuti, fino a diventare uomo,
e per di più l'uomo della sofferenza e della morte di Croce.
-
b) i tdG fanno dire a san Paolo due
cose contraddittorie. La prima è che Gesù Cristo
esisteva nella forma di Dio, ossia era partecipe della natura divina,
era cioè uguale a Dio prima che divenisse anche uomo. Forma
significa natura. Questo è vero.
-
La seconda:
che la sua uguaglianza con Dio fosse considerata come
una rapina, che Cristo non prese in considerazione.
-
Si domanda: com'è possibile
considerare come una rapina una cosa che si possiede per natura?
-
- 9)
Apocalisse 3, 14
-
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il
Principio (Archè) della creazione di Dio (CEI, BJ, BIB, PdS, NEP,
CP).
-
-
Apocalisse 3, 14
-
Queste sono le cose che dice l'Amen, il testimone fedele e verace,
il principio della creazione di Dio.
-
-
Osservazione:
-
I tdG scrivono
principio con lettera minuscola per far
capire che Cristo sarebbe la prima creatura, il primo
principiato o creato. Ma non è questo il pensiero di
Giovanni.
-
La parola greca Archè non significa
principiato, ma il Principio efficiente,
ossia la Causa Prima, quindi il Capo di
tutte le creature. Che sia questo il pensiero dell'autore sacro
risulta chiaro dal fatto che Cristo nell'Apocalisse (22, 13) è
chiamato “I' Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio (Archè)
e la Fine” come Dio (cfr. Apocalisse 21, 5-6). Al Figlio è applicata
la stessa definizione riservata all'unico Dio (cfr. Isaia 41, 4).
- SS. Trinità
-
La dottrina trinitaria è testimoniata
abbondantemente nei libri del Nuovo Testamento. In san
Pao- lo vi sono circa trenta testi trinitari. I vangeli
poi contengono copiosamente la stessa dottrina. Tutti i veri
cristiani credono in questa dottrina, che deve dirsi biblica al di
là d'ogni possibile dubbio .
-
I tdG negano questa dottrina biblica e
perciò, com'è loro uso, ignorano numerosi testi biblici tri- nitari
oppure cercano di distruggerne il contenuto mediante manipolazioni
arbitrarie e settarie della Parola di Dio. Essi puntano le loro armi
soprattutto nel negare la divinità del Figlio e la
personalità dello Spirito Santo.
-
Abbiamo riportato precedentemente
alcuni testi riguardanti la divinità del Figlio (cfr.
pp. 27-33); diamo ora alcuni esempi di differenze riguardanti
soprattutto lo Spirito Santo.
-
-
Esempi di differenze
-
BIBBIA DEI CRISTIANI
-
1)
2 Corinzi 13, 13
- La
grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la
comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (CEI, BIB, BJ,
BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
2 Corinzi 13, 14
-
L'immeritata benignità del Signore
Gesù Cristo e l'amore di Dio e la partecipazione nello
spirito santo siano con tutti voi.
-
-
a)
A differenza della Bibbia di tutti i cristiani
la Traduzione del Nuovo Mondo scrive sempre
spirito santo (con lettera minuscola). Ciò facendo, i tdG
vogliono mettere in evidenza che lo Spirito Santo non è una persona,
vale a dire Qualcuno che pensa e vuole (ama), ma “una
forza attiva non intelligente”, come è scritto nella Torre
di Guardia del 15-4-1972, p. 244.
-
Alcune volte, per giustificare questo
loro comportamento, i geovisti dicono che nei testi originali non vi
sono né maiuscole né minuscole. Ciononostante, essi non hanno
difficoltà a scrivere Satana, lo spirito del male, con lettera
maiuscola (cfr. At- ti 5, 3).
-
b) Un'altra differenza nel testo
paolino su riportato consiste nell'aver cambiato l'originale greco,
che ha dello e non nello Spirito Santo. Con questa
astuta manovra i geovisti intendono insinuare che lo Spirito Santo
non è una Persona divina, che va messa allo stesso livello del Padre
e del Figlio come dice chiaramente san Paolo, ma piuttosto qualcosa
di impersonale (un po' di energia), di cui partecipano i destinatari
della lettera. Si tratta evidentemente di un altro grosso
falso geovista.
-
-
2)
Giovanni 14, 26
- Ma
il Consolatore (Paràclito), lo Spirito Santo
che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa (CEI,
BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
Giovanni 14,26
-
-
Ma il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio
nome, egli vi insegnerà ogni cosa.
-
-
-
3) Giovanni 15, 26
-
Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal
Padre, lo Spirito di verità, che procede dal Padre (CEI,
BIB, B.T, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
-
-
Giovanni 15. 26
-
Quando sarà arrivato il soccorritore, che io vi manderò
dal Padre, lo spirito di verità, che procede dal Padre.
-
-
4) Atti 5, 3
- Ma
Pietro gli disse: “Ananìa, perché mai satana si è così
impossessato del tuo cuore che hai mentito allo Spirito
Santo? (CEI, BIB, BJ, BC NEP, PC, Rv, PdS,).
-
-
Atti 5, 3
- Ma
Pietro gli disse: “Ananìa, perché Satana ti ha
imbaldanzito da fare il falso allo spirito santo?”.
-
-
Osservazione:
-
In tutti questi testi biblici lo
Spirito Santo indica una Persona perché insegna, rende
testimonian- za, consola; l'uomo mente allo Spirito Santo. I tdG,
dovendo negare a ogni costo la sua personalità, ne fanno una specie
di carro-grù che soccorre un malcapitato automobilista.
Perciò scrivono sempre spìrito santo (lettera minuscola).
- Dio vuol tutti salvi
-
I tdG intendono la salvezza dell'uomo
in modo estremamente settario: per sfuggire allo stroncamento eterno
bisogna far parte della loro setta. Solo la tessera geovista
autorizza a entrare in una terra paradisiaca. Poiché gli aderenti
alla setta sono piuttosto pochini (circa tre milioni e mezzo in una
popolazione mondiale che supera i cinque miliardi! e d'altra parte
la fine è imminente, bisogna salvare la faccia e dimostrare che è
volontà di Geova (non di Dio!) destinare alla salvezza solo pochini.
A tal fine corrompono la Bibbia.
-
Ecco qualche esempio.
-
-
Esempi di differenze
-
BIIBBIA DEI CRISTIANI
-
-
1) Matteo 28, 19
-
Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo (CEI, BIB, BJ, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
Matteo 28,19
-
Andate dunque e fate discepoli di persone,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spi-
rito santo.
-
-
Osservazione:
-
Il testo originale
greco, quello scritto da san Matteo, dice: panta
(= tutte) ta (= le) ethnè
nazioni o genti o popoli). La frase biblica va presa in
senso assoluto. Dio non esclude nessuno dalla salvezza.
Egli vuole tutti salvi. Se qualcuno non ottiene la salvezza, è da
attribuirsi unicamente alla sua scelta, non a una positiva
esclusione da parte di Dio.
-
Non così per i tdG. Dio (o piuttosto
Geova) vorrebbe salvi solo alcuni, cioè di persone. La
frase biblica, che ha senso assoluto, universale, è tradotta in modo
da avere un senso restrittivo, partitivo. Ma ancora una volta si
tratta di un grosso falso geovista.
-
-
2) Giovanni 12, 32
-
Quanto a me, allorché sarò innalzato da terra tutti
attirerò a me.
-
-
Giovanni 12, 32
-
- E
io, se sarò innalzato dalla terra, attirerò a me uomini di
ogni sorta.
-
-
3) 1 Timoteo 2, 4
- Il
quale (Dio) vuole che tutti gli uomini si salvino e
arrivino alla conoscenza della verità (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS,
NEP, PC).
-
1
Timoteo 2, 4
- Il
quale vuole che ogni sorta di uomini siano salvati
e vengano all'accurata conoscenza della verità.
-
-
Osservazione: Il testo
originale greco sia in san Giovanni che in san Paolo dice: pantas
(= tutti), tous (= gli),
2nthròpous (= uomini). Solo in virtù della grammatica,
sia le parole di Gesù in Giovanni 12, 32 sia quelle di san Paolo (1
Timoteo 2, 4) devono essere prese in senso assoluto.
Esse indicano che Dio vuole tutti salvi, non esclude
nessuno e vuole che tutti arrivino alla conoscenza della verità.
-
I tdG corrompono la Parola di Dio per
fare intendere che sarebbe volontà di Dio salvare solo persone di
diversa sorta, di differente tipo, ma non
tutti. Infatti il tempo è assai breve perché tutti
siano convertiti al geovismo, passaggio obbligatorio Per la salvezza.
Ma questa può essere la volontà di Geova non del Dio
della Bibbia, Padre di tutti indistintamente, senza
prefabbricate discriminazioni. Il Dio della Bibbia non ha fretta,
come ce l'ha il Geova della Torre di Guardia.
- Anima - I
-
I tdG negano l'immortalità dell'anima,
ossia la Sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte.
Con la morte l'uomo farebbe la stessa fine delle bestie, Per esempio
del cane.
-
Per dare a questo gravissimo errore
una certa credibilità su base biblica equivocano sulla parola anima,
ed insegnano che l'uomo, l'asino, il bue, la pecora ecc. sono tutte
anime viventi.
-
L'inganno geovista si può facilmente
mettere a nudo precisando il significato o significati di due parole
bibliche: nefesc (ebraico) e psychè (greco) e
determinando, con piena fedeltà alla Parola di Dio, quale deve
essere la loro esatta traduzione nella lingua italiana.
-
Soffermiamoci prima sulla parola
nefesc, che ricorre nell'Antico Testamento.
-
Il nefesc
non significa anima come noi comunemente la
intendiamo, ossia la componente spiritua- le e immortale dell'uomo.
Nefesc vuol dire essere vivente in genere,
oppure vita in genere, di qualunque specie. Nel caso che si
riferisca all'essere vivente o vita dell'uomo, il
nefesc va tradotto in modo molto appropriato con la
parola persona.
-
Tradurre nefesc con la
parola anima è molto ambiguo e si presta a gravi errori. Questo
appunto vogliono e questo fanno i tdG. Per questa falsa traduzione
la Bibbia dei geovisti differisce essenzialmente da quella dei
cristiani.
-
-
Esempi di differenze
-
-
BIBBIA DEI CRISTIANI
-
1) Genesi 1, 20-24
- Dio
disse: “Le acque brulichino di esseri viventi (nefesc)
e uccelli volino sopra la terra...”. Dio creò i grandi mostri marini.
Dio disse: “La terra produca esseri viventi (nefesc)
secondo la loro specie: bestiame, rettili, e bestie selvatiche” (CEI,
BIB, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
-
BIBBIA DEI tdG
-
Genesi 1, 20-24
- E
Dio proseguì dicendo: “Brulichino le acque di un brulichìo di anime
viventi (nefese) e creature volatili volino sopra la
terra (...)”. E Dio creava i grandi mostri marini (
... ). Dio proseguì dicendo: “Produca la terra anime
viventi (nefesc) secondo la loro specie ...”.
-
-
Osservazione:
-
Nel testo di Genesi 1,
20-24 l'autore sacro racconta la creazione degli animali sia
terrestri sia volatili e marini: uccelli, rettili, pesci ecc. La
parola ebraica corrispondente per animale in genere è
nefesc.. I tdG traducono questa parola nefese con
anima vivente. Nella lingua italiana la parola anima
non ha mai il significato di animale. La traduzione geovista è
perciò sbagliata linguisticamente, perché - ripetiamo - anima in
italiano non significa mai animale. Al limite, si può
dire che l'animale ha un' anima sensitiva, vale a dire
un principio vitale non intelligente. Ma non si può dire che è
un'anima.
-
Ma per i tdG dire che “gli animali
inferiori all'uomo sono anime o hanno anima”
è la stessa cosa '. Per loro il verbo essere e
avere hanno lo stesso significato. lo posso dire: il cane ha lo
stomaco ed è lo stomaco, e simili nonsense.
-
-
3)
Genesi 2, 7
-
Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò
nelle radici un alito di vita e l'uomo divenne un essere
vivente (nefese) (CEI, BJ, BC, SG, Rv, PC) 21.
-
-
Genesi 2, 7
- E
Geova Dio formava l'uomo dalla polvere della terra e gli soffiava
nelle narici l'alito della vita, e l'uomo divenne un'anima
vivente.
-
-
Osservazioni.
-
a)
Dal racconto biblico appare
chiaro che ciò che dà vita alla materia plasmata da Dio è un alito
divino immesso direttamente da Dio. Il risultato
di questa operazione divina è un nefesc
umano. E' una persona, cioè un essere vivente, che ragiona, pensa,
vuole, è libero e responsabile. Ciò che costituisce la persona è
l'intelletto e la volontà, non il cervello con le sue cellule. Anche
la scirnmia ha cervello e cellule, eppure non ragiona, non è
responsabile, vive d'istinti.
-
b) I tdG negano tanta bellezza biblica
e umana.
-
Essi fanno dell'uomo un
essere vivente come le bestie. Perciò traducono il
nefesc umano come tráducono il nefesc animale:
anima vivente (come nel racconto della creazione degli
animali). Ciò facendo, si aprono la via per affermare che la fine
dell'uomo è come quella delle bestie. il loro equivoco può essere
espresso nel modo seguente: Il nefesc è l'anima; ma il
nefesc muore; dunque l'anima muore.
-
c) La verità è che il nefesc
non è l'anima. Il nefesc umano è una persona (=
polvere plasmata più alito divino). Quando muore il nelesc
umano, cioè la persona, non ne segue che muore
l'anima, ossia lo spirito o alito divino, che dà vita alla polvere
plasmata da Dio. La morte del nefesc umano indica che
la persona cessa di vivere, giunge cioè alla fine della
vita presente. La Bibbia sia nell'Antico che nel nuovo
Testamento dà ampia testimonianza sulla sopravvivenza della
persona subito dopo la morte.
-
-
Esempi di differenze
-
BIBBIA DEI CRISTIANI e poi BIBBIA DEI tdG
-
1)
Genesi 17, 14
-
Il maschio (nefesc = una
persona) non circonciso (... ) sia eliminato dal suo
popolo (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, SG, NEP, PC).
-
-
Genesi 17, 14
- E
il maschio incirconciso ( ... ), quell'anima nefesc) deve essere
stroncata dal suo popolo.
-
-
-
2)
Numeri 31, 19
-
Chiunque ha ucciso qualcuno (nefesc = persona) (... )
si purifichi... (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS,
NEP, PC).
-
Numeri 31, 19
-
Ognuno che ha ucciso un'anima (nefesc) (... ) vi dovreste purificare.
-
-
3)
Giosuè 10, 35
- In
quel giorno (...) votarono allo sterminio (...) ogni essere
vivente (nefese = persone e animali) che era in essa (CEI, BIB,
BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
Giosuè 10, 35
- E
in quel giorno votarono ogni anima (nefesc) che era in essa alla
distruzione.
-
-
Particolare uso, cioè abuso,
fanno i tdG del seguente testo di Ezechiele:
-
4) Ezechiele 18, 4.20
-
Ecco, tutte le vite (nefesc = persona) sono mie: la
vita (nefesc) del padre e quella del figlio è mia:
chi (nefesc = la persona) pecca morirà ( ... )
Colui (nefesc = persona) che ha peccato e non altri deve morire
(CEI, SG, BJ, BC, PdS, NEP).
-
-
Ezechiele 18, 4.20
-
Ecco tutte le anime (nefesc) appartengono a me. Come
l'anima (nefesc) del padre così l'anima (nefese) del figlio. L'anima
(nefese) che pecca essa morrà.
-
-
Osservazioni:
-
a) L'equivoco, cioè
l'inganno geovista, consiste nel tradurre la parola ebraica nefesc
con la parola italiana anima, per
aggiungere poi che l'anima muore, sarà distrutta, stroncata. Questo
modo di esprimersi, oltre ad essere contrario alla Bibbia, crea una
confusione (voluta dai dirigenti della setta), tra la morte della
persona (fine della vita terrena) e morte dell'anima (nessuna
sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte).
-
b) I tdG fanno un abuso particolare,
come abbiamo detto, delle parole di Dio in Ezechiele 18, 4.20. Il
messaggio del profeta è che Dio punirà con la privazione
della vita presente, ossia con la morte, colui che pecca, non
suo figlio o un lontano discendente. E' la dottrina della
responsabilità e retribuzione personale. Si ricordi che per gli
Ebrei la morte come la malattia erano considerate effetto del
peccato. Il testo di Ezechiele non si pronunzia in nessun modo circa
la sorte dell'uomo dopo la morte, né per affermare né
per negare la sua sopravvivenza.
- Anima - 2
-
L'inganno geovista per dare
un'apparenza di verità al loro gravissimo errore, vale a dire alla
negazione della sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte,
continua ancora nell'uso che i tdG fanno del Nuovo
Testamento.
-
L'inganno dei tdG consiste
nell'equivocare sulla parola psychè.
-
La parola greca psychè ha
nella Bibbia due significati. Alcune volte corrisponde all'ebraico
nefesc e significa essere vivente; quindi,
secondo il contesto, equivale a vita, persona, animale,
oppure ai pronomi corrispondenti: essa, egli, esso ecc.
Altre volte psychè indica l'anima nel senso di
vita immortale, di componente spirituale dell'uomo, che
sopravvive alla morte del corpo (cfr. Apocalisse 6,9).
-
Nel primo caso è inesatto tradurre
psyché i con la parola italiana anima perché si presta facilmente ad
equivoci. Questo appunto fanno i tdG per confondere le idee e
insinuare l'errore.
-
-
Esempi di differenze
-
BIBBIA DEI CRISTIANI
-
1)
Luca 6, 6-11
- Ora
c'era là un uomo, che aveva la mano inaridita (...). Gesù disse.
Domando a voi: E' lecito in giorno di
sabato (…) salvare una vita (psychè) o perderla? (CEI, BIB, BC, BI,
SG, Rv, PdG, NEP, PC).
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
Luca 6, 6-11
- E
vi era presente un uomo la cui mano destra era secca (...). Gesù
disse loro: lo vi chiedo: E' lecito di sabato (...) salvare o
distruggere un'anima? (psychè).
-
-
Osservazione:
-
E' chiaro che Gesù
intende salvare cioè guarire un uomo, dare
la salute fìsica a una vita umana. Non vi è il minimo cenno alla
salvezza o distruzione dell'anima, ossia alla sopravvivenza o meno
l'uomo subito dopo, la morte. I geovisti, con una traduzione errata
e radicalmente diversa da quella che dà la Bibbia dei cristiani,
insinuano che l'anima può essere
distrutta.
-
-
2) Atti 3, 23
-
E chiunque (psychè) non
ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al
popolo (CEI, BS, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
-
-
Atti 3, 23
- In
realtà, (psychè) ogni anima che non ascolterà quel Profeta, sarà
completamente distrutta di fra il
popolo.
-
-
Osservazione:
-
La Bibbia qui neppure
lontanamente insegna lo stroncamento eterno, ossia la distruzione
completa dell'uomo, il suo ritorno nella non-esistenza, come insinua
la traduzione errata della Bibbia geovista. Qui si parla unicamente
della sorte di un israelita (di un uomo), che non avesse voluto
ascoltare la voce del Profeta. Egli poteva essere escluso dal popolo
di Dio e anche ucciso.
-
Se la Bibbia dell'Istituto Biblico
traduce anima, la parola anima vuol dire persona com'è
stato spie- gato nella nota .
-
2)
Apocalisse 8, 9 e 16, 3
-
- E un terzo delle creature che
vivono (psychai) nel mare morì (8,9). E perì ogni essere vivente (psychè)
che era nel mare (16,3) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
- Rivelazione 8,9
e 16,3
-
- E un terzo delle creature che sono
nel mare e che hanno anima morì (8,9). E ogni anima (psychè) morì,
sì, le cose del mare (16,3).
-
-
Osservazione:
-
Nell'uno e nell'altro
testo si parla di pesci o animali
marini, cioè di esseri viventi della specie animale,
non di anime. Per i geovisti non vi è differenza
essenziale o di natura tra l'uomo e la bestia. Tutti son anime
viventi. Sprezzanti di ogni proprietà di linguaggio i tdG chiamano
anime i pesci per poter dimostrare (a chi?) che l'anima umana muore
come muoiono gli animali marini. Dio ha fatto l'uomo a sua immagine
e somiglianza (Genesi 1, 27); i tdG lo fanno a immagine e
somiglianza delle bestie.
- La sorte del buon ladrone (Lc. 23,
43)
- In
tema di sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte i tdG, per dare
una base biblica al loro gravissimo errore, corrompono le consolanti
parole dette da Gesù al morente ladrone pentito: “lo ti dico: oggi
sarai con me in Paradiso” (Luca 23, 43). L'evidenza dell'immortalità
dell'anima o sopravvivenza dell'uomo alla morte del corpo è talmente
luminosa nelle parole di Gesù che distrugge irrimediabilmente
l'errore geovista. Da qui ogni loro sforzo per oscurare tanta
luminosità.
-
-
BIBBIA BEI CRISTIANI
-
Luca 23, 43
- E
aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli
rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me
in Paradiso (CEI, BIB, BC, B-T, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
Luca 23, 43
- E
proseguì dicendo: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo
regno. Ed egli disse a lui: Veramente ti dico oggi: Sarai
con me in Paradiso.
-
-
Osservazioni:
-
a)
La diversità essenziale consiste nella collocazione della
punteggiatura nelle parole di Cristo al buon ladrone. Se i due punti
(o virgola) vanno posti prima di “oggi” (come deve essere fatto),
il senso chiaro è che Cristo assicura al buon ladrone il Paradiso (o
suo Regno) quello stesso giorno, subito dopo la morte.
Se invece i due punti sono collocati dopo “oggi” (come
fanno i tdG), il senso è che il ladrone quel giorno con la morte
sarebbe tornato nella non-esistenza. Cristo tuttavia gli prometteva
di risuscitarlo (o piuttosto crearlo di nuovo) in un futuro
indeterminato su questa terra paradisiaca.
-
b) Contro la punteggiatura adottata
dai tdG va notato che nel testo critico tanto elogiato
dai geo- visti la punteggiatura è collocata prima di “oggi”.
Malgrado il loro caloroso riconoscimento del testo critico e
l'assicurazione di attenersi fedelmente ad esso (cfr. p. 14), gli
anonimi traduttori della Bibbia geovista si sono discostati in
questo caso dal testo originale (o critico) da cambiare
sostanzialmente l'insegnamento della Bibbia.
-
Al contrario, la Bibbia dei cristiani
mantiene la massima fedeltà alla Parola di Dio. In Luca 23,
43 la punteggiatura va collocata prima, non dopo “oggi”.
Gesù ha detto al buon ladrone: “lo ti dico: oggi sarai con
me in Paradiso”.
-
c) Per giustificare la loro traduzione
corrotta della Bibbia i tdG ricorrono a tanti cavilli e peggio.
Rimane, comunque, il fatto che nel testo di Luca 23, 43 la
Traduzione del Nuovo Mondo è radicalmente diversa dalla Bibbia
dei cristiani.
- Presenza reale
-
Anche nei testi biblici riguardanti la
presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo nella SS.ma Eucaristia
vi è una sostanziale differenza tra la Bibbia dei cristiani e
la Traduzione del Nuovo Mondo.
-
-
Esempi di differenze
-
BIBBIA DEI CRISTIANI
-
1)
Matteo
26, 26-29
- Ora,
mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane (... ) lo spezzò, e lo
diede ai discepoli dicendo: “Pren- dete e mangiate; questo è il mio
corpo”. Poi prese il calice lo diede loro, dicendo:
“Bevetene tutti, perché
questo è il mio sangue, versato per molti, in
remissione dei peccati” (CEI, BIB, BJ, SG, BC, RY, PdS, NEP, PC) .
-
-
BIBBIA DEI tdG
-
Matteo 26, 26-29
-
Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane ( ... ), lo
spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: “Prendete, mangiate.
Questo significa il mio corpo”. E prese il calice (
... ), lo diede loro, dicendo: “Bevetene
voi tutti, poiché questo significa il 'mio
sangue del patto', che deve essere sparso a favore di
molti per il perdono dei peccati”.
-
-
Osservazioni
-
a)
Secondo il testo critico (originale) nelle parole di Gesù vi è
sempre il verbo essere: questo è (greco
estìn). Il verbo essere può avere il senso
simbolico (= significa) quando la frase è generica. Per esempio: Il
seme è (= significa) la Parola di Dio (Luca 8, 1 1). lo
sono la vite (Giovanni 15, 1), cioè la vite è, simbolo della mia
persona. Qualunque seme può essere simbolo o emblema della Parola di
Dio, come qualunque vite può significare Gesù Cristo.
-
b) Non così nel caso del pane e del
vino della Cena del Signore. Gesù dice espressamente'. questo pane
(e non altro) è il mio corpo. E così del vino. Se si trattasse solo
di una presenza simbolica, Gesù avrebbe detto: il pane, ossia
qualunque pane è, cioè significa, il mio corpo. Egli
non ha detto così. Disse quelle parole con riferimento al pane che
teneva nelle mani. E ordinò ai discepoli di ripetere la stessa cosa
con riferimento a un pane e a un vino ben determinati.
-
c) San Paolo era di questo parere
perché ammoniva i fedeli di Corinto a distinguere bene il pane
comune, che consumavano nei loro pasti, dal pane della Santa Cena.
Diceva l'apostolo: “Chi mangia e beve senza riconoscere
(o distinguere) il corpo del Signore, mangia e beve la propria
condanna” (1 Corinzi 11, 29). Diceva pure: “Chiunque in modo indegno
mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e
sangue del Signore” (1 Corinzi 11, 27). Com'è possibile distinguere
il corpo del Signore o essere reo dei corpo e sangue del Signore, se
nel pane e nel vino della Santa Cena non c'è né corpo né sangue del
Signore?
- Rapporti comunitari
-
-
Esempi di differenze
-
Levitico 5, 1-2
- Se
una persona pecca perché nulla dichiara,
benché abbia udito la formula di scongiuro e sia essa stessa
testimone e abbia visto o sappia, sconterà la sua iniquità (CEI,
BIB, BC, BJ, SG, RY, NEP).
-
-
Levitico 5, 1-2 (tdG)
- Ora
nel caso che un'anima pecchi in quanto ha udito una maledizione
pubblica ed è testimone o l'abbia vista o è venuto a saperla,
se non la riferisce, deve rispondere del suo errore.
-
-
Osservazione:
-
Il pensiero dell'autore sacro
è il seguente: se il testimone, cioè colui che ha visto o sappia, è
chia- mato a deporre e nella sua deposizione mentisse, oppure si
sottraesse all'obblìgo di testimoniare, subirà le conseguenze del
suo operato, conforme alla formula letta dal giudice.
-
I tdG fanno dire all'autore sacro: se
qualcuno,' che avesse udito una maledizione pubblica, ossia qualcosa
contro la setta, non la riferisse ai capi, sarà debitamente punito.
In altre parole, il Corpo Direttivo o dirigenti della società
geovista incoraggiano e legittimano la delazione in
base a un travisamento della Bibbia. Siamo in pieno regime
poliziesco.
-
- MI SARETE TESTIMONI (Atti 1, 8)
-
Vi sono segni, e quali, della presenza dell'azione
diabolica? (... ). Potremo
supporre la sua sinistra azione là dove la menzogna si afferma
ipocrita e potente contro la verità evidente (Paolo VI).
-
In pieno accordo di fede e di pensiero
con i provvidenziali opuscoli di P. Tornese - che solo di recente ho
avuto la fortuna di conoscere e di meditare alla luce di una verità
obiettiva e anti-settaria - posso senz'altro affermare che,
finalmente, è stata strappata la maschera completa ai seguaci del
credo di Russell e alle loro vergognose propagande a suon di
versetti.
-
Ero stata sicuramente plagiata, nel
senso che avevo subìto una violenta iniezione di convinci- mento e
di veleno nei confronti della mia vecchia fede, tuttavia la mia
mente non era stata ottenebrata del tutto; infatti, mi ero imposta
autonomia di pensiero e chiarezza di idee in ogni caso, allo scopo
di valutare molto obiettivamente la realtà delle cose senza "attacchi"
esterni o prese di posizione di qualsiasi natura.
-
La mia volontà avrebbe già ceduto, se
non mi fossi convinta di questo: libertà e ponderatezza,
innanzitutto! Ciò non toglie che il mio atteggiamento e la
condizione di cautela volutamente impostami desse chiaro fastidio ai
miei occasionali amici. Appariva fin troppo evidente che non
sopportavano la mia "resistenza" o le mie sincere obiezioni a quanto
da loro martellatomi di continuo a furia di versetti.
-
Non c'era un attimo in cui potessero
farne a meno; i loro limiti sembravano lampanti e innumerevoli,
visto che a qualsiasi replica, domanda o chiarimento da parte mia
facevano sempre uso degli stessi versi, rintracciati a memoria e
declamati ormai meccanicamente da ognuno di loro. Tutto sembrava
squallidamente "standardizzato"; l'uno ripeteva i concetti
dell'altro, facendo persino uso della medesima terminologia e
proprietà lessicale.
-
Non esisteva ragionamento,
discernimento, oculatezza o un minimo di personalità e obiettività
in tutto ciò che andavano asserendo. Tuttavia, allora mi parvero
solo delle impressioni, compreso il fatto che mi piombavano più
volte a casa, all'improvviso, sempre col terrore di vedermi "sfuggire",
e che, quando accadeva di non riuscire a convincermi del tutto,
ritornavano coi "rinforzi" per inculcarmi ancor più tenacemente le
loro dottrine.
-
La mia posizione verso la Chiesa non
era affatto cambiata, ci fosse stata o no la presenza di quelle
strane persone, ragion per cui ero sempre più convinta di voler
cercare la verità senza influenze di nessun tipo. Mi ero ormai
allontanata da tempo dal Cattolicesimo e dalle sue pratiche, che
ritenevo inutili e infruttuose, per cui era stato facile per i tdG,
fieri delle loro conquiste, fare presa sulla mia insicurezza,
sperando in una nuova vittima da arruolare nelle loro schiere.
-
Notai dal primo momento nei loro volti
un'evidente forma di godimento e di orgoglio dinanzi al mio stato di
confusione interiore; ero assillata dalla ricerca della verità, in
lotta con me stessa, in polemica con il mio solito credo e, per
giunta, reduce da una delusione affettiva che mi aveva letteralmente
stroncata. Loro lo sapevano, e gioivano nel potermi aiutare a modo
loro.
-
Quindi, per sete di conoscenza, mi
lasciai guidare allo studio (poi fortunatamente abbandonato per
sempre a metà libro) del volumetto azzurro “La verità che conduce
alla vita eterna”, studio che loro conducevano periodicamente a casa
mia, e all'ascolto domenicale (che io resi tale, anche se i tdG
avrebbero per forza voluto prolungarlo al martedì e al giovedì, i
giorni stabiliti dei loro incontri) nella sala del regno della mia
zona.
-
Uno dei motivi base che mi spinsero
successivamente al rigetto totale della loro presenza e della loro
propaganda fu proprio l'esito della partecipazione a quelle strane
adunanze.
-
Anche lì tutto sembrava stereotipato,
freddo, come qualcosa preso da un medesimo e mai cangiante
meccanismo: le persone, le parole, le riviste, ogni cosa era già
sancita e determinata in partenza, specie gli argomenti e le letture
de “La Torre di Guardia”: eternamente, incessantemente, a ritmo
serrato fino alla nausea, la ripetizione degli stessi concetti,
delle stesse accuse, delle stesse promesse, e tutto innaffiato da
continui strali di odio e maledizioni contro i non seguaci della
setta; la perenne invocazione di giustizia a un dio di morte, un
crudele sanguinario desideroso solo di preservare dalla malvagità e
dalle presunte persecuzioni (ma quali?) i suoi protetti.
-
Non ne potevo sinceramente più di
quella solfa; si partiva da un argomento e si finiva
irrimediabilmente col ribadire la solita storia: premio e "oscar" di
perfezione per loro e punizioni tremende per tutti gli altri.
Stentavo a credere all'esistenza di un dio tanto meschino e razzista;
eppure, la mia Chiesa così tanto contestata non aveva tanta
grettezza mentale!
-
Tra i soliti discorsi propinati nella
sala del regno e quelli martellati nella mia povera mente attraverso
i loro libretti - che mi facevano acquistare di volta in volta -
cominciai a vederci chiaro, e presi a diradare gli incontri.
-
Cominciavo soprattutto a notare
vistosamente le loro eterne contraddizioni, tanto nel comporta-
mento quanto nella pretesa di voler elargire i frutti della verità
ricercati nella loro “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre
Scritture” (che poi, stranamente, non si chiama “Bibbia”, come,
secondo la normale logica cristiana, avrebbe dovuto chiamarsi).
-
C'era un grosso contrasto tra ciò che
dicevano e ciò che realmente facevano: blateravano di “accertarsi di
ogni cosa”, secondo il principio dell'apostolo Paolo, ma in effetti
si appellavano esclusivamente ai loro libretti variopinti, alle
riviste ufficiali della setta “Svegliatevi!” e “La Torre di
Guardia”, e alla loro strana Bibbia dal nome particolare; non mi
consentirono di usare la mia Bibbia Cattolica, pur predicando che la
loro era uguale a tutte le altre - perché “una è la Parola di Dio” -
facendomi subito acquistare una copia della “Traduzione del Nuovo
Mondo” per consentirmi la consultazione e lo studio successivamente
intrapreso a casa mia; predicavano ancora amore e fratellanza, ma,
in mia presenza e nelle loro adunanze, le stangate e le insinuazioni
contro la Chiesa (Babilonia la Grande, secondo il loro punto di
vista) e contro il “presente sistema di cose”, si rivelavano sempre
più asfissianti e obbrobriose; amavano autodefinirsi umili e
cristiani, a differenza di tutti gli altri miseri mortali non tdG,
ma in realtà vedevo che disprezzavano i simili, specie il clero e i
cattolici, considerandoli “ministri e seguaci di Satana” in termini
aprioristici e sconsiderati; sbandieravano altre sentenze e appelli
di amore e bontà universali, ma, nello stesso tempo, con orgoglio e
presunzione a dir poco farisaica, il loro implicito motto ormai
ultraritrito, continuava ad essere lo stesso: “Non avrai altra
religione all'infuori della nostra” e simili.
-
All'epoca non conoscevo ancora gli
stupendi opuscoli di P. Nicola Tornese, un uomo giusto, dalle idee
chiare, preoccupato solo di difendere la verità della Bibbia,
l'unico che abbia saputo sconfiggerli scritturalmente in pieno
confutando ogni loro eresìa. Tuttavia, non ci voleva molto per
rendersi conto della portata dell'inganno!
-
Non solo. Bibbia a parte, odio per la
Chiesa (specie per P. Tornese) a parte, posso affermare senz'altro
che non c'è nulla, in loro, di cristiano: indifferenti verso i
fratelli, ignari del dolore che arrecano agli stessi genitori per il
cinismo con cui conducono la loro squallida vita, insensibili ai
richiami della vita sociale, affettiva, morale, militare e civile
del Paese, insofferenti al lavoro e alla cultura, ancorati con
caparbietà alle loro convinzioni unilaterali grazie all'oppio de “La
Torre di Guardia” e del Corpo Direttivo di Brooklyn, ostili e
rabbiosi verso i simili che non condividono né accettano
passivamente la loro scuola, pieni di odio insano e di calunnie
diffamatrici nei confronti della Chiesa e dei suoi ministri, si
preoccupano soltanto di propagandare quanto più è possibile i frutti
dei dirigenti russelliani da cui sono stati ottimamente eruditi.
-
Credo cattolico o meno a parte, cosa
può esserci di cristiano in un'accozzaglia di concetti morbosi e
antiscritturali - come ci dimostra con tanto amore e saggia
scrupolosità P. Tornese nei suoi opuscoli - come quelli finora
enunciati e da me personalmente sperimentati in virtù dei loro
sofismi asfittici?
-
All'epoca, ero un'accanita
sostenitrice del credo della setta, ma ora, grazie a Dio che me ne
ha dato la forza e a P. Tornese che mi ha successivamente illuminata
con le sue iniziative editoriali - faro della verità biblica contro
i suoi denigratori - me ne sono definitivamente scissa ritrovando la
serenità e la gioia perduta.
-
Difatti, con loro non avrei nemmeno
potuto vivere con una certa serenità di spirito, visto che - e
questo è bene che si sappia, in quanto ho scoperto che è una
valida arma dei tdG contro coloro che intendono sottrarsi
alle loro grinfie o comunque dubitano delle verità da loro elargite
come oro colato - al minimo cenno di tentennamento da parte mia che
non mi decidevo ad accettare “in toto” la loro tortura verbale, mi
avevano inculcato il terrore di Satana e delle sue tremende reazioni
notturne e non, se solo avessi tentato di sfuggire alla infallibile
dottrina geovista.
-
Sembrerà assurdo, ma io vissi sul
serio, grazie alla perfidia e alla malafede di questi lupi rapaci
camuffati da pecore, il terrore mostruoso della presenza di Satana,
a livello inconscio e mentale, anche perché non mancavano di
ribadirmelo ogni volta che potevano.
-
Ora, per fortuna, sono uscita da
quell'incubo, ma so che usano questo e altri infami metodi di
persuasione verso tutti coloro, simpatizzanti e battezzati che siano,
che nutrono perplessità in merito a un credo così volgare e settario.
-
I miei dubbi sono sfumati come nebbia
al sole e la mia pace recuperata.
-
Gli opuscoli di P. Tornese hanno
completato la mia redenzione donandomi fiducia e sicurezza
nell'autentica verità della Bibbia, che ho avuto modo di conoscere e
accettare completamente grazie anche a un linguaggio aperto e
comprensibile. I suoi scritti fanno da luce e da guida a chi
desidera inoltrarsi nella scoperta del vero, senza eufemismi e altre
congetture cavillose; inoltre, esprimono tutta la chiarezza e
l'onestà del vero cristiano che, con la sua completa preparazione di
base ineccepibile in ogni sua angolatura, ci presenta con umiltà la
via della fede.
-
Salerno, giugno 1984
-
Claudia Pastorino
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