Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Marchese 

Emilio Pallavicini di Priola

1823-1901

Nasce a Genova l'8 novembre 1823. DI origini patrizie, frequenta l'Accademia militare di Torino uscendone nel 1842 col grado di ufficiale. Nel 1848 passa al corpo dei Bersaglieri e combatte nella prima e seconda fase della I guerra d'indipendenza. Per i fatti del ristabilimento dell'ordine a Genova fu insignito della Medaglia d'Argento. Con un altro ufficiale, Grosso-Campana fu protagonista di un'azione da commando che forzò le difese delle porte della città. Prese parte alla campagna di Crimea con la 18a compagnia ed alla II guerra d'indipendenza. Menzione onorevole a Casale. Ferito a S.Martino, gli venne conferito l'ordine Militare di Savoia e la promozione al grado superiore. Partecipò alla campagna dell'Italia centrale col 16° battaglione e per l'attacco a Perugia venne promosso sul campo al grado di tenente colonnello. All'assedio della fortezza di Civitella del Tronto conclusosi il 20 marzo 1861, fu meritevole di medaglia d'oro."Il personale ardimento, il valore dimostrato a condurre una colonna d'assalto e i servizi resi nelle operazioni antibrigantaggio.." Nel 1862 il corpo piemontese che doveva fermare Garibaldi in marcia verso Roma era ai suoi comandi. Lui è l'ufficiale che nelle stampe viene ritratto a fianco di Garibaldi ferito. L'anno seguente col grado di Generale comanda la Brigata Como, e nel 1866 l'avanguardia sul Po costituita da 10 battaglioni bersaglieri. Sostituisce Medici al corpo di Palermo e dopo l'unità d'Italia comanda quello di Roma. Senatore dal 1878 muore il 15 novembre 1901a Roma.

Motivo del conferimento: Per l'intelligenza, l'energia ed il valore dimostrati nel concorrere a formare il piano ed a dirigere le operazioni degli Abruzzi e dell'Ascolano contro i briganti e condurre una colonna all'assalto di Civitella del Tronto

Relazione sui fatti di Aspromonte
Reggio 29 agosto ]862
A norma delle istruzioni impartitemi dell'E. V. il giorno 28 agosto io partiva da Reggio ad un'ora pm. con una colonna di 5 battaglioni di linea e 2 di bersaglieri 6° e 25°. Mossi per la strada al mare che conduce a Gallico, e di là mi inoltrai pel letto del fiume che ha lo stesso nome sino a due miglia di distanza dal piccolo villaggio di Padargone, ove sorpreso dall'imbrunire accampai nella notte. Al mattino del 29 partii per tempo dirigendomi sopra S. Stefano ove giunsi alle 8 e mezzo antm., colà dietro la esatte informazioni che assunsi, seppi che il Generale Garibaldi aveva accampato nella notte co' suoi sul piano di Aspromonte, ordinai proseguire la marcia sino a poca distanza dal piano stesso e prima d' inoltrarmi feci riposare alquanto le truppe soverchiamente stanche per la lunga marcia fatta fra scoscesi sentieri. Nel frattempo seppi che solo due ore prima il generale Garibaldi era ancora accampato nel sottoposto piano di Aspromonte e conobbi che per due sentieri si poteva discendere al suo accampamento. Divisi la truppa in due colonne, comandate, quella di destra del tenente colonnello Parrocchia colla quale mossi io stesso, e quella di sinistra dal colonnello del 4° reggimento cavaliere Eberhart. Le due colonne sboccarono (sul posto?) da loro abbandonato, poiché eransi posti in posizione sopra la cresta di un'erta collina a levante dal piano di Aspromonte. Spedii in allora tostamente ordine al comandante la colonna di sinistra onde attaccare di fronte i garibaldini; mentre facendo ritornare indietro la colonna di destra la spinsi con rapido movimento ad attaccare il fianco sinistro e le spalle dei ribelli, onde impedir loro ritirata: nello stesso tempo con un battaglione faceva occupare lo sbocco della vallata pel quale potevano riguadagnare il piano.
La colonna di sinistra col 6.0 battaglione bersaglieri in testa, e dopo un vivo fuoco prese la posizione alla baionetta alle grida di Viva il Re! e Viva l'Italia! mentre il lato sinistro era pure attaccato dai nostri. Rimasto ferito il generale Garibaldi e suo figlio Menotti, circondati da ogni lato i rivoltosi, ogni resistenza fu resa inutile; allora i garibaldini fecero segnale di cessare il fuoco. Si venne a trattative, l'esito delle quali è già noto all'E. V..
Mi gode l'animo di poterle notificare che tutti gli ufficiali si distinsero in questo atto per zelo e coraggio, e che tutti indistintamente i soldati delle varie provincie d'Italia che gareggiarono di valore e disciplina. Non posso tacere che durante il primo attacco un'energica resistenza fu apposta dai nostri oppositori, nè io ho potuto fare a meno di compiangere che quel valore fosse spiegato avverso il Governo legittimamente costituito e contrariamente all'interesse della patria. Debbo qui fare particolare menzione all'E. V. del colonnello cav. Eberhart comandante del 4° reggimento di linea, il quale si distinse per intelligenza e condusse con sommo slancio all'attacco la sua colonna.  Gli stessi elogi debbo impartire al tenente colonnello cav. Parrocchia, il quale durante il combattimento mostrò sempre somma attività e coraggio. Debbo pure segnalare all'E. V. la valorosa condotta dei due maggiori comandanti il 6 e 25° battaglione bersaglieri, sig. Gioliti e signor Pinelli i quali furono sempre alla testa delle colonne animando sempre con l'esempio i pochi subordinati.  E per ultimo non posso fare bastanti elogi del colonnello cav. Charchidio, il quale aveva dato ordine ed energiche disposizioni prima della mia venuta per la difesa di Reggio e per tutelarne l'intera tranquillità; nè posso bastante mente encomiarlo pel modo veramente intelligente ed energico col quale sempre mi secondò e seppe coadiuvarmi nella spedizione che intrapresi, avendo in difficilissima circostanza mantenuta la quiete in città.
Mi riserbo spedire all'E. V. l'elenco delle proposte per ricompense di quelli che più si distinsero in questo fatto, fidando nella sua approvazione.
Il maggior generale Pallavicini

http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/643aea4d2800e476c12574e50043faad/401b42da0134a8134125646f005e169f?OpenDocument


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