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Francesco
Rolando
1889-1917
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Nasce
a Susa il 27 febbraio 1889. Diplomato, viene arruolato come allievo ufficiale al
4°. Passato al servizio efefttivo viene assegnato in prima nomina al 9°. Dopo
un breve periodo in Libia, durante il quale viene promosso capitano, rientra a
guerra iniziata al 18°. Nel luglio 1917 assume il comando del 69° Btg. e
partecipa agli scontri di retroguardia al Ponte di Madrisio in ottobre. Sugli
argini del Piave le nostre posizioni sembrarono vacillare diverse volte, ma la
riscossa fu tempestiva e strenua, grazie soprattutto al suo 18ø,che dopo due
giorni di aspra lotta, ricacciò il nemico sulla sinistra, facendo oltre 500
prigionieri. Nell'azione, come in altri scontri avvenuti nei pressi, ebbero il
battesimo del fuoco i primi "Ragazzi del '99"; in particolare, al
Molino Sega. Già volontario in Libia e sul Carso, era al capezzale del fratello
morente per una scheggia di granata, quando apprese di Caporetto. Rientrato al
reggimento, finiva qui eroicamente i suoi giorni il 16 novembre, meritando la
medaglia d'oro al valore. Sette anni dopo, esumata dal cimitero di guerra, la
sua salma tornerà nella città natìa di Susa. Oggi, nell'isolotto in cui
sorgeva il mulino, un semplice monumento ricorda che vi si combattè una delle
più aspre battaglie del Piave. La quiete del luogo contrasta con l'evocazione
dei fatti cruenti e terribili, e induce a pietà e mestizia.
Alla memoria viene insignito di
Medaglia d'Oro con decreto 13 giugno 1918.
Motivo del
conferimento: Comandante di un battaglione, seppe con l’esempio e con la parola
preparare le sue truppe all’azione. Avuto l’ordine di attaccare, con
intelligente perizia disponeva le sue truppe, guidandole di persona. Avvertito
che in un punto il nemico ostacolava violentemente l’avanzata, vi accorreva, e,
da solo, sotto fuoco intenso, sprezzante di ogni pericolo, si spingeva
audacemente verso l’avversario per riconoscere l’efficienza delle sue difese,
finchè investito da raffiche di mitragliatrici, rimaneva ferito. Trasportato al
posto di medicazione, dopo ricevute le cure, volle ad ogni costo tornare al suo
battaglione, recandosi ove più violento era il combattimento. Per vincere
l’ultima disperata resistenza del nemico, gridando parole vibranti di
entusiasmo, con balzo leonino si slanciò in avanti, primo fra tutti, trascinando
i suoi bersaglieri all’urto violento contro l’avversario che veniva travolto.
Colpito in fronte, cadeva da eroe, col grido di Savoia! sulle labbra. Fulgido
esempio di eroismo e di alta virtù militare. Molino della Sega, Piave, 16
novembre 1917
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