-
- REGNO DI DIO e REGNO DI GEOVA
-
-
-
OPUSCOLO N° 14
-
PICCOLA COLLANA
-
-
"I TESTIMONI DI GEOVA"
-
-
Per ricevere gli opuscoli rivolgersi:
-
Padre Nicola Tornese
-
Viale S. Ignazio,
4
-
80131 NAPOLI
tel. 081.545.70.44
-
-
PRIMA PARTE
-
IL REGNO DI DIO
- Il tempo è compiuto (Marco 1, .15)
-
Fin dal suo primo apparire in pubblico
Gesù si presentò come il messaggero dell'atteso Regno di Dio.
-
“Dopo che Giovanni fu messo in carcere,
Gesù venne in Galilea, predicando il Vangelo di Dio e dicendo: "Il
tempo è compiuto e il Regno di Dio è qui; ravvedetevi e credete al
Vangelo” (Marco 1, 14-15, Garofalo).
-
Non era una cosa nuova parlare dei
Regno di Dio. Anche il Battista ne aveva parlato (cfr. Matteo 3, 2).
Nuova era invece l'affermazione di Gesù che diceva: “Il tempo è
compiuto!” che equivaleva a dire: “Il tempo
dell'attesa è finito! Comincia ora quello della presenza del Regno”.
Su questo chiaro annuncio del Maestro facciamo subito due
considerazioni:
-
La prima. Gesù annunziò il compimento
del tempo e la fine dell'attesa senza preoccuparsi di giustificare
la sua affermazione con calcoli numerici. In tutto il Nuovo
Testamento non è mai detto che Cristo o i discepoli si siano dato
pensiero di conteggiare i settant'anni di Geremia (25, 11-14) o le
settanta settimane di Daniele (9, 1-27). Tanto meno Gesù o alcuno
dei suoi discepoli si prese cura di trasformare in giorni e in anni
i setti tempi di Daniele (4, 22) con calcoli artificiosi.
-
La seconda. Senza attardarsi in
speculazioni numeriche Gesù annunziò con autorità (cfr. Luca 4,
32-36) l'inizio del Grande Giubileo o Anno di Grazia, che nel
linguaggio dei profeti indicava l'inizio del Regno di Dio.
-
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha mandato per predicare un Anno di Grazia del
Signore”.
-
Poi arrotolò il volume e cominciò a
dire: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete udita coi
vostri orecchi” (Luca 4, 18-21).
- Il Regno di Dio è qui (Marco 1,
15)
-
Possiamo dunque affermare che con la
venuta di Cristo sulla terra il Regno di Dio cominciò a essere
presente in una forma tutta particolare. Certo Dio ha regnato da
sempre (cfr. Esodo 15, 18; Salmo 9, 8; 10, 16). Ma Cristo ha
inaugurato il Regno di Dio nella sua forma definitiva. 1 vangeli ci
attestano questa presenza del Regno in modo inequivocabile.
-
1 - Analizziamo le parole con cui Gesù
ha dato inizio al suo ministero: “Il tempo è compiuto e il Regno di
Dio è qui” (Marco 1, 15, Garofalo). Con questo annuncio non ha
voluto indicare solo un avvicinarsi, ma una effettiva presenza del
Regno. Se infatti “il tempo è stato compiuto” (testo greco), ne
segue che l'attesa è finita ed è cominciata la presenza della realtà
attesa. Sarebbe un controsenso dire che il tempo dell'attesa è
terminato e che ancora bisogna attendere.
-
Commenta la Bibbia di Salvatore
Garofalo:
-
“Il tempo previsto dai profeti del
Vecchio Testamento è scaduto, ed il Regno di Dio viene per chi,
comprendendo i tempi, accetta la predicazione di Gesù”.
-
Più tardi, in piena vita pubblica,
Gesù interrogato dal farisei: “Quando verrà il Regno di Dio?”,
rispose “Il Regno di Dio è in mezzo a voi” (Luca 17, 21). “In mezzo
a voi” è la traduzione esatta di Luca 17, 21, ed indica una
effettiva presenza del Regno, manifestata anche da segni esteriori .
-
2 - In effetti, Gesù ha dato dei segni
per conoscere la presenza del Regno. Ricordiamone alcuni:
-
a) Racconta
san Matteo:
-
“Giovanni, che era in carcere, avendo
sentito parlare delle opere di Cristo, mandò a dirgli: "Sei tu colui
che deve venire o dobbiamo attendere un altro?". Gesù rispose.
Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete i ciechi
ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti,
i sordi acquistano l'udito, i morti risorgono, ai poveri è
annunciata la Buona Novella” (Matteo 11, 2-6; cfr. Luca 7, 18-23).
-
La risposta di Gesù è un esplicito
richiamo ai segni dati dai profeti come indicativi dell'effettiva
venuta del Regno (cfr. Isaia 26, 19; 29, 18; 35, 5-6; 61, 1). Gesù
compie le opere date come segni dell'apparizione del Regno. Dunque
con lui il Regno di Dio è realmente giunto. Egli darà ai suoi
discepoli il potere di compiere le stesse opere (cfr. Marco 16,
17-18; 1 Corinzi 12, 9-30; Giovanni 14, 12).
-
b) Tra i segni indicati da Gesù vi è
anche la cacciata dei demoni: “Se io scaccio i
demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il Regno di Dio”
(Luca 11, 20; cfr. Matteo 12, 28).
-
La
guarigione degli indemoniati occupava un posto preminente
nell'attività di Gesù (cfr. Marco 1, 32; Matteo 8, 16; Luca 4, 41).
Ciò facendo, Cristo,. “Il più forte”, vinceva “il forte armato”,
cioè il demonio; gli toglieva l'armatura e ne distribuiva le spoglie
(cfr. Marco 3, 27; Matteo 12,29; Luca 11, 21-22). In altre parole,
demoliva il regno di satana, e fondava il Regno di Dio.
-
-
2 -
Poiché il Regno di Dio era una realtà presente, Gesù lo dava a
coloro che erano disposti ad accoglierlo. Nella prima delle
beatitudini Gesù dichiara: “Beati i poveri in spirito perché di essi
è il regno dei cieli” (Matteo 5, 3). Gesù non dice sarà
(al futuro) bensì è (greco estin) al presente. In Luca
6, 20 abbiamo lo stesso verbo al presente (estìn), ma
invece di “Regno dei cieli”, è detto “Regno di Dio”.
-
Chi
sono i poveri in spirito?
-
-
a)
Nella Bibbia poveri ('anawim) sono coloro che non si lasciano
dominare dalle passioni umane, come la sete del
denaro, l'orgoglio, l'odio ecc., non vogliono
cioè essere dominati dal maligno. Al contrario, essi ripongono in
Dio la mente e il cuore, siano prospere o avverse le circostanze
della loro vita. In, altre parole, i poveri sono coloro
che accettano il dono del Regno di Dio e vivono di grande fede in
Lui. Essi attuano la giustizia del Regno. Gesù dunque ha fatto
chiaramente intendere che la realtà dell'unico Regno di Dio poteva
essere recepita e posseduta fin d'allora, dai “poveri”.
-
b) Al
numero dei poveri in senso biblico apparteneva il gruppo dei primi
discepoli di Cristo. Ad essi un giorno il Maestro rivolse queste
parole: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è
piaciuto di darvi il Regno” (Luca 12, 32). Quei primi discepoli
erano ancora pochi a paragone della torma dei lupi che insidiavano
alla loro vita perché seguaci di Cristo. Essi, comunque, non
dovevano temere perché già possedevano il Regno.
- Due errori geovisti
-
1 - L'errore: A parere dei tdG
l'espressione “regno dei cieli” di Matteo 5, 3 indicherebbe la sede
celeste dei 144 mila eletti da Geova, in contrasto con “la terra”,
questa terra, promessa alle altre pecore, come direbbe Matteo 5, 5:
“Beati i miti perché possederanno la terra” (Garofalo).
-
La verità. Si tratta d'una spiegazione
settaria della Parola di Dio. Infatti:
-
a) Chiunque abbia una minima
conoscenza della Bibbia sa che l'espressione “Regno dei cieli”,
usata abitualmente da san Matteo, corrisponde all'espressione “Regno
di Dio”, usata da san Luca (6, 20). E' perciò errato dire che “regno
dei cieli” indica la sede dei privilegiati 144.000 chiamati in cielo
a governare con Cristo.
-
b) Parimenti errata è la spiegazione
geovista di Matteo 5, S. Infatti la parola “miti” corrisponde a
“poveri in spirito” di Matteo 5, 3, ed indica non già “quelli di
indole mite”, come traduce settariamente la Bibbia geovista, ma
coloro i quali, anche se di indole non mite, acquistano la virtù
della mitezza, accettando il Regno di Dio. Si tratta d'una virtù
cristiana, non di un temperamento di natura. A questi miti (o poveri)
è data la stessa ricompensa del Regno di Dio (o dei cieli). Infatti
l'espressione “possederanno la terra” è una citazione del Salmo 31,
11, dove la terra promessa, la Palestina, è figura del regno
messianico.
-
2 - Il secondo errore geovista
riguarda il piccolo gregge (Luca 12, 32). I tdG sono del parere che
“il piccolo gregge” sarebbe la classe dei 144.000.
-
La verità: E' chiaro che si tratta
ancora d'una spiegazione settaria per puntellare l'esistenza d'una
classe di privilegiati aventi diritto al comando e
all'amministrazione dei beni. No! Gesù rivolge
le sue parole e il suo invito a tutti coloro che lo seguivano senza
alcuna discriminazione e senza limite di numero. Anche se allora
erano ancora pochi, sarebbero col tempo cresciuti fino a diventare
milioni, miliardi. A tutti è dato il dono del Regno - dell'unico
Regno di Dio - perché tutti sono chiamati a regnare con Cristo (cfr.
2 Timoteo 2, 12).
- La Nuova Alleanza
-
Quantunque presente e operante fin dal
primo apparire di Gesù sulla terra, il Regno di Dio venne fondato
formalmente negli eventi della Pasqua, dall'Ultima Cena
all'Ascensione del Risorto.
-
1 - E' questo il significato delle
parole dette da Gesù durante la Cena, che precedette la sua cattura:
“Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue, che viene versato
per voi” (Luca 22, 20; cfr. 1 Corinzi 11, 25). Gesù fa qui un chiaro
riferimento ai profeti Geremia (31, 31-34) ed Ezechiele (37, 20-25),
che in tempi assai calamitosi per il regno di Dio dell'Antico Patto
annunciarono la sua futura restaurazione sotto nuova luce: “lo
concluderò un'Alleanza Nuova” (Geremia 31, 31), “un solo Re regnerà
su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno divisi in due
regni” (Ezechiele 37, 22).
-
2 - Gesù ha dato compimento a ciò che
i profeti avevano annunziato, ha istituita la Nuova Alleanza, ha
restaurato il Regno di Dio, in una forma che non avrà fine (cfr.
Luca 1, 32-33; Isaia 9, 6). In effetti, l'Agnello immolato, ossia
Gesù, il Figlio di Dio (cfr. Giovanni 1, 29), dando la sua vita per
la salvezza di tutti, ha riscattato per Dio con il suo sangue
“uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li ha costituiti
per il nostro Dio un Regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra”
(Apocalisse 5, 9-10).
-
Il sacrificio di Cristo sulla croce,
circa duemila anni fa, ha dato inizio effettivo al Regno di Dio,
alla Nuova Alleanza nella sua piena efficienza.
-
3 Fermiamoci a
considerare la figura del Re.
-
a) In virtù della sua morte-sacrificio
Gesù fu costituito Signore e Cristo (= Unto). A dircelo è il primo
degli Apostoli san Pietro che, ripieno della forza dello Spirito
Santo, il giorno di Pentecoste dichiarò pubblicamente:
-
“Sappia con certezza tutta la casa di
Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi
avete crocifisso” (Atti 2, 36).
-
Gesù dunque possedette la Signoria o
Sovranità o Regalità fin dal tempo della sua morte e risurrezione;
fin d'allora egli fu l'Unto, ossia ebbe la investitura regale.
L'unzione era il segno della elezione a re (cfr. 1 Samuele 16, 13).
Il Risorto è Colui in cui fu realizzata la promessa fatta da Dio a
David di un Regno senza fine e senza confini (cfr. 2 Samuele 7, 16;
Isaia 9, 6; Daniele 7, 14).
-
b) San Paolo insegnava la stessa
dottrina. Scrivendo ai cristiani di Filippi dice:
-
“Gesù Cristo, pur essendo di natura
divina umiliò se stesso (... ) fino alla morte di croce. Per questo
Dio l'ha esaltato e gli ha dato un nome che è al
di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio
si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua
proclami che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre” (Filippesi 2,
6-11).
-
Spiegazione:
-
- In perfetta armonia con san Pietro,
l'Apostolo Paolo proclama l'esaltazione di Gesù alla Signoria o
Regalità universale in virtù della sua umiliazione fino alla morte
di croce, in virtù degli eventi pasquali. Fin dalla prima Pasqua
cristiana Gesù è Re o Signore o Sovrano. Perciò san Paolo precisa:
“ogni ginocchio si pieghi” (al presente). Egli non dice
“si piegherà” in un lontano 1914, come fantasticano i tdG.
-
- Fin d'allora ogni creatura
nei cieli, sulla terra e sotto terra deve riconoscere la
Signoria o Regalità di Cristo, piegare il ginocchio davanti a Lui.
Fin d'allora Gesù regna su tutti e su tutto, e non già
su un piccolo gruppo di uomini privilegiati, ossia su gli
appartenenti alla serie A dei 144.000.La regalità
universale di Cristo è già in atto, un fatto compiuto.
Il Signore e Unto non doveva aspettare fino al 1914 per essere
intronizzato Re.
-
4 - Noi possiamo risalire alla
sorgente di questo insegnamento apostolico ricordando le parole che
Gesù disse ai discepoli il giorno dell'Ascensione:
-
“E' stato dato a me ogni potere in
cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le genti” (Matteo
28, 18-19).
-
Precisiamo:
-
a) Gesù ha detto: “E'
stato dato a me” (al passato) e non già
“sarà dato” (al futuro). Egli affermava un fatto già
avvenuto, parlava di una realtà presente e operante.
-
Ha detto pure: “ogni potere”, e non
già parte del potere, ed ha aggiunto: “in cielo e in
terra”.
-
Il giorno dell'Ascensione il Risorto è
già “Signore dei signori e Re dei re” (Apocalisse 17, 14). A Lui
appartiene tutta la regalità del beato e unico Sovrano “il Re dei
regnanti e il Signore dei signori” (1 Timoteo 6, 15).
-
b) In virtù della sua regalità suprema
e universale già in atto, il Risorto dà ordini ai discepoli di
annunziare la Buona Notizia del Regno a tutte le nazioni, ossia a
invitare mediante la predicazione tutte le creature umane, senza
limite di numero, a diventare fin d'allora cittadini effettivi del
Regno.
-
Va perciò rigettata come falsa la
traduzione che i tdG danno del testo di Matteo 28, 19: “Fate
discepoli di persone”. Con questo falso la intellighenzia della
setta vorrebbe far intendere che Gesù limitava il numero dei
beneficiari del Regno a poche decine di migliaia (allora) e a poche
centinaia di migliaia ora, dopo la fatidica data del 1914. Ma si
tratta di una meschina manipolazione della Bibbia. “Dio è più grande
del nostro cuore”. (1 Giovanni 3, 20).
-
5 - La fede degli Apostoli ignorava
queste limitazioni settarie.
-
a) Scrivendo ai Colossesi san Paolo li
esortava a ringraziare il Padre “che ci ha liberati dal potere delle
tenebre e ci ha trasferiti nel Regno del suo Figlio diletto” (1,
12-13). Egli parlava di un fatto compiuto, d'un evento già
realizzato, che riguardava lui e tanti altri pagani e giudei
convertiti al Vangelo. Erano tanti!. L'Apostolo non usava il
contagocce per far entrare nell'unico Regno di Dio, come fanno i tdG,
preoccupati che non sia superato il numero dei fortunati 144.000
destinati al comando.
-
San Paolo parla di un unico Regno, al
quale sono chiamati tutti gli uomini indistintamente, perché tutti
redenti dal suo Sangue. Quest'unico Regno non è strutturato come i
regni della terra. Il Figlio di Dio è l'unico Pastore (cfr.
Apocalisse 7, 17; Giovanni 10, 11) .
-
b) San Giovanni, rivolgendosi a tutti
i fedeli delle sette chiese, augura grazia e pace da Gesù Cristo “il
Principe dei re della terra, che ha fatto di noi un regno di
sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Apocalisse 1, 6). Giovanni, come
san Paolo, afferma che il Regno di Dio è un evento già attuato e
gode di una perfetta unità. Tutti i credenti a cui Giovanni scrive,
formano assieme a lui, il discepolo che Gesù amava, un unico
sacerdozio regale. E' assurdo pensare che tale struttura unitaria
del Regno di Dio sia stata cambiata a beneficio di pochi ambiziosi
come affermano i tdG.
- Che cosa è Il Regno?
-
Ricordiamo anzitutto le parole di Gesù
a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo (...).lo sono re. Per
questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere
testimonianza alla verità. Chiunque è della verità, ascolta la mia
parola” (Giovanni 18, 36-37).
-
1 - Il Regno di Dio non è dunque un
reame, vale a dire un luogo o estensione geografica, grande sia pure
quanto la terra. Nel Regno di Dio lo spazio materiale è quello che
meno conta.
-
E neppure è il Regno di Dio un governo
mondiale fondato con la forza di eserciti terrestri o celesti, e
guidato da rappresentanti di un dio tiranno e vendicativo, pronti a
imporre dispoticamente il loro giogo e a condannare a morte - alla
distruzione eterna - chiunque si rifiutasse di accettare la loro
tirannia. Questo lo insegnano i tdG.
-
2 - Il Regno di Dio consiste
essenzialmente nel dominio di Dio nella mente e nel
cuore dell'uomo, che l'accetta liberamente, senza coercizione alcuna,
senza il terrore di Armaghedòn, solo per convinzione e per amore di
Cristo che ci ha amato per primo fino a morire per noi (cfr. 2
Corinzi 5,15; Apocalisse 1, 5). Il Regno di Dio è perciò soprattutto
una realtà interiore e spirituale: un convertirsi e credere al
Vangelo (cfr. Marco 1, 15). E' un passare con coraggio dalle tenebre
dell'ignoranza e dell'errore alla luce della verità (cfr. Colossesi
1, 13). In altre parole, Regno di Dio vuol dire ascoltare e seguire
Cristo, senza complessi di paura, Lui che è Via, Verità, Vita (cfr.
Giovanni 14, 6) e che si è presentato all'umanità come Maestro e
modello di bontà con una carica di amore senza pari verso tutti gli
uomini.
-
Dio regna là dove una creatura umana,
sollecitata dallo Spirito, risponde con un sì generoso all'appello
di Cristo: “Chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Giovanni 8,
12). E come Cristo ogni cittadino del suo Regno si metterà al
servizio degli altri, specie degli emarginati e dei sofferenti, non
per sfruttarli settariamente, ma nel pieno rispetto della loro
libertà e della loro personalità. “Vi è più gioia nel dare che nel
ricevere”, diceva Gesù (Atti 20, 35).
-
3 - Non è dunque il Regno di Dio
“questione di cibo e di bevanda” (cfr. Romani 14, 17-19), come
promettono i dirigenti geovisti ai loro creduli
seguaci. Secondo l'insegnamento del cervello della setta geovista
“ci sarà l'adempimento letterale delle parole profetiche di Isaia
25, 6: "E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su
questo monte, un banchetto di piatti ben oleati". Nessuno conoscerà
mai più i dolorosi stimoli e la debolezza della fame”.
-
Tali provvedimenti per i sudditi
terreni saranno presi sul celeste monte Sion, sede del governo del
Regno di Dio
-
Scrisse san Paolo:
-
“Molti, infatti, sono quelli che, come
spesso ve lo dicevo ed ora di nuovo ve lo dico in lacrime, camminano
da nemici della croce di Cristo: loro fine è la
perdizione, loro dio il ventre, e la loro gloria nella propria
vergogna, essi apprezzano solo le cose terrene.
-
Quanto a noi, la nostra patria è in
cielo, donde inoltre aspettiamo quale Salvatore il Signore Gesù
Cristo, il quale trasfigurerà il nostro corpo di
miseria conformandolo al suo corpo di gloria, con la forza per cui
egli può anche sottomettere a sé tutte le cose” (Filippesi 3, 18-21,
Garofalo).
-
Quale differenza tra l'insegnamento
della Bibbia e la propaganda materialista ed edonista de La Torre di
Guardia! Pur dì far seguaci, i tdG fanno appello agli istinti più
bassi dell'uomo: alla gola e al ventre...
- La crescita del Regno
-
II Regno di Dio, ossia il dominio
d'amore che Dio vuol instaurare nei cuori degli
uomini con le sue benefiche risonanze sociali, è senza dubbio
un'opera divina, un dono di Dio. Non sarà certamente imposto con la
violenza d'una propaganda astuta e ingannatrice, e tanto meno da
eserciti terrestri o celesti. Sarà soprattutto opera dello Spirito
Santo, che ispira e incoraggia gli autentici testimoni del Vangelo.
L'annuncio della Parola e la testimonianza della vita provoca la
fede e l'impegno da parte di uomini sinceri e di buona volontà.
-
La Bibbia, dunque, oltre che della
fondazione del Regno di Dio, parla pure di una sua crescita o
dilatazione, nel tempo e nello spazio, su tutta la terra fino alla
fine del mondo, ossia di questo mondo vale a dire fino alla
maturazione finale del Regno, detto pure tempo della mietitura (cfr.
Marco 4, 29).
-
Il Regno di Dio deve perciò passare
attraverso un tempo intermedio, durante il quale il Signore Gesù
porrà sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici (cfr. 1 Corinzi 15,
25), e tutti i popoli della terra - non solo alcune persone -
potranno essere trasferiti dal potere delle tenebre nel Regno del
Figlio del suo amore (cfr. Colossesi 1, 12-13) I nemici del Regno,
che Cristo sottometterà, sono le potenze del male, il demonio e la
morte.
-
Si sol dire che nel Regno di Dio vi è
un già e un non ancora; il passaggio dall'uno all'altro tempo
costituisce la crescita del Regno di Dio.
-
La crescita del Regno è insegnata
soprattutto nelle parabole.
-
1 - “Il Regno dei cieli si può
paragonare a un granello di senape (...), che è il più piccolo di
tutti i semi, ma, una volta cresciuto, diventa albero tanto che
vengono gli uccelli del cielo , e si annidano fra i suoi rami” (Matteo
13, 31-32). “Di notte, di giorno il seme germoglia e cresce, come il
seminatore non lo sa (...). Quando il frutto è pronto, subito si
mette mano alla falce, perché è venuta l'ora della mietitura” (Marco
4, 26-29).
-
2 - “Il Regno dei cieli è simile a una
rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è
piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i
pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla
fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai
buoni e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e
stridore di denti” (Matteo 13, 47-50).
-
3. - “Il Regno di Dio è simile al
lievito che una donna ha preso e nascosto in tre stadia di farina,
finché la massa sia fermentata” (Luca 13, 20).
-
Sotto le varie immagini sapientemente
scelte Gesù fa capire che il Regno di Dio è una realtà soggetta alla
crescita e allo sviluppo in vista d'una piena maturazione e della
mietitura. La crescita è opera di Dio, ma anche dell'uomo come
appare dalla Preghiera insegnata da Gesù.
- Venga Il tuo Regno! (Matteo 6, 10)
-
In effetti, alla luce del chiaro
insegnamento biblico riguardante la crescita del Regno, la do- manda
del Padre Nostro “Venga il tuo Regno!” rivela il suo autentico
significato contro quello sofisticato e settario insegnato dai tdG .
-
Qual è l'autentico significato delle
belle parole di Gesù?
-
In un certo senso il Regno di Dio è
già venuto, in un altro deve ancora venire. Da parte sua Dio ha
fatto (e fa) tutto ciò che è necessario per la realizzazione del
Regno e molti uomini hanno già accettato il dono di Dio e sono in
possesso del Regno. Ma in ogni epoca della storia tanti sono
chiamati a entrare nel Regno, a convertirsi e credere al Vangelo (cfr.
Marco 1, 15).
-
A questo scopo Dio vuole che si
facciano preghiere affinché tutti gli uomini conoscano e accettino
Cristo come unico, Mediatore, ossia siano trasferiti dalle tenebre
dell'errore alla luce della verità (cfr. 1 Timoteo 2, 14-15). La
preghiera prima dell'opera è un dovere per i fedeli discepoli di
Cristo, i quali adempiono a questa chiara volontà di Dio quando
chiedono con fiducia e perseveranza: Venga il tuo Regno!
-
Spiegano i grandi biblisti:
-
“Con Cristo e in Cristo il Regno di
Dio è già venuto sulla terra e tuttavia è lo stesso Gesù che ci
insegna a pregare perché questo Regno venga. In realtà è la potenza
di Dio che instaura il Regno, ma siamo noi a doverlo accogliere, a
riconoscere di fatto la regalità del Signore.
-
Certo, Dio regna anche se gli uomini
non Io vogliono , ma in questo caso sciagurato la sua regalità si
manifesta nel giudizio e nella condanna. Il Signore, però, vuole
regnare per la nostra salvezza, che si realizza quaggiù”.
-
“La petizione Venga il tuo Regno!
esprime il desiderio del cristiano che si realizzi il Regno ogni
giorno di più con la perfezione crescente dei credenti, con la loro
accettazione della volontà di Dio e col loro aumento numerico”.
- Il Regno di Dio e la Chiesa
-
A questo punto dobbiamo rispondere
brevemente a due domande, delle quali una riguarda la Chiesa e
l'altra la società civile nel loro rapporto col Regno di Dio.
-
1 - Chiesa (ekklesìa) vuol dire
assemblea di persone che hanno fatto una determinata scelta e
vogliono impostare la loro vita in un determinato modo.
-
Nel Nuovo Testamento Chiesa è la
comunità dei discepoli di Cristo, di quelle
persone cioè che mediante la fede e il battesimo hanno fatto la
scelta del Regno di Dio e vogliono impostare la loro vita in modo
conforme al Vangelo del Regno. La Chiesa è perciò una comunità di
fede, di carità e di speranza, ma anche un organismo visibile con le
strutture volute da Cristo. che l'ha fondata.
-
La Chiesa non si identifica col Regno
di Dio, anche se coloro che la compongono hanno fatto la scelta del
Regno. E' piuttosto germe e inizio del Regno in quanto i suoi membri
si sforzano di attuare qui in terra l'ideale del Regno tutti protesi
verso la sua piena realizzazione. Possiamo perciò dire che la Chiesa
è in cammino verso la pienezza del Regno e in qualche modo
l'anticipa e lo rivela .
-
2 - In che rapporto sta la Chiesa col
Regno di Dio?
-
Per la sua stessa natura la Chiesa è
strumento o sacramento per la dilatazione del Regno di Dio. Questo
vuol dire che ogni membro della Chiesa in virtù del battesimo, ha il
dovere-diritto di annunciare il Vangelo con la parola e soprattutto
con la testimonianza della vita. E' un dovere-diritto, che viene da
Cristo, non dalla comunità. Il cristiano autentico è responsabile
davanti a Dio di quanto fa o non fa per l'avvento del Regno. Non è
un agente d'una società, che controlla dispoticamente i suoi passi
e le sue parole.
-
Vi sono nella Chiesa legittimi
rappresentanti di Cristo (cfr. Atti 20, 28; 1 Tessalonicesi 5,
12-13); ma essi hanno solo il compito di coordinare il contributo
dei singoli perché Dio vuole che ciascuno concorra al bene comune,
che è la crescita del Regno (cfr. 1 Corinzi 12, 4-11).
-
A tal fine Cristo ha stabilito nella
Chiesa alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come
evangelisti e altri come pastori e maestri (cfr. Efesini 4, 11;
Matteo 18, 18). A Pietro in particolare, il primo dei Dodici (cfr.
Matteo 10, 2), Cristo ha affidato la missione di pascere il suo
gregge (cfr. Giovanni 21, 15-17). E già prima gli aveva detto:
-
“E io ti assicuro che tu sei Pietro e
su di te, come su una pietra, io costruirò la mia Chiesa. E nemmeno
la potenza della morte potrà distruggerla” (Matteo 16, 18).
- Il Regno di Dio e la società
civile
-
1 - Il Regno di Dio non è né sarà mai
un regno di questo mondo (cfr. Giovanni 18, 36).
-
Perché?
-
Perché non è ereditato come avveniva e
come ancora avviene per i regni terreni da dinastie regali, fossero
pure illustri ed antiche come quella di Davide.
-
Perché non ha origine da una
propaganda menzognera o da calcoli ed interessi umani o con la forza
delle armi, fosse pure di legioni di angeli.
-
Perché non si conserva con la
coercizione di una dittatura teocratica, che avesse la pretesa di
disporre, in nome di un dio, della vita e della morte dei suoi
sudditi.
-
Perché non ha come finalità specifica
e diretta la soluzione delle pressanti necessità della vita così
com'è ora sulla terra.
-
2 - Tuttavia il Regno di Dio, durante
il tempo intermedio, prima cioè della sua instaurazione finale, non
comporta una radicale indifferenza a riguardo dell'amministrazione
della cosa pubblica, ossia delle necessità della vita presente,
quali la distribuzione equa dei beni della terra, la pacifica
convivenza degli uomini ecc.
-
Valgano le seguenti considerazioni:
-
a) Il Signore Gesù ha raccomandato ai
suoi discepoli di non preoccuparsi eccessivamente dei bisogni della
vita come il cibo e il vestito: “Cercate prima il Regno di Dio e la
sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo
6, 31-33).
-
b) Il Maestro, comunque, non ha mai
contestato l'autorità civile anche quella di Pilato e di Erode. Ha
distinto l'autorità di Cesare da quella di Dio (cfr. Marco 12, 17),
non l'ha mai condannata. Per Cesare si deve intendere l'apparato
politico-sociale, a cui Dio stesso ha affidato (cfr. Giovanni 19,
11; Romani 13, 1) l'amministrazione della giustizia.
-
c) Coerente con questi principi, Gesù
non ha esitato ad avere rapporti di amicizia coi pubblicani,
strumenti spesso esosi del potere politico, generalmente malvisti
dall'opinione pubblica. Tali rapporti del Maestro avevano lo scopo
di gettare nei loro cuori il seme del Regno; e produssero buoni
frutti anche nel campo sociale. E' il caso del pubblicano Zaccheo (cfr.
Luca 19, 8).
-
D'altra parte Gesù non esitò di usare
un linguaggio critico verso coloro che abusavano del potere: ammonì
Pilato della sua colpa (cfr. Giovanni 19, 11) ed ebbe parole assai
dure per Erode (cfr. Luca 13, 32; 23, 9).
-
d) Non vi è nel Vangelo una sola
parola che proibisca ai discepoli di Cristo, a coloro cioè che hanno
fatto la scelta per il Regno di Dio, di servire nelle strutture
politico-sociali, operando il bene e contribuendo a impedire il
male. Compito del cristiano è quello di inscrivere la legge divina
nella vita della città terrena.
- Tutto sarà sottomesso
-
E' certo, comunque, che la storia
umana si concluderà con la sconfitta delle potenze del male e
l'avvento del Regno di Dio nella sua pienezza:
Gesù.
-
La Bibbia ripete più d'una volta che
tutti i nemici del Regno, ossia le forze ostili a Dio dentro o fuori
dell'uomo, saranno messe sotto i piedi di Cristo in virtù della sua
potenza divina (cfr. Atti 2, 33-35; Ebrei 1, 13 ecc.). San Paolo
espone questa dottrina - della crescita e maturazione del Regno -
nel cap. 15 della Prima Lettera ai Corinzi. Soffermiamoci a fare una
breve analisi a motivo del pessimo uso che delle parole
dell'Apostolo fanno i tdG.
-
Scrisse san Paolo:
-
“Poi sarà la fine, quando egli (Cristo)
consegnerà il Regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni
principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni
finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi (... ).
Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si
deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando
tutto gli sarà sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a
colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti”
(1 Corinzi 15, 24.28).
-
Spiegazione:
-
a) San Paolo vuol mettere in evidenza
che la crescita del Regno, durante il tempo della storia fino alla
sua maturazione, è opera soprattutto del Figlio, l'Uomo-Dio, l'unico
Mediatore tra Dio e l'umanità (cfr. 1 Timoteo 2, 5). Il Risorto “sta
alla destra di Dio e intercede per noi” (Romani, 8, 34; cfr. Ebrei
7, 25). Cristo esercita una forma di governo che possiamo chiamare
militante.
-
Grazie a questa presenza dinamica
dell'Unico Mediatore (cfr. Matteo 28, 20), tutte le forze ostili al
Regno di Dio saranno annientate. Non già mediante l'intervento di
eserciti celesti e terrestri, come vanno blaterando i tdG, ma
mediante la grazia, ossia la luce all'intelligenza e la forza alla
volontà, che il Salvatore del mondo, Cristo Gesù, darà a ogni uomo
che viene in questo mondo (cfr. Giovanni 1, 9). Gesù ha promesso che
quando sarà elevato da terra, attirerà tutti a sé (cfr. Giovanni 12,
32). In questo modo il Regno di Dio raggiungerà la sua piena
maturazione.
-
b) Raggiunto il traguardo, l'opera
mediatrice del Figlio non avrà più ragione di essere. Il Figlio
finirà di militare, ma non di regnare. Tutto allora sarà sottomesso
al dominio di Dio, Uno e Trino. Il Figlio condividerà col Padre la
gloria dei Regno. San Paolo dice questo con la frase: “Anche lui, il
Figlio, sarà sottomesso...”.
-
Queste parole non indicano affatto una
inferiorità del Figlio rispetto al Padre o una sua esclusione dal
Regno, ma solo che il Figlio non farà più opera mediatrice a favore
dell'umanità già redenta, per continuare a condividere col Padre la
gloria del Regno.
-
c) A conferma basta ricordare che,
secondo le, parole dette dall'Angelo a Maria, il Regno del Figlio
“non avrà fine” (Luca 1, 33). In Apocalisse il Risorto dice: “lo ho
vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono”. Il trono
di Dio si identifica col trono dell'Agnello ed unica è l'adorazione
rivolta a chi vi siede sopra (cfr. Apocalisse 22, 3). Per san Paolo
il Regno di Cristo è lo stesso del Regno di Dio (cfr. Efesini 5, 5).
- Poi la fine ... (1 Cor. 15, 24)
-
Nelle parabole del Regno Gesù ha
parlato pure del tempo del raccolto o mietitura (cfr. Marco 4,
26-29). I vangeli poi e le Lettere degli Apostoli ricordano con
insistenza la fine o conclusione della crescita del Regno (cfr. 1
Corinzi 15, 24) e il ritorno del Signore, (cfr. 1 Tessalonicesi 4,
13-18; 2 Tessalonicesi 2, 1-4; 1 Pietro 4, 7, ecc.).
-
Sul tempo della fine o mietitura la
Bibbia ci dà chiari e precisi insegnamenti.
-
1 - Dio ordina che ora, durante il
tempo della crescita, gli uomini si decidano per il Regno, avendo
egli stabilito un giorno in cui l'umanità sarà giudicata con un atto
definitivo (cfr. Atti 17, 30-31). Non vi è Regno Millenario tra la
fine del presente sistema di cose più o meno prossima e una sentenza
divina conclusiva dopo un periodo di Mille Anni (vedi infra).
-
2 - Nella Bibbia il tempo del giudizio
finale è spesso indicato con la parola parusìa (cfr. 1 Corinzi 15,
23; 1 Tessalonicesi 2, 19; 3, 13; 4, 15; 2 Tessalonicesi 2, 1.8).
-
Che cosa significa parusìa?
-
- Letteralmente parusìa vuol dire
presenza, quindi anche arrivo o venuta. Può indicare la presenza o
venuta di uomini (cfr. 1 Corinzi 16, 17; 2 Corinzi 7, 6 ecc.); ma
più spesso è riferita alla presenza o venuta visibile di Cristo alla
fine dei tempi (cfr. 1 Corinzi 15, 23; 1 Tessalonicesi 2, 19; 3, 13;
4, 15 ecc.). Appunto perché presenza visibile, la parusìa è detta
anche manifestazione del Signore (cfr. Tito 2, 13).
-
- Prima della parusìa, durante il
tempo intermedio del Regno, Cristo è stato ed è sempre presente in
modo invisibile sulla terra fin dalla sua Ascensione (Matteo 28,
20). Chiamare parusìa questa presenza invisibile di Cristo non è
esatto. Parusìa significa presenza visibile.
-
3 - I primi discepoli di Cristo
speravano che la parusìa fosse vicina e che alcuni di loro sarebbero
ancora in vita per andare incontro al Signore (cfr. 1 Tessalonicesi
4, 15: 1 Corinzi 15, 51). Memori comunque dell'insegnamento del
Signore (cfr. Marco 13, 12; Matteo 24, 36; 24, 42; 25, 13 ecc.), non
si sono mai abbandonati a calcoli numerici e speculazioni settarie,
indicando tempi di scadenza. Hanno invece esortato solo e sempre
alla vigilanza nell'attesa (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 1-5; 2
Tessalonicesi 2, 1-2; 2 Pietro 3, 3-10) così come aveva fatto il
Maestro (cfr. Matteo 25, 13).
-
4 - Con la parusìa avrà inizio la fase
definitiva ed eterna del Regno di Dio.
-
Che cosa accadra?
-
Vi sarà la risurrezione dei corpi e la
loro trasformazione gloriosa (cfr. Filippesi 3, 21), non a scaglioni
(cfr. 1 Tessalonicesi 4, 16; 1 Corinzi 15, 52) perché per la nuova
umanità non esistono problemi di alloggio o di vettovagliamento.
Infatti, sarà rinnovata tutta la creazione, che “attende con
impazienza la rivelazione dei figli di Dio (...) e nutre la speranza
di essere lei pure liberata. dalla schiavitù della gloria dei figli
di Dio” (Romani 8, 19-21).
-
Saremo giudicati, “quanti fecero il
bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una
risurrezione di condanna” (Giovanni 5 28-29). Criterio di vita o di
condanna sarà il comando divino dell'amore del prossimo (cfr. Matteo
22, 38; Giovanni 13, 34), attuato con le opere verso tutti,
particolarmente verso gli emarginati e i sofferenti (cfr. Matteo 25,
34-40).
-
Poi “nuovi cieli e una nuova terra,
nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2 Pietro 3, 13). Nello
stile biblico l'espressione “nuovi cieli e nuova terra” indica tutta
la creazione rinnovata, senza alcuna artificiosa distinzione tra
cielo quale sede di pochi privilegiati destinati al comando, e
questa terra come abitacolo di alcune centinaia di migliaia di
uomini di Serie B. Nel futuro Regno di Dio saremo tutti uguali come
in un'unica famiglia, che è la famiglia di Dio.
-
-
SECONDA PARTE
-
IL REGNO DI GEOVA
-
-
Ai tdG interessa soprattutto un regno
di Dio su questa terra. Hanno scritto:
-
“Il governo mondiale di cui parliamo è
per noi sulla terra! E' perfettamente adatto alle nostre pressanti
necessità. Sta per assumere la cura di tutte le nostre attività.
Perciò ne parliamo come del nostro prossimo governo mondiale” .
-
Si tratta dunque del loro prossimo
governo mondiale. I geovisti infatti o come governanti o come
governati saranno i soli a beneficiare. Tutti i beni materiali dei
nemici passeranno nelle loro mani , e il governo si prenderà cura di
tutte le attività dei governati, lasciando ad essi il piacere di
vivere all'ombra del fico e della vite.
-
Questo prossimo governo è stato
benignamente preparato da Geova, e sarà seguito - dopo Mille Anni -
da un governo perfetto su questa terra, per sempre. Possiamo perciò
distinguere vari tempi nel governo o regno di Geova, ciascuno con le
sue caratteristiche. Noi esamineremo i singoli tempi e ciò che li
caratterizza, tenendo presente la dottrina biblica sul Regno di Dio
esposta nella Prima Parte e altri insegnamenti biblici. Esporremo
prima l'errore e subito dopo la verità.
-
-
PRIMO TEMPO
-
A - L'errore:
-
1 - Per i tdG il regno di Dio - quello
terreno che a loro interessa - sarebbe nato in cielo nel 1914, come
diremo tra breve più diffusamente. Ma la Bibbia parla chiaramente in
senso contrario là dove afferma in modo inequivocabile che Cristo
cominciò a regnare in cielo e in terra fin dalla sua Ascensione (cfr.
Matteo 28, 18-19; Filippesi 2, 10 ecc.).
-
Per giustificare il loro errore i tdG
minimizzano questa regalità universale di Cristo e gli concedono
solo un piccolo regno spirituale, “che ebbe inizio quaranta giorni
dopo la risurrezione, quando Cristo ascese al cielo”. Allora Gesù
Cristo “non cominciò a regnare sul mondo del genere umano. Non fu
mai un re umano, terrestre. Fu un re spirituale, celeste. Infatti in
Giovanni 18, 36 Gesù ha detto: "Il mio regno non è di questo mondo"”.
-
2 - In attesa dunque di tempi migliori,
“il Principe dei re della terra” (Apocalisse 1, 5), stando in cielo,
dovette accontentarsi d'un piccolo regno spirituale sulla terra,
regnando spiritualmente solo su una congregazione di discepoli
generati dallo spirito .
-
Chi sono costoro?
-
Sono i fortunati “suggellati” (Apocalisse
7, 4; 14, 1), che Geova costituì quale Corpo Direttivo del suo
futuro regno sulla terra. “Tutti i secoli trascorsi (dal 33 dopo
Cristo) hanno permesso a Geova di procedere al trasferimento di
questi approvati discepoli di Gesù Cristo nello spirituale regno del
Figlio del suo amore (Colossesi 1: 13)
-
Quanti sono?
-
Il numero totale completo e chiuso non
può superare i 144.000! Tenendo presente che dopo il 1914 ve ne sono
state diverse decine di migliaia, si deve concludere che durante i
diciannove 'secoli Geova ha proceduto al trasferimento nel regno
spirituale del suo Figlio solo di poche decine di migliaia e anche
meno. La maggior parte di questi (se non tutti) vanno assegnati al
primo secolo Era Cristiana a motivo della grande apostasia avvenuta
alla fine di quel secolo.
-
-
B La verità:
-
1 Il giorno
dell'Ascensione Cristo pronunziò le solenni parole: “Mi è stato dato
ogni potere in cielo e in terra” (Matteo 28, 18). Ora nello stile
biblico cielo e terra equivale a tutto
l'universo (cfr. Genesi 1, 1; Isaia 65, 17 ecc.).
Fin d'allora dunque Gesù Cristo ebbe un potere effettivo
universale, e non limitato a poche decine di migliaia di creature
umane in cielo. Il potere del Risorto, fin d'allora, si estendeva
anche alla terra.
-
Pochi anni dopo san Paolo affermava
che “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e
sotto terra” (Filíppesi 2, 10). Dunque fin d'allora il Risorto era
riconosciuto come Sovrano universale. L'Apostolo dice: si pieghi (al
presente), e: in cielo e in terra, ossia in tutto l'universo.
-
2 - In virtù del suo potere universale,
lo stesso giorno dell'Ascensione, Cristo comandò ai suoi discepoli
di “andare ed ammaestrare tutte le nazioni” (Matteo 28, 19), ossia
di accogliere nel Regno chiunque avesse creduto (cfr. Marco 16, 16)
senza limiti di numero (cfr. pp. 11-14).
-
Il comando del Signore corroborato
dalla sua presenza invisibile e dinamica (cfr. Matteo 28, 20),
ottenne subito grandi risultati. Verso la fine del primo secolo san
Giovanni nell'Apocalisse vedeva nel Regno di Dio “una moltitudine
immensa, che nessuno poteva contare” (Apocalisse 7, 9) .
-
-
SECONDO TEMPO
-
A - L'errore:
-
1 - Verso la fine del primo secolo Era
Cristiana il piccolo regno spirituale di Geova entrò in una grave
crisi. Tutti o quasi tutti i discepoli di Cristo apostatarono dalla
fede, facendo connubio con credenze e pratiche pagane. Le tenebre
ricoprirono la faccia della terra. Geova rimase senza regno!
-
Questo stato di cose tenebroso si
trascinò per circa diciannove secoli, fino cioè alla seconda metà
del secolo XIX, quando sorse il profeta Carlo Russell e con lui
ripresero a spuntare i discepoli rigenerati dallo spirito.
-
-
2 - Fu comunque nel 1914 che si ebbe
in cielo la nascita del regno terreno di Geova. In quell'anno
fatidico in cielo fu proclamato: “Il regno del mondo è divenuto il
regno del nostro Signore e del suo Cristo (Apocalisse 11: 15)”. In
tal modo Gesù Cristo, che mai fu un re umano e terrestre ed aveva
affermato che il suo regno non è di questo mondo (Giovanni 18, 36),
entrò in possesso di un regno terreno a dimensioni mondiali, a cui
aveva diritto. Infatti, quale legittimo discendente di Davide, che
fu un re terreno, Gesù Cristo non poteva ereditare nulla di più di
quanto aveva avuto il suo illustre antenato Davide, cioè un regno
terreno. Non tutto il potere comunque, che appartiene solo a Geova,
ma parte di esso con un ruolo secondario.
-
-
3 - Sulla nascita del regno terreno di
Geova i testimoni si premurano di precisare che, essendo avvenuta in
cielo, fu a noi invisibile, ma noi possiamo essere certi che così è
stato veramente perché ne abbiamo i segni. Quali?
-
a) Perché nel 1914 si compirono i
Tempi dei Gentili (Luca 21, 24) come indica la cronologia biblica
nella profezia dei sette tempi di Daniele (4, 22) .
-
b) Perché nel 1914 ha avuto inizio un
periodo di afflizioni senza precedenti nella storia. Si stava meglio
quando si stava peggio! Il 1914 è stato l'inizio dei dolori come
predice esattamente la Bibbia (Matteo 24, 8; cfr. Timoteo 3, 1-5).
-
-
4 - Con la nascita del regno in cielo
Cristo ha comunicato a essere presente sulla terra benché in modo
invisibile. Ma, ahimé Satana è ancora l'invisibile governante dei
mondo";.
-
-
B - La verità:
-
1 - Notate, prima di tutto, come sia
in stridente contrasto con la Bibbia affermare .che, a di- stanza di
pochi decenni dall'Ascensione, vi sia stata una generale apostasia
dalla fede. Ascendendo al cielo, Cristo aveva promesso ai discepoli
la sua ininterrotta assistenza nell'opera di evangelizzazione (Matteo
28, 20). E' una grave offesa al Signore dire che, malgrado la sua
promessa I'errore abbia in poco tempo oscurata la verità. Tanto più
offensivo in quanto Cristo, ritornato al Padre, ha mandato lo
Spirito Santo - Spirito di verità - affinché
rimanesse sempre coi discepoli (cfr. Giovanni 14, 15), per ricordare
loro quanto aveva detto il Maestro e guidarli alla verità tutta
intera (cfr. Giovanni 14, 26 e 16, 13).
-
Cristo e anche san Paolo avevano sì
preannunciato l'irruzione di lupi rapaci nel gregge dei fedeli (cfr.
Matteo 7, 15; Atti 20, 29; 2 Pietro 2, 1-7 ecc.) come di fatto
avvenne. Ma vi era stata pure la promessa del Figlio di Dio che le
forze ,del male non avrebbero mai prevalso sulla Chiesa, arroccata
su Pietro (cfr. Matteo 16, 16-18).
-
-
2 - Non meno contraria alla Scrittura
è l'affermazione geovista che Cristo abbia cominciato a regnare in
terra nel 1914. La verità è che Cristo, il giorno dell'Ascensione,
poteva esplicitamente affermare di avere “,ogni potere in cielo e in
terra” (Matteo 28. 18). In effetti aveva cominciato a sottomettere
sotto i suoi piedi tutte le forze del male (cfr. 1 Corinzi 15, 25;
Filippesi 2, 10) e fin dal suo tempo Giovanni a buon diritto poteva
chiamare il Cristo glorioso “il Principe dei re della terra” (Apocalisse
1, 5).
-
Alla luce di questo insegnamento
biblico deve dirsi errata e settaria la spiegazione che i tdG danno
di alcuni testi bìblici, che non hanno nessun rapporto con la
fantasiosa data del 1914. Ne diamo una breve analisi:
-
a) In Apocalisse 11, 15 è detto: “E'
avvenuto il regno sul mondo del Signore nostro e del suo Cristo e
regnerà per i secoli dei secoli” (Garofalo). Qui l'autore ispirato,
che scrisse verso la fine del primo secolo Era Cristiana, si è
espresso col verbo al tempo passato., “E' avvenuto il regno sul
mondo”. Egli non ha detto avverrà (al futuro). Giovanni parlava
d'una cosa già avvenuta, e aggiungeva che tale Regno riguardava il
mondo, cioè anche questa terra.
-
Il contesto conferma questa
precisazione. Nel capitolo precedente dell'Apocalisse (cfr. 10, 7) è
detto che “nei giorni in cui il settimo angelo suonerà la tromba
sarà consumato il mistero di Dio”. Ora è proprio il settimo angelo
che proclama in cielo l'annuncio del regno (cfr. Apocalisse 11, 15).
Dunque in quei giorni, ossia nei giorni dell'annuncio, il mistero di
Dio è già compiuto. Il Regno di Dio è una realtà. Infatti, mistero
di Dio indica il piano programmato da Dio per la salvezza dell'uomo
mediante l'effettivo potere regale del Figlio su tutte le cose, in
cielo e in terra (cfr. Efesini 1, 9-10).
-
b) Parimenti settario è l'uso (o
l'abuso) che i tdG fanno di Apocalisse 12, 10-12.
-
Scrisse Giovanni: “E udii una
voce grande nel
cielo che diceva. "Ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il
regno del Dio nostro e l'autorità del suo Cristo, perché è stato
gettato l'accusatore dei fratelli nostri, il quale li accusava
davanti al Dio nostro giorno e notte. Ed essi lo hanno vinto a causa
del sangue dell'agnello e a causa della parola della loro
testimonianza, e non hanno amato l'anima loro fino alla morte.
Perciò rallegratevi, cieli e quanti dimorate in essi! Guai alla
terra e al mare, poiché discese il diavolo a voi, avendo furore
grande, sapendo' che ha poco tempo” (Apocalisse
12, 10-12, Garofalo).
-
Spiegazione:
-
Anche qui come in Apocalisse 11, 15 si
precisa che “ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il regno del
Dio nostro e l'autorità del suo Cristo”. Si tratta perciò di un
fatto già avvenuto, d'una realtà già esistente, non di qualcosa che
deve ancora venire nel futuro.
-
A conferma vale il fatto che in virtù
della presenza del Regno, i martiri hanno vinto le insidie del
maligno, “a causa del sangue dell'Agnello”, vale a dire per la forza
data loro dalla Redenzione del Cristo, fondatore del Regno.
-
E vale pure quanto è detto poco prima
(versi 7-8), che cioè- il dragone, il diavolo, satana, fu sconfitto
nella lotta con Michele: fu sconfitto (nel passato), non sarà
sconfitto (nel futuro). (Cfr. Luca 10, 18). Scaraventato sulla terra
satana potrà fare ancora del male prima di essere incatenato (cfr.
Apocalisse 20, 4). Ma l'autorità del Cristo già in piena efficienza
svuoterà il potere del maligno fino al trionfo finale del bene (cfr.
1 Corinzi 15, 24-28).
-
-
3 - E' assurdo perciò pensare che
quanto è detto in Apocalisse 11, 15 e 12,10 abbia come scopo la
proclamazione di un regno terreno, ereditato da Cristo quale
legittimo discendente di Davide, in un lontano 1914.Se Cristo non
poteva ereditare nulla di più di quanto aveva avuto Davide, il Regno
di Dio e di Cristo sarebbe un regno terreno, avente come confini il
Mar Mediterraneo, l'Egitto, il Mar Morto, il fiume Giordano e a nord
la Siria e il Libano. Quante assurdità (e stupidità) nella
propaganda geovista!
-
E notate inoltre l'acrobazia biblica
dei geovisti. Mentre prima ci hanno detto che Cristo aveva un regno
celeste perché, in base a Giovanni 18, 36, non poteva avere un regno
terreno; ora ci dicono che a partire dal 1914 ottenne un regno
terreno, malgrado Giovanni 18, 36, che dice: “Il mio regno non è di
questo mondo”.
-
Oltre a ciò, l'affermazione che Cristo
abbia avuto un regno terreno perché legittimo discendente di Davide
contrasta con l'autentico insegnamento della Bibbia. Davide chiama
Cristo suo Signore (cfr. Matteo 22, 41-46). Com'è possibile che il
Signore riceva il regno dal servo?
-
-
4 - Che cosa dire dei segni?
-
A parere dei geovisti, i segni della
nascita del regno in cielo nell'autunno del 1914 sarebbero indicati
dai vangeli. Hanno scritto:
-
“Le prove sono dinanzi ai nostri occhi
nelle cose che Gesù preannunciò come "segno" visibile” (Matteo cap.
24 e 25; Marco 13: 3-37; Luca 21: 5-36) 38.
-
Si risponde:
-
a) Nei capitoli di Matteo, Marco e
Luca indicati dai geovisti Gesù preannuncia i segni della
distruzione di Gerusalemme in quella generazione (cfr. Marco 13, 30)
e della sua venuta visibile (parusìa) alla fine del mondo (cfr.
Matteo 24, 3.29-31).
-
In questi testi biblici non vi è il
minimo cenno a una presunta presenza invisibile sulla terra a
cominciare dal 1914.Cristo è stato ed è invisibilmente presente tra
i suoi discepoli sulla terra fin dal giorno della sua Ascensione (cfr.
Matteo 28, 20. Tale presenza invisibile non è mai chiamata parusìa.
-
b) In particolare “i tempi dei pagani”,
di cui in san Luca 21, 24, non hanno nulla che vedere coi “sette
tempi” di Daniele 4, 20-23.Vi è solo somiglianza di linguaggio com'è
d'uso presso gli scrittori biblici del Nuovo Testamento. In san Luca
Gesù si riferisce alla fine di Gerusalemme per opera dei Romani
entro quella generazione: “Gerusalemme sarà calpestata dai pagani
finché i tempi dei pagani siano compiuti” (Luca 21, 24). Questi
“tempi dei pagani” corrispondono al periodo . che intercorre tra la
distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo e la futura
riabilitazione dei Giudei mediante la loro conversione al Vangelo.
Per san Paolo questa era una certezza (cfr. Romani 11, 27).
-
In Daniele invece (4, 20-23) i. “sette
tempi” vanno riferiti alla crisi del regno di Nabucodonosor, privato
del suo potere regale per sette anni. La cronologia biblica non
indica affatto che “i sette tempi” si compirono nel 1914. Si tratta
di una cronologia sofisticata, che si basa su un grossolano abuso di
alcuni dati biblici. L'abbiamo evidenziato nel numero 4 di questa
Collana.
-
Infine, contro il fantasioso uso o
abuso che i tdG fanno sia di Luca 21, 24 sia di Daniele 4, 20-23, vi
è una prova di fatto, realmente visibile agli occhi di tutti:
malgrado la conclamata fine dei “tempi dei gentili” nel 1914, le
nazioni pagane continuano a spadroneggiare, e anche la Chiesa
Cattolica continua a essere creduta e amata da centinaia di milioni
di creature umane.
-
c) Vi è poi un grosso errore di
prospettiva nel discorso geovista dei segni. Nei vangeli di Matteo e
Luca i segni riguardano un evento futuro: con quei segni Gesù
preannunciava la fine di Gerusalemme entro quella generazione (cfr.
Luca 21, 32, Matteo 24, 3; Marco 13, 30) o quella del mondo (cfr.
Matteo 24, 3). Quei segni precedono, non seguono l'avvenimento
preannunciato.
-
Al contrario i geovisti collocano quei
segni dopo l'evento, ossia dopo l'immaginaria proclamazione del
regno di Geova in cielo nel 1914. In pari tempo, sempre col metodo
del doppio gioco, i geovisti usano quei segni anche come prova
dell'imminente fine del presente sistema di cose. Ma la Bibbia non
dice così.
-
d) Né vale dire che nel 1914 vi è
stato solo l'inizio dei dolori. Questo è un sotterfugio e quindi un
abuso della Parola di Dio. In effetti, dicendo Gesù. “Ma tutto
questo è solo l'inizio dei dolori” (Matteo 24, 8), non voleva
indicare una cosa dei passato, ossia la sua presenza invisibile nel
regno già avvenuta. Egli si riferiva al futuro, ossia alla
distruzione di Gerusalemme e alla fine del mondo.
-
L'immagine è presa dai dolori del
parto, ossia dall'ultima fase della gestazione. E' una fase sofferta,
ma indice sicuro d'un evento, che certa- mente avverrà: indice
dunque d'una cosa futura, non. passata. Anche san Paolo usa la
stessa immagine riferendosi alla futura liberazione dalla schiavitù
della corruzione (cfr. Romani 8, 21-22). I dolori sono
provvidenziali perché consigliano a tenersi pronti e a non distrarre
la mente in cose estranee, che potrebbero nuocere all'evento certo
nel futuro.
-
e) Anche l'espressione biblica “ultimi
tempi” (2 Timoteo 3, 1) non ha il significato che ad essa
attribuiscono i tdG. Come abbiamo spiegato altrove diffusamente 40 :
ultimi tempi equivale nella Bibbia a tutto il tempo che intercorre
tra l'instaurazione del Regno mediante l'opera di Cristo sulla terra
e la sua seconda venuta, di cui nessuno conosce “i tempi e i momenti”
(Atti 1, 7: cfr. Matteo 24, 36; Marco 13, 32). E' falso perciò dire
o insinuare che gli ultimi tempi sono quelli iniziati nel 1914.
-
Anche dopo la restaurazione del Regno,
dopo cioè che l'umanità è entrata negli ultimi tempi, continuano
come prima, come sempre, le calamità di ogni genere: terremoti,
guerre, carestie, sollevazioni di popoli, crimini, crudeltà ecc.
C'erano anche ai tempi di Timoteo, altrimenti l'apostolo non
raccomandava a questo suo discepolo di “guardarsi bene da costoro!”
(2 Timoteo 3, 5). E' falso perciò dire che tutte queste cose
avvengono dopo il 1914.
-
I veri cristiani capiscono che Dio ha
permesso e permette tutte queste cose anche dopo la instaurazione
del Regno circa duemila anni fa affinché il cuore dell'uomo non si
appesantisca in gozzoviglie e si addormenti (cfr. Matteo 24, 45-51).
So- no permissioni provvidenziali di Dio e segni di eventi futuri
perché servono a ricordarci che la nostra patria è nei cieli (cfr.
Filippesi 3, 20) e che “non abbiamo quaggiù una città stabile, ma
cerchiamo quella futura” (Ebrei 13, 14).
-
-
5 - In forte contrasto
coll'insegnamento biblico deve dirsi pure l'articolo di fede dei
geovisti secondo cui anche dopo la proclamazione del regno di Geova
nel 1914 “satana continua ad essere l'invisibile governante di
questo mondo”.
-
Il Vangelo parla chiaro in senso
contrario là dove dice che, con l'avvento del Regno, il diavolo è
stato disarmato (cfr. Marco 3, 27; Matteo 12, 29; Luca 11, 21-22).
Cristo poi ha dato ai suoi discepoli il potere di sottomettere i
demoni (cfr. Luca 10, 17; Marco 16, 17; Matteo 10, 8). Infatti la
morte di Cristo ha liberato gli uomini dalla tirannia di satana (cfr.
Giovanni 12, 31; 14, 30; 16, 11 ecc.), il quale può fare ancora del
male (cfr. Matteo 13, 39; Luca 9, 12; 1 Pietro 5, 8), ma il
cristiano può resistere alle sue insidie (cfr. Efesini 6, 11).
Satana è ora come un cane legato a una catena (cfr. Apocalisse 20,
1-3); può abbaiare, ma non mordere se non chi deliberatamente gli si
avvicina. In questo senso è detto “il dio di questo mondo” (2
Corinzi 4, 4).
-
Come tante volte la Scrittura dice,
Cristo Signore, avendo preso possesso del suo Regno, pone
progressivamente sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici (cfr. 1
Corinzi 15, 25). Egli è l'invisibile Governante o Re di questo mondo
e nelle sue mani è il destino dell'umanità (cfr. Apocalisse 5,
9-14), non in quelle del forte disarmato (cfr. Marco 3, 27;
Matteo-12, 29; Luca 11, 11-22).
-
-
TERZO TEMPO
-
A - L'errore:
-
Che cosa avverrà in un futuro non
lontano. Quale aspetto o forma prenderà il regno di Geova?
-
Rispondono i geovisti:
-
1 - Geova porrà fine al presente
sistema di cose, che anche dopo il 1914 ha continuato a essere
malvagio e forse peggio. Geova, Re Guerriero, servendosi di Cristo,
suo fedel maresciallo, annienterà in un bagno di sangue la
cristianità e l'impero della falsa religione come pure ogni
associazione politi- ca. Sarà quel giorno l'ora della vendetta:
Armaghedòn! Tutti in quel giorno piangeranno, eccetto i tdG, poco
più di tre milioni in una popolazione mondiale che supera i cinque
miliardi di creature umane! Per i geovisti sarà un giorno di crudele
tripudio!
-
2 - Dopo l'immane carneficina avrà
inizio il regno dei Mille Anni. Geova primo, e Cristo secondo,
regneranno veramente. Ma, ahimé! anche durante i Mille Anni la terra
vedrà ingiustizie ed afflizioni. Tutto comunque sarà aggiustato per
il meglio.
-
In che modo?
-
Per opera dei suoi legittimi
rappresentanti, che sono naturalmente i suggellati (= i 144.000),
Cristo potrà sanare spiritualmente, mentalmente e fisicamente la
nuova umanità. In parole più chiare, tutti dovranno accettare ciò
che impone la società geovista, conformando la loro condotta agli
ordini dittatoriali del Corpo Direttivo. Chi volesse discutere tali
ordini e ragionare con la propria testa, sarà inesorabilmente
eliminato: subirà la pena di morte e l'eterno annientamento Si deve
ragionevolmente supporre che vi saranno sbirri e boia per eseguire
le condanne a morte dei malcapitati!
-
B La
verità:
-
1 Il Vangelo di
Cristo non conosce un dio guerriero vendicativo qual è il Geova de
La Torre di Guardia. Nulla poi è più contrario alla
volontà di Cristo che un letterale annientamento dell'umanità a
eccezione di pochi, quali sarebbero i privilegiati membri d'una
setta. Quando due discepoli in un eccesso di zelo settario chiesero:
“Signore, vuoi che diciamo che scenda il fuoco e li consumi? Ma Gesù
si voltò e li rimproverò” (Luca 9, 54-55).
-
Difficilmente voi
trovate nei libri della setta geovista le belle parole di Gesù
conservateti da san Luca:
-
“Amate invece i
vostri nemici, fate del bene e prestate senza
sperare nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli
dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Luca
6, 35-36; cfr. Matteo 5, 43-48).
-
Interpretando le parole della Bibbia e
quindi dell'Apocalisse con feroce letteralismo e con indomabile
arbitrarietà, i tdG fanno di Armaghedòn (cfr. Apocalisse 16, 16) il
tempo e il luogo della carneficina universale, esclusi i membri
della set- ta, per opera di un Geova vendicativo.
-
Ma a saper leggere la Bibbia come si
conviene, Armaghedòn non va preso alla lettera. E' invece il simbolo
dello scontro finale tra le forze ostili a Dio e la potenza
salvifica di Cristo. Saranno di- strutte le forze avverse a Dio, non
già i miliardi di creature umane che Dio ha creato e redento per-
ché siano salve e felici nel Regno del Figlio del suo amore (cfr. 1
Timoteo 2, 3-6)11.
-
2 - Il regno dei mille anni. Il feroce
letteralismo nell'interpretare la Bibbia è messo in opera dai tdG
anche nella spiegazione dell'unico testo scritturale dove si parla
del regno dei mille anni 4.
-
“Vidi poi un angelo che scendeva dal
cielo con la chiave dell'abisso e una gran catena in mano. Afferrò
il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo
incatenò per mille anni; lo gettò nell'abisso, ve lo rinchiuse e ne
sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni,
fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto
per un po' di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi
sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei
decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio
(... ). Essi presero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli
altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei
mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che
prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la
seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno
con lui per mille anni” (Apocalisse 20, 1-7).
-
Ed ecco ora la spiegazione:
-
A - Per poter capire bene il pensiero
di san Giovanni non bisogna dimenticare ciò che la Bibbia dice
altrove, come fanno abitualmente i tdG, cadendo così in grossolani
errori e contraddizioni. Nel caso presente bisogna ricordare che la
Bibbia:
-
a) Parla di un giudizio definitivo
subito dopo la morte, dicendo che “è stabilito per gli uomini che
muoiano una sola volta, dopo di che il giudizio” (Ebrei 9, 27). E
che si tratti di una sentenza definitiva è detto inequivocabilrnente
nei vangeli: per Lazzaro povero e il ricco egoista dopo la morte non
c'è più nulla da fare né per meritare né per demeritare (cfr. Luca
16, 19-31). L'uomo raccoglierà i frutti delle sue opere subito dopo
la morte (cfr. Luca 16, 4-9).
-
b) La Bibbia insegna pure che una sola
sarà la conclusione della storia umana, col giudizio pubblico e
universale, nel giorno della risurrezione dei morti. “Verrà l'ora in
cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio e
ne usciranno: quanti fecero il bene, per una risurrezione di vita, e
quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Giovanni 5,
28-29). Gesù non fa cenno a un periodo di Mille Anni tra la
risurrezione e il premio o condanna finale.
-
c) Ripetutamente san Paolo parla di
una sola tenuta (parusìa = presenza visibile) del Signore, davanti
al cui tribunale tutti dobbiamo comparire (ciascuno per ricevere la
ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene
sia in male” (cfr. 2 Corinzi 5, 10; 1 Corinzi 3, 11-15. Egli non era
in attesa di un Regno Millenario, ma “della manifestazione gloriosa
del grande Dio e Salvatore vostro Gesù Cristo” (cfr. Tito 2, 13; cfr.
2 Pie- :ro 3, 10-13).
-
d) Nelle parole di Paolo vi è
l'insegnamento lei Maestro che aveva parlato di una sola sua tenuta
(parusìa) per giudicare definitivamente tutti i popoli della terra (cfr.
Matteo 25, 31-46). I morti di Sodoma e Gomorra (Matteo 10, 15), quel-
li di Tiro e Sidone (cfr. Matteo 11, 22) e quelli di Ninive (cfr.
Matte 12, 11) saranno risuscitati non per una seconda vita su questa
terra, ma per la sentenza pubblica del Giudice dei vivi e dei morti
Apocalisse 2, 23).
-
e) I grandi uomini dell'antichità -
Abramo, Isacco, Giacobbe ecc. - mai hanno nutrito la speranza di
ritornare sulla terra, da cui erano usciti. La loro aspirazione fu
sempre verso una patria migliore, cioè quella celeste (cfr. Ebrei
11, 16).
-
Concludendo diciamo che la Bibbia non
può contraddirsi. Perciò qualsiasi spiegazione del regno dei Mille
Anni che distrugga le chiare verità bibliche ora ricordate va
rigettata. In effetti, la spiegazione letterale dei Mille Anni
distrugge la verità biblica secondo cui il giudizio definitivo
avvenga subito dopo la morte, così pure distrugge la verità. che vi
sia una sola morte (cfr. Ebrei 9, 27). Ed è pure verità biblica che
all'unica parusta o venuta o manifestazione visibile del Signore
Gesù la storia umana avrà la sua conclusione. Il destino dell'uomo
sarà segnato definitivamente (cfr. Matteo 25, 46).
-
B - Qual'è dunque l'esatta spiegazione
di Apocalisse 20, 1-7?
-
a) Tutti gli studiosi della Bibbia
sono unanimi nell'affermare che l'Apocalisse, soprattutto nella sua
seconda parte (dal cap. 4 in poi), è un susseguirsi di visioni
simboliche. L'uso dei numeri, largamente praticato in questo libro,
è perciò simbolico, soprattutto di quei numeri che di loro natura
erano simbolici. A questi appartiene il numero mille, che non indica
perciò un periodo di 10 secoli o mille anni astronomici, ma una
durata lunga e indeterminata.
-
b) Notate ora che san Giovanni parla
di una prima risurrezione e chiama beati e santi coloro i quali
prendono parte a questa prima risurrezione (20, 5-6). Poiché secondo
l'insegnamento biblico sopra ricordato, vi sarà solo una
risurrezione dei morti in senso fisico alla fine del mondo, ne segue
che la prima risurrezione di Apocalisse 20, 5 non deve essere intesa
in senso fisico, ma in senso spirituale, cioè del passaggio dalla
morte del peccato alla vita della nostra amicizia con Dio.
-
Questo è pienamente conforme alla
Scrittura. in effetti, l'idea d'una risurrezione che si avvera già
in questa vita, prima della fine del mondo e prima di un inesistente
Regno Millenario, ricorre con grande risalto in san Paolo. “Per
mezzo del battesimo siamo stati sepolti con Cristo affinché (...)
anche noi vivessimo di vita nuova” (Romani 6, 4-5). “Da morti che
eravamo per le nostre colpe, ci ha rido- nato la vita con Cristo...”
(Efesini 2, 4-6). Anche nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “In
verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede in
colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non è sottomesso a
condanna, ma è passato dalla morte alla vita” (5, 24-26).
-
c) Di questi risuscitati spirituali
san Giovanni dice che fu dato loro il potere di giudicare (Apocalisse
20, 4), che è in armonia con la Scrittura. Gesù infatti aveva detto
agli Apostoli che nella rigenerazione sarebbero seduti su dodici
troni per giudicare le dodici tribù di Israele (cfr. 19, 18; Luca
22, 28-30). La rigenerazione indica il passaggio a una nuova vita e
coincide col tempo dell'avvento del Regno di Dio a cominciare dal
giorno dell'Ascensione San Paolo dice che ai santi, ossia a tutti i
fedeli discepoli di Cristo - a quanti non hanno adorato la bestia né
la sua immagine (Apocalisse 20, 4) - è dato il potere -di giudicare
il mondo (cfr. 1 Corinzi 6, 2).
-
C - Alla luce di questo innegabile
insegnamento biblico i Mille Anni altro non indicano che il tem- po
decorrente d alla instaurazione del Regno,
operata da Cristo Risorto, alla sua seconda venuta alla fine della
storia umana. E' il tempo della Chiesa, lungo e indeterminabile,
indicato simbolicamente col numero Mille in
piena armonia con lo stile dell'Apocalisse.
-
a) Durante questo periodo satana è
legato (Apocalisse 20, 1-2) perché Cristo lo ha disarmato (cfr. Luca
11, 20; Matteo 12, 28-29; Marco 3, 137). Sarà sciolto alla fine dei
tempi, (cfr. Apocalisse 20, 7), come indica anche san Paolo (cfr. 2
Tessalonicesi 2, 3).
-
b) Giovanni parla poi di una seconda
morte, che è in rapporto a una prima morte, cioè a quella fisica o
del corpo. Sì tratta evidentemente della morte spirituale ossia
della tremenda possibilità per l'uomo di separarsi definitivamente
dall'Amore ed essere tormentato giorno e notte per i secoli dei
secoli (cfr. Apocalisse 20, 10).
-
Obiettano i geovisti: Gli antichi
scrittori cristiani interpretavano letteralmente i mille anni.
-
Si risponde:
-
a) Alcuni scrittori dell'antichità
spiegavano letteralmente i mille anni perché, seguendo la mentalità
giudaica, materializzavano il Regno di Dio, come fanno ora i tdG.
Altri scrittori cristiani preferivano l'interpretazione spirituale e
simbolica, che è conforme al Vangelo. Tra questi eccelle
sant'Agostino (La città di Dio cap. XX).
-
b) La Chiesa Cattolica non è obbligata
ad approvare tutte le opinioni degli scrittori e dei teologi. Questi
non fanno autorità, se non quando le loro dottrine sono approvate ed
accettate da coloro che Cristo ha costituito custodi della sua
Parola (cfr. Atti 20, 28; 2 Timoteo 2, 1-2). Solo agli Apostoli
guidati da Pietro e ai loro successori Cristo ha detto: “Tutto
quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo” (Matteo
18, 18; cfr. Matteo 16,-19; Giovanni 21, 15-17). La Chiesa Cattolica
non ha mai fatta sua l'interpretazione letterale dei mille anni.
-
c) Notate infine come i geovisti
rifiutano la dottrina di questi stessi scrittori della Chiesa quando
essi insegnano verità che la setta geovista rinnega, come
l'immortalità dell'anima, la divinità di Gesù Cristo, la SS.ma
Trinità ecc. Due pesi e due misure, com'è loro abitudine!
-
-
QUARTO TEMPO
-
A - L'errore
-
1 - Alla fine del Millennio un'ultima
prova attende la nuova umanità. Satana sarà sciolto dalla sua
prigione e uscirà per sedurre le nazioni (cfr. Apocalisse 20, 7-8).
Il numero di quelli che si lasceranno sviare sarà così indefinito
come i granelli che sono sulla spiaggia del mare. Tutti questi
saranno completamente distrutti. E' questa la seconda morte.
-
La prova suprema, comunque, riguarda
solo gli abitanti della terra, non i 144.000 suggellati, a cui è
stato già assicurato il trono con Cristo nei cieli.
-
2 - Ai terrestri vittoriosi, che
saranno una sparuta minoranza se paragonata ai miliardi di creature
umane finite nel nulla, Geova darà finalmente la vita eterna su
questa terra. Vi sarà l'adempimento letterale della profezia di
Isaia 25, 6: “E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i
popoli su questo monte, un banchetto di piatti ben oleati”.
Passeranno la vita mangiando, bevendo, divertendosi per secoli dei
secoli.
-
B - La verità
-
1 - Certo la Bibbia parla di lotta
finale del male contro il bene, conosciuta come l'azione del-
l'Anticristo: ne parlano i vangeli, san Paolo, san Giovanni,
l'Apocalisse. Ma nessuno può determinare con esattezza chi sia
l'Anticristo, (o gli Anticristi) (cfr. 1 Giovanni 2, 18) né il come
e il quando della sua venuta e della sua azione.
-
2 - E' assolutamente antiscritturale
che coloro i quali si lasceranno sviare dal male siano completamente
distrutti. Secondo la dottrina dì san Paolo non vi è distruzione
eterna. Lo abbiamo di- mostrato nel N. 2 di questa collana.
Affermare il contrario equivale a ripetere l'errore dei pagani ed
atei d'ogni tempo che apre la via al più abietto materialismo (cfr.
1 Corinzi 15, 32-34).
-
3 - Parimenti la Scrittura non conosce
una doppia ricompensa eterna: in cielo per pochi prìvilegiati e
sulla terra per uomini di Serie B. Una sarà la città santa, la nuova
Gerusalemme, che scen- de dal cielo, la dimora di Dio con gli uomini,
ed e1ssi saranno il suo popolo, e Dìo stesso sarà con loro (cfr.
Apocalisse 21, 2-3).
-
-
APPENDICE:
-
UN GROSSO ERRORE
-
-
I tdG ci forniscono alcune cifre
riguardanti il numero dei rigenerati dallo spirito (i santi, gli
unti) dal 1874 ai nostri giorni. Considerando tali cifre, si arriva
alla conclusione che il regno spirituale su cui Cristo avrebbe
esercitato la sua signoria durante il primo secolo Era Cristiana,
contava sì e no circa 30.000 unità. Questo contrasta fortemente con
la Bibbia.
-
1 - I dati geovisti. Dal 1874 fino al
1931 i suggellati sono stati circa 30.000. Dal 1931 al 1939 si
ebbero altri 73.464 tutti santi o unti perché le altre pecore erano
ancora in gestazione. Dopo il 1939 sarebbero spuntate altre poche
migliaia. Nel 1983 ne sarebbero ancora in giro circa 10.000.
Sommando queste cifre si ha un totale di più di 120.000 unità. Se
ora dal numero completo e chiuso dei 144.000 sottraiamo 120.000, ne
segue che durante tutti i secoli trascorsi - dall'ascensione di
Cristo fino al 1874 - Geova avrebbe trasferito nel suo regno
spirituale circa 24.000 suggellati. Di questi la maggior parte
sarebbero vissuti nel primo secolo Era Cristiana. E' una cifra assai
magra, anzi magrissima.
-
2 - I dati della Bibbia. In Atti 2, 41
si parla di circa 3.000 persone venute alla fede; in Atti, 4, 4 di
circa 5.000; in Atti 5, 14 di aumento di uomini e di donne; 6, 7 di
un gran numero di sacerdoti dell'Antico Patto convertiti al Vangelo.
A principio degli anni sessanta san Giacomo poteva dire a san Paolo:
“Fratello, tu osservi quante miriadi (= decine di migliaia) di
convertiti vi siano tra i Giudei e tutti fortemente attaccati alla
legge” (Atti 21, 20 Garofalo) .
-
In quanto ai pagani venuti alla fede,
in Atti 11, 21-24 è detto che un gran numero di elleni (= pagani)
credette e che una folla innumerevole fu condotta al Signore. E poco
oltre, in Atti 16, 5, san Luca informa il lettore che le comunità
crescevano di numero ogni giorno.
-
Ben a ragione san Giovanni, scrivendo
verso la fine del primo secolo, testimoniava di “una moltitudine
immensa, che nessuno poteva contare (...). Tutti stavano davanti al
trono e davanti all'Agnello” (Apocalisse 7. 9), quindi in cielo,
ossia nella parte interna del tempio, non già nel suo esterno, come
vorrebbe far intendere La Torre di Guardia.
-
Ogni onesto lettore può facilmente
dedurre da queste chiare ed inequivocabili testimonianze bibliche
che il Regno di Cristo e di Dio (cfr. Efesini 5, 5) superava di gran
lunga lo sparuto numero di suggellati o santi o unti, che gli
concedono i tdG. Si tratta di un grosso errore (o manovra) geovista
con finalità prettamente settarie.
|