Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Alberto Riva di Villasanta

1900-1918

Nasce a Cagliari il 20 agosto 1900. Figlio del Maggiore Giovanni, comandante della Sassari, a 17 anni fugge da casa per arruolarsi nel 90° fanteria Salerno. Combatte nella ritirata di Caporetto fino al Piave, ma a ripiegamento avvenuto, scoperta l'età, gli viene imposto di frequentare un corso ufficiali per allontanarlo anche dalla prima linea. Promosso sottotenente, passa all'8° bersaglieri e combatte a Fagarè nel Giugno del 18 (non ancora 18enne). In agosto si guadagna una medaglia d'Argento sempre sul Piave per la conquista dell'Isola Caserta. Nei giorni dell'offensiva finale si trovava in Friuli, ancora una volta al Ponte di Madrisio. Riportiamo il racconto di Giuseppe Rotolo, 4 novembre -Gli ultimi caduti-."La mattina del 4 novembre la Decima Armata attaccò. Prima di attraversare il Tagliamento venimmo a sapere che alle ore 15 sarebbe scoccata l'ora dell'armistizio. Provammo una grande gioia mista a sgomento. L'idea della fine della guerra a breve distanza di ore ci parve perfino assurda. La verità era (ma noi non potevamo saperlo) che i nostri comandanti avevano ricevuto l'ordine perentorio di accelerare la marcia perchè l'armistizio ci cogliesse quanto piu' vicino possibile al vecchio confine. "Domani la 23esima Divisione preceduta dai cavalleggeri Aquila, punti su Gradisca per la direttrice Madrisio - Rivignano - Castion di Strada - Versa - Gradisca." E allora avanti verso il vecchio confine!. Bersaglieri e cavalleggeri si rimettono in marcia. Ad Ariis, oltre il piccolo ma profondo fiume Stella, gli austriaci ci attendevano al varco. Cavalleggeri, ciclisti e nostri arditi reggimentali, al comando del sottotenente Alberto Riva di Villasanta, misero in fuga il nemico; il piccolo ponte venne riparato e il reggimento pote' riprendere la marcia verso Torsa, all'avanguardia era Riva con i suoi arditi. Dal campanile di Torsa, gli austriaci tenevano sotto controllo la strada di accesso al paese e quando gli arditi dell'Ottavo si lanciarono all'attacco per neutralizzare la resistenza nemica una pallottola colpì alla fronte il coraggioso comandante. Alberto Riva cadde mezz'ora prima dell'armistizio, aveva 18 anni. A Torsa il Comando decise di accelerare l'inseguimento degli austriaci che frattanto si erano asserragliati a Paradiso, con l'impiego anche della cavalleria. Erano le 14,45. L' 8° Reggimento Bersaglieri riprese la marcia verso Paradiso, in testa era il 12° battaglione. Paradiso, un mucchio di case contadine nella campagna bassa di erbe e di sterpi, sorge tra Muzzana del Turgnano e Castion di Strada, cinquecento metri più a nord v'e' un trivio (il trivio di Paradiso, appunto). Quando sulla strada per Paradiso fummo raggiunti dalla cavalleria al galoppo ci buttammo nei fossati laterali gridando: "Viva la cavalleria!". Sembravamo ragazzi che giocavano alla guerra e avevamo dimenticato che la morte era li' a due passi... Mentre i bersaglieri aggiravano il paese catturando i tenaci cecchini asserragliati nelle case, i cavalleggeri, superato il rettifilo che taglia il paese, raggiunsero il trivio dove li attendeva, armi alla mano, un battaglione di mitraglieri magiari: la pazza eroica galoppata scaglio' contro la resistenza nemica l'ultimo sacrificio dell'esercito vittorioso. Caddero nell'ardimentosa corsa i tenenti Augusto Piersanti e Achille Balsamo di Loreto, il caporale Giulio Marchesini, i cavalleggeri Sulla Carlo, Quintavalli Giovanni e Biancherini Giovanni, cavalleggeri dell'Aquila, tutti ragazzi diciannovenni dell'ultima leva. Alle ore 15, mentre qua e la' si sparava ancora, echeggio' uno strano suono di tromba: era il segnale austriaco dell'armistizio. Un nostro velivolo, col tricolore fluente dalla carlinga, sbucò dalla nebbia con un lungo suono di sirena così annunziando la fine della guerra. Ci abbracciammo l'un l'altro, pazzi di gioia. Per dare sfogo all'improvvisa felicità consumammo la scorta dei razzi di segnalazione e il cielo si animò di festosi colori. Più tardi, il reggimento schierato, battaglioni affiancati, ricevette il saluto e il plauso del comandante la divisione generale Fara. Il giorno dopo, nella piazzetta del paese, io ebbi la ventura, col mio plotone, di rendere gli onori delle armi agli ultimi caduti della guerra. Solo in quel momento, anch'io ragazzo appena diciannovenne, compresi appieno che ero sopravvissuto a quella che allora appariva la più terribile guerra della storia.   

Ecco un giovine italiano, ecco un adolescente, Alberto Riva di Villasanta, un Italiano di Sardegna diciottenne. Suo padre era caduto nella battaglia il 7 giugno 1916. Quattro de' suoi consanguinei erano caduti nella battaglia. Al suo fianco un suo fratello era stato ferito. E non gli bastava. Stirpe più che ferrea, silenziosa sublimità sarda, eroismo dalle labbra serrate, sacrifizio senza parola. L’isola non s’è risaldata al continente ? C’è tuttavia il Tirreno tra noi e quel masso d’amore. Al passaggio del Piave, al passaggio della Livenza questo fanciullo aveva operato prodigi conducendo il reparto d’assalto dell’8° reggimento di bersaglieri. Il 4 novembre all’ora precisa dell’armistizio, cadde anch’egli alla testa dei suoi arditi, colpito nell’atto del balzo per spingere la vittoria più lontano per più accostarsi a quelli che ci aspettavano, a quelli che ancora ci aspettano. Gabriele D’Annunzio

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Per il contributo storico I BERSAGLIERI       Origini Epopea e Gloria di Garofalo Langella Miele