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Michele
Vitali
1895-1916
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Nasce
a Parma l'8 luglio 1895. Frequenta l'Università al Politecnico di Torino e
interrompe gli studi per la chiamata alle armi il 1° giugno 1915. Ammesso alla
Accademia di Modena, quale allievo di complemento, ottiene la nomina a
sottotenente al 16° bersaglieri. Agli inizi del 1916 viene trasferito sul Pal Piccolo
in Carnia. Qui il 27 marzo 1916 nell'assalto ad una trincea, già persa dagli alpini,
viene ferito ma non desiste dal prendere possesso di una postazione di
mitragliatrice arroccata su uno sperone. Coi pochi uomini che lo circondano
viene fatto bersaglio e quasi sopraffatto dall'intero presidio austriaco. Alla
memoria, il 29 ottobre 1916, gli viene conferita la Medaglia d'Oro .
Questo baldo Bersagliere fu un vero poeta del combattimento!
Un giorno il nemico, di
sorpresa, strappò ai nostri una trincea avanzata difendendola poi con
incessante fuoco di artiglieria. Il Sottotenente girellava in mezzo ai
suoi e li catechizzava sulla necessità di essere impetuosi, domani, alla
riscossa; una granata a gas mefitico, scoppiatagli dappresso, gli tolse
la vista! Lo sgomento durò un istante e poi, l’ufficiale, ad occhi
chiusi, riprese il suo sermone!. Il mattino successivo gli giunse un
ordine laconico: «attacchi e qualunque costo fu miracolo? Gli riapparve
la luce!!” Prese una scala a pioli e con quella, appoggiata alla roccia
battuta del cannone, salì e giunse il primo in faccia al nemico;
sventolò il cappello piumato a richiamo dei suoi e con i suoi si scagliò
furente. avanti!. Fu ferito alla bocca: .Non è nulla; Avanti! - Fu
ferito al braccio: .Non è vero; Avanti, Avanti!’ Una palla gli traversò
il capo, cadde! Era la Gloria che, nell’ucciderlo, lo aveva abbracciato
(da «Medaglie d’Oro, 1° vol., pag. 162, del Barone Errardo di Aichelburg
Colonnello dei Bersaglieri. Ed. 1922 - Editoriale A. Savoldi - Bergamo).
Lettere
alla madre:
Lo
spirito vola e vorrei giungesse a te, tutta intera e potente la grande
ondata di affetto che mi empie l'animo pensando a te mia adorata! La
fede del bello e del buono che tu, sin da piccino mi hai instillato con
le parole e coll'esempio, il culto di Dio e l'amore della famiglia, non
verranno mai meno in me:sono la più forte arma a vincere i piu' ardui
cimenti. Io sento per questo di dovere a te una gratitudine infinita,
pari all'amore che ti porto
Carissima Mamma, i Bersaglieri hanno una cera ottima, nonostante il
freddo e i disagi: pur tuttavia vivo è in loro il desiderio della
famiglia. hanno già sei mesi di guerra e da cento giorni stanno
ininterrottamente quassù in trincea. La nostra opera quindi si esplica
non solo nella direzione dei lavori e delle varie operazioni guerresche,
ma nel confortare e nell'incoraggiare questi bravi figluli, nello
spronarli con l'esempio a vincere le difficoltà e le asprezze della
guerra, nel cercare di renderci utili a coloro che più ne hanno bisogno
e che sono colpiti da disgrazie familiari...... -
Credi mamma che il
combattimento costituisce la poesia della guerra, perchè in esso
prendono luce e fuoco le virtù più nobili dell'individuo. La prosa sta
nel sacrificio continuo a cui la guerra obbliga, nella vita di fatiche e
privazioni, di continua insonne vigilanza... ..Io ti ripeto
sto benissimo. Il corpo è florido, il morale alto. Non viene meno in me
e mai verrà meno il pensiero e il culto di Dio e l'amore della famiglia:
essi saranno sempre vivi nel mio cuore e nella mente. E con queste
assicurazioni e con queste promesse, Mamma, che ti abbraccio insieme a
Nonna, Papà, Fratelli. 19 novembre 1915 Il tuo Michelino
Il “trincerone“
del Pal Piccolo,
presidiato dalla 272ª Compagnia alpina del battaglione Tagliamento,
venne occupato dai “feldjager” nella notte del 26 marzo 1916,
approfittando di una violenta bufera di neve. Il trincerone, costruito
dagli austriaci, era un’opera colossale, blindata e coperta, posta a
difesa della Creta di Collinetta e del Pal Piccolo a sinistra del passo
di monte Croce Carnico attuale attraversamento stradale fra Italia e
Austria. Fu occupato nel primo anno di guerra dagli
italiani e solo nel marzo del ‘16 gli austriaci ne ritentarono la
conquista. Sul Pal Piccolo nelle gallerie scavate nella neve venivano
ora verso di noi i plotoni d’assalto dei cacciatori (“feldjager”alpini austriaci).
L’attacco, nonostante i contrordini, ebbe un successo insperato:
sbucati dalla neve, sfondarono la linea italiana, conquistandola per un
centinaio di metri. La 272ª compagnia venne colta di sorpresa e
costretta a ritirarsi. Immediata la reazione del colonnello Poggi che
inviava due compagnie di bersaglieri (del 16°) e allertava ogni altro
reparto disponibile in zona. La lotta si estendeva ora anche al Freikofel ed al Pal Grande. Nel buio e nella tormenta gli uomini
arrancarono a chiudere il pericoloso varco spalancatosi nelle linee
italiane, creando un cordone di protezione che si appoggiava alla
robusta postazione del Ridotto Castagna. Alla mattina la bufera cessò e
al pomeriggio, arrivati i rinforzi, le truppe organizzate su tre colonne
iniziarono il contrattacco.
Il fatto specifico:
Soltanto la mattina del 27, dopo ore di lotta gli alpini, i fanti e i
bersaglieri del 16° del Col. Paolino Arcodaci riuscirono ad aprirsi un
varco. Vitali ferito già nel primo contrattacco non abbandonò la lotta e
rimase sul campo fermandosi solo davanti alla muraglia che gli si era
parata contro e sulla quale stava il nemico con una micidiale
mitragliatrice. Approntata una rudimentale scala a pioli, con 3 uomini
al seguito fra cui Sebastiano Scirè Risichella, (futuro oro nel '17),
salì la parete e ingaggiò un corpo a corpo coi nemici che difendevano la
postazione. Ferito una seconda volta (non ci vedeva più), attese
l'arrivo di rinforzi e cadde al suolo definitivamente.
Motivo
del conferimento: Contrattaccava col suo plotone il nemico, che era
riuscito ad occupare una nostra trincea. Ferito e respinto, si appostava
a breve distanza dall’avversario e con tiri di fucileria lo molestava
nei lavori di rafforzamento. Il giorno successivo prendeva d’assalto la
posizione nemica, dandovi la scalata mediante una scala a pioli. Rimasto
con pochi bersaglieri, si affermava sulla posizione stessa, finchè
giunti nuovi rinforzi, benché ferito più volte, si slanciava all’assalto
decisivo, cadendo colpito al capo; fulgido esempio di valore e di
tenacia. Pal Piccolo, 26-27 marzo 1916.
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