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Giri di vite e giri di soldi

 

iL CADAVERE DELLA VECCHIA BORGHESIA

Diario della crisi: 2010 - trentesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).

P.S. Qualcuno vocifera di un ventennio critico

11/08/2010 di F. Allegri e I. Nappini

INTRODUZIONE

Oggi ospito nel mio diario uno scritto del professor Nappini tratto dai 3 libri del De Reditu Suo e titolato il cadavere della vecchia borghesia. Concordo su un punto: la borghesia italiana che costruì il boom economico non esiste più, si è estinta per ragioni naturali. I sostituti non sono all’altezza se è vero che abbiamo tanti imprenditori rampanti che si affannano a rincorrere la globalizzazione quando questa da i primi segni di declino. E’ un ritardo culturale che a mio avviso deriva dalla crisi e dalla anomalia politica che caratterizza l’Italia da 15 anni. Anni difficili ci attendono.

De Reditu Suo - Secondo Libro

Il cadavere della vecchia borghesia

07/04/2008

Del Prof. I. Nappini

La vecchia borghesia con la quale hanno litigato un po’ tutti e che in troppi, anche i borghesi, hanno maledetto e condannato alle fiamme dell’Inferno è morta.

Il cadavere è rimasto esposto più o meno per tre decenni ma solo in questo XXI secolo si riesce a cogliere il suo esser già polvere che si dissolve al vento.

Ormai si è concluso il suo processo di decomposizione.

I poteri di oggi sono poteri post-borghesi, hanno della borghesia antica e morta solo le forme esteriori perché nessuno ha imposto nuove forme in materia di abiti professionali o di forme esteriori della ricchezza e del prestigio sociale.

Mi permetto di scrivere che sarebbe anche l’ora di far qualche cambiamento in questo senso perché anche se nessuno ha tolto la cravatta di seta ai professionisti, o la giacca ai banchieri, o la camicia ai quadri dirigenti, o le barche di lusso ai miliardari è doveroso ammettere che si tratta di nuovi miliardari, di nuovi colletti bianchi, di nuovi professionisti, di nuovi banchieri.

Se si tolgono questi segni esteriori si vede come in fin dei conti la vecchia borghesia sia sparita, mutata, disgregata e la nuova non sia più se stessa ma una sua mutazione o peggio qualcosa che di essa ha solo alcune forme.

I nuovi poteri non hanno le sue ragioni, e le sue paure, la sua durezza e nemmeno la sua serietà davanti alle grandi tragedie della storia umana.

Quindi il nemico dei nuovi poteri post-borghesi non è esterno come il comunismo che si è storicamente dato nel Novecento, il grande pericolo è in realtà interno e si tratta dell’incapacità del sistema di estrazione dei materiali, di produzione di beni, del commercio e consumo e dello smaltimento dei rifiuti di riconoscere i suoi limiti.

I limiti sono banalissimi un sistema di produzione e consumo fondato sulla crescita infinita che si trova alle prese con un pianeta con risorse grandi ma limitate, quindi se non intervengono miracoli scientifici e tecnologici il sistema non può reggere e prima o poi troverà i suoi limiti e si schianterà davanti alle nuove guerre o alle nuove crisi.

Il sistema economico e finanziario globale produce un mondo umano di minoranze al potere fatto a sua immagine e somiglianza, ossia borghesie che non sono borghesie, esperti e miliardari che non si assumono nessuna di quelle responsabilità di carattere collettivo che le antiche borghesie si assumevano, poteri politici che non sono più interpreti del corso storico ma realtà di mediazione fra i grandi interessi finanziari internazionali e i diversi gruppi sociali che compongono uno Stato o una qualsiasi Unione di Stati a vocazione imperiale.

Poteri quindi che come il denaro che li produce hanno due autentiche ispirazioni: la prima è diventare sempre più potenti ed efficaci e la seconda è sopravvivere a tutto salvando se stessi.

Il denaro è la merce che non serve a nulla se non a vendere e a comprare altra merce quindi è l’oggetto senza qualità che assume rilievo solo in virtù del suo accumulo e del suo passaggio di mano in mano, è ovvio che i nuovo poteri siano senza qualità umane e senza interpretazione della realtà del mondo umano e della natura, la loro dipendenza dallo scorrere dei soldi produce affinità profonda fra gli esseri umani dominanti e il loro strumento di vita e di prestigio sociale.

L’antica borghesia aveva dei valori tradizionali spesso trattabili o discutibili ma li aveva, questi ceti dominanti sono l’estensione della forza del denaro e di regole meccaniche di accumulo di potenza e di ricchezza; forse sono essi il segno che si è aperta oggi la possibilità di una post-umanità, della fondazione di umani altri scientificamente e tecnologicamente determinati e condizionati.

Requiem e Amen per ciò che un tempo è stata cosa malvagia ma non priva di valori, potenza, carisma e fascino e oggi è solo un mito morto.

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