- NICOLA
TORNESE
-
- E'
PROSSIMA
- LA FINE
- DEL MONDO?
-
-
- OPUSCOLO
N° 4
- PICCOLA
COLLANA
-
- "I
TESTIMONI DI GEOVA"
-
- Per ricevere
gli opuscoli rivolgersi:
- Padre Nicola
Tornese
- Viale S.
Ignazio, 4
- 80131 NAPOLI
tel. 081.545.70.44
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PARTE PRIMA
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MA LA BIBBIA NON DICE COSI'
-
- Astuta
propaganda
- La fine del
mondo
o, come essi dicono, del presente sistema di cose
malvagio è un tema assai sfruttato nell'astuta propaganda dei
testimoni di Geova (tdG). Perché?
- Perché
l'annuncio insistente d'una prossima fine è quanto mai adatto
a emozionare la gente incapace di ragionare e d'intendere. Tanto più
che i geovisti assicurano i loro creduli seguaci che dopo la
distruzione di tutti gli altri (e siamo miliardi!), il loro dio
Geova darà ai membri della setta, che saranno i soli a sopravvivere,
una terra ricolma d'ogni ben di Dio e una vita eterna tra danze e
banchetti.
- Pochi anni fa,
La Torre di Guardia, che è la gazzetta ufficiale della setta
e il canale infallibile per conoscere la mente e la volontà di Geova,
annunciava la terribile profezia e la consolante promessa nei
seguenti termini:
-
“Dio non è in pace
con la cristianità. L'attende la distruzione... Dalla fine della
prima guerra mondiale nel 1918, Geova ha fatto una meticolosa
ispezione della cristianità, e fra breve, nel tempo da lui
fissato, le presterà la debita attenzione, come fece con
l'antica Gerusalemme. Allora i suoi fanatici sostenitori, oggi
sicuri di sé, inciamperanno e cadranno nella distruzione. Geova
farà piazza pulita; non ci saranno avanzi o rimanenze. Qualsiasi
cosa materiale Geova abbia permesso loro di acquistare "passerà da
loro" finendo nelle mani dei nemici”.
-
Chi sono questi
nemici dei fanatici sostenitori della cristianità destinata alla
distruzione? Certamente i geovisti! Solo essi sopravviveranno
all'imminente carneficina e nelle loro mani passerà qualsiasi cosa
materiale Geova abbia permesso di acquistare alla distrutta
cristianità. Non vi potrebbe essere linguaggio più chiaro e più
crudele. Alla base della propaganda geovista vi è grande odio contro
chi non è dei loro e promesse di beni materiali per chi
ignorantemente aderisce alla setta.
- Ma che cosa
dice la Bibbia?
-
E' certo, comunque,
che circa il tempo della fine la Bibbia non dice ciò che
dicono i tdG. Le parole e gli scritti dei geovisti sono radicalmente
antiscritturali. Sono pura e semplice propaganda per far
seguaci ingannando i meno accorti. Il numero è denaro. Contro la
propaganda geovista ricordiamo la verità del Vangelo.
-
-
1 - Più volte Gesù
fu richiesto di pronunciarsi su quel tempo - sul giorno
della fine. Mai lo volle fare!
-
“Quanto a quel
giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli
dei cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Marco 13,32;
Matteo 24,36; CEI).
-
Poche ore prima
dell'Ascensione i discepoli ancora una volta interrogano il Risorto
su quel quando.
-
Ma Gesù risponde:
-
“Il Padre con la
sua autorità ha stabilito tempi e momenti che non spetta a voi
conoscere” (Atti 1,7, Garo- falo).
-
No! A nessuna
creatura umana è dato di conoscere né il giorno né l'ora né
i tempi né i momenti della fine. Chi tenta di
conoscerli, chi ha avuto la presunzione di stabilirne l'anno, il
mese e anche i giorni, come hanno fatto più volte i tdG, deve dirsi
meritevole delle parole rivolte da Michele all'angelo ribelle: “Chi
come Dio?”.
-
Gesù invece
insiste solo e sempre sulla necessità di essere preparati per la
venuta del Signore. Sola questo dice la Bibbia:
-
-
“Vegliate, dunque,
perché non sapete in qual giorno verrà il vostro Signore (... )
Perciò, anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà
all'ora che voi non supponete (... ) Il padrone del servo verrà nel
giorno in cui quello non l'aspetta e nell'ora che quello non conosce”
(Matteo 24,42.44.50, Garofalo).
-
-
Gesù inoltre
previde l'abuso e lo sfruttamento che alcuni uomini interessati
avrebbero fatto della Parola di Dio e mise in guardia:
-
-
“Badate a non farvi
ingannare. Molti verranno in nome mio dicendo: " Sono io! " e: " Il
tempo è ormai giunto ". Non li seguite. Ma quando sentirete parlare
di guerre e di sconvolgimento, non vi sgomentate: deve, infatti,
prima accadere questo, ma non è subito la fine” (Luca 21,8-9
Garofato).
-
-
2 - 1 grandi
apostoli Pietro e Paolo non hanno tradito l'insegnamento del loro
Maestro, ma lo hanno trasmesso fedelmente, a differenza di ciò che
fanno oggi i tdG. Gli Apostoli del Signore sono stati fedeli
amministratori (cf. 1 Cor. 4, 2).
-
-
a) In quanto a
Paolo, egli personalmente poté costatare come alcuni falsi cristiani
strumentalizzavano il tema della fine del mondo, spiegando male
alcune sue espressioni (cf. 1 Tessalonicesi 2, 19; 3, 13; 4, 15). Ma
le parole di Paolo esprimevano solo una speranza. Egli infatti aveva
precisato:
-
-
“Per quanto
riguarda il tempo e l'ora, o fratelli, non avete bisogno che ve ne
scriva. Voi stessi sapete perfettamente che il giorno del Signore
viene come un ladro nella notte (... ). Non dormiamo, pertanto, come
gli altri, ma vegliamo e siamo sobri” (1 Tessalonicesi 5,1-2.6,
Garofalo).
-
-
Questo aveva detto
Paolo. Ma alcuni della comunità di Tessalonica, in buona o mala fede,
avevano travisato le sue parole e gli avevano attribuito cose mai da
lui dette o scritte “come se il giorno del Signore fosse imminente”
(2 Tessalonicesi 2, 2). No, Paolo non aveva detto questo. Perciò si
affretta a precisare:
-
-
“Ora vi preghiamo, o fratelli, per quanto riguarda la
venuta del nostro Signore Gesù Cristo e il nostro adunarci con lui,
di non lasciarvi così presto turbare di animo o allarmare: per
qualche rivelazione, qualche detto o qualche lettera a noi
attribuiti, che pretenderebbero come imminente il giorno del
Signore. Nessuno vi' illuda in alcun modo” (2 Tessalonicesi 2,1-3-1
Garofalo).
-
-
Fedele al Maestro,
Paolo aveva solo insistito di stare pronti nell'attesa:
-
-
“Ora dunque, o fratelli, state saldi e seguite
fedelmente le dottrine (greco paradòseis, cioè tradizioni),
che vi abbiamo trasmesse' sia a viva voce che per lettera” (2
Tessalonicesi 2,15, Garofalo).
-
-
b) In modo non
dissimile san Pietro, il primo degli Apostoli. Certamente egli aveva
scritto che “la fine di tutte le cose è vicina” (1 Pietro 4, 7) e,
che bisogna “rendere conto a colui che è pronto :a giudicare i vivi
e i morti” (1 Pietro 4, 5).
-
Ma contro i
beffardi schernitori della promessa san Pietro ammoniva:
-
-
“Una cosa però non
dimenticate, o carissimi: che un giorno solo presso il Signore è
come mille anni e mille anni sono come un solo giorno. Il Signore
non ritarda il compimento della promessa, come pretendono alcuni che
stimano lentezza . Verrà però il giorno del Signore, come un ladro”
(2 Pietro 3,8-10, Garofalo).
-
Il senso è:
davanti a Dio i calcoli dell'uomo non hanno alcun valore. La
cronologia di Dio non è la nostra. Ciò che Dio vuole è la nostra
fedeltà alla sua Parola e il tenerci pronti alla sua venuta
improvvisa, simile a quella del ladro.
- Ne sanno più
del Maestro
-
Non vi poteva
essere maggior chiarezza nella Bibbia a riguardo del tempo della
fine. A nessuno è dato calcolarlo, a nessuno è dato prevederlo,
a nessuno è dato annunciarlo come imminente, come
prossimo.
-
Eppure i testimoni
di Geova hanno l'abilità e l'interesse di confondere le idee,
spiegando la Parola di Dio in modo fantastico e settario.
-
A proposito delle
parole di Gesù: “Quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa”
(Marco 13, 32), i testimoni di Geova hanno scritto:
-
-
“Ma significano
queste parole di Cristo che i servitori di Dio sulla terra non hanno
il modo di determinare a che punto vivono nel corso del
tempo? Non poteva essere così poiché Geova non è un Dio che lasci il
suo popolo all'oscuro. L'ispirato profeta Amos dichiarò: " Il
Signore Geova non farà alcuna cosa a meno che non abbia rivelato la
sua questione confidenziale ai suoi servitori, i profeti" (Amos
3:7). In numerose occasioni Dio fece conoscere in anticipo il
tempo preciso in cui dovevano aver luogo certi avvenimenti” (
Cf. La Torre di Guardia, 15-5-1975, p. 291).
-
-
-
Osservazioni:
- a)Le parole
di Amos non significano affatto che Dio rivela in anticipo il tempo
preciso di certi avvenimenti. Amos si riferiva alla sua missione
profetica e voleva dire che era stato mandato da Dio come profeta e
doveva essere ascoltato. In effetti, sebbene dapprima contestato, fu
poi riconosciuto come profeta ispirato. Amos non annunciò il tempo
preciso della fine.
-
- b) Bisogna
inoltre tener presente che Amos visse ed esercitò la sua missione di
profeta al tempo dell'autentico profetismo in Israele. Egli è
collocato verso la metà dell'VIII secolo a.C. Per fare accettare il
suo messaggio egli ricordava al popolo di allora che Jahve si
serviva di profeti. Non era perciò una cosa strana la sua presenza e
la sua parola, anche se dura alle orecchie dei suoi uditori.
-
-
c)
Questo valeva allora, al tempo in cui “Dio parlava molte volte e in
modi diversi ai padri per mezzo dei profeti” (Ebrei 1, 1). Ma con la
venuta di Cristo la , profezia in senso di nuove rivelazioni
non c'è più. Quanto Dio voleva rivelare, l'ha rivelato per mezzo di
Cristo. Egli è il Profeta (Atti 3, 22). Non vi saranno più
profeti che parlino in nome di Dio indipendentemente da Cristo e
tanto meno in senso diverso da Cristo.
- Flagrante
contraddizione
-
Ed ora notate:
-
-
1 - Le parole
sopra citate col relativo abuso del testo di Amos sono state scritte
dai geovisti nella Torre di Guardia, in data 15 maggio 1975.
-
A quell'epoca la
fine del mondo era annunciata per il 1" ottobre 1975, come
diremo meglio in seguito. Perciò la voce autorevole dei capi
scriveva con orgogliosa sicurezza che “la cronologia biblica addita
il nostro giorno” come quello della fine.
-
Quanto questa
cronologia biblica geovista sia sbagliata lo vedremo nella terza
parte di questo opuscolo . Per ora basta attirare l'attenzione dei
nostri lettori sul fatto che nel maggio 1975 i tdG
affermavano di poter dimostrare con la Bibbia il tempo della fine.
-
2. - Ebbene, la stessa Torre di Guardia, a
distanza di pochi mesi e precisamente il 15 marzo 1976, dopo
che la loro profezia risultò falsa, scrisse quanto segue:
-
-
“La Bibbia non dà
modo di fissare la data e quindi è inutile cercare di indovinare
quando può essere quella data”. E a conferma di questa nuova
posizione, in aperta contraddizione con quella del maggio 1975, i
geovisti ricorrono anche alla Bibbia e precisamente alle parole di
Gesù in Matteo: “Non sapete in quale giorno il Signore verrà” (Matteo
24, 42).
-
Dunque nel
maggio 1975 le parole di Gesù (Marco 13, 32; Matteo 24, 42) non
impedivano ai geovisti di conoscere in anticipo il tempo preciso
della fine. Ma nel marzo 1976, facendo ancora uso della
Bibbia, i geovisti affermano il contrario, vale a dire che la
Bibbia non dà modo di fissare la data e quindi è inutile
cercare d'indovinare...
-
Contraddizioni
flagranti di questo tipo, affermare cioè e negare la stessa cosa
secondo le esigenze d'una propaganda settaria e abusando sempre
della Bibbia, sono numerose sulla bocca e negli scritti dei
testimoni di Geova. Alla base di tale comportamento contraddittorio
vi è l'assenza d'ogni principio morale, un cinico opportunismo.
-
Daremo ora un
breve ma accurato ragguaglio delle false profezie geoviste
riguardanti il tempo della fine.
-
-
- PARTE SECONDA
-
- UN PO' DI
STORIA
- Carlo Taze
Russell
-
Verso l'anno 1870
Carlo T. Russell gettò le basi della futura setta dei tdG. Mediante
La Torre di Guardia, da lui fondata nel 1879, e altri scritti,
cominciò ad annunziare solennemente che la presenza invisibile,
ma attiva, di Cristo sulla terra era cominciata nel 1874 e
sarebbe continuata fino al 1914. Nell'anno poi 1914 Cristo sarebbe
apparso visibilmente per esaltare in cielo tutti e solo gli
amici di Russell, lui compreso naturalmente. Gli altri sarebbero
distrutti per sempre.
-
- “Nell'anno 1914
le nazioni gentili saranno distrutte e scomparirà ciò che Dio chiama
Babilonia e gli uomini chiamano cristianità”
-
-
Riportiamo ciò che
scrisse La Torre di Guardia del 15 febbraio 1975, a pagina
126:
-
-
“Nel, luglio 1879 C. T. Russell cominciò a pubblicare
una nuova rivista religiosa, si chiamò: " Torre di Guardia e Araldo
della presenza di Cristo ". Essa annunciava che la presenza di
Cristo era cominciata nel 1874. Si attendeva che questa invisibile
presenza continuasse sino alla fine dei tempi dei Gentili nel
1914, quando le nazioni sarebbero
state distrutte e
il rimanente della classe della " casta vergine " sarebbe stato
glorificato con lo sposo in cielo.
- Infine, arrivò
quel giorno, il I' ottobre 1914. 1 tempi dei Gentili finirono,
ma la prevista glorificazione celeste della chiesa non si
verificò. Infatti, non si era verificata neppure per il tempo in
cui Russell stesso mori, il 31 otto- bre 1916”.
-
Dunque la
glorificazione celeste della chiesa setta geovista), benché prevista
e solennemente annunziata, non si verificò. Geova mancò
all'appuntamento. La cristianità non fu distrutta, anzi continuò a
crescere in tutti i continenti. Ce lo dicono proprio i tdG, che
hanno scritto: “Dalla fine della prima guerra mondiale la
cristianità ha visto una straordinaria crescita nel numero dei
propri membri”. (La Torre di Guardia, 15-1-19801 p. 19). Ma, a loro
avviso, saremmo tutti corrotti, marci! (cf. 1 Corinzi 5, 12-13;
Giovanni 8, 7; Giacomo 4, 12).
- Scoppiato il primo conflitto mondiale, la Chiesa - la
vera Chiesa di Gesù Cristo - dopo aver fatto ogni tentativo per
impedirlo, non venne meno alla sua missione di pace e di bontà. Al
Papa Santo (Pio X) fu chiesto di benedire le armi, ma egli rispose:
“lo benedico la pace, non la guerra!”. E nel- l'infuriare della
lotta - inutile strage! - Chiesa e Papa (Benedetto XV) si
prodigarono ad alleviare le sofferenze materiali e morali dei popoli
belligeranti. Mai cessarono di patrocinare la causa della pace.
“Vogliono condannarmi al silenzio - disse Papa Benedetto XV -, ma
nessuno potrà impedire al Padre di gridare ai propri figli: pace,
pace, pace!”I.
-
Dunque Carlo Taze Rússell si rivelò falso profeta!
Egli mori durante il primo conflitto mondiale, nel 1916, come
qualsiasi altro mortale, afflitto per la mancata esaltazione al
cielo, e moralmente depresso per vedersi abbandonato dalla maggior
parte di quelli che si considerarono ingannati dalle sue false
predizioni.
- Il successore
di Russell
-
Delusi e
amareggiati molti seguaci di Russell si dispersero, cercando altrove
la verità e la salvezza. Le lampade (= la setta) furono sul punto di
spegnersi. Ma il legale di Russell, Joscph Franklin Rutherford,
riuscì a prendere in mano la direzione dei pochi superstiti e fare
opera di salvataggio. Vi erano interessi di natura economica.
-
Rutherford era
abbastanza astuto ed autoritario. Col suo despotismo fece fuori i
suoi avversari, con l'astuzia reclutò nuovi seguaci. Egli era
convinto che la setta poteva essere salvata e incrementata col
rilancio delle profezie sulla fine del vecchio mondo e l'inizio
prestigioso della nuova umanità. Scrivono i testimoni:
-
-
“All'opera di far discepoli contribuì in quei giorni
una nuova attività di predicazione, ".la campagna dei milioni". Dava
risalto alla distribuzione del libro di 128 pagine Milioni ora
viventi non morranno mai. Il libro s'imperniava su una
conferenza in origine intitolata: " Il mondo è finito, milioni ora
viventi non morranno mai ", pronunciata da J. F. Rutherford a Los
Angeles il 24 febbraio 1918 e pubblicata nel nuovo libro”
.
-
Nel libro si legge:
-
-
“Dal fatto che il vecchio mondo è destinato a cessare
e scomparire per dar luogo all'ordine nuovo, dal fatto che l'anno
1925 segna il momento della risurrezione dei fedeli vincitori
dell'Antico Testamento e l'inizio della Ricapito- lazione, si può
prudentemente arguire che milioni di co- loro che vivono attualmente,
nel 1925 continueranno a restare nel mondo. Fondati sulle premesse
custodite nella parola di Dio, dobbiamo giungere alla conclusione
positiva e inconfutabile (?) che milioni che oggi vivono, non
morranno mai” .
-
-
L'anonimo cronista
di questa storia, anche lui testimone di Geova, continua: a
informarci:
-
-
“L'anno 1925 venne e trascorse. Come classe gli unti
seguaci di Gesù erano ancora sulla terra. Come individui molti di
loro erano scesi nella tomba. I fedeli uomini
i
l'antichità, Abramo, David ed altri, non erano stati risuscitati per
divenire principi della terra...”.
-
Il cronista
continua:
-
-
“Anna MacDonald
ricorda: " Il 1925 fu per molti fratelli un anno triste.
Alcuni di essi inciamparono; le loro speranze s'infransero. Avevano
sperato di vedere alcuni degli 'antichi degni' risuscitati. Invece
di considerarla una ' probabilità', essi la presero come se fosse 'una
certezza', e alcuni si prepararono per attendere la
risurrezione dei propri cari. Personalmente io ricevetti una lettera
dalla sorella che mi aveva portato la verità. Ella mi avvisava che
era sbagliato ciò che mi aveva detto "”.
- E ora
considerate: - Se ciò che aveva detto quella sorella era sbagliato,
come mai aveva potuto portare la verità? Aveva certamente portato
l'errore e la menzogna.
- - Se ciò che
aveva annunciato Rutherford era solo una “probabilità”, come mai si
era espresso con quelle parole già ricordate: , “Dobbiamo giungere
alla conclusione positiva e inconfutabile che milioni che
oggi vivono, non morranno mai?”.
-
A motivo di questo
secondo mancato appuntamento di Geova, “il popolo di Dio (= la
classe dei dirigenti della setta) dovette aggiustare il proprio
pensiero circa l'anno 1925”. In parole più chiare, i russellisti
dovettero ammettere che la profezia di Rutherford era risultata
falsa, e cercare altre vie per illudere e ingannare.
-
Franklin
Rutherford morì di cancro nel 1942. Le promesse da lui lette nella
Parola di Dio non gli assicurarono l'immortalità.
- Il terzo
presidente
- Nathari Knorr,
il terzo presidente, ebbe in mano le sorti della setta per un quarto
di secolo. Fra vivo quando Rutherford fece la inconfutabile
profezia che milioni allora viventi non sarebbero morti iamais.
Ora Nathan Knorr è morto e seppellito da tempo ".
(Nathan Knorr mori
nel giugno 1977. Ma la notizia della sua morte fu data in Italia
dopo quattro mesi, nella Torre di Guardia del l' ottobre
1977, a pagina 591. Di lui ivi è detto: “Ci rallegriamo ancora di
più perché viviamo nel giorno in cui coloro che hanno la
speranza celeste, terminando il loro corso terreno sono mutati in un
momento e destati incorruttibili”. Ci sia permesso osservare che
Nathan Knorr non è stato né, mutato in un momento né destato
incorruttibile. E' morto come tutti gli altri! Il suo corpo
si è, putrefatto nella terra, e Dio ha già pronunciata la sentenza
del suo eterno destino (Ebrei 9, 27)).
-
- Anche Nathan
Knorr, non meno astuto dei suoi predecessori, sfruttò al massimo
il tema “prossima fine del mondo” nel secondo dopoguerra come
Rutherford aveva fatto dopo il primo conflitto mondiale. Sono tempi,
senza dubbio, di grande disorientamento per molte persone e perciò
assai adatti a diffondere le più assurde speranze, trovando sempre
gente che le creda.
- Tra gli
strumenti dell'astuta propaganda di Nathan Knorr va ricordato in
modo particolare il libro che ha per titolo Vita Eterna nella
libertà dei figli di Dio. Il libro non porta nome di autore, è
cioè anonimo, come tutti gli scritti geovisti, ed è stato presentato
come opera della setta il sabato 25 giugno 1966. Non esprime perciò
opinioni private, ma gli insegnamenti ufficiali dei capi.
- Trascriviamo
alcune frasi da codesto libro:
-
“In questo ventesimo secolo è stato fatto uno studio
indipendente che non segue ciecamente qualche tradizionale calcolo
cronologico della cristianità, e lo stampato calcolo del tempo che
risulta da questo studio indipendente indica la data della creazione
dell'uomo come il 4026 a. E. V. (= avanti Era Volgare). Secondo
questa fidata cronologia biblica seimila anni dalla creazione
dell'uomo termineranno nel 1975, e il settimo periodo di
mille anni della storia umana comincerà nell'autunno del 1975 E.V.
(= Era Volgare).
-
- Per capire
questo linguaggio geovista bisogna ricordare che, secondo il loro
insegnamento (non quello della Bibbia), un regno millenario di
Cristo sarebbe inaugurato con la battaglia di Armaghedon (Apocalisse
16, 16). Sempre secondo l'erroneo insegnamento geovista, Cristo,
apparendo visibilmente, distruggerebbe Babilonia la Grande (= la
cristianità) e tutti gli altri popoli della terra; i morti
risorgerebbero, i membri della setta di Serie A sarebbero
esaltati in cielo, mentre quelli di Serie B (le altre pecore)
rimarrebbero vivi e vegeti su questa terra messa completamente a
nuovo.
- Questa grande
svolta dell'umanità è stata dunque profetata da Nathan Knorr per
l'autunno del 1975!
- Come se tanta
chiarezza non bastasse, alla pagina 35 dello stesso libro, la
tabella delle date significative dalla creazione dell'uomo,
preparata dalla intellighenzia della setta a uso e consumo di
gente assai ignorante, indica l'anno 1975 come fine del 6' giorno
di 1.000 anni dall'esistenza dell'uomo
(al principio dell'autunno).
- Aggiungiamo
infine che i tdG fino all'anno 1973 hanno pubblicizzato il suddetto
libro nel modo seguente:
- “Vita eterna
nella liberà dei figli di Dio.
Potete leggervi
come e quando dovrà venire la liberazione, e come sarà allora
la vita. La sua tabella cronologica rivela che rimangono pochi anni
a questo attuale sistema di cose malvagio.
- Ognuno di noi
sa molto bene che l’anno 1975 venne e passô senza che la profezia di
Nathan Knorr si avverasse! Ancora una volta Geova ha mostrato di
essere un falso dio! Prima no, poi si
- Quale
atteggiamento hanno preso i tdG dopo ii fallito adempimento delle
loro profezie? 0 piuttosto quali ordini di caserma vennero
impartiti dal cervello della setta alle squadre di lavoro?
- In un primo
tempo, fino a pochi anni fa, bisognava affermare a spada tratta che
mai i tdG avevano fatto profezie sulla fine del mondo. Scrive un ex
testimone di Geova:
- Con le mie
orecchie ho sentito dire dall’anziano nella sala del regno quasi in
tono di sfida: “Chi ha detto che nel 1975 doveva venire la fine di
questo mondo?.
-
-
E commenta:
-
-
Che faccia tosta! Chi ha scritto il libro Vita
eterna nella libertà dei figli di Dio? Forse io o
l’organizzazione del tdG con sede a Brooklyn?
- Dopo tutto
l’anziano di cui qui si parla, non faceva altro che ripetere ció che
scriveva La Torre di Guardia fin dall’aprile 1975, pochi mesi
prima dell’attesa fine:
-
Le pubblicazioni del tdG hanno mostrato che, secondo
la cronologia biblica, sembra (!) che 6.000 anni di
esistenza dell’uomo termineranno a metà degli anni settanta. Ma
queste pubblicazioni non hanno mai detto die allora sarebbe venuta
Ia fine del mondo. Ciò nondimeno, sono state fatte notevoli
congetture persoriali a questo riguardo
- E’ chiaro che
si tratta di affermazioni menzognere. Per convincersene basta
ricordare che proprio nelle pubblicazioni dei tdG è detto
che nel citato libro Vita eterna nella libertà dei figli di Dio
si poteva leggere come e quando dovrà venire la
liberazione, cioè la fine di questo sistema malvagio di cose.
- E’ falso dunque
affermare che si tratta di congetture personali , tanto più che è
risaputo che qualunque cosa viene pubblicata nei libri e nelle
riviste dci tdG deve prima essere vagliata dal comitato degli
scrittori, composto da alcuni membri del Corpo Direttivo di
Brooklyn, N.Y.
- In un secondo
tempo, dopo anni di tentativi d'inganni, i dirigenti della setta
hanno deciso di cambiare tattica. Oggi ammettono di avere sbagliato.
Hanno scritto:
-
“I tdG non pretendono di essere profeti ispirati.
Hanno fatto sbagli. A volte, come gli apostoli di Gesù Cristo, hanno
atteso cose che non si sono realizzate. - Luca 19:11; Atti 1:6”.
- E ancora:
-
“Le Scritture forniscono dati cronologici relativi
alla presenza di Cristo, e i tdG li hanno studiato con vivo
interesse (Luca 21.-24; Dan. 4:10-17) (... ). E' vero che i tdG
hanno fatto sbagli nel loro intendimento di quello che sarebbe
accaduto alla fine di certi periodi di tempo, ma non hanno commesso
l'errore di perdere la fede” .
- Osservazioni
- a) Prendiamo
atto, anzitutto, che i tdG non pretendono di essere “profeti
ispirati” e che “hanno fatto sbagli” nel loro intendimento di quello
che sarebbe accaduto alla fine di certi periodi di tempo cioè nel
loro intendimento delle Scritture. Stando così le cose, il Corpo
Direttivo non può avanzare la pretesa di essere il canale
infallibile della mente e della volontà di Dio. Può sbagliare, di
fatto ha sbagliato.
- Il
Credo
insegnato dalla Chiesa Cattolica è rimasto sempre lo stesso, da
duemila anni! Se vi sono stati cambiamenti, non riguardano la
sostanza della dottrina.
- b) A
giustificare i loro errori i tdG citano la Scrittura: Luca 19, 11;
Atti 1, 6. Si tratta ancora una volta d'un uso aberrante o abuso
della Parola di Dio. Vediamone le ragioni:
-
Luca 19,11:
“Poi, stando essi
in ascolto, disse ancora una parabola, perché era vicino a
Gerusalemme e quelli credevano che subito dovesse apparire il regno
di Dio” (Garofalo). Atti 1,6: “I convenuti dunque gli
chiesero: "Signore, ripristini adesso il regno per Israele?”.
-
Nell'uno e
nell'altro testo l'autore sacro (san Luca) testimonia la mentalità
dei discepoli di Gesù e di altri loro correligionari che si
aspettavano l'inaugurazione clamorosa del regno politico d'Israele
da parte d'un Messia guerriero. Gli Apostoli di Gesù non facevano
calcoli, solo ponevano domande al Maestro. Non fissavano tempi di
scadenza.
-
c) Non così i tdG.
Fin dall'origine della loro esistenza - che supera di poco i cento
anni - sì sono qualificati profeti e hanno determinato date e
scadenze di tempi, hanno voluto conoscere ciò che il Padre ha
riservato a sé (cf. Atti 1, 7).
-
La Bibbia ci dà la
chiave per poterli definire falsi profeti:
-
-
“Se tu pensi nel tuo cuore: "Come conosceremo la
parola che Jahve non ha detto? ". Se il profeta ha parlato in nome
di Jahve e la sua parola non si avvera, non si compie, Jahve non ha
detto proprio questa parola. Il profeta ha parlato per presunzione:
non avere timore di lui” (Deuteronomio 18, 21-22,
Garofalo).
-
Anzi i tdG si sono
qualificati da se stessi quando in un loro opuscolo hanno scritto:
-
-
“Tali profeti fecero predizioni del futuro in nome
del loro dio. Se la predizione fatta in nome di un dio non si
avverava, risultava che il dio era falso, che non era dio. Infatti,
la prova di un vero dio si basava sulla facoltà di adempiere la sua
profezia”.
- Geova è un
falso dio!
- d) I dirigenti
della setta si consolano dicendo che, malgrado gli sbagli nel loro
intendimento circa la fine di certi periodi di tempo, essi non hanno
commesso l'errore di perdere la fede.
- Nulla di vero
in tutto questo. I fatti dimostrano che centinaia di migliaia, anzi
più di un milione di persone, hanno perso la fede geovista perché si
rivelò alla loro mente come un cumulo di errori. Abbandonata
coraggiosamente la setta, molti di loro sono ritornati alla
cristianità e sono modelli di onestà e di fede nel vero Dio.
-
-
e) Per coprire la
propria faccia, i tdG applicano agli altri, specie ai ministri della
Chiesa Cattolica, le parole di Gesù in Matteo 7, 15-16:
-
- “Guardatevi dai
falsi profeti, i quali vengono a voi sotto spoglia di pecore, ma
dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti”.
-
Si tratta ancora
una volta d'un uso aberrante della Scrittura. I ministri della
cristianità, specie della Chiesa Cattolica, non si sono mai
qualificati come profeti e mai hanno stabilito scadenza di tempi. I
geovisti sì, parecchie volte, e si sono rivelati falsi.
-
In quanto ai
frutti, oltre a tante falsità e menzogne, i tdG hanno sul loro conto
il fatto di aver corrotto la Bibbia. Scrive uno che fu dei loro:
-
- “Avevo anche
capito che il frutto più marcio, quello di peccare contro lo Spirito
Santo attraverso una traduzione spuria della Bibbia, l'aveva
prodotto proprio l'organizzazione che tanto si vantava dei
suoi
frutti.
-
- PARTE TERZA
- LE NUOVE
PROFEZIE
- La truffa
continua
- I testimoni di
Geova, ossia i dirigenti della setta, e i maestri comandati e
debitamente rimunerati, sanno bene che in questa valle di lacrime vi
sarà sempre gente affetta da grande ignoranza e perciò ,soggetta ad
esser, ingannata; e gente furba e, senza coscienza capace
d'ingannare e di sfruttare. Il tipo di propaganda finora descritto,
martellare cioè l'idea d'una prossima fine del mondo con un
cambiamento radicale a tutto vantaggio dei membri della setta, si è
rivelato abbastanza producente. Alcune centinaia di migliaia di
creature umane sono cadute nei lacci della propaganda geovista. Di
queste vittime non poche centinaia di migliaia si sono già ricredute
e, avendo scoperto l'inganno, si sono dissociate dalla setta. Ma
alcuni ancora vi rimangono e altri vi cadono. Per questo motivo i
tdG continuano a suonare la stessa musica, insistono cioè
tenacemente su una prossima fìne, che apporterà grandi
benedizioni a quanti li seguono e distruzione eterna a tutti gli
altri.
-
-
A noi dispiace che alcune decine di migliaia di
italiani siano ancora vittime di pochi astuti nostrani e forestieri.
A farli ricredere, e come già è avvenuto ed avviene per
tantissimi altri, sarebbe più che sufficiente il breve racconto che
abbiamo fatto del mancato avveramento delle precedenti profezie
geoviste. Ma poiché la truffa continua noi sentiamo il dovere
di testimoniare la verità biblica per farla conoscere a quanti la
cercano con cuore sincero.
- La manovra
aggiornata
- Sulla fine del
mondo i tdG hanno aggiornato la loro manovra. Da una parte si
sforzano di far dimenticare quanto hanno detto e scritto nel passato,
come già abbiamo documentato; dall'altra ripetono in modo più o meno
velato le stesse Cose. Usano maggior circospezione a stabilire
date di scadenza, ma fanno capire che “il giorno della resa dei
conti è prossimo!” . Il loro attuale insegna- mento sulla fine del
mondo è stato espresso nella seguente proposizione: “Ora siamo nel
'tempo della fìne ' (Matt. 24: 3-14; 2 Tim. 3: 1 -S; Luca 17:
26-30)” . E' una frase molto equivoca, com'è abitudine dei tdG. Per
sapere perciò che cosa i geovisti dicono sulla fine del mondo
oggi come oggi, bisogna leggere le loro pubblicazioni. Solo così
il loro equivoco linguaggio si rivelerà nella sua cruda realtà e il
loro inganno potrà essere svelato.
- Oggi come
oggi
(in un domani possono cambiare) i tdG si soffermano
di preferenza su tre punti:
- Il
primo.
Sfruttano al massimo e in modo contorto e antiscritturale le parole
di Gesù: “Questa generazione non passerà prima che tutto questo
accada” (Marco 13, 30; Matteo 24, 34; Luca 21, 32).
- Il secondo.
Sfruttano pure, spiegandolo in modo contorto e antiscritturale, il
libro di Daniele, specialrnente il capitolo 4, per
convincere gli ignoranti che l'anno 1914 sarebbe stato preannunciato
come l'inizio della fine o “ultimi giorni”.
- Il
terzo.
Sfruttano al massimo, spiegandoli in modo Settario, alcuni testi
biblici, specie quelli dove si parla di segni della fine.
-
-
Noi dimostreremo
che la nuova manovra dei geovisti va contro l'insegnamento biblico;
sì tratta solo d'una manovra come le precedenti, capace di
convincere alcuni ignoranti e di preparare nuove delusioni a quelli
che, pur avendo un po' di cervello ma nessuna preparazione religiosa,
si sono illusi di aver trovato la verità nella setta dei tdG.
- Questa
generazione non passerà ... (Marco 13, 30)
-
L'errore:
-
-
Si domandano i tdG:
“Quale generazione aveva in mente Gesù?”. E rispondono con assoluta
sicurezza: “La nostra generazione! Quella iniziata intorno all'anno
1914 e che finirà con la distruzione dell'attuale sistema di cose
malvagio. Di essa non pochi sono morti, ma alcuni vivono ancora per
vedere la fine” Il e... il trionfo!
-
Nella Torre di
Guardia
dei 15 dicembre 1977, a pagina 747, è scritto:
-
-
“Per quanto le condizioni del mondo siano tristi,
esse danno a chi crede nella Bibbia (spiegata settariamente dai tdG!)
una ragione per rallegrarsi, poiché Gesù disse: "Veramente vi dico
che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose
non siano avvenute ". Per tale ragione, alcuni che videro
l'inizio di questi tempi di afflizione saranno ancora in vita quando
il celeste regno di Dio porrà fine all'attuale sistema di cose.
(Matt. 24: 8,34)”.
- E ancora: “Ora
si avvicina il grande giorno in cui gli appartenenti alla nostra
generazione che saranno viventi potranno vedere che non
sarà venuta meno una sola promessa di tutta la buona promessa che
Dio ha fatto riguardo a un giusto governo mondiale... Il tempo del
più grande cambiamento di tutta l'esperienza umana è prossimo!”.
- Dichiarazioni
geoviste di questo tipo sono innumerevoli. Non c'è numero della
Torre di Guardia, dove non sia suonata la stessa musica.
- La verità :
- La spiegazione
geovista delle parole di Gesù: “Questa generazione non passerà ecc.”
è completamente errata. La Bibbia non dice ciò che ad essa
fanno dire i tdG. Ciò che essi scrivono e dicono altro non è che una
grossolana strumentalizzazione della Parola di Dio a scopo
propagandistico per fare seguaci. Il numero è denaro!
-
Per conoscere la verità bisogna leggere e spiegare
quella frase nel contesto in cui l'hanno collocata gli autori
ispirati e non strappata settariamente da esso come fanno i tdG. Il
contesto è il cosiddetto discorso escatologico di Gesù. La
frase “Questa generazione non passerà ecc.” fa parte di quel
discorso.
-
L'aggettivo escatologico indica che Gesù
parlava di eventi connessi con la fine (èschaton = fìne). Di
quale fine parlava Gesù?
-
Questo appare
chiaro dalle parole che precedono o introducono il discorso di Gesù,
cioè dal contesto. Riportiamo questa introduzione da tutte e tre gli
evangelisti:
-
-
Marco 13,1-5:
“Nell'uscire dal
tempio, uno dei suoi discepoli gli dice: " Maestro, guarda che
pietre e che costruzioni! . Gesù gli disse: " Vedi queste grandi
costruzioni? Non ne sarà lasciata pietra su pietra che non sia
distrutta ".
- Quando si fu
seduto sul monte degli Ulivi, dirimpetto al tempio, Pietro, Giacomo,
Giovanni e Andrea lo interrogarono in disparte: " Dieci, quando
questo avverrà e quale sarà il segno che tutto questo si compirà? "”
(Garofalo).
-
-
Matteo 24, 1-3:
“Mentre Gesù se ne
andava, all'uscita dal tempio, i suoi discepoli gli si avvicinarono
per fargli notare le costruzioni del ternpio. Ma Gesù rispose loro:
"Voi vedete, è vero, tutto questo? In verità vi dico: non resterà
qui pietra su pietra che non sia rovesciata ". Quando si fu seduto
sul monte degli Ulivi, i discepoli lo avvicinarono in disparte e gli
domandarono- " Dieci: quando avverrà questo, e quale sarà il segno
della tua venuta e della fine del mondo? "”
(Garofalo).
-
-
Luca 21,
5-7. “E parlando
alcuni a proposito del tem- pio, delle belle pietre e delle offerte
votive di cui era or- nato, egli disse: " Di tutto ciò che vedete,
verranno giorni in cui non resterà pietra su pietra che non sia
rovesciata". Gli domandarono allora: " Maestro, quando dunque
avverrà questo, e quale sarà il segno che tutto questo sta per
accadere? "” (Garofalo).
- Fine del tempio,
non del tempo
- Leggendo
serenamente i testi qui riportati appare chiaro che la domanda
rivolta a Gesù riguardava direttamente la fine
del tempio, non del tempo.
- In Marco,
il più antico dei tre evangelisti detti sinottici, Gesù è
interrogato solo sulla fine del tempio (Marco 13, 4). San
Luca, che è l'ultimo dei tre e che più degli altri fece ricerche su
ciò che scrisse (Luca 1, 1-4), segue Marco e parla solo della rovina
del tempio.
- Anche in
Matteo Gesù è richiesto sulla data della fine del tempio:
“Dicci quando accadranno queste Cose” (Mt. 24, 3), ossia quando
“non resterà pietra su pietra” di quella costruzione (del tempio).
Tuttavía Matteo, e solo lui, mette insieme anche la questione sulla
fine del mondo e sulla seconda venuta di Cristo.
- Perché
quest'aggiunta?
- a) Perché nella
mentalità ebraica i due avvenimenti - fine del tempio e fine del
mondo con la venuta (parusìa) del Messia - erano collegati l'uno
all'altro: il primo, ossia la fine del tempio, richiamava alla mente
il secondo. E poiché il Maestro aveva annunziato la fine del tempio
era naturale che fosse posta la domanda anche sulla fine del mondo.
La risposta di Gesù è un intreccio di affermazioni riguardanti ora
l'uno, ora l'altro evento, perché i segni e i fenomeni relativi alla
fine del tempio e di Gerusalemme sono simboli e prefigurazioni di
quelli che precederanno la fine del mondo.
- Rimane perciò
vero che, secondo il contesto, Gesù intendeva parlare direttamente
della fine del tempio, non del tempo. In questo convergono tutti e
tre gli evangelisti. La domanda di fondo a lui posta riguardava la
fine del tempio, non del tempo. Dell'una Gesù ne indica la data con
approssimativa precisione (questa generazione); dell'altra afferma
che nessuno conosce né il giorno né l'ora (cf. Matteo 24, 36).
- b) In san Luca
la distinzione tra fine del tempio e fine del mondo è più netta.
Egli riferisce come Gesù qualche tempo prima del discorso
escatologico, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:
- “Giorni
verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno da ogni parte;
abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno pietra
su pietra” (Luca 19,41-44).
- Nel discorso
poi escatologico, sempre secondo san Luca, Gesù dice:
-
“Quando vedrete Gerusalemme circondata da armate,
allora sappiate che la sua devastazione è giunta. Allora quelli che
sono nella Giudea fuggano sui monti, e quelli, che sono nella città
se ne vadano; chi è nelle campagne non entri in città (... ); e
cadranno a fil di spada e andranno prigionieri fra tutte le genti, e
Gerusalemme sarà calpestata dai pagani, finché siano compiuti i
tempi dei pagani” (Luca 21, 20-24, Garofalo).
-
-
A
conclusione dì tutti questi segni e premonizioni Gesù ne indica
anche il tempo: “in verità vi dico: non passerà questa generazione
prima che tutte queste cose siano avvenute” (Matteo 24, 34).
-
-
c)
La generazione che Gesù aveva in mente non può essere, dunque, se
non quella che vide il terrificante evento della distruzione del
tempio e di Gerusalemme per opera dei Romani nell'agosto del 70 dopo
Cristo. Dal tempo della predizione di Gesù erano passati circa 40
anni, quanti appunto ne sono assegnati a una generazione umana. Gesù
si riferiva indubbiamente alle persone che dopo circa quarant'anni
avrebbero visto, subìto e sofferto tutte quelle cose. Oggi quasi
tutti i grandi studiosi della Bibbia spiegano le parole di Gesù nel
senso spiegato da noi. A conferma diamo due autorevoli testimonianze:
-
La
Bible de Jérusalem: “Quest'affermazione (Matteo 24, 34) riguarda la
rovina di Gerusalemme e non la fine del mondo”. La Sacra Bibbia a
cura di Salvatore Garofalo: “Nel v. 34 di Matteo è chiaro che la
generazione ha un senso preciso. La durata media e convenzionale di
una generazione è quarant'anni, e dalla morte di Gesù (anno 30) alla
catastrofe di Gerusalemme (anno 70) trascorse appunto quel periodo
di tempo”.
-
A
conclusione dì tutti questi segni e premonizioni Gesù ne indica
anche il tempo: “in verità vi dico: non passerà questa generazione
prima che tutte queste cose siano avvenute” (Matteo 24, 34).
-
-
c)
La generazione che Gesù aveva in mente non può essere, dunque, se
non quella che vide il terrificante evento della distruzione del
tempio e di Gerusalemme per opera dei Romani nell'agosto del 70 dopo
Cristo. Dal tempo della predizione di Gesù erano passati circa 40
anni, quanti appunto ne sono assegnati a una generazione umana. Gesù
si riferiva indubbiamente alle persone che dopo circa quarant'anni
avrebbero visto, subìto e sofferto tutte quelle cose. Oggi quasi
tutti i grandi studiosi della Bibbia spiegano le parole di Gesù nel
senso spiegato da noi. A conferma diamo due autorevoli testimonianze:
-
La Bible de
Jérusalem: “Quest'affermazione' (Matteo 24, 34) riguarda la rovina
di Gerusalemme e non la fine del mondo”. La Sacra Bibbia a cura di
Salvatore Garofalo: “Nel v. 34 di Matteo è chiaro che la generazione
ha un senso preciso. La durata media e convenzionale di una
generazione è quarant'anni, e dalla morte di Gesù (anno 30) alla
catastrofe di Gerusalemme (anno 70) trascorse appunto quel periodo
di tempo”.
-
- E neppure si
capisce perché i discepoli fino al momento dell'Ascensione insistono
per sapere la data del suo ritorno (Atti 1, 7). Gesù si rifiuta di
accontentarli. Il compito del credente è di pregare e lavorare per
la realizzazione del Regno di Dio e attendere nella vigilanza il
giorno della sua conclusione finale con la venuta di Cristo.
-
Tutto invece
diventa chiaro se si ammette che Gesù aveva in mente la sua
generazione e che par- lava della fine del tempio. Tuttavia
colse l'occasione per ricordare anche un'altra fine quella del
tempo. L'una richiamava l'altra nella mentalità giudaica. 1 due temi
e i due tempi sono fusi nel vangelo di Matteo.
-
Ma mentre della
fine di Gerusalemme e del tempio Gesù indica il quando con
sufficiente precisione, dell'altro evento escatologico non dà
nessuna indicazione di tempo: “Non sapete in quale giorno il Signore
vostro verrà” (Matteo 24, 42).
- La profezia di
Daniele
-
L'errore:
-
L'anno 1914 segna
una data d'importanza decisiva nella propaganda geovista.
Dimenticando la falsa profezia di Russell, secondo cui in quell'anno
Cristo sarebbe dovuto tornare visibilmente su questa terra
per distruggere la cristianità e glorificare la “casta vergine” (= i
membri di Serie A della setta), oggi i tdG affermano che nel
1914 Cristo ha assunto il potere nel regno celeste di Geova, ma
in modo invisibile. Quella data indicherebbe “la fine del tempo
dei gentili”, ossia del tempo in cui le potenze pagane hanno
spadroneggiato su questa terra, e l'inizio della prossima fine,
ossia della venuta visibile di Cristo accompagnata dalla
distruzione violenta e cruenta di tutti, eccetto lo sparuto numero
dei tdG.
-
I tdG sono
arrivati a quella data di comodo mediante un calcolo artificioso e
fantastico che non ha alcun fondamento nella Scrittura. Vi è un
grossolano errore di fondo che fa crollare inesorabilmente tutto il
castello di carta costruitovi sopra.
-
-
Seguiamoli
pazientemente lungo il loro tortuoso cammino:
- a) Punto di
riferimento è il capitolo quarto del libro di Daniele, dove
si parla di un sogno di Nabucodonosor, re di Babilonia. Nel sogno il
re vide un albero grande e robusto, la cui cima giungeva fino al
cielo (4, 8). Si dice poi che quell'albero fu tagliato, lasciando
però nella terra “il ceppo delle sue radici finché siano passati per
lui sette tempi” (4, 20-21). Dopo di che fiorirà di nuovo e
crescerà (4, 23).
- b) Ed ecco ora
la spiegazione geovísta. L'albero raffigurerebbe il regno di Geova.
Questo sarebbe stato abbattuto nel 607 avanti, Cristo. Sarebbe così
iniziato il tempo dei gentili destinato a durare sette tempi' o
anni. Alla fine dei sette tempi il regno di Geova risorgerebbe:
è il ceppo che rifiorisce. La restaurazione del regno sarebbe
avvenuta in modo invisibile nel 1914 perché nei sette tempi o
anni è additata profeticamente tale data.
-
c)
I tdG arrivano alla data del 1914 nel modo seguente:
-
Trasformano i
sette anni in giorni. Poiché si tratta di anni lunari, composti cioè
di 360 giorni ciascuno (non di 365 come gli anni solari), ottengono
come risultato il numero 2520, ossia sette tempi o anni lunari
equivalgono a 2520 giorni. Fin qui nulla di straordinario (360x7 =
2520).
-
Le stranezze
cominciano con la seconda operazione, mediante la quale i geovisti
vorrebbero fare intendere che i 2520 giorni equivarrebbero a 2520
anni.
-
Hanno scritto:
-
“La Bibbia stessa
fornisce la chiave per determinare l'esatta durata, dicendo: " Un
giorno per un anno " (Num. 14: 34; Ezec. 4: 6) . Questo vuol dire
che i 2.520 giorni profetici fìnirono 2520 anni effettivi dopo la
desolazione di Gerusalemme a.E.V. Quando sarebbe avvenuto questo?
Dall'ottobre del 607 a.E.V. all'ottobre dell'anno 1 a.E.V. vi sono
606 anni interi; dall'ottobre dell'anno 1 a.E.V. all'ottobre
dell'anno 1 E.V. c'è un anno; dall'ottobre dell'anno 1 E.V.
all'ottobre del 1914 E.V. ci sono 1.913 anni. Som- mando queste
cifre (606+1+1.913) abbiamo 2.520 anni. 1 Il sette tempi " finirono
dunque nell'ottobre del 1914 E.V.,, e fu allora che, benché
invisibile a occhi umani, Gesù Cri- sto ricevette il dominio sul
mondo del genere umano”
.
-
- La verità
- Nell'abuso che
i tdG fanno del capitolo quarto di Daniele vi sono numerosi errori.
Noi ci limitiamo a mettere in maggiore evidenza soltanto quattro.
- I. - Il
primo di questi riguarda il computo o calcolo dei 2520 anni,
con cui stabiliscono il 1914 come fine del tempo dei gentili e
inizio del dominio invisibile di Cristo. Si tratta d'un autentico
inganno.
- Per scoprirlo
bisogna tener presente che i geo- visti ottengono il numero 2520
moltiplicando 7 per 360, ossia calcolano il tempo trascorso
dal 607 avanti Cristo al 1914 dopo Cristo in anni lunari, non solari.
- Ma di fatto,
ossia nella realtà del tempo, dal 607 avanti Cristo al 1914 dopo
Cristo sono trascorsi 2520 anni solari, che sono di 365 giorni
ciascuno senza considerare i bisestili. In altre parole, non bastano
2520 anni lunari per coprire la distanza che dal 607 avanti Cristo
porta al 1914 dopo Cristo.
- Per avere la
misura esatta del tempo trascorso dal 607 avanti Cristo al 1914 dopo
Cristo, ossia per avere gli anni effettivi, bisogna aggiungere
cinque giorni a ogni anno. Mediante questa operazione si ottengono
12.600 giorni (2520 x 5 = 12.600). Questi giorni, trasformati in
anni solari, equivalgono * 34 anni e 190 giorni (12.600 : 365 = 34
anni solari * 190 giorni).
- Questi 34 anni
solari e 190 giorni realmente trascorsi dal 607 avanti Cristo al
1914 dopo Cristo non sono conteggiati nel calcolo dei tdG. Sono
omessi. Di conseguenza i loro 2520 anni (lunari) non ci fanno
arrivare al 1914 dopo Cristo. Mancano 34 anni solari e 190 giorni.
La misura usata dai geovisti è più corta della cosa (il tempo)
misurata.
- Il computo
ingannevole dei geovisti ci fa arrivare al 1878 circa dopo Cristo,
vale a dire al 1914 meno 34 anni e 190 giorni (senza contare i
bisestili). La data del 1914, che ricorre continuamente nei libri e
nelle riviste dei tdG, non ha alcuna giustificazione biblica. E' una
data di comodo. E' un inganno.
-
- 2. - Il secondo
errore consiste nella cosiddetta regola biblica stabilita
arbitrariamente dai geovisti. A loro avviso, ciascuno dei 2520
giorni dev'essere considerato per un anno perché in Ezechiele 4, 6 è
detto: “Un giorno per un anno, un giorno per un anno, ti ho dato”.
La stessa norma sarebbe stabilita nel libro dei Numeri 14, 34.
- Chi legge la
Bibbia intelligentemente e non settariamente capisce subito che sia
nel caso di Ezechiele 4, 6 che in quello di Numeri 14, 34 non si
tratta di una norma generale, per cui sempre un giorno dovrebbe
equivalere a un anno. Sono due casi particolari dov'è detto
esplicitamente che Dio “assegna in giorni gli anni” (Ezechiele 4,
5); ossia in quel caso specifico farà che “un giorno corrisponda a
un anno” (Ezechiele 4, 6). Se vi fosse una regola biblica per cui
sempre un giorno equivale a un anno, non ci sarebbe stato bisogno
che Dio assicurasse Ezechiele che i suoi quaranta giorni di
penitenza sarebbero computati come quarant'anni.
- Inoltre, se vi
fosse la regola biblica di equivalenza tra giorni e anni,
sempre che nella Bibbia si parla di giorni, bisognerebbe intendere
anni. Così, per citare solo qualche esempio, gli esploratori
mandati da Mosè nella terra di Canaan sarebbero ritornati dopo
quarant'anni (cf. Numeri 13, 25); Mosè sarebbe rimasto col Signore
quarant'anni senza mangiare pane né bere acqua (cf. Esodo 34, 28);
Cristo avrebbe digiunato quarant'anni (cf. Matteo 4, 2) e sarebbe
rimasto nella tomba tre anni ecc.
- Quante
assurdità nell'abuso che i tdG fanno della Scrittura!
- 3. - Il
terzo errore riguarda la spiegazione che i geovisti danno
dell'intero capitolo quarto di Daniele. E' una spiegazione
nettamente contraria alla lettera e allo spirito del
Sacro Testo.
- a) Contraria
alla lettera: Il regno, di cui Daniele racconta le vicende, non è il
regno dì Geova, che Nabucodonosor avrebbe distrutto nel 607 a.C. Si
tratta del regno di un uomo, a cui Dio aveva conferito autorità
sulla terra conforme a Romani 13, l. Dice Daniele:
-
“Quell'albero sei tu, o re, che sei divenuto grande e
potente; la tua grandezza ha toccato il cielo e la tua potenza
l'estremità della terra” (Daniele 4, 18-19).
-
“Questo è il significato, o re, e la decisione
dell'Altissimo che giunge al mio signore, il re, è questa: ti si
allon- tanerà dagli uomini e la tua dimora sarà con le bestie
selvatiche (…) e sette tempi passeranno su di te (... ). Il regno se
ne va da te...” (Daniele 4, 21-22.28,
Garofalo).
- b) Contraria
allo spirito: Certo la profezia di Daniele ha un adempimento o
piuttosto un significato maggiore. Quale? L'albero tagliato e che
risorge come prima, meglio di prima, ha come insegnamento che “i
viventi sappiano che l'altissimo domina sul regno degli uomini e lo
distribuisce a chi vuole e vi mette sopra anche il più umile degli
uomini” (Daniele 4, 14; cf. 4, 22). Paolo direbbe: “Non vi è
autorità che non venga da Dio” (Romani 13, 1). In effetti,
Nabúcodonosor, dopo la dura prova dei sette anni, ristabilito nel
suo potere, benedisse l'altissimo, “poiché la sua potenza è eterna e
non c'è chi possa porre freno alla sua mano e possa dirgli " Che fai?
"” (Daniele 4, 31-32, Garofalo).
- Nulla di tutto
questo nella spiegazione geovista. Ma vi è ancora di peggio.
Introducendo abusivamente Gesù Cristo come rappresentante di Geova e
l'infimo del genere umano, cadono nel blasfemo. Cristo non è
rappresentante di Geova, ma molto, molto di più. Egli è l'Emmanuele,
che significa Dio-con-noi (Matteo 1, 23), il vero Dio e vita eterna
(1 Giovanni 5, 21). Il suo regno non è di questo mondo come quello
di Nabucodonosor (cf. Giovanni 18, 36).
- La spiegazione
geovista del capitolo quarto di Daniele è perciò contraria alla
lettera e allo spirito del Sacro Testo e frutto solo di farnetiche
elucubrazioni settarie.
- 4. - Il
quarto errore infine riguarda l'anno 607 a.C., in cui secondo il
calcolo geovista sarebbe stato abbattuto il regno di Geova. E' una
data della massima importanza in tutto l'apparato propagandistico
dei tdG, ma non ha nessun fondamento storico. Il calcolo geovista è
superficiale Il e solo di comodo.
- In effetti,
oggi è universalmente affermato da tutti gli storici e gli
studiosi della Bibbia che la fine del regno di Giuda (= regno di
Geova secondo i tdG) deve essere datata nel 587 a.C., vale a
dire venti anni dopo il 607.
- E' certo
anzitutto che nel 607 a.C. Nabucodonosor non era ancora imperatore.
Egli sali al trono di Babilonia solo nel 605 a.C. In quell'epoca re
di Giuda era Joakim con l'appoggio dell'Egitto. Joakirn regnò undici
anni (cf. 2 Cronache 36, 4-5).
- La politica di
Joakim favorevole all'Egitto provocò la prima spedizione di
Nabucodonosor, che assediò Gerusalemme nel 598 a.C. e dopo alcuni
mesi la costrinse ad arrendersi. Si ebbe così la prima deportazione,
ma non la fine dei regno di Giuda (cf. 2 Cronache 36, 6-7; 2 Re 24,
1-2).
- Il nuovo re
Sedecia, installato da Nabucodonosor, regnò a Gerusalemme per undici
anni (cf. 2 Cronache 36, 11). Dopo alterne vicende provoca una nuova
spedizione da parte di Nabucodonosor, e questa volta è la fine. Le
mura di Gerusalemme vengono rase al suolo come pure i palazzi e le
case borghesi e persino il Tempio, dopo essere stato saccheggiato (2
Cronache 36, 17-21). Ouesto avvenne nell'anno 587 a.C..
- Raymond Franz,
una volta membro del Corpo Direttivo, che si distaccò dalla setta
geovista dopo 40 anni di servizio e in seguito a una forte crisi di
coscienza, racconta:
-
“La data del 607
a.C. era ritenuta come il tempo della distruzione di Gerusalemme da
parte di Nabucodonosor (... ). Noi dedicammo molto tempo nella
ricerca di prove, cioè di qualche fondamento storico a favore di
questa data così importante, anzi cruciale nei calcoli per arrivare
all'anno 1914. Carlo Ploeger, membro del quartier generale, in
qualità di mio segretario fece ricerche in tutte le biblioteche
dell'arca di New York per trovare qualcosa che potesse dare valore
storico a quella data. Non trovammo assolutamente nulla a favore del
607 a.C. Tutti gli storici indicavano una data più tardiva di 20
anni, cioè il 587 a.C.” .
- Stando così le
cose, quando i tdG scrivono che “entro i primi di ottobre del 607
a.E.V., scomparve l'ultima traccia di sovranità giudaica”, affermano
una cosa falsa, che nessuno, dico nessuno storico, condivide.
-
- 3. La prova dei
segni
- La Bibbia
dunque non indica il nostro tempo come quello della
fine. Le parole di Gesù “Questa generazione ecc.” non si riferiscono
alla nostra generazione; e il calcolo geovista dei sette tempi o
anni di Daniele non ha alcuno valore. La data del 607 a.C.,
fissata dai tdG come punto di partenza, è completamente errata. No,
nessuno conosce il quando della venuta del Signore (cf.
Matteo 24, 36; Marco 13, 32; Atti 1, 7).
- L'errore
- Malgrado questa
evidenza biblica, malgrado la esplicita dichiarazione dei geovisti
che “non sono profeti ispirati” e che “hanno fatto sbagli nel loro
intendimento di quello che sarebbe accaduto alla fìne di certi
periodi di tempo”, essi continuano a suonare la stessa musica, ad
affermare cioè che “ora siamo nel tempo della fine: - Matteo
24:3-14; 2 Tim. 3: 1-5; Luca 17: 26-30” .
- Ne La Torre di
Guardia del 15 ottobre 1982, pag. 9, è detto “che fra breve Dio (=
Geova) metterà fine a questo malvagio sistema di cose”. La stessa
rivista del 15 febbraio 1986, a pag. 6, annuncia la veniente ira di
Dio (= Geova) e assicura che “anche se nessuno può conoscere con
esattezza il giorno e l'ora precisi dell'apocalisse, le prove
indicano che stiamo vivendo l' èra dell'apocalisse”. E benché
nessuno possa conoscere il giorno e l'ora precisi ne La Torre di
Guardia è detto che “fra breve (... ) Geova 'ridurrà in rovina
quelli che rovinano la terra” .
- Dopo, di che i
membri della setta, i soli a essere risparmiati dall'ira di Geova,
avranno una vita beata con abbondanza di cibi e di bevande come
mostra con illustrazioni la stessa rivista (pagine 6 e 7). Infatti
“Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli... un
banchetto di piatti ben oleati, un banchetto di vini chiariti, di
piatti ben oleati pieni di midollo”. Questo è l'imminente paradiso
dei testimoni di Geova!
- Per convincere
la gente (ignorante) di questo prossimo avvenire radioso, oggi la
intellighenzia della setta insiste in modo particolare sul “segno
plurimo o composito”. Sfruttando in modo particolare e con
insistenza ossessiva alcuni testi biblici come 2 Timoteo 3, 1-5;
Matteo 24, 7-24; Luca 21, 11-26 e altri ancora, afferma che tutti
questi segni profetici si sarebbero avverati, tutti insieme, solo
nella nostra epoca, e con precisione a comiciare dal 1914.
- Dunque l'ira di
Geova è prossima, imminente: “alcuni che videro l'inizio di questi
tempi di afflizione saranno ancora in vita quando il celeste regno
di Dio (= Geova) porrà fine all'attuale sistema di cose (Matt. 24:
8,34)”.
- La verità
- Quanto sia
distorto e settario l'uso che i geovisti fanno della Bibbia anche
nella prova dei segni o segno plurimo apparirà dall'analisi che ora
faremo dei principali testi biblici da loro sfruttati in questa
nuova manovra. Cominciamo dalle parole di san Paolo a Timoteo in 2
Tim. 3, 1-5. Di questo testo biblico i tdG hanno scritto:
- “La Parola di
Dio predisse che in questi "ultimi giorni " gli uomini
sarebbero stati 'amanti di se stessi, senza affezione naturale,
senza padronanza di sé, senz'amore per la bontà' (2 Tim. 3: 1-5).
- Rispondiamo:
Riportiamo anzitutto per intero il testo paolino: “Sappi poi questo,
che negli ultimi giorni sopravverranno tempi difficili. Infatti gli
uomini saranno pieni di amor proprio, amanti del denaro,
millantatori, orgogliosi, diffamatori, incontinenti, spietati,
senz'amore per il bene, delatori, temerari, gonfi, amanti del
piacere più che amanti di Dio, simulanti una pietà la cui vera forza
disprezzano. Anche da costoro allontanati!” (Garofalo).
- Spiegazione:
- a)
Notate,
prima di tutto, che san Paolo non dice questi 'ultimi giorni', ma
soltanto ultimi giorni, senza questi. I tdG vi aggiungono questi, e
allora gli ultimi giorni', diventano nella loro astuta insinuazione
i nostri giorni. L'inganno è già fatto senza che i meno accorti se
ne avvedano.
- b)
L'espressione biblica “ultimi giorni o tempi” non indica il quando
della fine del mondo o l'era dell'apocalisse, ma tutto il
tempo che va dalla prima venuta di Cristo sulla terra, circa duemila
anni fa, alla sua seconda venuta. In Atti 1, 17, per esempio,
sono detti “ultimi giorni” quelli in cui lo Spirito Santo discese
sui credenti in Cristo. Parimenti san Pietro, nella sua Prima
Lettera (1, 20), riferendosi alla vita terrena di Cristo dice che
“si è manifestato negli ultimi tempi”.
- c)
Ultimi tempi o giorni in senso biblico equivalgono a un periodo
indeterminabile da mente umana, che si estende dal tempo di Cristo
fino alla sua seconda venuta o parusìa. Agli “ultimi tempi o giorni”
in senso biblico appartiene sia l'epoca in cui visse Timòteo sia
quella in cui i missionari cattolici dall'Italia portarono la Bibbia
e la fede nel Regno di Dio ai popoli anglosassoni semibarbari (alto
Medioevo) sia la nostra epoca; e appartengono pure tutte le epoche
che verranno, compresa l'ultima, quando “cieli e terra bruceranno”
(2 Pietro 3, 3-7), che solo Dio conosce (cfr. Atti 1, 8).
- d)
Aggiungiamo ancora, a conferma della nostra spiegazione, che se
Paolo voleva indicare i nostri giorni con l'espressione “ultimi
giorni”, la sua raccomandazione a Timoteo di tenersi lontano dai
malvagi (2 Tim. 3, 5) non avrebbe senso. Timòteo è morto da secoli!
A lui Paolo raccomandava di tenersi lontano dagli uomini del suo
tempo e chiamava quel tempo “ultimi giorni”.
- Il segno
plurimo o composto
-
Come già abbiamo
detto, oggi le squadre geoviste, nella loro ossessiva propaganda e
nello sforzo di far seguaci (il numero è denaro!), annunciano
prossima la fine in base al segno composito formato da molte
prove. A loro avviso, tutti gli aspetti di questo segno sarebbero
visibili nell'arco di questa generazione, quella iniziata alcuni
anni prima del 1914. Dunque ci siamo!
-
-
“Gesù promise che
alcuni della generazione di quelli abbastanza grandi da essere
testimoni del suo inizio sarebbero stati in vita quando la grande
tribolazione vi avrebbe posto termine” (Matteo 24:32).
-
Ma dove sono gli
aspetti visibili del segno composito?" Ecco la verità contrapposta
all'errore:
- I. -
“Insorgerà, infatti, popolo contro popolo e regno contro regno” (Matteo
24, 7).
- I geovisti ci
dicono che “secondo un calcolo effettuato nel 1969 dall'Accademia
norvegese delle Scienze, dal 3600 a.E.V. (= avanti Cristo) a oggi il
mondo ha visto 14.531 guerre”. Non è dunque vero che le parole
dell'Apocalisse “Al cavaliere fu dato il potere di togliere la pace
dalla terra” (Apoc. 6, 4) hanno compimento solo in queste
generazioni. Tutte le epoche o generazioni, fin da tempi remotissimi,
hanno subìto il castigo o flagello della guerra su scala mondiale.
- Basta pensare,
nei secoli prima di Cristo, alle grandi potenze di Assiria,
Babilonia, Persia, Egitto, Grecia col suo Alessandro Magno, Roma.
Tutto il mondo allora conosciuto era in guerra con o contro una
delle grandi potenze belligeranti. Le cose non sono molto cambiate
dopo Cristo: Vandali, Bisanzio, Islam, Turchi, Carlo Magno,
Imperatori tedeschi; poi le potenze coloniali di Portogallo e di
Spagna dall'Europa fino al Giappone e nelle terre del Nuovo Mondo;
poi l'Inghilterra col suo immenso impero coloniale, la Francia col
suo Luigi XIV, sulle cui terre non tramontava mai il sole; poi
Napoleone e la Russia coi suoi Zar.
- No, non è vero
che la nostra epoca abbia visto o subìto più guerre rispetto alle
epoche prece- denti. E' vero piuttosto il contrario nel senso che la
tregua seguita alla guerra del 1939-1945 si può designare come il
più lungo periodo di pace che l'umanità abbia goduto, anche se non
sono mancate guerre locali con numerose vittime. Nel nostro tempo
qualsiasi iniziativa di guerra è condannata da tutti i benpensanti.
Prima non era così.
- Dispiace dirlo,
ma bisogna dirlo: i tdG sono contrari ad ogni movimento pacifista.
Allo scopo della loro propaganda, per poter mostrare a gente
ignorante e interessata gli inesistenti segni d'una prossima fine, a
loro fa comodo che si parli di guerra, che vi siano pericoli di
guerra. Ma questa sì che è barbarie!
- La Bibbia non
dice così. Quanto sono belle le parole di Gesù: Beati gli operatori
di pace! (Matteo 5, 9).
- 2. - “In ogni
luogo vi saranno carestie” (Matteo 24, 7).
- I tdG
vorrebbero far credere che nel secolo XX l'umanità sia stata colpita
da carestie in misura maggiore che nei secoli passati. Ma che cosa
dicono i fatti?
- a) Uno sguardo
al presente. Se diamo uno sguardo alle nazioni d'Europa e d'America
come pure dell'Asia e dell'Africa, bisogna dire che mai l'umanità ha
visto tanto benessere come negli ultimi 70 anni, dopo cioè il 1914.
C'è, stata certamente fame e miseria durante e dopo le due guerre
mondiali. Ma sia tra la prima e la seconda guerra, sia specialmente
dopo la seconda, è andata sempre crescendo quella che si dice la
società del benessere e del consumo. Oggi sia l'Europa sia l'America
come pure l'Asia e in parte anche l'Africa producono tanti beni da
superare il fabbisogno dei popoli di tutta la terra. Nel Medio
Oriente lo sfruttamento delle immense risorse petrolifere ha
arricchito quelli che una volta erano poveri.
- b) Uno sguardo
al passato. Ecco quanto scriveva l'Enciclopedia Italiana (Treccani)
nel 1931:
-
Il Medioevo e anche
l'età moderna conobbero pure forti carestie. Ricorderemo le carestie
generali che afflissero l'intera Europa nell'879, nel 1016 e nel
1162; quelle che ingerirono in varie parti d'Italia nel 1334, 1591,
1632 (di cui parla il Manzoni), 1669; quella provocata in Germania
dalla guerra dei contadini, le carestie inglesi del 1005 e del 1586,
le carestie francesi del 1709, 1752, 1788, quella che afflisse
l'Irlanda nel 1846-47, provocando l'esodo in massa della popolazione;
le carestie del 1891-92, 1905, 1921 in Russia e quelle del 1887-89 e
1916 in Cina; infine, tra le terribili carestie scoppiate in tutta
l'India o in vaste regioni, quelle del 941, 1022, 1033, 1149,
1790-92, 1838, 1861,
- 1899-1901”.
- Se un paragone
si vuol fare tra il secolo XX e quelli precedenti il conto torna
senza dubbio a favore del presente.
- 3. - “Vi
saranno grandi terremoti” (Luca 21, 1 1).
- a) “Dai
cataloghi sismici compiuti dai sismologi (Mallet, Perrey, Fuchs,
O'Reilly, Rudolph, Montessus de Ballore, Mercalli, Baratta ecc.) e
dai bollettini italiani e stranieri, che riportano le registra zioni
di tutti gli osservatori sismici della Terra, si raggiunge una media
di 80 scosse al giorno, ossia 30.000 terremoti all'anno sulla
superficie della Terra e di questi una ventina con effetti letali
per l'uomo...
- Quello che è
certo è, che i terremoti scuotono la Terra fin dalle prime ere
geologiche; è noto che i movimenti orogenetici furono massimi
nell'era primaria della Terra, poi subirono una fase di quiete nel
Secondario, per riprendere l'attività nel Terziario e Quaternario”.
- Da questi dati
scientifici appare chiaro quanto sia settario il tema di propaganda
dei tdG, secondo cui l'epoca posteriore al 1914 sarebbe stata
caratterizzata da una recrudescenza di terremoti. Questo la scienza
non lo dice. Semmai, è vero il contrario.
- b) Ecco ora un
breve elenco dei famosi terremoti dell'epoca moderna.
-
-
5 dicembre 1456. -
Napoli e Italia meridionale: 30.000 vittime.
-
11 gennaio 1693. -
Val di Noto (Siracusa): 60.000 vittime.
-
1 novembre 1755. -
Lisbona: 60.000 vittime.
-
5 febbraio 1783. -
Calabria: 30.000 vittime.
-
13 agosto 1868. -
Perù: 70.000 vittime.
-
27 agosto
1883. Stretto della Sonda: 35.000 vittime.
-
28 ottobre
1891. Giappone: 200.000 vittime.
-
15 giugno
1896. Kamaishi (Giappone): 30.000 vittime.
-
8 settembre
1905. - Calabria: 3.000 vittime.
-
18 aprile 1906.
- San Francisco di California: 2.000 vittime.
-
28 dicembre
1908. - Messina e Reggio Calabria: 100.000 vittime.
-
13 gennaio 1915.
- Marsica: 30.000 vittime.
-
1 settembre 1923.
- Tokyo e Yokohama: 300.000 vittime.
-
27 dicembre
1939. Anatolia di NE: 42.000 vittime.
-
23 novembre
1980. Irpinia: 9.000 vittime.
-
- 4. - “Qua e
là pestilenze” (Luca 2 1, 1 1).
- Certo, anche
nell'arco di vita delle persone oggi esistenti vi sono stati milioni
di morti a causa di malattie e pestilenze. L'influenza spagnola fece
morire molte persone subito dopo la prima guerra mondiale. Ogni anno
milioni di persone muoiono per affezioni cardiache o di cancro.
L'AIDS fa le sue vittime e crea panico dappertutto. Questo è
l'aspetto negativo del fenomeno.
- Ma perché non
dire l'altro aspetto della verità? Perché non dire che anche nei
secoli passati milioni e milioni di creature umane sono state
mietute dalla peste, dalla malaria, dalla tubercolosi, dalla lebbra?
Perché non dire che negli ultimi decenni - dopo il 1914 - la
medicina ha fatto maggiori progressi che non nei millenni che ci
hanno preceduto? Perché non dire che la malaria, la tubercolosi, la
peste, le febbri influenzali sono oggi controllate meglio che nel
passato o addirittura scomparse? Perché non dire che oggi la media
della mortalità è diminuita in tutte le parti del mondo e si pone il
problema degli anziani in modo più assillante che nelle generazioni
passate?
- 5. -
“Moltiplicandosi la iniquità, si raffredderà la carità dei più”
(Matteo (24, 12).
- Ai tdG, che
strumentalizzano settariamente Matteo 24, 12, rispondiamo con
la Bibbia e con un breve riferimento alla storia.
- a)
Parlando
alla folla accorsa a Gerusalemme da ogni parte della terra san
Pietro disse: “Guardatevi da questa generazione perversa” (Atti
2, 40). Dunque anche allora illegalità e criminalità dilagavano
dovunque in modo tale che quella generazione era qualificata
come perversa .Alcuni decenni dopo san Paolo scrisse a
Timoteo nei termini che conosciamo (pp. 49-50). Dunque anche nel
primo secolo dell'Era Cristiana vi era tanta malvagità!
- b)
E ve ne fu, non meno di, oggi, nei secoli che seguirono.
Pensate ai disordini sociali durante la decadenza dell'Impero Romano
(secolo quarto e quinto). Pensate ai Vandali, la cui efferatezza
diede origine alla parola vandalismo. Pensate al Medio Evo
coi suoi odi e vendette fino al sangue tra famìglie e famiglie, tra
città e città. Pensate agli Innominati e ai don Rodrigo
dell'epoca moderna coi loro bravi e i loro crimini contro
persone incrini ed indifese. Pensato al banditismo, alle società
segrete del secolo scorso.
- c)
Ma dobbiamo anche ammettere onestamente che anche nella
nostra epoca vi è tanta brava gente - e sono i più! - amante del
bene e della pace, laboriosa, onesta, sinceramente avversa a
qualsiasi forma di criminalità, e con una forte. carica di amore.
- Appartengono
alla nostra epoca quei milioni e milioni di persone, giovani, adulti,
donne, d'ogni nazione e d'ogni lingua che protestano contro ogni
tipo di malavita organizzata, o dedicano parte o tutta la loro vita
al servizio del prossimo, specie degli emarginati, handicappati,
tossicodipendenti, lebbrosi. La Chiesa Cattolica e le comunità
veramente cristiane assistono milioni di persone, senza distinzione
di fede, in migliaia di ospedali, pensionati per anziani,
orfanotrofi, e centri di assistenza di ogni tipo. Lo fanno non per
politica, come malignamente van dicendo i tdG, ma unicamente perché
Cristo ci ha insegnato di vedere Lui stesso in ogni uomo che soffre
(cf. Matteo 25, 34-40).
- I tdG non fanno
nulla di tutto questo.
- Il segno dei
segni
- Dicono i
geovisti: Il messaggio del regno è predicato in oltre 200 paesi e
isole. Ora, secondo Matteo 24, 14, questo è un segno che Geova
metterà fine all'intero sistema di cose malvagio. Dunque ci siamo!
- Come rispondere?
- 1 - Vediamo
come di fatto stanno le cose. Facciamo solo alcuni esempi:
- - In India e
nel Bangladesh, in mezzo a una popolazione di 900 milioni di
creature umane, c'erano nel 1986 solo 7203 tdG, uno per ogni 100
mila abitanti in India, e per 4 milioni e mezzo in Bangladesh.
Quanti indiani hanno avuta predicata la buona notizia del regno?
Quanto tempo deve ancora passare prima che abbiano la possibilità di
sentirla e decidersi a favore o contro Geova? Oppure Geova li
stritolerà nel nulla eterno in un prossimo futuro, entro questa
generazione? Che razza di dio crudele è questo Geova?
- - In Algeria,
in mezzo a una popolazione di 22 milioni di abitanti, vi erano nel
1986 solo 43 Proclamatori geovisti, uno su 5 1 1000 persone. Quante
di queste hanno ricevuto il messaggio del regno? E che dire della
Cina"e della Russia dove la popolazione raggiunge complessivamente
un miliardo e 300 milioni di abitanti e dove la propaganda geovista
è quasi inesistente? Com'è possibile vedere avverata la profezia di
Gesù “E questa buona novella del regno sarà proclamata per tutta la
terra, in testimonianza in tutto il mondo. Allora verrà la fine?” (Matteo
24, 14, Garofalo).
- - E le cose non
stanno diversamente nelle altre parti della terra. In tutto il mondo
i tdG sono circa 3 milioni, lo 0,06 per cento dell'intera
popolazione globale (5 miliardi). Una goccia nell'oceano! Mentre è
imminente (al dire dei geovisti) Armaghedon, col tremendo giudizio
di un dio vendicativo (Geova), solo una infinitesima parte delle
creature umane ha avuta predicata la buona notizia del regno.
- 2. - Questo,
comunque, non è un problema per i tdG. A loro avviso, non sarebbe un
proposito dell'amorevole Geova che tutte le genti arrivino
alla conoscenza del Vangelo. Per salvare la faccia, i geovisti sono
del. parere che solo delle persone, ossia soltanto alcune
persone da tutte le nazioni, debbano essere fatte discepoli di
Cristo.
- Per
giustificare questa loro eresia, i geovisti hanno corrotto la Bibbia,
manomettendo il testo di Matteo 28, 19, che dice: “Andate,
dunque, istruite tutte le genti” (Garofalo). il testo
greco originale ha: pantatàéthne, che vuol dire tutte le
genti. I tdG hanno tradotto: “Andate e fate discepoli delle
persone di tutte le genti”, oppure, più recentemente: “Fate
discepoli di persone di tutte le nazioni”; l'errore o
eresia o corruzione della Parola di Dio rimane immutato.
-
- Siamo ora nel
“tempo della fine?”
- In base alle
spiegazioni e prove bibliche date finora appare chiaro quanto sia
equivoca e ingannevole l'espressione geovista.- Ora siamo nel
tempo della fine. Si tratta d'un inganno.
- Per scoprirlo
facciamo alcune precisazioni:
- a)
Si può'
dire che siamo “nel tempo della fine” solo perché anche il nostro
tempo appartiene agli' ultimi tempi, ossia all'epoca ultima
della storia umana, iniziata con la venuta di Cristo sulla terra
1987 anni fa, e che sarà conclusa con la sua seconda venuta.
- Ma è
antiscritturale e quindi errato insinuare o affermare esplicitamente
che il nostra tempo sia “il tempo della fine - come se fosse
prossima, imminente la fine di questo sistema di cose malvagio.
I tdG hanno fatto sbagli nel loro intendimento di quello che sarebbe
accaduto alla fine di certi periodi di tempi; la loro insistenza su
una prossima fine è solo una orchestrata propaganda per ingannare la
gente. Continuano a voler sbagliare!
- b)
Gesù ha previsto questo uso disonesto della sua Parola e perciò
avvertì:
-
“.Badate a non farvi ingannare. Molti verranno in
nome mio dicendo: " Sono io! " e: " Il tempo è giunto
- Non li seguite.
Ma quando sentirete parlare di guerre e di sconvolgimento, non vi
sgomentate: deve, infatti, prima accadere tutto questo, ma non è
subito la fine” (Luca 2, 8-9; Garofalo'cf. Marco 13, 5-8;
Matteo 24, 4-6)”.
- Raramente,
forse mai, troverete citate queste parole nei libri e nelle riviste
dei tdG.
- Dalla bocca
stessa di Gesù siamo, dunque, avvertiti che le guerre, le carestie,
i terremoti, le persecuzioni ecc. non sono segni (segno composito)
d'una prossima fine. “Deve, infatti, prima accadere tutto
questo, ma non è subito la fine”.
- c)
Deve accadere tutto questo,
vale a dire tutti
questi eventi dolorosi avranno ancora luogo durante gli ultimi
tempi, fanno parte del piano provvidenziale di Dio per condurre
gli uomini alla salvezza. In altre parole, questi eventi
straordinari appartengono alla storia - a tutta la storia - anche a
quella iniziata con la venuta di Cristo, e sono segni della
caducità del tempo presente. Dio vuol avvertirci continuamente che
“Non abbiamo qui una città permanente, ma ne cerchiamo una futura” (Ebrei
13, 14, Garofalo).
- Giustamente è
stato osservato:
-
“Ogni epoca ha i
segni predetti da Cristo affinché gli uomini pensino che la loro
epoca sia quella della venuta del Signore e siano pronti. Ma la vera
data della sua venuta Cristo non l'ha voluto dire”.
- Perciò Gesù ha
concluso il suo discorso dei segni con le parole tante volte
ricordate:
-
“Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno ne
sa nulla, neppure gli angeli del cielo, né il Figlio: lo sa sol-
tanto il Padre” (Matteo 24, 36, Garofalo; cf. Marco 13, 32).
- La creatura
umana deve solo attendere - con grande fede e umiltà - vigilante e
operosa. Ma l'umiltà è la virtù che manca assolutamente ai tdG.
-
“Parola di Qoélet, figlio di David, re di Gerusalemme:
Non dire: " Perché in passato andava meglio che non ora?", perché
non è da saggio una tale domanda I” (Qoélet 7,
10; Garofalo).
- “Niente è nuovo
sotto il sole” (Qoélet 1, 10).
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