$  PECUNIA POWER  $

Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: 2010 - trentaduesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).

Bisogna cambiare nome alla crisi: è degenerazione sociale!

Da Empolissima alle speranze nella Cina

11/10/2010

Di F. Allegri

Ieri ho fatto una toccata e fuga ad Empolissima prima di fare una visita a dei cugini empolesi: volevo valutare quale impatto potesse avere questa manifestazione sull’economia del centro storico naturale della città.

Il primo dato da segnalare è che Empolissima si svolge in contemporanea con la Fiera di Scandicci che ha un richiamo e un fascino maggiore, almeno nei comuni tra Empoli e Firenze.

So per certo che anche da queste terre la gente va a Scandicci, soprattutto gli operatori dei mercati e a pensarci meglio forse l’occasione di Empolissima è stata posta proprio in contemporanea per evitare di dover dire di no a qualche operatore di troppo!

Entriamo ad Empolissima: c’era tantissima gente e tantissimi banchi, soprattutto di vestiti, almeno un 70%. Sulla presunta clientela va detto che molta gente era a passeggio, ho visto il vecchio struscio che non tradisce mai.

Ho visto anche molto lavoro tra i banchi: i prezzi convenienti aiutavano! Anche nei negozi c’era gente, ma non tantissima e il dato è facile da spiegare. Avevamo i banchi dei vestiti vicino ai negozi che vendono la stessa merce!

Qui vale lo stesso discorso che ho fatto altre volte per i clandestini che vendono gli occhiali dentro una specie di valigia: chi compra da loro non va dall’ottico! Oggi aggiungo che nei mesi scorsi si doveva fare di più contro questi commerci, non solo al mercato del giovedì. Ho visto troppi clandestini anche in centro, gli anni passati non li avevo notati.

Fatta questa premessa, posso sostenere che manifestazioni come Empolissima non aiutano ad attenuare la crisi del centro storico e credo che non riducano nemmeno il dissenso politico di questa area nei confronti della giunta.

Non so bene cosa possa fare un’amministrazione per rilanciare davvero il nostro commercio visto il contesto di preponderanza dell’offerta e di costi fissi elevati, ma so che molti mesi fa nel corso di un’assemblea di cittadini e negozianti fu proposto un decalogo all’amministrazione: che fine ha fatto? Quali risposte hanno ricevuto i cittadini?

Io credo che le nostre classi politiche locali abbiamo lo stesso limite di quelle nazionali perché hanno la stessa cultura politica che si è sempre rivelata poco capace di analizzare e affrontare questa crisi.

Tutto parte dalla qualità del lavoro dove questa va intesa come durata del rapporto di collaborazione e dipendenza. Si crede di poter contrastare i bassi salari asiatici con il lavoro precario! Tutto dimostra che le cose non stanno così. Chi sa di avere un lavoro per pochi mesi e mal pagato vive alla giornata e azzera i consumi voluttuari e poi riduce anche tra le cose necessarie.

I dati europei ci dicono che i nostri politici sono stati i peggiori nonostante che noi avessimo una crisi minore e circoscritta: il problema è che hanno influito troppo i poteri forti e i potentati occulti!

Ultimamente la situazione è peggiorata: andiamo verso il livello salariale cinese. Non guardo e non mi interessa la grande industria, nemmeno il caso Pomigliano che può fare scuola, in negativo ma non troppo. La crisi dell’auto ha le sue ragioni specifiche, le ha spiegate Lester R. Brown in un pezzo che tradussi mesi fa: In USA quel mercato perde 2.000.000 di automezzi all’anno e il mondo la seguirà, con l’eccezione di alcuni stati emergenti che però avranno i loro modelli da comprare.

L’altro giorno il nostro governo ha fatto un accordo commerciale con la Cina, forse i nostri rappresentanti sperano che i salari cinesi salgano presto.

In questi anni sono saliti, ma in funzione delle esigenze interne a quel paese e non rispetto a quelle dell’economia internazionale e poi i nostri hanno avuto una diminuzione accentuata e spalmata su un periodo più lungo. Devo aggiungere che anche la concorrenza tedesca ci costringe a tenere bassi gli stipendi e questo dipende dal fatto che il nostro stato burocratico costa troppo.

Ho saputo ieri che 3 cittadini percepiscono un vitalizio mensile di 3.000 euro perché sono stati parlamentari per un giorno. Il dato non incide sul deficit, ma è indicativo di uno modo di fare politica.

Poi abbiamo le guerre che non chiamiamo con il loro nome. Questo vale per gli USA che raramente hanno combattuto guerre così lunghe e costose, ma anche per noi che aumentiamo gli investimenti negli armamenti. Prima della crisi si parlava di aggiornamento degli armamenti, ma oggi certe riflessioni andrebbero rifatte.

HO APPENA TRADOTTO DUE SCRITTI SULLA TRAGEDIA DELLA DEEPWATER HORIZON E IN QUESTI SCRITTI SI DIMOSTRANO I LIMITI POLITICI DEL GOVERNO USA, MA ANCHE I DANNI FATTI DA UN CAPITALISMO SENZA INTRALCI, FRENI, CONTROLLO PUBBLICO E ASSERVITO AL PRINCIPIO DELL’EFFICIENZA.

L’unico pregio del nostro governo è quello di non aver caricato la crisi sul debito pubblico, noi non avevamo le banche al fallimento! Non era poco, purtroppo ci siamo fermati qui e da 15 anni si dice che bisogna fare le riforme.

Viviamo in una lunghissima grande depressione e la nostra cultura fa finta di nulla o non riesce ad analizzarla per limiti nazionali. Troppi italiani non conoscono la realtà e hanno perso il treno della lotta alla globalizzazione. Le banche in crisi non andavano salvate, si doveva nazionalizzarle e senza indennizzo! Non l’abbiamo detto in tanti e nessuno al momento giusto, nemmeno io.

Abbiamo la deflazione: questa è causata dal fatto che la tanta carta verde stampata è stipata nei forzieri delle banche. E’ la scelta meno peggio, ma l’economia non riprenderà e vedremo nelle prossime settimane se qualche altro stato è destinato a fare la fine della Grecia.

E’ in questo contesto che i potenti sperano nella Cina dove gli operai protestano suicidandosi, me ne devo fare una ragione? Intanto io mi congratulo con i giurati per il premio Nobel per la Pace!

-----

› Per leggere l'archivio: 123 - 124 - 125 - 126  - 127 - 128 - 129 - 130 - 131 - 132 - 133 - 134 - 135 - 136 - 137 - 138 - 139 - 140

SOMMARIO DEGLI ULTIMI ARTICOLI:

140 - 06/10/2010 Crisi italiana: chiamare Titanic l'intera società politica

139 - 01/10/2010 E’ il veleno del lavoro atipico che porta in Europa le manovre d’autunno

138 - 20/09/2010 Piccole verità dietro le crisi di questi mesi

137 - 19/09/2010 Congetture economiche per tempi di debolezza politica

136 - 15/09/2010 Agenzie di rating per bilanci aleatori e investimenti al buio

135  - 14/09/2010 Tutto è ricominciato con la crisi greca: I punti salienti della crisi economica e politica in Europa

134 - 13/09/2010 Rendite di borsa in tempi di crisi

133 - 02/09/2010 Tendenze economiche per l'autunno - atto secondo

132 - 28/08/2010 Tendenze economiche per l'autunno

131 - 19/08/2010 POLITICA ED ECONOMIA - PER ME VOTEREMO PRESTO, CON IL RISCHIO DI UNA NUOVA CRISI FINANZIARIA INTERNAZIONALE               +                                   uno  scritto di Travaglio su Fini: "Lo colpiranno in ogni modo".

130 - 17/08/2010 Economie gialle e verdi in tempi di crisi

129 - 16/08/2010 Antichità e menzogne (del prof. I. Nappini)

128 - 11/08/2010 Il cadavere della vecchia borghesia (del prof. I. Nappini)

127 - 03/08/2010 30 mesi di crisi e il treno tedesco

126 - 16/07/2010 Quali sviluppi per la crisi: dal fantasma greco a quello dietro l'angolo

125 - 27/06/2010 Lo spettro della crisi sull'Europa: le novità di questi giorni!

124 - 08/06/2010 Considerazioni sulla crisi in corso e futura

123 - 02/06/2010 Morti bianche. Diario dal mondo del lavoro

› Per leggere la periodica Lettera di Ralph Nader clicca QUI

> PAGINA PRINCIPALE > GREPPIA ITALIA > MONDO PICCINO > CRITICA LOCALE > PENSIERIDEE

12.10.10 13.40